Svolto l’evento in ricordo di Rosanna De Marchi “17 gennaio 1944.. in quell’attimo anche gli angeli si misero a piangere” (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Svolto con successo questo pomeriggio, presso lo “Spazio Giovani- Il cielo in una stanza”, in piazzale Porsenna, l’incontro dedicato alla cara Rosanna De Marchi, nota poetessa e scrittrice, ad un anno dalla sua scomparsa,  intitolato “17 gennaio 1944… in quell’attimo anche gli angeli si misero a piangere”,
che riprende il titolo del libro scritto da Rosanna dedicato ai bombardamenti che colpirono duramente la città tra il 1943 e il 1944 e di cui si sono letti alcuni brani. L’incontro è stato introdotto dalla sottoscritta che ha ringraziato tutte le associazioni presenti, la sindaca Chiara Frontini e la consigliera comunale Alessandra Troncarelli.
Nel libro, Rosanna racconta uno dei periodi più bui della storia di Viterbo, seconda solo a Cassino per devastazioni subite durante la Seconda Guerra Mondiale. Le sue pagine, arricchite da testimonianze dirette degli abitanti, restituiscono il dramma di oltre un migliaio di vittime innocenti, ma anche storie di solidarietà e resilienza. Pubblicata nel 2011, l’opera rappresenta una preziosa memoria storica e un invito a riflettere sulle ferite e la forza di una comunità.

La prima cittadina ha affermato: “E’ il cuore che parla in queste circostanze, quando si ricordano persone che hanno lasciato un segno così importante nella nostra città come Rosanna. Ognuno di noi ha dei ricordi tramandati dai parenti sulla guerra. Io mi ricorso benissimo mio nonno che raccontava di suo padre che è morto nel bombardamento di Porta Romana. Momenti come questi servono a mantenere viva la storia, l’identità di un territorio. Parlarne e mantenere viva la memoria significa continuare a mantenere vivi dei valori. Esprimo la vicinanza mia personale quella della città che non dimentica mai di ricordare, conservare la memoria di quel periodo che tanto ha impattato nella vita di tante famiglie”.

Catia Santoni, scrittrice, ha quindi, preso la parola per chiamare uno alla volta le persone che hanno letto alcuni brani del libro di Rosanna.

Cristina Pallotta dell’ufficio stampa del Comune di Viterbo, che ha concesso il gratuito patrocinio all’evento, ha letto una testimonianza di Francesco Morelli dal titolo “17 gennaio 1944 l’apocalisse!”.

E’ stata, quindi, la volta di Enrico Concioli, che ha letto due testimonianze di Adriana Berutto, in Capoccioni, dal titolo “Noi nati sotto Mussolini condividevamo le sue idee” e “Il 10 giugno 1940 Mussolini annunciò l’entrata in guerra dell’Italia”.

Stefano Gargini ha, quindi, letto due testimonianze di Cesira Cristofori, sposata Barozzi, dal titolo “Fecero entrare dentro la bara nove uomini e poi gl i spararono” e “Il ritorno di mio marito Fausto”. Ha poi invitato a fare una ristampa del libro di Rosanna, ormai introvabile nelle librerie.

E’ stata, quindi, la volta della sottoscritta che ha letto due testimonianze di Armando Roncetti all’epoca abitante in via del Cunicchio, dal titolo “Da sempre pasticceri, perfino per gli Alleati. Ma non fu cosi’ semplice” e “io e papa’ capimmo che erano bombe” .

La consigliera comunale Alessandra Troncarelli ha ringraziato tutti coloro che nella lettura di alcuni passi del libro di Rosanna hanno fatto, a loro modo, emozionare. “C’è una sorta di simbiosi, ognuno di voi trasmette quelle pagine, le legge, sembra anche che parlino a nome di Rosanna – ha affermato-  E’ frutto di un grande sacrificio scrivere un libro di questo tenore perché girare casa per casa, raccogliere testimonianze è la scrittura più difficile anche perché recepisci il dolore di tanta gente, che ha perso i propri cari e Rosanna ha trascritto quelle emozioni che lei per prima ha recepito. Per questo è un libro bellissimo e complimenti a tutti voi che le state interpretando in una maniera eccezionale. E’ frutto di un lavoro di squadra, con le tante associazioni presenti. Senza la rete, lo dico sempre, non andiamo tanto lontano e la rete è fondamentale, ma serve anche una comunità che risponde e stasera c’è una grandissima comunità”.

Loretta Bacci ha letto una testimonianza di Ines Treqquattrini, all’epoca abitante in via Cacciamele. “Non avevo paura delle bombe, fino a che……. “

Realino Dominici ha, quindi, letto una testimonianza del Dott. Enrico Meschini, consigliere di Stato, all’epoca abitante a Capodimonte:” “Una sparatoria evitata con prosciutto e un boccale di vino”.

