Svelata la storica epigrafe del 1198 sulla facciata della chiesa di San Marco (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Questo pomeriggio, alle ore 15, in piazza Verdi a Viterbo, è stata svelata la storica epigrafe posta dal 1198 sulla facciata della chiesa di San Marco, dopo un attento ed importante  intervento di consolidamento e messa in sicurezza della lapide in scrittura onciale gotica, eseguito dalla restauratrice Miriam Russo, iniziativa che ha visto coinvolti i Club service della città, rappresentati da Claudia Testa: Inner Wheel Viterbo, Rotary Club, Lions Club, Panathlon e l’associazione culturale ed ambientale Nimpha. Per l’occasione erano presenti i loro presidenti (Angelo Landi presidente club Rotary Viterbo,  Francesco Cima presidente club Lions Viterbo, Giancarlo Bandini, Presidente Club Pantalon Viterbo, Maria Teresa Lecchini Batistelli, presidente Inner Wheel Viterbo e associazione Nimpha) insieme alla Governatrice dell’Inner Wheel distretto 208, Maria Bancheri Ruggeri. E’ stata anche posizionata a fianco della chiesa una palina con la traduzione dell’antica epigrafe in italiano ed inglese. Claudia Testa ha salutato i presenti a nome dei Club service che hanno ideato ed organizzato la cerimonia di svelamento della targa che ricorda la consacrazione della chiesa di San Marco. Ha, quindi, ricordato di aver raccolto ancora una volta la raccomandazione dell’allora Vescovo di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli di unire le forze per un’azione congiunta nell’interesse della città. “Abbiamo così scelto di curare la ormai non più leggibile opus che ricorda la consacrazione di questa chiesa dedicata a San Marco e di mettere  una targa in italiano ed inglese che ricorda l’avvenimento”. Ha poi evidenziato come i responsabili dei Club service hanno confermato la loro disponibilità ad operare insieme “per fare in modo che due più due faccia cinque” ed ha concluso dicendo: “Viterbo è una città d’arte che merita di essere valorizzata e visitata. Possiamo tutti insieme operare perché Viterbo possa diventare meta di un turismo culturale e scolastico. E’ lo stimolo che vorrei  rivolgere alle autorità e l’impegno che vorrei chiedere ai club”. L’assessore alla Cultura e vice sindaco Alfonso Antoniozzi, dopo aver ringraziato i presenti, ha ricordato l’iter amministrativo e burocratico che ha interessato la Sovrintendenza e come abbia trovato in Claudia Testa, una persona paziente ed intestardita a sveltire le pratiche il più possibile.  Dopo lo svelamento della targa, ha preso la parola il Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, che ha plaudito l’iniziativa ringraziando tutte le associazioni che con impegno e dedizione contribuiscono a che la memoria diventi genetica creativa. “Nella benedizione – ha affermato il Vescovo – chiarisco un principio importantissimo: la memoria storica rappresenta persone e questo non serve per riconoscere il bene nella sua datazione, ma quello che ha prodotto nel tempo. Si tratta di una musealità della vita, come la targa che è un simbolo e nel simbolo c’è la specularità di ciò che l’ha prodotta e di chi la guarda. E’ quindi un dialogo vivente. Qui a Viterbo la storia si respira. Le associazioni che hanno questa sensibilità fanno un’opera importante. Quello che chiedo è quello di lavorare insieme, coesistere per un progetto comune finalizzato alla tutela, alla cura, ma anche allo sviluppo. Quando il visitatore passa per una città storica raccoglie la sensibilità, la qualità dei suoi cittadini. Nella targa benedico le persone che si sono impegnate a creare questo dialogo della memoria e coloro che si soffermeranno a vedere questa targa”.

La governatrice Inner Wheel distretto 208, Maria Bancheri Ruggeri ha affermato: “Sono ben felice di stare qui a Viterbo ed assistere a questo incontro. Da soli non si va da nessuna parte, se si condivide si arriva”. Claudia Testa ha, quindi, ricordato al riguardo il motto proprio dei Club service: “L’unione fa la forza e la forza siamo noi”.

La restauratrice, la dott.sa Miriam Russo, ha spiegato l’intervento sulla targa. “Si è trattato di un intervento di messa in sicurezza. In primo luogo sono stati rimossi tutti i depositi accumulati sulla superficie ed in un secondo momento sono stati consolidati tutti quei frammenti di pietra che erano in pericolo di caduta. Ho poi utilizzato prodotti inseriti nelle fessurazioni per il consolidamento della materia dell’opera che andava a legarsi con le particelle interne della pietra. In seguito sono state realizzate delle piccole stuccature per evitare l’inserimento dell’umidità e dell’acqua piovana e piccole riequilibrature cromatiche affinché l’opera sia più leggibile ed omogenea”. La cerimonia si è conclusa con la consegna dei guidoncini alle istituzioni presenti.

Di seguito il testo dell’epigrafe: “Nel nome del Signore, amen. Questa chiesa fu consacrata nell’anno 1198 dal santissimo signore lnnocenzo papa III, il primo giorno di dicembre. Officiarono con lui quindici cardinali ed il papa in persona stabilì I’indulgenza a detta chiesa per tre occasioni dell’anno, e cioè nella riferita Consacrazione, nel giorno dedicato a San Benedetto abate e nel giorno consacrato a san Marco Evangelista, titolare della chiesa, e nell’ottavo giorno immediatamente seguente le festività stesse: cento anni e ancora quaranta, e ognuno dei cardinali un anno e quaranta giorni, secondo la volontà e l’intenzione del sommo Pontefice, che formano un totale di venti anni e venti volte quaranta giorni nei singoli giorni dell’ottava delle stesse festività. Quest’opera fu portata a compimento al tempo del venerabile padre Rollando, abate di san Salvatore del Monte Amiata, e della prepositura di ser Giacomo di Nicola Mosti di Viterbo”.

Foto di MARIELLA ZADRO e WANDA CHERUBINI

 

 

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