Sociale, nasce l’Accademia Iniziativa Comune: “Pronti per tutela consumatori”

“È stata ufficialmente costituita l’Accademia Iniziativa Comune”, frutto della assemblea congiunta, svoltasi recentemente a Roma, del Centro Studi Iniziativa Comune e dell’Associazione Nazionale Consumatori Consapevoli CON.COSA. Portavoce e referente nazionale del nuovo organismo è stata nominata Carmela Tiso, pronta al nuovo incarico: “Questa realtà si propone come punto di riferimento nazionale per la promozione e la tutela dei diritti dei consumatori e dei cittadini in un contesto sociale ed economico in costante evoluzione – ha detto -. L’Accademia Iniziativa Comune rappresenta infatti una risposta concreta alle sfide del nostro tempo. Unendo le competenze del Centro Studi e l’esperienza di CON.COSA, abbiamo creato un organismo in grado di dare voce alle istanze dei consumatori, cittadini e categorie, e di contribuire attivamente al dibattito pubblico”. Quali gli obiettivi principali dell’Accademia Iniziativa Comune? In primis, come detto, la difesa dei diritti: promuovere iniziative concrete per garantire trasparenza, equità e accesso alle informazioni nei rapporti tra consumatori, imprese e istituzioni. Educazione e consapevolezza: realizzare programmi formativi e campagne di sensibilizzazione per una cittadinanza più informata e responsabile. Analisi e innovazione: sviluppare studi e ricerche per anticipare i cambiamenti e le esigenze del mercato e della società. “E, infine, maggiore visibilità rappresentativa al fine di costruire un’identità forte e autorevole a livello nazionale, capace di dialogare con istituzioni, imprese e cittadini”, ha aggiunto la portavoce Carmela Tiso. Che poi ha concluso: “Con l’Accademia Iniziativa Comune, rafforziamo il nostro impegno verso una società più giusta e consapevole, offrendo strumenti concreti per affrontare le complessità di un sistema in continua trasformazione”.




Scuola, Tiso(Cs Iniziativa Comune): “Educare giovani a legalità e rispetto”

“Le giovani generazioni sono il presente e il futuro della nostra società: per questa ragione è dovere delle nostre istituzioni educarli e formarli sin da piccoli alla cultura della legalità e del rispetto poiché sono loro la preziosa comunità del domani”. Ad affermarlo è Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune, intervenuta recentemente a “Buongiorno InBlu”, trasmissione condotta da Chiara Placenti su InBlu2000 Radio della Conferenza episcopale italiana. “Come Centro Studi Iniziativa Comune, siamo dell’opinione che questo virtuoso percorso debba essere fortemente presente anche nelle scuole. Educare alla legalità sin dalla prima infanzia infatti può rappresentare una leva fondamentale per favorire lo sviluppo di comunità più coese, inclusive e resilienti e seminare valori positivi che cresceranno con loro, trasformandosi in azioni concrete per una società più giusta e consapevole. La promozione della legalità e del dialogo, il rispetto della diversità e il valore delle regole possono e devono essere delle priorità condivise”, continua Carmela Tiso. Che poi ricorda le iniziative promosse dal Centro Studi in questa direzione: “Vorrei ricordare il nostro concorso “Addobba il tuo albero di Natale con le luci della legalità”, rivolto alle scuole di tutta Italia che ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare i giovani ai valori fondamentali della società civile, trasformando il simbolo natalizio per eccellenza in un messaggio di speranza e impegno per un mondo migliore. Un progetto che ha avuto una grande partecipazione e che abbiamo intenzione di riproporre anche il prossimo anno”. Altra iniziativa importante è poi l’istituzione di “Audit Labor”, “un gruppo di ascolto e dedicato alla diffusione dei principi di Legalità. Un’iniziativa – conclude Carmela Tiso – estesa sul territorio nazionale con la collaborazione degli operatori volontari presenti nelle sedi, dediti all’assistenza gratuita agli utenti e cittadini attraverso l’istituto di Patronato Labor. La creazione di Audit Labor deriva dalla crescente necessità di mettere al centro dell’attenzione i bisogni di persone e realtà produttive locali, spesso penalizzate da dinamiche economiche e sociali che mettono a rischio la salute dei cittadini e prioritariamente le persone anziane”.




