Comitati contro ogni autonomia differenziata: la Regione Emilia Romagna dice No alla Autonomia differenziata

BOLOGNA – Il 19 febbraio l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato una Risoluzione con la quale impegna la Giunta a “manifestare formalmente il venir meno del consenso della Regione E-R alla prosecuzione di qualunque procedimento attuativo dell’art.116 c. 3 Cost.” e “a comunicare formalmente al Governo la volontà di revocare il proprio consenso all’accordo preliminare in merito all’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e le regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia del 28 febbraio 2018”.

È esattamente quello che chiedevano i/le 3000 sottoscrittori/ici in una petizione popolare del 2020 – arbitrariamente mai discussa – e i/le 6000 sottoscrittori/ici di una proposta di legge regionale di iniziativa popolare del 2023, che chiedeva alla regione di recedere dalle preintese firmate dal presidente Bonaccini con il governo Gentiloni nel 2018, che istituzionalizzarono la richiesta dell’ER di ben 16 delle 23 materie disponibili alla potestà legislativa esclusiva regionale; iniziative promosse entrambe dal Comitato emiliano-romagnolo Per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata. Alla Lip è stato fatto esplicito riferimento sia nel dibattito che nella risoluzione approvata.

Una grande vittoria ed una grande soddisfazione per tutte tutti noi; e per questo vogliamo ringraziare e complimentarci vivamente con tutti/e coloro che vi hanno contribuito, con il loro impegno e il lavoro costante sul territorio.

La tenacia e l’abnegazione del Comitato per il ritiro di ogni autonomia differenziata dell’Emilia-Romagna e la risposta della Regione – circostanziata, puntuale, inequivocabile, e dunque degna di una istituzione repubblicana – dimostrano che non tutto è perduto sul fronte del dialogo tra cittadino/a e chi esercita il potere decisionale. Inoltre, che – nonostante la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del quesito referendario e la conseguente impossibilità di celebrare un referendum contro l’autonomia differenziata, per il quale erano state raccolte 1 milione 300 mila firme – la nostra lotta deve continuare.

Attraverso un lavoro inesausto e appassionato di formazione, informazione, vigilanza e mobilitazione – in continuità con un percorso che abbiamo inaugurato più di sei anni fa – auspichiamo e cercheremo di far sì che anche altre Regioni che hanno intrapreso o intendano intraprendere iniziative volte ad acquisire autonomia differenziata abbiano la capacità di ripensare il percorso – i cui limiti sono stati chiaramente inquadrati nelle dichiarazioni della regione Emilia Romagna – interrompendolo, e contribuendo a liquidare definitivamente un’idea di regionalismo egoista, rapace, appropriativo, sordo ai principi di uguaglianza e solidarietà e alla garanzia per tutti/e, e in egual misura, dei diritti sociali e civili.

L’Esecutivo nazionale dei Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti




25 settembre manifestazione contro il disegno di legge sicurezza

Riceviamo e pubblichiamo: “Il primo sì della Camera dei deputati al disegno di legge d’iniziativa governativa in materia di sicurezza è di allarmante gravità. Rappresenta una pesante svolta autoritaria – oltre che per impedire l’esercizio di alcuni diritti sociali fondamentali, come il diritto all’abitare – per la volontà di criminalizzare e reprimere i conflitti sociali e soffocare la partecipazione democratica di cittadini e cittadine.

Il ddl 1660 approvato dalla Camera è uno strumento di disciplinamento e di oppressione per soffocare le domande sociali: sui luoghi di lavoro e nelle piazze non si deve più manifestare per rivendicare diritti e far sentire la voce della protesta popolare. Oltre alle misure repressive e punitive che comportano l’introduzione di oltre nuovi 20 reati o aggravanti, il dispositivo è un ulteriore tassello della strategia di sorvegliare e punire, una visione antidemocratica e oscurantista dei rapporti sociali che il Governo vuole imporre al Paese.

