Consulta delle Donne Amministratrici: grande partecipazione all’incontro promosso da ANCI Lazio a Paliano

PALIANO – Si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 10 aprile, presso il Teatro del Cinema Esperia di Paliano (FR), l’elezione della Consulta delle Donne Amministratrici, promossa da ANCI Lazio. Un’importante occasione di confronto e partecipazione che ha visto la presenza di numerose amministratrici locali provenienti da tutta la regione.
All’incontro ha partecipato anche il dirigente di ANCI Lazio e Presidente del Consiglio della Provincia di Frosinone, Gianluca Quadrini, in rappresentanza del Presidente della Provincia, Luca Di Stefano, e membro del Direttivo di Anci Lazio e dell’ufficio di presidenza, portando i saluti istituzionali e ribadendo l’importanza del ruolo delle donne nelle istituzioni locali. Il Quadrini, ha sottolineato come la Consulta rappresenti uno strumento fondamentale per promuovere la parità di genere nella politica e per dare voce alle esperienze e alle competenze delle amministratrici.
“Oggi – ha dichiarato – celebriamo non solo un momento elettivo, ma soprattutto un passo avanti nella costruzione di una rete di donne impegnate attivamente nei territori come poiché amministratrice. ANCI Lazio continua a sostenere con forza questi momenti di partecipazione, con l’obiettivo di valorizzare il contributo femminile alla buona amministrazione. Augurissimi a Simona Mulè per l’elezione a Coordinatrice di questa consulta e buon lavoro a tutte le elette ed un particolare augurio a quelle della provincia di Frosinone.” E’ stata una dimostrazione di grande compattezza super partes che noi responsabili di partito abbiamo dato in occasione di questa associazione che tende a valorizzare i territori tutti con un’unica voce. Così in una nota Gianluca Quadrini.




Le donne e il voto del 1946, Ciambella: “Oggi ricordiamo un momento fondamentale della storia italiana”

VITERBO – Riceviamo la nota Luisa Ciambella in occasione della ricorrenza del 10 marzo 1946, giorno in cui, per la prima volta, le donne italiane esercitarono il loro diritto di voto alle elezioni amministrative e pubblichiamo: “Oggi ricordiamo un momento fondamentale della storia italiana: il 10 marzo 1946, giorno in cui, per la prima volta, le donne italiane esercitarono il loro diritto di voto alle elezioni amministrative, un evento che segnò un passo decisivo verso la piena partecipazione politica femminile nel nostro Paese.

Dopo anni di lotte e rivendicazioni, il suffragio universale divenne realtà, aprendo la strada alla prima grande prova della nuova Italia democratica. Solo pochi mesi dopo, il 2 giugno 1946, le donne avrebbero nuovamente votato, questa volta per il referendum istituzionale e per eleggere l’Assemblea Costituente, contribuendo così a definire il futuro della Nazione e la stesura della nostra Costituzione.

Quel giorno, milioni di donne, molte delle quali per la prima volta, si recarono alle urne con consapevolezza e orgoglio, segnando una svolta epocale. Era il riconoscimento di un diritto fondamentale, ma anche l’inizio di un lungo percorso verso la parità di genere e la piena cittadinanza democratica.

Questa ricorrenza ci invita a riflettere sul valore della democrazia, sulla necessità di continuare a difendere i diritti conquistati e sull’importanza della partecipazione attiva alla vita politica e sociale.

A tutte le donne che hanno aperto la strada, a quelle che oggi continuano a lottare per un futuro più equo, e a tutti coloro che credono in un Paese basato sui principi di uguaglianza e giustizia: questa giornata è per voi”.




“La lunga lotta delle donne: custodire la storia custodire il futuro”

ROMA- Proporre modelli di donne protagoniste per ispirare le giovani, promuovere le Pari opportunità e informare sulle azioni della Regione Lazio. Con questo spirito, si è tenuto oggi, presso lo “Spazio Field” di Palazzo Brancaccio, il convegno “La lunga lotta delle donne: custodire una storia, costruire il futuro”, organizzato dalla Regione Lazio in occasione della Giornata internazionale della donna, alla presenza del presidente della Regione Francesco Rocca, dell’assessore regionale alla Cultura e alle Pari opportunità Simona Baldassarre, di Simonetta Matone, deputato e componente della Commissione Giustizia, e del ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Eugenia Maria Roccella.

Gli interventi in sala hanno offerto lo spunto per una riflessione su temi di stringente attualità, quali la violenza di genere, l’occupazione femminile, la parità salariale, la famiglia.

Durante l’incontro, sono stati sottolineati i più recenti interventi promossi dalla Regione Lazio a sostegno delle donne: quasi 12 milioni di euro di fondi stanziati nel 2025 per le Pari opportunità; circa 5 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri Antiviolenza (CAV) e delle Case Rifugio, anche grazie al nuovo sistema informativo LARA, che consente di raccogliere informazioni sulla violenza maschile contro le donne e 350mila euro destinati al progetto “Impresa Rosa”, volto a incentivare l’adozione di sistemi di gestione conformi alle linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere nelle micro e piccole Imprese del Lazio.