Reddito di libertà, Tiso(CS Iniziativa Comune): “Insufficiente per donne vittime violenza”

“Il governo italiano ha recentemente istituito il Reddito di Libertà, un fondo da 30 milioni di euro destinato alle donne vittime di violenza. La misura prevede un contributo economico mensile di 500 euro per un massimo di 12 mesi. Si tratta di un provvedimento volto a offrire un supporto economico alle donne che, spesso, si trovano in condizioni di precarietà dopo aver subito violenze. Tuttavia, questa iniziativa ha suscitato dibattiti accesi, non solo per la somma erogata, ritenuta da molti irrisoria, ma anche per il ritardo nello sblocco effettivo dei fondi e per la complessità burocratica, che hanno spesso reso questo aiuto difficile da ottenere per le beneficiarie. Inoltre, il budget totale appare insufficiente rispetto all’ampiezza del problema: con una stima di almeno 20mila potenziali beneficiarie all’anno, la somma disponibile coprirebbe a malapena una frazione delle necessità reali. I 500 euro mensili previsti dal Reddito di Libertà, pur rappresentando un sostegno simbolico, infatti non bastano per coprire le spese essenziali di una donna che cerca di ricostruire la propria vita. Affitti, spese mediche, consulenze legali e percorsi di formazione professionale richiedono risorse ben più ingenti. E il criterio per il calcolo del sussidio sembrerebbe non considerare le specificità di ogni caso, uniformando situazioni molto diverse tra loro. In sostanza, a giudizio del Centro Studi Iniziativa Comune, pur riconoscendo l’importanza di misure come il Reddito di Libertà, riteniamo che esse siano solo palliativi. Un contributo di 500 euro al mese, per quanto utile, non basta a garantire un reale percorso di autonomia. Serve un impegno più deciso, con risorse adeguate e politiche integrate che coinvolgano educazione, lavoro, giustizia e sanità. Siamo dalla parte delle donne vittime di violenza e chiediamo al governo di riconoscere in maniera strutturata e forte la reale portata del fenomeno, adottando interventi e investimenti all’altezza di questa sfida, che è innanzitutto una sfida di civiltà e dignità”.

Così, in una nota stampa, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Lavoro, Tiso(Iniziativa Comune): “Da istituzioni di più contro disparità di genere”

“In Italia, la disparità di genere nel mondo del lavoro continua ad essere un tema di grande preoccupazione. Secondo il rapporto “Education at a Glance 2024” dell’OCSE, infatti, le donne italiane con laurea guadagnano in media il 42% in meno rispetto ai loro colleghi uomini. Si tratta del più alto divario retributivo tra i paesi OCSE dove la media dei gap salariali per i laureati al primo impiego si attesta al 17%. Il rapporto mette anche in luce un altro aspetto critico: il divario occupazionale tra uomini e donne sotto i 35 anni senza un diploma di istruzione sanitaria. Solo il 36% delle giovani donne che non hanno completato gli studi superiori riesce a trovare lavoro, mentre la percentuale sale al 72% per gli uomini. Questa disparità è collegata a un contesto più ampio: l’Italia si colloca all’ultimo posto Ue per quanto riguarda l’occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni, con un tasso del 55% a fronte di una media comunitaria del 69,3%. Siamo di fronte a numeri assolutamente allarmanti e gravi. Cosa fare, dunque? Sicuramente puntare sull’istruzione, che funge ad esempio da elemento di protezione per le donne con figli. Tra coloro che hanno un alto livello di istruzione, infatti, il divario occupazionale tra madri e non è contenuto, con una differenza di soli 8,5 punti percentuali. Le evidenze presentate nel rapporto OCSE “Education at a Glance 2024” dimostrano chiaramente la necessità di un investimento maggiore e mirato nell’istruzione in Italia. L’insufficiente supporto pubblico al sistema educativo non solo compromette le opportunità di crescita economica e sociale, ma perpetua le disuguaglianze di genere e di classe. Se vogliamo garantire un futuro più equo e competitivo per le giovani generazioni, è essenziale che l’Italia porti le sue politiche educative e di investimento agli standard europei e globali”. Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Diritti umani, Tiso(CS Iniziativa Comune): “Baluardo per giustizia e legalità”