Le nuove misure repressive coronano la costruzione di un regime autoritario che nasce attraverso la distruzione delle basi della Repubblica con la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, accompagnata dai disegni del premierato assoluto e di assoggettamento della magistratura: cittadini e cittadine diverranno sudditi nei confronti dell’uomo/donna/governo soli al comando – “governatore”, premier o Esecutivo che sia.

Per questo i Comitati Per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti saranno davanti al Senato, mercoledì 25 settembre alle 16:30 in Piazza Vidoni, per partecipare alla prima delle manifestazioni di dissenso, che speriamo essere tante e molteplici nei confronti di questo provvedimento”.

Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica




“Vogliamo un’Italia unita e non divisa tra regioni ricche e regioni povere”

VITERBO – “Vogliamo un’Italia unita e non divisa tra regioni ricche e regioni povere”. La segretaria nazionale della Uil Ivana Veronese ieri mattina in sala regia di palazzo dei Priori durante l’iniziativa voluta dalla Cgil e dalla Uil di Viterbo Per un’Italia libera e giusta.

Un’iniziativa per fare il punto sulla raccolta di firme in favore del referendum per dire Sì all’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata del governo di Giorgia Meloni.

Ad intervenire, assieme a Veronese, anche il segretario generale della Uil di Viterbo Giancarlo Turchetti, la segretaria generale della Cgil Viterbo Stefania Pomante, il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Natale Di Cola, l’avvocato Giuseppe Puri, patrocinante nelle magistrature superiori, la docente di diritto pubblico dell’università degli studi La Sapienza di Roma Giovanna Montella e la professoressa Marina Boscaino, portavoce dei comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata. A moderare l’incontro il giornalista Giorgio Renzetti.

Un’iniziativa che ha visto una grande partecipazione di pubblico. La sala regia era infatti piena. Tra i partecipanti, oltre ai segretari di categoria di Cgil e Uil, anche il segretario generale della Uil del Lazio Alberto Civica.

“Il 5 ottobre – dice Veronese – faremo anche una grande assemblea nazionale per tirare le fila e andare verso il referendum vero e proprio. La raccolta delle firme è stato un percorso difficile, ma al tempo stesso una bellezza di partecipazione. Ci stiamo battendo per il futuro del paese e per il futuro dei giovani”.

“Questa legge deve essere assolutamente abrogata – prosegue Pomante -. Dobbiamo portare i cittadini al voto nella consapevolezza che questa legge può cambiare la vita di tutti noi”.

“Una legge, quella sull’autonomia differenziata, che ha effetti devastanti – aggiunge Turchetti -. Innanzitutto perché aumenta le disuguaglianze, non garantisce l’universalità e la gratuità della sanità e nell’ambito della scuola impone programmi diversi da regione a regione, così come sul fronte lavorativo differenziazioni di retribuzione tra i dipendenti. Portando inoltre allo smantellamento dei contratti collettivi nazionali del lavoro con l’emergere di organizzazioni pirata. Infine, le politiche energetiche passeranno alle regioni dove c’è grande competizione. Regioni che negozieranno direttamente con l’Europa”.

“La legge Calderoli – evidenzia Puri – non trasferisce ancora con la competenza esclusiva alle regioni. La legge non è un punto di arrivo ma rappresenta l’esplorazione di un principio costituzionale già presente nel nostro ordinamento”.

“La parola repubblica – continua Boscaino – sta cedendo e, se cede, cedono le garanzie dei cittadini, a partire dai diritti sociali”.

“La nostra strategia – conclude Di Cola – è metterci a difesa della costituzione e della sua attuazione. La strategia del governo è smantellare la costituzione”.




Viterbo, Turchetti (Uil): “La legge sull’autonomia differenziata aumenta le disuguaglianze”

VITERBO – “La legge sull’autonomia differenziata divide l’Italia e aumenta le disuguaglianze”. Il segretario generale della Uil di Viterbo Giancarlo Turchetti.

