Tarquinia unita contro la violenza sulle donne

di CHIARA TOSARONI-
VITERBO- 25 novembre. Si rinnova la testimonianza di studenti, artigiani e ceramiste contro l’orrore. In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Piazza delle Erbe, a Viterbo, ha ospitato un’esposizione di Scarpette Rosse in Ceramica e altre testimonianze creative, abbracciando la manifestazione promossa e patrocinata da AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica, “Scarpette Rosse in Ceramica per dire no alla violenza sulle donne”.
Un’iniziativa che, quest’anno, ha visto il coinvolgimento corale di tutte le quattro Città della Ceramica della Tuscia – Civita Castellana, Viterbo, Acquapendente e Tarquinia – in sinergia con CNA Viterbo e Civitavecchia, per amplificare il NO a ogni forma di abuso contro le donne.
Nel capoluogo, Piazza delle Erbe ha fatto da sfondo al contributo artistico degli studenti del Liceo Artistico Francesco Orioli, espresso in volti di donna in ceramica, connotati da profonda drammaticità. Con loro, le immancabili scarpette rosse in ceramica, di pregevole manifattura, accompagnate dalle targhe con il 1522, numero antiviolenza e stalking.
Al centro, la figura femminile, raffigurata come sposa bambina o attraverso una serie di statuine unite in segno di fierezza e coraggio. Non solo ceramica, ma anche un quadro ispirato alla poesia di Langston Hughes, “Mother to Son”, e l’arte della legatoria, espressa nell’esposizione di un libro “scritto dalle vibrazioni che i colori provocano intimamente a chi legge”.
Forte il rimando alla simbologia viterbese, presente su una lastra in peperino con la raffigurazione del leone che impone lo stop al tempo degli abusi.
Proseguendo lungo la strada della ceramica, Acquapendente ha accolto un’esposizione di Scarpette Rosse in Ceramica presso la biblioteca comunale. Lo stesso ha fatto Civita Castellana, che ha organizzato, in contemporanea con l’installazione presso la biblioteca comunale, anche la presentazione di un libro dedicato alla tematica.
A Tarquinia, da Piazza Cavour, è partito un percorso artistico tra le opere in ceramica, curate da artigiani e ceramisti locali.
Ancora una volta, artigianato e scuola si uniscono contro la violenza sulle donne.
“Il femminicidio di Aurora – interviene l’assessore Ester Ielmoni – ci ha fatto molto pensare, soprattutto per la giovanissima età dei protagonisti, simile a quella dei miei due figli. Un’altra morte annunciata, quasi come un copione che ormai conosciamo bene. Nonostante le pressanti richieste delle tante associazioni che lavorano sul campo e conoscono bene la mentalità che porta a questa strage, perché ormai di strage dobbiamo parlare, le istituzioni si scandalizzano quando si chiede di fare prevenzione lavorando sull’educazione di bambini e bambine per cambiare dalle basi la cultura maschilista, patriarcale e sessista, che impedisce ogni vero cambiamento. La stessa che fa credere agli uomini che le donne siano di loro proprietà e purtroppo alle donne stesse che il senso del possesso sia una delle tante declinazioni dell’amore“.
“Quanto ancora dobbiamo aspettare mi chiedo? – prosegue Ielmoni – Ritengo incredibile come una donna non sia libera di vivere la propria vita, come si possa pensare che un essere umano sia proprietà di qualcun altro, come sembri impossibile tutelare una donna che ha sporto denuncia, che si debba accettare passivamente che qualcuno si arroghi il diritto di poterti possedere, eliminare. Credo che sia inoltre arrivato il momento che anche gli uomini si facciano carico insieme a noi di questo dramma, che non è una cosa ‘di donne’, ma li riguarda in prima persona, perché solo se saremo uniti e complici riusciremo a compiere una vera rivoluzione ‘sentimentale’. La morte è il prezzo più alto pagato dalle donne che si trovano a che fare con la violenza maschile, ma non è l’unico. I soprusi, infatti, hanno molte forme e quando si manifestano per la prima volta sono spesso quasi irriconoscibili. Anche perché, nella maggior parte dei casi, il carnefice è colui che dice di amare: un marito o un fidanzato. Stalking e aggressioni verbali e psicologiche sono i primi campanelli d’allarme. Spesso queste donne hanno difficoltà a contraddire a lasciare e a denunciare questi uomini. Il messaggio che vogliamo dare a ogni donna è: ‘Non sei sola!’“.