“Oggi si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, una ricorrenza che ci invita a riflettere sull’importanza di tutelare i diritti fondamentali della persona in un mondo sempre più segnato da disuguaglianze, ingiustizie e conflitti. I diritti umani rappresentano il fondamento di ogni società civile e democratica, e il loro rispetto è strettamente legato al principio di legalità, pilastro imprescindibile per combattere l’impunità e l’ingiustizia. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall’Assemblea Generale Onu il 10 dicembre 1948, è il primo documento che sancisce i diritti fondamentali che spettano a ogni individuo, indipendentemente da razza, sesso, religione o nazionalità. I 30 articoli della Dichiarazione delineano diritti inalienabili, tra cui il diritto alla vita, alla libertà, all’uguaglianza, al lavoro e all’istruzione. E proprio in Italia, la Costituzione del 1948 rispecchia i principi della Dichiarazione Universale, ribadendo nel suo art 2 che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e, nell’art 3, che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di condizioni personali o sociali. Ma quali sono cause ed effetti delle violazioni dei diritti umani? La violazione dei diritti umani si manifesta sotto forme molteplici: guerre, povertà estrema, discriminazioni, regimi autoritari, schiavitù moderna e negazione delle libertà fondamentali. E le conseguenze di queste violazioni sono drammatiche. Sul piano socio-economico, la negazione dei diritti alimenta instabilità politica, disuguaglianza e migrazioni forzate. Sul piano umanitario, si assiste a un deterioramento della dignità umana e alla crescita di sentimenti di impotenza e rabbia, che possono trasformarsi in violenza. Nel contesto attuale, segnato da guerre e crisi globali, dunque, i diritti umani non possono essere considerati un lusso, ma un imperativo morale e politico. Per garantire il benessere mondiale e un equilibrio stabile, è essenziale che i diritti fondamentali siano tutelati ovunque. Il principio di legalità, insieme alla collaborazione internazionale, rappresenta un baluardo contro le disuguaglianze e l’ingiustizia. La lotta per i diritti umani è, e deve rimanere, una priorità universale”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Salute, Centro Studi Iniziativa Comune: appello a UE per legge contro prodotti tossici