Questa mattina alla Cittadella della salute, dopo il quartiere Carmine, il secondo banchetto di Cgil e Uil per raccogliere le firme a sostegno del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata voluta dal governo di Giorgia Meloni.
“Una legge – dice Turchetti – che divide l’Italia e aumenta le disuguaglianze all’interno del paese. Vogliamo proteggere la scuola e un unico insegnamento per tutta Italia. La scuola è unica e lo è per tutto il parse senza differenziarla regione per regione. Stessa cosa per la sanità, il diritto alla salute deve essere garantito a tutti e non a seconda le competenze economiche delle diverse regioni. Dobbiamo garantire i Lep (Livelli essenziali di prestazione) su tutto il territorio nazionale. Non solo, ma la legge approvata non li definisce né tantomeno li finanzia”.
Assieme a Turchetti, alla Cittadella della salute, ci sono Maria Grazia Chetta e Massimo Guerrini della segreteria della Cgil Viterbo, il segretario generale della Uil Fpl Maurizio Bizzoni, il segretario regiknale della Uil trasporti Renato Cerocchi e la segretaria generale della UilTucs Elvira Fatiganti.
“Non si devono smantellare i contratti collettivi nazionali di lavoro – continua Turchetti – e l’autonomia differenziata è un modo per farlo. L’Italia deve poi essere competitiva a livello internazionale e non ci devo essere regioni che trattano singolarmente con l’Europa. Biosogna infine assicurare su tutto il territorio nazionale un robusto sistema di perequazione. Non è possibile che alcune regioni prendano di più e altre di meno”



Il consigliere Tizi aderisce al referendum contro autonomia differenziata

TUSCANIA (Viterbo)- Riceviamo e pubblichiamo: “Aderisco convintamente alla raccolta firme promossa per il referendum contro l’autonomia differenziata proposta dai partiti di opposizione, da decine e decine di associazioni e comitati civici, dai sindacati e dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Un referendum contro la scellerata riforma Calderoli che mina le fondamenta dell’indivisibilità della Repubblica e rischia concretamente di spezzettare l’Italia in una serie di stati senza futuro, senza risorse e senza diritti.
Ho già firmato e invito tutti i cittadini a farlo, oltre la soglia necessaria per la presentazione del quesito referendario, anche per dare un forte segnale al governo Meloni. A questo gioco al massacro sulla pelle dei cittadini noi non ci stiamo e sono convinto che quello della battaglia referendaria sia uno scontro troppo importante per non essere affrontato con tutte le forze a nostra disposizione. Si tratta di una battaglia tra due visioni contrapposte di Italia, l’una incentrata sull’egoismo territoriale e l’altra sulla sacrosanta previsione costituzionale dell’unicità della Repubblica e sulla solidarietà fra le regioni e i territori.
Non tante piccole Italie, quindi, senza futuro e non in grado di rappresentare appieno le istanze e le sempre più impellenti necessità dei cittadini. Quella che si sta portando avanti, insieme a migliaia di cittadini di molti fronti politici diversi, è una difesa dei servizi pubblici essenziali che devono rimanere ancorati ad una visione egualitaria nazionale e che sono stati raggiunti nel corso del Novecento a seguito di battaglie epocali.
Non da ultimo una forte preoccupazione, già espressa nel corso del Congresso dell’ANPI di alcuni anni fa, è quella sul futuro della tutela del patrimonio culturale. Un tema per me fondamentale e che rischia di passare sottotraccia. Il pericolo si fonda sulla previsione di uno spacchettamento regionale anche di questa prerogativa statale. Un rischio che non può essere corso. Verrebbe meno il sistema, già ampiamente in affanno, che comunque ancora contraddistingue il nostro Paese.
Anche a Tuscania è nato un ampio e compatto fronte per il No attraverso il coordinamento di partiti, associazioni, ANPI e sindacati, con la partecipazione diretta di moltissimi cittadini. Questo fronte del No all’autonomia differenziata va sostenuto e ampliato. Io ci sono”.

Alessandro Tizi
Consigliere Comunale di Tuscania




Raccolta di firme per l’abrogazione totale della legge sull’Autonomia differenziata, l’8 agosto a Pianoscarano

VITERBO – Riceviamo dal Comitato nazionale contro ogni autonomia differenziata – Rifondazione Comunista di Viterbo e pubblichiamo: “Giovedì 8 agosto – Pianoscarano piazza Fontan del Piano dalle ore 17,30 alle ore 19,30 Raccolta di firme per l’abrogazione totale della legge sulla Autonomia differenziata.