Il Comune di Vitorchiano anche quest’anno appenderà alle finestre del palazzo comunale il banner che riporta proprio questo messaggio e il numero anti-violenza 1522, istituito dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Acquapendente celebra lunedì 25 novembre 2024 la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne con un pomeriggio di iniziative incentrate sul tema. Alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale in Via Cantorrivo, sarà inaugurata la targa in ceramica, realizzata nell’ambito del più vasto progetto “Scarpette rosse in ceramica per dire no alla violenza sulle donne”, giunto all’ottava edizione e promosso dall’Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC), rete nazionale di cui il Comune, grazie alla sua affermata tradizione ceramica, fa parte. La targa è realizzata dalla ceramista Francesca Rossi in collaborazione con l’associazione Dark Camera, soggetto gestore delle Officine delle Arti e dei Mestieri di Acquapendente.
“Abbiamo aderito all’iniziativa di AICC realizzando una targa in ceramica, dove è riportato il numero anti-violenza e stalking 1522 – commenta la vice sindaca Monica Putano Bisti – e abbiamo scelto la Biblioteca Comunale perché è un luogo in pieno centro e perché, ogni giorno, accoglie numerosi frequentatori di tutte le età, dai bambini agli adulti, in modo che chiunque passerà davanti all’ingresso possa sapere che le donne non sono sole“.
A seguire, sempre presso la Biblioteca, continuano gli spettacoli a cura di Teatro Studio, nell’ambito di “Sinergie. Il festival delle biblioteche” promosso dal Sistema Bibliotecario Lago di Bolsena e finanziato mediante i contributi regionali della legge 24/2019 – Piano interventi 2023. Per l’occasione viene proposto il reading musicale “Se dico donna…”, un titolo che prende spunto dal primo proverbio-luogo comune del pensiero sulle donne con cui le attrici irrompono in scena attraversando la platea. I testi che seguono sono tratti da “Tutta casa, letto e chiesa” di Franca Rame, ancora perfettamente in grado di dialogare col presente. L’altro riferimento testuale è il frammento del più ampio monologo di Giuliana Musso, dal titolo “Nati in casa”, che in maniera spassosa, comica, ma corrosiva, mette al centro il corpo della donna e il controllo esercitato su di esso dal mondo maschile. L’altra autrice, Luciana Bellini, racconta le donne degli anni ’50 nel contesto contadino e offre la possibilità di cogliere i nodi alla base degli atteggiamenti culturali che tutt’oggi nutrono resistenze e preconcetti.
La forma espressiva predominante è quella propria della lettura scenica espressiva, dialogante o ad una voce, ma la performance si arricchisce anche di momenti di recitazione a memoria utilizzando il monologo, per dar vita ad alcuni personaggi e ricorrendo ad una delicata interazione col pubblico. I brani scelti, recitati con grande autoironia ma anche con “passione caustica” dalle due interpreti Enrica Pistolesi e Daniela Marretti, entrano lentamente in relazione col pubblico, per poi viaggiare con un ritmo sempre più incalzante e coinvolgente, assicurando un “divertimento catartico”, sia nel pubblico femminile che in quello maschile. Grazie alla poesia del grande cantautore, e grazie alla sensibilità del musicista e del cantante, si ricrea un’armonia e prende voce la tenerezza del maschile, quel maschile che sa esattamente cosa sia la donna e che ogni giorno le cammina rispettosamente al fianco. Regia di Daniela Marretti, assistenza tecnica di Luca Pierini.
“Oggi ricordiamo le donne che hanno sofferto e che hanno trovato la forza di chiedere aiuto, ma vogliamo anche lavorare per costruire una società in cui nessuna donna debba mai più subire violenza – afferma la consigliera delegata alle pari opportunità Serena Tini – La violenza contro le donne è una piaga che colpisce profondamente le famiglie e la società intera e combatterla richiede l’impegno di ognuno di noi: istituzioni, associazioni, scuole, ma anche semplici cittadini.”
VITERBO- Giovedì 25 novembre si svolgerà la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Per l’occasione l’Unitus, in collaborazione con Confragricoltura, alle orr 10,30, in via Santa Maria in Gradi, a Viterbo, distribuirà le clementine antiviolenza, in memoria di Fabiana e di tutte le donne vittime di violenza. Il ricavato delle vendite andrà a favore del centro antiviolenza di Viterbo.
di Redazione –
ROMA – Il presidente della Repubblica interviene con un messaggio in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio. La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti. Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini“, scrive il Presidente.
“La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne richiama tutti a un rinnovato, personale, impegno. Non soccorrono improvvisate analisi di psicologia sociale a giustificare la persistenza di una piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi. Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità. Un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione dell’altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere”.
VITERBO – Confesercenti lancia la campagna “Red Saturday. Facciamo quadrato” in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il prossimo 25 novembre. Una data importante: in tutto il mondo si punterà l’attenzione sulla necessaria presa di coscienza volta ad arginare il fenomeno della drammatica escalation di violenze subite da tante donne. Per questo, tutte le imprenditrici ed imprenditori che aderiranno all’iniziativa esporranno, simbolicamente, una cornice quadrata rossa sulle vetrine dei negozi in tutta Italia.