Riceviamo in nota da Carmela Tiso – portavoce nazionale di Centro Studi Iniziativa Comune – e pubblichiamo: “Negli ultimi anni, l’attenzione sui prodotti destinati ai bambini come giocattoli, abbigliamento, articoli per la cura personale e arredamento, si è intensificata a causa della preoccupante presenza di sostanze chimiche tossiche. Molti studi scientifici hanno dimostrato che diversi prodotti per bambini contengono composti chimici nocivi, tra cui ftalati, metalli pesanti, formaldeide, bisfenolo A(BPA) ed altre sostanze cancerogene o endocrine-disruptive. Alla luce di questo scenario diverse ong, associazioni di consumatori e gruppi ambientalisti sono arrivate a sollecitare alla Ue un intervento normativo rapido per tutelare la salute dei bambini e migliorare la qualità dei prodotti sul mercato. Il rischio d’altronde è che, in mancanza di una normativa incisiva e uniforme e in carenza di rigidi controlli chimici, le aziende produttrici potrebbero utilizzare materiali economici o processi produttivi che non garantiscono la sicurezza totale. In particolare, alcuni materiali plastici e tessuti vengono trattati con sostanze chimiche per migliorare la resistenza e la durata, senza considerare adeguatamente l’impatto che questi compiti possono avere sulla salute dei più piccoli, i cui organismi sono più vulnerabili a tali esposizioni. Inoltre, l’aumento della produzione e distribuzione globale di questi prodotti con molte imprese che fabbricano in paesi dove le norme su sicurezza sono meno rigide, ha reso più difficile controllare la qualità dei prodotti importati in Ue. Cosa fare, dunque? Il centro studi Iniziativa Comune rivolge un appello alla Unione Europea affinché si metta in campo un ulteriore intervento normativo, rapido e deciso, per regolamentare l’uso di sostanze tossiche nei prodotti per bambini e non solo. Le evidenze scientifiche dimostrano che l’esposizione a lungo termine a queste sostanze avrebbe effetti nocivi sulla salute dei più piccoli e sull’ambiente. Un’azione normativa coerente e stringente porterebbe vantaggi non solo in termini di salute pubblica, ma anche economici, promuovendo un mercato più sicuro e responsabile. In linea con gli appelli di molte organizzazioni e paesi europei, un intervento uniforme rafforzerebbe la protezione dei bambini in tutta Europa, contribuendo alla lotta contro l’inquinamento e sostenendo un futuro più sostenibile. È tempo che la Ue agisca, stabilendo nuovi standard per un mercato più giusto e sicuro”.




Tiso (Cs Iniziativa Comune): “Povertà invisibile fenomeno allarmante”

ROMA – “La povertà invisibile è una condizione spesso trascurata, ma profondamente radicata nelle società moderne. Non si manifesta necessariamente con l’indigenza estrema o con segni visibili di privazione, ma è una condizione che colpisce chi non riesce a soddisfare appieno i propri bisogni essenziali, nonostante possa sembrare economicamente stabile. Questa forma di povertà colpisce fasce di popolazione insospettabili, creando una frattura tra la realtà percepita e quella effettiva. I soggetti colpiti sono sopratutto lavoratori poveri, famiglie monoparentali, giovani precari, anziani, donne; mentre le cause sono rintracciabili nella precarietà professionale, aumento del costo della vita, politiche di welfare inadeguate, stereotipi sociali e mancato accesso alla tecnologia. Con effetti sociali e personali spesso devastanti: dall’impatto psicologico negativo alle limitazioni economiche, dall’esclusione sociale alla instabilità familiare. Per questa ragione il Centro Studi Iniziativa Comune reputa molto pericoloso l’evolversi della povertà invisibile, fenomeno peraltro in diffusione in molte regioni italiane, e sopratutto in quelle dove il tasso di occupazione è storicamente più basso e il lavoro nero più diffuso. Cosa fare, dunque? Partendo dal presupposto che la povertà invisibile rappresenta una sfida complessa e spesso trascurata, è fondamentale che le politiche sociali si adattino alla realtà moderna, riconoscendo che non è solo l’assenza di lavoro a generare povertà, ma anche la qualità del lavoro e l’accesso alle risorse fondamentali. C’è bisogno in Italia di una nuova visione del welfare, in grado di rispondere alle esigenze di chi, pur lavorando, non riesce a uscire dal ciclo della povertà. Questo potrebbe includere un miglioramento delle condizioni salariali, un maggiore supporto alle famiglie, e politiche che garantiscano l’accesso a servizi essenziali come sanità e istruzione. Solo così possiamo sperare di ridurre un fenomeno che, sebbene invisibile, colpisce sempre più persone e minaccia il benessere e la coesione delle nostre società”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Economia, Centro Studi Iniziativa Comune: “Accesso al credito, disparità uomini e donne”