In questi giorni sono uscite indiscrezioni su varie testate giornalistiche in merito al raggiungimento delle 500.000 firme, tra cartacee e on line. Siamo felici dell’importanza che finalmente le maggiori testate stanno attribuendo alla lotta contro l’autonomia regionale differenziata (la “secessione dei ricchi”), ma dobbiamo rilevare che è impossibile per chiunque al momento sapere il numero delle firme raccolte ai banchetti.

Non c’è dubbio che la risposta popolare è pronta, consistente ed entusiasta: i banchetti sono assediati da persone che intendono firmare. Si tratta di momenti di confronto con cittadine e cittadini che ci danno la possibilità di interloquire, andare più a fondo, rispondere a domande e – qualora il quesito referendario, come speriamo, sarà ritenuto ammissibile – di preparare una campagna per il voto che sarà difficilissima, prevedendo necessariamente il raggiungimento del quorum. I numeri sulla piattaforma sono effettivamente molto consistenti, al di là delle più ottimistiche previsioni, e fanno ben sperare in un esito molto positivo. Ma i banchetti rimangono e devono rimanere il momento di maggiore investimento: dobbiamo continuare a informare e far firmare, verso un obiettivo cui – a questo punto – non poniamo un limite. Un viatico importantissimo per accompagnare alla Consulta il quesito referendario abrogativo della legge voluta dalla Lega.

Fino all’ultimo giorno – in questa caldissima estate – non allenteremo la presa, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti. E fino all’ultimo giorno chiederemo a cittadine e cittadini che lo vogliano di firmare e far firmare. Ognuno dovrà fare la propria parte, con entusiasmo e partecipazione: la consistenza del numero delle firme avrà un peso molto significativo rispetto all’esito di questa campagna. Giovedì 8 agosto dalle 17:30 siamo a Pianoscarano: una firma li fermerà”.




Cgil e Uil Viterbo per referendum abrogativo

Al Carmine il banchetto dei sindacati per raccogliere le firme per il referendum abrogativo

“La legge sull’autonomia differenziata è anticostituzionale, antidemocratica ed eversiva”. I segretari di Cgil e Uil Viterbo, rispettivamente Maria Grazia Chetta e il segretario generale Giancarlo Turchetti, questa mattina al mercato del quartiere Carmine per raccogliere le firme per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata approvata dal parlamento.

Cgil e Uil fanno parte del comitato contro l’autonomia differenziata assieme ad associazioni e partiti.

A certificare le firme, questa mattina, la consigliera comunale del Pd Alessandra Troncarelli.

“Una legge che divide l’Italia e aumenta le disuguaglianze all’interno del paese – dice Turchetti -. Vogliamo proteggere la scuola e un unico insegnamento per tutta Italia. La scuola è unica e lo è per tutto il parse senza differenziarla regione per regione. Stessa cosa per la sanità, il diritto alla salute deve essere garantito a tutti e non a seconda le competenze economiche delle diverse regioni. Dobbiamo garantire i Lep (livelli essenziali di prestazione) su tutto il territorio nazionale. Non solo, ma la legge approvata non li definisce né tantomeno li finanzia”.

“Non si devono smantellare i contratti collettivi nazionali di lavoro – continua Turchetti – e l’autonomia differenziata è un modo per farlo. L’Italia deve poi essere competitiva a livello internazionale e non ci devo essere regioni che trattano singolarmente con l’Europa. Biosogna infine assicurare su tutto il territorio nazionale un robusto sistema di perequazione. Non è possibile che alcune regioni prendano di più e altre di meno”.

Il banchetto di questa mattina è soltanto il primo. Il prossimo, il 6 settembre alla Cittadella della salute.

Dopodichè, chi vuole firmare per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata può farlo recandosi anche nelle sedi dei sindacati Cgil in via Saragat e Uil in via Cardarelli a Viterbo.

