Sulle “tracce” di Alberto Morucci, il poeta del legno

VITERBO – A un anno dalla prematura scomparsa dell’artista martano, il pittore Ireneo Melaragni, insieme con Antonello Ricci, altri e la famiglia dell’artista Alberto Morucci (1948-2021) tornano in scena al chiostro del santuario della Madonna del Monte con l’allestimento “Tracce”.Di Ireneo Melaragni

“Aquilone-Testamento”. Sul lato sinistro è scritto: “Il fondo del barile, vorrei volare per dimenticare le lacune del vivere, in solitudine sommersi negli strati più bassi della società, toccando un cambiamento ambientale delle stagioni. Sul destro invece: “Cortesemente vengono a galla gli idiomi vitali, la solitudine interiore, siamo davanti alla fine della vita, serenamente curiosando nel mio intimo, saltellando come un ginnasta.”

L’opera dell’aquilone non ha ancora un titolo. Si, è l’ultima opera di Alberto, una sorta di testamento. Verrà, come previsto, installato nel cielo del chiostro, sospeso nell’aria. Io e Massimiliano, il figlio, ne leggeremo il testo…

Alberto Morucci è traccia.

Traccia di passato, presente e visione di futuro.

Alberto è traccia.

Il visivo è essenziale; la forma/sostanza che, contenendo stratificazioni e sedimenti del viaggio/vita, costituisce impronta che lascia sempre dietro di sé un segno/senso.

Il meccanismo del fare, la presenza costante all’attimo, la consapevolezza e l’intrinseca bellezza, la metafisica della luce, tradotti in passione e amore, manifestano e ri-trovano l’Essere, l’uomo/artista nel suo spazio/tempio.

In una mano il martello, nell’altra lo “scarpello”, il profumo del legno ri-trovato, curvo sulla sua scultura, iniziata o finita, in un costante e continuo abbraccio, dove l’invisibile e inspiegabile illimite è transito per una nuova costruzione del percorso.

Tra cielo e terra, verticale e orizzontale un mondo, ritrovato senso del sacro.

Nell’estate del 1992, nel chiostro del santuario della Madonna del Monte presso Marta, lo scultore Alberto Morucci (1948-2021) e il pittore Ireneo Melaragni presentavano al pubblico una scelta delle loro opere in un allestimento dal titolo “Il quarto lato. Pitture e sculture”. I due erano accompagnati, per l’occasione, dall’artista e performer Mario Balestra; mentre il suggestivo allestimento della mostra era targato Silvestro Socciarelli. A trent’anni da quel fortunato evento e a un anno dalla prematura morte di Alberto, Melaragni, Ricci e altri, in sinergia con la famiglia Morucci, ricorderanno l’artista martano tornando per un giorno nel suggestivo chiostro con l’iniziativa “Tracce. Ricordando Alberto Morucci”. Al centro del nuovo allestimento, misto Morucci-Melaragni, l’ultima-inedita opera di Morucci: uno stupefacente “Aquilone-Testamento”. L’iniziativa si svolgerà sabato 4 giugno: sarà aperta al pubblico a partire dalle ore 17; vernissage-performance alle ore 18. Interverranno Valerio Bruni (santur indiano e persiano, voce), Giuseppe Chiatti, Giorgio Cutini (pakhawaj; ambient elettroclassico), Ludovico Greco, Maria Morena Lepri (interludi cantati). Pensando di fare cosa utile e gradita ai lettori, proponiamo qui di seguito, in anteprima, il testo inedito morucciano accompagnato alcune poetiche note di Melaragni, di Alberto collega e amico fraterno.

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