“In Italia, la differenza di accesso al credito tra uomini e donne rappresenta un problema significativo, con un gap che si aggira attorno ai 70 miliardi di euro. Questo divario è stato evidenziato dal report della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), che ha esaminato i finanziamenti concessi nel 2023. Secondo l’analisi, su un totale di 474 miliardi di euro erogati alle famiglie, 164 miliardi sono andati agli uomini, 95 miliardi alle donne, mentre 216 miliardi riguardano i finanziamenti cointestati. Questi numeri indicano chiaramente una disuguaglianza nell’accesso al credito, con le donne che incontrano maggiori ostacoli rispetto agli uomini, nonostante costituiscano una fetta rilevante della forza lavoro. Insomma, siamo di fronte ad un quadro complessivo molto critico e pone l’accento sulla necessità di azioni concrete per ridurre il divario. La questione dell’accesso al credito per le donne non è solo legata al settore bancario, ma è il riflesso di problemi economici e sociali di più ampio respiro: non è un caso dunque che il divario di genere si rifletta anche nel campo delle pensioni. Senza considerare che nel settore finanziario nonostante le donne rappresentino oltre il 50% della forza lavoro, le posizioni di leadership sono ancora dominati dagli uomini. Secondo un recente studio, le donne costituiscono il 50% delle pensioni impiegatizie, ma soltanto il 20% dei dirigenti è di sesso femminile. Anche a livello retributivo, le disparità sono evidenti: le donne impiegate guadagnano mediamente il 13% in meno rispetto ai loro colleghi maschi. Uno degli ostacoli principali per le donne nel settore finanziario è nella difficoltà della gestione del tempo, soprattutto per quelle donne che devono conciliare il lavoro agli impegni familiari. Questo elemento influisce negativamente sulle opportunità di carriera e sugli avanzamenti professionali. Tuttavia, una maggiore presenza femminile ai vertici del settore potrebbe contribuire a promuovere un ambiente più inclusivo e a valorizzare ulteriormente il ruolo delle donne nella società civile e nell’economia”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Ambiente, Centro Studi Iniziativa Comune: “Cambiamento climatico e (in)giustizia sociale”

“La crisi climatica e quella della giustizia sociale sono due fenomeni strettamente intrecciati, anche se spesso questo collegamento viene ignorato o sottovalutato. Non è possibile risolvere la prima senza intervenire sugli effetti della seconda. Secondo il programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) il cambiamento climatico è, a tutti gli effetti, una questione di giustizia.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, non a caso, sottolinea chiaramente la correlazione tra i cambiamenti climatici, povertà e disuguaglianze. Gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGS) pongono al centro della loro azione la necessità di ridurre la povertà globale insieme alla lotta al riscaldamento del Pianeta. Ma cosa ha portato il Segretario Generale dell’ONU a ribadire questa connessione? Le nazioni più povere e le comunità più vulnerabili, che hanno dato un contributo minimo all’aggravarsi della crisi climatica, sono quelle che subiscono maggiormente le sue conseguenze devastanti. Di conseguenza, affrontare il cambiamento climatico non significa solo ridurre le emissioni di gas serra ma anche combattere le Povertà che alimentano tale crisi. Esistono vari aspetti che mettono in luce quanto siano interconnesse queste due sfide globali, dimostrando che la giustizia climatica è fondamentale per una vera soluzione alla crisi ambientale. Per questa ragione le disuguaglianze territoriali, economiche e sociali, create e aggravate da un cambiamento climatico, rappresentano un nodo complesso e delicato, che richiede interventi mirati e urgenti per proteggere chi è più vulnerabile, sia a livello nazionale che mondiale. Cosa ne pensano i grandi governi del pianeta?”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Agricoltura, Tiso: “Servizio Civile utile per rapporto giovani-terra”

ROMA – “Da qualche settimana il governo ha introdotto il nuovo bando del Servizio Civile Agricolo: un’iniziativa che il Centro Studi Iniziativa Comune giudica importante poiché permette ai giovani di svolgere attività lavorative in agricoltura, contribuendo allo sviluppo delle comunità rurali e promuovendo la sostenibilità ambientale.