“Siamo contrari a questa legge anticostituzionale, antidemocratica ed eversiva – sottolinea Chetta -. Perché divide il paese in tante regioni autonome con 23 materie importantissime a loro esclusiva disposizione. Come scuola, sanità, trasporti, infrastrutture, ambiente. Si creeranno così regioni e cittadini di serie A e regioni e cittadini di serie B. Cittadini che a seconda della regione in cui vivono hanno più o meno diritti e tutele”.

“Le regioni – conclude Chetta – con questa legge potranno trattenere il gettito fiscale all’interno del proprio territorio contravvenendo al principio costituzionale di solidarietà. Anche la sicurezza sul lavoro è di competenza regionale, e questo è gravissimo”.




Ronciglione, approvata la mozione contro l’Autonomia differenziata 

RONCIGLIONE ( Viterbo) – Con otto voti favorevoli la maggioranza del Palazzo Comunale di Ronciglione ha votato compatta la mozione contro l’autonomia differenziata, presentata ieri in seduta di Consiglio su impulso del sindaco Mario Mengoni e del consigliere Fernando De Angelis. Tra i banchi della minoranza sono stati due gli astenuti, i consiglieri Bondini e Marcucci, mentre Duranti si è espresso con voto contrario. Il consigliere Bondini, in particolare, pur dicendosi d’accordo in linea di principio sulla sostanza, non ha condiviso la forma, la modalità e la tempistica della mozione.

Nel testo del documento passato a maggioranza, che fa seguito all’approvazione della legge 86 del 26/06/2024 recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, si legge, quale motivazione, che “tale processo di Autonomia differenziata apre la porta a gravi pericoli di disgregazione dell’unità della Repubblica, nonché allo stravolgimento dello spirito dell’art. 5 della Costituzione, che prevede sì la promozione dell’autonomia, ma nel quadro dell’unità e indivisibilità e di un equilibrato rapporto tra tutti gli Enti locali, con un ruolo centrale per i Comuni”.

Per dar esito concreto all’atto formale, la giunta e il consiglio si impegnano, come si evince dal documento, a creare momenti di dibattito sul Titolo V della Carta costituzionale, a farsi promotori ad ogni livello istituzionale del contenuto della mozione e a chiedere alla Regione Lazio di non avanzare esigenze di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.

“Un atto dovuto” -spiega il sindaco Mengoni- “Per chiunque abbia una coscienza politica ed istituzionale basata su quei principi che hanno ispirato i nostri padri costituenti e che tengono unita, senza distinzioni geografiche, l’intera comunità nazionale”




Autonomia differenziata: WWF nel comitato promotore del referendum

Il WWF Italia fa parte del Comitato promotore del Referendum sull’Autonomia Differenziata e questa mattina, rappresentato dalla sua Direttrice Generale Alessandra Prampolini, era presente insieme a tutte realtà per depositare in Cassazione il quesito referendario abrogativo della Legge 26 giugno 2024, n. 86 “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario”.

“L’Autonomia Differenziata è una mina che rischia di esplodere sulla tutela ambientale del nostro Paese che non può essere frammentata affidandola alle competenze regionali, proprio quando la crisi climatica e quella di biodiversità stanno mettendo a rischio la salute, la sicurezza e il benessere dei cittadini e la tutela dell’ambiente è entrata tra i principi costituzionali con la riforma costituzionale del 2022- ha dichiarato Alessandra Prampolini che aggiunge-: La tutela ambientale, che è una delle materie su cui le regioni possono chiedere l’autonomia, è sicuramente una delle materie che meno si presta ad una frammentazione in base a criteri amministrativi, poiché, per essere efficace, deve necessariamente esplicitarsi a livello nazionale, se non addirittura internazionale”. “Abbiamo provato, senza esiti, a portare all’attenzione del Parlamento il rischio che si corre. Abbiamo presentato, senza esiti, diverse argomentazioni giuridiche e scientifiche in tutte le fasi del dibattito parlamentare sia al Senato che alla Camera – conclude Prampolini -. A questo punto l’unico modo è chiedere ai cittadini di abrogare questa legge attraverso il referendum”.

