Sutri, l’amministrazione comunale: “Per la bellezza del paese ci vuole tempo, lavoro, competenza e visione”

SUTRI (Viterbo) – Riceviamo dall’amministrazione comunale di Sutri e pubblichiamo: “Niente di più bello e intenso di chi lagna retorica e crea continua contrapposizione come unica giustificazione d’esistenza civica e politica, non sapendo cosa inventarsi pur di screditare. Solo una semplice domanda, considerata una presunzione senza pari, ben nota in città, a Martina Salza, ex assessore al Turismo del Comune di Sutri, che oggi lamenta l’orribile fine della Bellezza a Sutri: dov’era l’assessore Salza dell’amministrazione Cianti quando la fontanella di Santa Croce lentamente si corrompeva durante il suo mandato, in assenza di interventi degni? Dov’era quando l’arco Manosio si guastava? Dov’era quando Palazzo Doebbing, neanche degno di un nome alla sua epoca, era un magazzino lasciato a marcire? Ah, forse proprio a progettare di aprire un museo, come ha fatto l’amministrazione Sgarbi, che ha portato in città migliaia di persone, che ospita opere di maestri riconosciuti in tutto il mondo (come Tiziano, Ligabue, Guttuso, Bacon, solo per citarne alcuni) ed che ha proiettato la città – e le sue bellezze, dall’Efebo, alle antiche testimonianze della sua storia – sulle cronache nazionali e internazionali, gettando le fondamenta di un cambiamento storico per Sutri, rendendola un presidio di Bellezza e una certezza culturale italiana. Immaginiamo, certamente, fosse distratta da quella missione…
L’eterna provincia, l’eterno riposo.
Ebbene, questa amministrazione sta facendo proprio ciò che lei non ha fatto (basterebbe citare l’ingresso di Sutri ne I borghi più belli d’Italia). Perché al di là dell’odio cieco e monodirezionale, chiunque, in Italia, si è accorto di quanto si stia incarnando, nel tempo, il motto che è visione di questa amministrazione: la Bellezza diventa ricchezza. Perché per trarre profitto umano ed economico dalla Bellezza, capace di cambiare il destino della società locale e generare un’eredità, occorre tempo, dubbi fugati dalle certezze, tentativi perfezionati dall’applicazione, visione, errori e conquiste, competenze specifiche, non basta sistemare un cestino in un parco. Che sia il museo di Palazzo Doebbing, che sia il fiume di articoli o servizi televisivi nazionali usciti sulla città, che sia la nuova illuminazione dell’anfiteatro o i lavori di riconsolidamento della rupe, che sia la cura del mitreo o la creazione di oltre venti vie dedicate a eccellenze della cultura, che hanno condotto in città alcuni tra i più importanti nomi delle istituzioni e della cultura italiani, offrendo enorme visibilità, impensabile altrimenti, all’Antichissima Città di Sutri, che sia questo o altro, ci vuole tempo, lavoro, competenza e visione. Quello che l’amministrazione Sgarbi sta impiegando. Anche per i ciechi”.

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