Le letture sono proseguite con Assuntina Civitelli, che ha letto due testimonianze di Francesco Morelli dal titolo “Ricovero in piazza del Gesù” e “Rifugio nella galleria dell’Urcionio, entrata n.1”.

Maurizio Piccirilli, scrittore e reporters, ha portato la sua testimonianza sulla 2’ guerra Mondiale, presentando il suo libro “Carabinieri Caput”, sui 2 mila carabinieri deportati nei campi in Germania, Austria, Polonia: alcuni furono uccisi, molti morirono di fame, malattie e maltrattamenti. Il libro sarà presentato sabato prossimo alle ore 16,45 sempre presso lo spazio Giovani di piazzale Porsenna con ospite d’onore Tullio Del Sette, ex comandante generale dei Carabinieri.

Serena Dorazi ha letto, quindi, una testimonianza di Augusto Muti, nato a Roma il 20 novembre 1922 dal titolo “Una ragazza sconosciuta mi salvò dai tedeschi”.

Rekha Sensi, pittrice, compagna del fratello di Rosanna, Marcello De Marchi, è stata chiamata per scoprire la sua opera, ispirata al libro di Rosanna, una tela raffigurante un angelo donna piangente, in bianco e nero, che raffigura tutto il dramma e l’impotenza di fronte all’atrocità della guerra.

Marcello De Marchi è, quindi, intervenuto, citando una frase del grande  fotografo Oliviero Toscani: “La fotografia è la memoria storica dell’umanità”. “Una frase- ha detto- che calza benissimo con questo evento, basta guardarci intorno, quelle sono le foto raccolte da Rosanna De Marchi, su gentile concessione di molti amanti della storia di Viterbo. La guerra è devastazione di abitazioni, strade, musei, scuole, monumenti di centinaia di anni resi polvere. Si ma poi tutto si ricostruisce, quindi, la domanda che ci dobbiamo fare è: con la ricostruzione tutto torna al suo posto? No! Ed ecco l’importanza delle foto, dell’opera di Rosanna. Lei con la sua forza e tenacia è andata a ricostruire non la guerra come storia, non la guerra che leggiamo sui libri, esercito contro esercito, nazione contro nazione, ma ha scritto la guerra vissuta, subita dal popolo inerme. Nel suo libro Rosanna ha sapientemente raccolto testimonianze, stati d’animo, tragedie, cercando di trasmettere al lettore l’essenza del dolore vissuto nella quotidianità delle persone”. Marcello ha poi aggiunto: “Rosanna non ha scritto questo libro per noi che stiamo qui in sale, nè per le varie associazioni o istituzioni, questo è rivolto ai giovani viterbesi che, attingendo da quest’opera, potranno mettere nel loro zaino dal nome cultura le sofferenze, i disagi e le lacrime versate in quegli anni bui, la sopravvivenza della nostra civiltà è nello loro mani”.

L’evento si è concluso con l’intervento di Mario Tofanicchio dell’associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra di Montefiascone, che ha evidenziato l’importanza di fare rete per non disperdere la memoria storica, di Catia Santoni, che ha letto due pagine scritte da Rosanna dal titolo “Perché Santa Rosa non fu distrutta?” e la poesia “Il miracolo di S. Rosa”, di Emanuela Musotto, archeologa, che ha letto “Le barlozze con l’acqua del Bullicame consegnate a casa” e “La seta di un paracadute per abito nuziale”, di Anna Maria Stefanini, che ha letto una testimonianza di Iva Paoletti Maugiatti all’epoca abitante in via della Marrocca dal titolo “Un tedesco mi prese in braccio, si pensò al peggio, ma…”, di Agnese Poli, figlia di Rekha Sensi, che ha letto una ricerca di Rosanna De Marchi dal titolo “Campo di concentramento anche nella nostra provincia” e di Raffaele Donno, che ha letto una poesia inserita nel libro di Rosanna dal titolo “Mamma perché” scritta da Grazie Fabi Placidi. Anche lui, come Stefano Gargini ha sottolineato l’esigenza di ristampare il libro di Rosanna utilizzando magari il bel quadro realizzato da Rekha Sensi, che racchiude appieno il significato dell’opera.

Catia Santoni ha, quindi, ringraziato tutti gli intervenuti, in particolare l’associazione “Viterbo con amore”, che ha messo a disposizione la sala per l’evento ed il suo presidente Domenico Arruzzolo. L’associazione sta sostenendo ben 154 famiglie della Tuscia in difficoltà, per un totale di 650 persone.

 

 

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