 




Anche Viterbo si mobilita contro l’Autonomia Differenziata

VITERBO- Sabato 23 marzo alle ore 17 a Viterbo, presso la sala Biancovolta, in Via delle Piagge 23, si terrà un incontro rivolto alla cittadinanza e agli amministratori locali per informare sui rischi connessi alle riforme che puntano a fare dell’Italia un Paese di stampo “federale” in formato arlecchino. Parteciperanno Marina Boscaino, referente del Comitato Nazionale NOAD, Alessandra Zeppieri, Consigliera Regionale del Polo Progressista, e Claudio De Fiores, Ordinario di Diritto costituzionale all’Università Vanvitelli di Napoli.

L’Autonomia Differenziata è la nuova veste del vecchio disegno secessionista della Lega Nord, un progetto di devoluzione alle regioni di poteri e risorse su numerose materie, ben 23!, che incidono fortemente sulla nostra vita sociale e individuale, tra le quali: sanità, scuola, lavoro, ambiente, infrastrutture, sicurezza sul lavoro. In tal modo si mette a rischio tanto l’unità della Repubblica quanto l’uguaglianza dei diritti tra i cittadini, la loro pari dignità, le loro pari opportunità. Si tratta di un disegno che comporta una forte spinta alla privatizzazione dei servizi e realizza la cosiddetta “secessione dei ricchi”, con l’evidente pericolo di relegare le aree geografiche e le fasce sociali più deboli in un’ulteriore marginalità.

Ogni regione può chiedere le competenze che ritiene, in un federalismo “à la carte” che produrrebbe venti diversi staterelli con le proprie regole. La creazione di una cornice normativa differenziata su base regionale comporterebbe infatti anche il rallentamento degli investimenti e della capacità delle imprese di far fronte ad un mosaico di leggi regionali, con un aumento esponenziale di costi amministrativi ed economici, con inevitabili ripercussioni sulla sfera produttiva ed occupazionale. Non per niente la voce contraria di Confindustria si è levata contro questa “riforma” insieme a quelle della Banca d’Italia, della Conferenza Episcopale Italiana, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, tanto per citarne alcune.

Il progetto di smembrare e frammentare l’Italia, stravolgendone la Costituzione, è ora a un punto di svolta. Il Disegno di Legge Calderoli, che intende dare attuazione a quel processo, è infatti stato già approvato dal Senato ed è approdato alla Camera, dove si stanno tenendo le audizioni presso la commissione affari costituzionali prima del passaggio in Aula per la sua approvazione definitiva. Lo scambio voluto dalla maggioranza di governo tra l’autonomia differenziata cara alla Lega e il premierato voluto da Fratelli d’Italia ha finalmente destato l’attenzione di tantissimi soggetti del mondo istituzionale locale, politico, associativo, sindacale, culturale, imprenditoriale, che rafforza la possibilità di esercitare un più forte contrasto all’attuazione del modello istituzionale che questo insieme di riforme vorrebbe attuare.

Di questi temi non si parla abbastanza sui mezzi di comunicazione di massa, ma i pericoli dell’Autonomia Differenziata pendono come una spada di Damocle sul futuro della Repubblica e dei diritti dei cittadini. I comitati che da anni si sono autonomamente organizzati contro questa sciagurata prospettiva hanno dato vita ad una staffetta nazionale che, dopo la manifestazione nazionale di sabato scorso a Napoli, proprio il prossimo 23 approderà a Viterbo per proseguire senza sosta nelle prossime settimane con l’intento di diffondere conoscenza e consapevolezza, allargare la partecipazione e la mobilitazione contro una scelta sciagurata che occorre a tutti i costi scongiurare.

Il Comitato Contro ogni Autonomia differenziata della Provincia di Viterbo




Quale futuro per la Sanità con l’autonomia differenziata?