“Confesercenti è un’associazione in cui le donne rivestono importanti ruoli ed il loro contributo è fondamentale – afferma la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – nel commercio, nel turismo e nei servizi un terzo delle imprese è donna. Per questo vogliamo esserci anche noi, in prima fila a fare quadrato in difesa delle donne. Una presenza collettiva: sabato sarà il nostro Red Saturday”.
“Molto spesso la violenza perpetrata nei confronti delle donne è subdola – conclude De Luise – celata dietro apparenti buone maniere. Per questo chiediamo alle nostre imprenditrici ed imprenditori di partecipare numerosi alla campagna. Un modo per dire a tutte le donne che passeranno davanti ai nostri negozi ‘noi facciamo quadrato intorno a voi”.
ROMA – Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
L’Associazione Nazionale Vittime delle marocchinate invita a ricordare anche le donne italiane che nel 1943-1944 furono violentate dai militari coloniali inquadrati nell’Esercito Francese. Gli stupri iniziarono nel luglio 1943 con lo sbarco in Sicilia e proseguirono nel 1944 in Campania, Lazio e Toscana.
“Sono trascorsi 80 anni da quegli eventi – dichiara Emiliano Ciotti, presidente nazionale dell’ANVM – domenica 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, invitiamo tutti a non dimenticare le 60.000 italiane violentate dai soldati alleati in generale e dai coloniali francesi in particolare.
Quello avvenuto in Italia durante la seconda guerra mondiale è stato uno stupro di proporzioni enormi – conclude Ciotti – sul quale è calato un vergognoso silenzio.”
RIETI – Il Comando Provinciale di Rieti ieri ed oggi ha illuminato la caserma di viale de Juliis di luce arancione, colore scelto per manifestare solidarietà alle donne vittime di violenza.
E’ importante denunciare ma risultata altrettanto efficace la tempestività dell’intervento da parte delle pattuglie. Molti infatti i casi nei quali sono state scongiurate gravi conseguenze per la velocità con la quale, soprattutto nelle periferie, i militari dell’Arma, a seguito di richiesta d’intervento hanno interrotto le violenze in atto nei confronti di donne e bambini in contesti domestici prima di ulteriori estreme conseguenze. Anche in questo settore è risultata quindi determinante la prossimità e la capillarità dell’Arma poiché ha consentito di intercettare per tempo situazioni borderline e garantito il tempestivo intervento a scongiurare gravi danni all’incolumità delle persone. Fondamentale è risultata anche la stretta collaborazione, ormai consolidata, tra l’Arma dei Carabinieri e enti territoriali preposti ed associazioni che ormai da anni si occupano del problema in questo territorio.
VITERBO – Riceviamo da Aidm Viterbo e pubblichiamo: “In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’Aidm (associazione italiana donne medico) di Viterbo vuole esprimere il suo messaggio di vicinanza nei confronti di tutto l’universo femminile.
Affinché certi tristi e tragici episodi non accadano mai più, vogliamo dimostrare il nostro sostegno con questa significativa immagine: si tratta di un’iniziativa delle nostre colleghe dell’Aidm di Vicenza che hanno esposto in strada un lunghissimo percorso formato da tantissimi plaid colorati, che simboleggiano il mondo arcobaleno delle donne e la loro forza di affrontare la vita”.
VITERBO – Riceviamo dalla Lega Salvini Viterbo e pubblichiamo: “Domani, 25 novembre, alle ore 18:00 presso piazza del comune Viterbo, il coordinamento comunale della Lega Viterbo, organizza un flash mob contro la violenza sulle donne. «Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne – dice il coordinatore comunale Elisa Cepparotti – non possiamo non sensibilizzare il mondo contro questo fenomeno. C’è un allarme crescente derivante dal grande numero di femminicidi che solo l’anno scorso ha visto una vittima donna ogni tre giorni. Purtroppo il dato è in crescita. Ricordiamo anche che le forme di violenza non sono solo queste, sono numerose e molteplici, a partire da quella psicologica. Il nostro flash mob è incentrato sul 1522 numero anti violenza e stalking che offre un aiuto reale per ritrovare la “luce in fondo al cuore”.
di ANNA MARIA STEFANINI-
VITERBO- Anche Viterbo partecipa con passione al difficile percorso di civiltà contro il femminicidio; tante le iniziative e i convegni sul tema in questa settimana. Il 25 novembre sarà infatti la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.