È un’opportunità per formare nuove generazioni di agricoltori, sensibilizzare sulla tutela del territorio, sostenere la produzione agricola locale, e valorizzare quelle aree rurali, spesso dimenticate e svantaggiate rispetto alle zone urbanizzate del nostro territorio. E sen ben strutturato, il servizio civile agricolo potrebbe avere effetti positivi anche sulla occupazione giovanile, ed essere di rilevante supporto alle aziende agricole, soprattutto quelle biologiche e di piccola scala. Alla luce di tutto questo, dunque, riteniamo che, per garantire il pieno successo del provvedimento, sia essenziale che il governo stanzi nel tempo ulteriori risorse, che consentano di ampliare l’accesso a questo percorso e supportare adeguatamente le realtà agricole coinvolte. Un maggiore investimento in questo ambito infatti rappresenterebbe senz’altro un segnale concreto di impegno verso i giovani e il futuro del nostro territorio: rendiamola strutturale e colonna portante della transizione ecologica e della ripresa delle nostre campagne”.

 

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune



Roma, successo per l’incontro del Centro Studi Iniziativa Comune su povertà, ambiente e diritti

ROMA- “Dibattito e dialogo costante, corposa partecipazione, competenza, contenuti e analisi della società attuale. Tutto questo e tanto altro è stato l’incontro organizzato a Roma nella giornata di venerdì 18 ottobre dal Centro Studi Iniziativa Comune – guidato dal portavoce nazionale Carmela Tiso – che ha registrato la presenza di centinaia di persone tra simpatizzanti, singoli cittadini, associazioni, realtà territoriali e addetti ai lavori. “Siamo molto contenti e soddisfatti della riuscita del meeting che ha vissuto importanti momenti di idee, riflessioni e proposte per la risoluzione di alcune questioni che attanagliano il nostro territorio: dalla crisi ambientale alla economia circolare, dalla tutela dei diritti al rilancio della agricoltura, dalla centralità del territorio all’operato delle istituzioni”, ha spiegato Carmela Tiso. Tema portante dell’incontro del Centro Studi Iniziativa Comune si è rivelato in primis quello legato alla Povertà: “Da tempo stiamo lavorando in sinergia con tutti coloro che intendono sviluppare progetti di inclusione sociale e cercando di capire nello specifico e affrontare il disagio sociale con soluzioni mirate e concrete. Come? “Intervistando e ascoltando i cittadini, tramite la distribuzione di un questionario nazionale, rivolto a famiglie e individui di ogni fascia di reddito, per comprendere a fondo le sfide quotidiane affrontate da chi vive in condizioni di difficoltà economica”, ha continuato la portavoce nazionale. I risultati del questionario verranno utilizzati per elaborare politiche mirate e azioni concrete a livello territoriale. “In un contesto socioeconomico sempre più complesso, infatti – fanno sapere ancora dal Centro Studi Iniziativa Comune -, vogliamo essere nel nostro piccolo una risorsa sociale per comprendere e affrontare le nuove questioni legate alla povertà e alla difesa dei diritti umani. E vogliamo offrire una risposta concreta alle crescenti disuguaglianze e alla violazione dei diritti fondamentali”. Nel corso del convegno di venerdì 18 ottobre, inoltre, si è dibattuto su altri argomenti attuali e problematiche complesse della società civile, inclusi il ruolo della intelligenza artificiale, la parità di genere, il riscaldamento globale, la previdenza sociale alla digitalizzazione. “E le nostre iniziative non si fermano qui: non a caso, oserei definire il nostro centro studi “itinerante”, poiché organizzeremo convegni, congressi e dibattiti in tutta Italia, tra la gente e per la gente”, ha concluso Carmela Tiso.