TARQUINIA (Viterbo) – Appuntamento alle 17:00 di venerdì 15 dicembre p.v. presso la “Sala Sacchetti” del Palazzo dei Priori della Società Tarquiniense d’Arte e Storia a Tarquinia (VT), ingresso da via dell’Archetto n. 4, per discutere dell’impatto sulla Sanità Pubblica della nuova riforma federalista che va sotto il nome di “Autonomia differenziata per le Regioni a statuto ordinario”.
Ad introdurre la tematica sarà la prof.ssa Valeria Bruccola cui seguirà il prezioso contributo della prof.ssa Marina Boscaino, portavoce nazionale dei Comitati che si oppongono alla riforma.
Sarà poi la volta delle organizzazioni sindacali del territorio che analizzeranno le conseguenze su una Sanità dell’Altolazio già stremata da decenni di tagli.
Interverranno Stefania Pomante (segretaria provinciale Cgil) Vittorio Ricci (segretario regionale Fials), Franco Palumbo (segretario provinciale pensionati Uil) e Aurelio Neri (responsabile Sanità Cobas Viterbo).
La tematica è particolarmente sentita a Tarquinia dove si rincorrono le voci sul progressivo smantellamento dell’ospedale e in difesa del quale, il giorno successivo sabato 16 dicembre alle ore 10:00 davanti all’ingresso dell’ospedale di Tarquinia, avrà luogo la mobilitazione denominata “Salviamo l’ospedale con un abbraccio”.
Per i Comitati contro qualunque autonomia differenziata,
Roberto Sacconi




Autonomia differenziata, D’Amato: “Colpo mortale a Roma e Economia regionale”

“Insistere sull’autonomia differenziata è dannoso per Roma e il Lazio. Si rischiano di perdere migliaia di posti di lavoro con conseguenze negative sulle famiglie e sulle imprese in modo particolare per il tessuto medio e piccolo. Si rischia la desertificazione della capitale. È un provvedimento che non può passare”. Lo dichiara Alessio D’Amato candidato Presidente alla Regione Lazio.




Rifondazione Comunista scrive ai politici viterbesi in merito all’autonomia differenziata

VITERBO-  Riceviamo e pubblichiamo: “Stamattina, come si legge nello screenshot allegato, abbiamo inviato una lettera (per posta certificata) a tutti i componenti del Consiglio Comunale di Viterbo, di centrodestra e centrosinistra, di maggioranza e di opposizione. Vorremmo da loro un po’ di chiarezza. Certo, siamo tutti indignati e tutti gridiamo allo scandalo dinanzi al disastro provocato dalla pandemia. Ebbene, noi cittadini vogliamo capire se quest’indignazione è vera o è solo di facciata. Che cosa pensano gli esponenti politici viterbesi del regionalismo e della proposta di autonomia differenziata che a dicembre verrà inserita nella Legge di Bilancio (cercando di farla passare in silenzio e senza dibattiti)?
La tragedia del Covid ha mostrato a tutti la verità: le Regioni (prive di controllo efficace da parte del Governo centrale) non hanno potenziato strutture e personale degli ospedali, non hanno investito in diagnostica e tracciamento, non hanno ampliato gli spazi nelle scuole né adeguato il trasporto pubblico. Eppure tutto ciò rientrava nelle loro competenze: le gestione della sanità, come del trasporto pubblico locale, eccetera. Perché non si è fatto nulla per invertire la rotta? Perché non si è detto che no, il regionalismo è un fallimento? Come se non bastasse, adesso si vuole dare alle regioni anche la gestione di temi cruciali, delle materie ambientali, dei beni culturali, dell’università… Il disastro non ha insegnato nulla. E voi politici viterbesi, che fino a ieri avete tuonato contro la Regione (o il Governo) e gridato allo scandalo per l’assenza di posti letto o di spazi e risorse adeguate, che pensate di fare? I vostri partiti la voteranno l’autonomia differenziata? E voi sarete complici o vi opporrete? Stamattina vi abbiamo spedito la nostra proposta di delibera. Crediamo che anche il Consiglio Comunale di Viterbo, come sta accadendo in molti altri comuni in Italia, debba manifestare pubblicamente la propria contrarietà a questo processo di frammentazione del Paese.
Attendiamo un riscontro”.
Luigi Telli
Partito della Rifondazione Comunista (Sinistra Europea)
Circolo di Viterbo