La data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne segna anche l’inizio dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani il 10 dicembre di ogni anno, promossi nel 1991 dal Center for Women’s Global Leadership (CWGL) e sostenuti dalle Nazioni Unite, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani.
E continua la lunga scia di sangue che vede centinaia di donne vittime della violenza maschile. In pratica un “terrorismo interno” non meno selvaggio e sanguinoso di quello politico o religioso; persino più insidioso, perché incubato al chiuso degli ordinari ambienti domestici.
Occorre anche considerare che non tutte le stratificazioni della violenza di genere finiscono sui giornali: quotidianamente centinaia di donne sono vittime di botte, pestaggi, soprusi, minacce e umiliazioni psicologiche.
Cosa raccontano le neuroscienze? Raccontano che la violenza è controllata dal cervello; malgrado centinaia di migliaia di anni di evoluzione nel nostro cervello resistono strutture antiche, come l’amigdala, che il neuro-scienziato americano Paul D. MacLean ha definito “cervello rettiliano”; più o meno il piccolo cervello del dinosauro. E’ esattamente da qui che hanno origine e si scatenano gli attacchi violenti. Fortunatamente l’evoluzione ci ha regalato anche una grande risorsa: la “corteccia cerebrale”, una super-struttura di circa 16 miliardi di neuroni altamente connessi; quella che chiamiamo “materia grigia”. L’arte, la scienza, la filosofia, il pensiero razionale etc., ossia tutto ciò che ci rende umani, abitano lì. Una struttura che può arrivare a “porre il veto” alle pulsioni violente.
La narrazione biblica della donna che viene a schiacciare la testa del serpente; un’immagine di straordinaria icasticità; che trova riscontri anche nelle neuroscienze.
Sfortunatamente i circuiti neurali che dalla genesi rettiliana conducono ai centri motori attuatori degli attacchi violenti, in alcuni casi, possono bypassare la zona corticale; in questi casi il passaggio dall’ira all’attacco violento è immediato e incontrollato; per questo lo chiamano “raptus”.
La donna vuole sottrarsi al rigido controllo del compagno? Il maschio percepisce tutto questo come una minaccia mortale al suo potere di controllo e il suo cervello rettiliano ordina la reazione di attacco; se la corteccia cerebrale viene bypassata il maschio si risveglierà dal raptus con ancora il coltello in mano e la compagna a terra in una pozza di sangue. A quel punto la corteccia cerebrale riprende il controllo della scena e il maschio-assassino non può che rendersi conto di quello che ha fatto: cercherà allora di inventare una messinscena, o andrà dai Carabinieri o ritornerà alla fase del rettile, uccidendosi.
La cruda spiegazione neuro-scientifica racconta che il femminicidio è dunque inevitabile? Non esattamente: sentite cosa dice l’importante psicologo americano Daniel Goleman (1946), l’autore di “Intelligenza emotiva”: “il temperamento non è destino…i circuiti cerebrali interessati sono straordinariamente plastici; gli insegnamenti emozionali che apprendiamo da bambini a casa e a scuola plasmano i nostri circuiti emozionali, rendendoci più o meno abili nella gestione degli elementi fondamentali dell’intelligenza emotiva…”.
Vogliamo costruire seriamente un percorso anti-violenza? Vanno benissimo le manifestazioni pubbliche ma se non investiamo sulla famiglia e sulla scuola possiamo già darci appuntamento al nuovo femminicidio e ai nuovi articoli sul femminicidio. Fortunatamente l’uomo è educabile e l’educazione può completare la volontà della donna biblica; non sprechiamo questa risorsa. Viterbo ha già iniziato: all’IC “Canevari” da anni si pratica la “didattica emotiva” e oggi, 24 novembre si svolgerà alla sala della Provincia alle ore 16,30, un convegno su questo tema.
VETRALLA ( Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “Violenza di genere, fisica, verbale, psicologica, economica, questi i temi che animano la riflessione di 2030 Vetralla oltre la giornata di oggi; una giornata, quella del 25 novembre, per noi fondamentale, ma che da sola non può bastare a sostituire quel ruolo di genere imposto dalla cultura patriarcale che ciascuno di noi ha introiettato, donne e persone queer comprese, con una più sana consapevolezza emotiva e comportamentale. L’azione politica e sociale che vorremmo apportare nella nostra comunità è proprio quella di introdurre uno sguardo differenziato e più reale delle esigenze della nostra concittadina. I casi di cronaca che si susseguono, tra cui la triste scomparsa del piccolo Matias che ci ha scossi profondamente, non danno adito ad altre interpretazioni possibili. C’è bisogno di un cambiamento nelle relazioni umane, nelle coppie, nelle famiglie, ed in tutta la comunità attraverso la diffusione della cultura dell’ascolto della tolleranza e del supporto nei casi difficili”.