Tra le iniziative che la Regione sta realizzando sul territorio, il progetto “Ti Rispetto”, rivolto a studenti delle scuole primarie e secondarie, ai docenti e alle famiglie, con l’obiettivo di sensibilizzare su violenza di genere, bullismo e cyberbullismo. L’iniziativa intende promuovere la libertà individuale e il contrasto a ogni forma di violenza. Nel 2025 saranno istituiti cinque nuovi Centri Antiviolenza nei principali atenei del Lazio e nelle relative sedi distaccate, a supporto di studentesse, docenti e personale amministrativo. È stato inoltre lanciato l’Osservatorio regionale sulle Pari opportunità e la violenza di genere, che raccoglie esperti istituzionali e rappresentanti delle associazioni per monitorare l’applicazione delle politiche di parità e proporre nuove soluzioni. Particolare attenzione è rivolta alla promozione delle STEM per le ragazze, attraverso borse di studio regionali. Di particolare importanza la prevenzione della violenza digitale, con la messa in campo di azioni mirate a sensibilizzare preadolescenti e adolescenti sulla violenza di genere digitale, inclusi bullismo, cyberbullismo, molestie online, cyberstalking e revenge porn. Il programma prevede anche il coinvolgimento degli adulti per una maggiore consapevolezza del fenomeno e per permettere d’intervenire tempestivamente nel contrasto.

La giornata ha avuto lo scopo di incentivare il contrasto alle disuguaglianze e agli stereotipi di genere che ancora oggi condizionano negativamente la vita delle donne, con l’obiettivo di sviluppare un dibattito utile anche alle nuove generazioni, per demolire quei modelli di pensiero che continuano a penalizzare le donne in ambito sociale, economico e politico.

All’incontro hanno partecipato: Anna Fagotti, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore UOC di Ginecologia oncologica; Mariastella Giorlandino, presidente Fondazione Artemisia; Donatella Possemato, presidente Impresa per la Vita; Anna Mazzamauro, attrice; Cinzia Tani, scrittrice; Laura Nobile; sartoria Tirelli Trappetti Costumi dal 1964; Annalisa Minetti, cantautrice e atleta paralimpica; Angela Saraiello, agente della Polizia di Stato; Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, Pino Insegno, attore

Durante l’evento, il pubblico ha potuto assistere a un’esibizione dal vivo del “Roma Tre Orchestra Ensemble” con Lucia Filaci alla voce, Angelo Maria Santisi al violoncello e Jacopo Petrucci al pianoforte.

Infine, aderendo alle celebrazioni dell’8 marzo, la Regione Lazio e Acea illumineranno di viola la sede centrale di via Cristoforo Colombo 212.

Il colore viola, storicamente associato alla lotta per i diritti delle donne, rappresenta il valore della parità e l’importanza di continuare a costruire una società più equa e inclusiva.

L’iniziativa si svolgerà dalle ore 18.30 fino alla mezzanotte, come simbolo di impegno per la dignità e la giustizia sociale.

 




Violenza donne: Mattia (Pd), più fondi per orfani femminicidio

ROMA- “Un emendamento al Collegato al Bilancio per aumentare i fondi destinati agli orfani di femminicidio. Questa proposta nasce dalla consapevolezza che le conseguenze della violenza non colpiscono solo le vittime dirette, ma anche le famiglie, i figli, e le comunità intere. È fondamentale che le politiche di sostegno includano anche chi, come i bambini, devono affrontare il dolore della solitudine dopo la perdita della mamma”. Così in un video su Ig la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, ambasciatrice di Telefono Rosa, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.




Donne, Rocca: “Regione Lazio in prima fila contro ogni violenza”

ROMA– «La violenza contro le donne non è mai scomparsa, si è fatta sempre più sottile ma anche più pericolosa. La si condanna ovunque, unanimemente, ma ciò che denunciamo è la sua parte più visibile. C’è, però, tutto un sommerso, molto più esteso. Papa Francesco, molto meglio di altri, ha descritto l’odioso fenomeno della violenza nei confronti delle donne: “Esercitare violenza contro una donna o sfruttarla non è un semplice reato, è un crimine che distrugge l’armonia, la poesia e la bellezza”. In occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, la Regione, che oggi si illumina di rosso, è in prima linea con numerose iniziative e con una campagna ad hoc. Sosteniamo le donne attraverso la rete delle Case Rifugio e dei Centri Antiviolenza, con misure specifiche per garantire loro la libertà economica, sociale e psicologica necessaria per uscire definitivamente dalla sopraffazione e dalla sofferenza. Serve una rivoluzione culturale: il 25 novembre deve essere ogni giorno». Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.




Donne, Rocca: “Regione Lazio in prima linea contro ogni violenza”

ROMA – «La violenza contro le donne non è mai scomparsa, si è fatta sempre più sottile ma anche più pericolosa. La si condanna ovunque, unanimemente, ma ciò che denunciamo è la sua parte più visibile. C’è, però, tutto un sommerso, molto più esteso. Papa Francesco, molto meglio di altri, ha descritto l’odioso fenomeno della violenza nei confronti delle donne: “Esercitare violenza contro una donna o sfruttarla non è un semplice reato, è un crimine che distrugge l’armonia, la poesia e la bellezza”. In occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, la Regione, che oggi si illumina di rosso, è in prima linea con numerose iniziative e con una campagna ad hoc. Sosteniamo le donne attraverso la rete delle Case Rifugio e dei Centri Antiviolenza, con misure specifiche per garantire loro la libertà economica, sociale e psicologica necessaria per uscire definitivamente dalla sopraffazione e dalla sofferenza. Serve una rivoluzione culturale: il 25 novembre deve essere ogni giorno».

Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.




Le donne sempre più presenti nel mondo dell’Agricoltura

Tavoletta (Acli Terra): “La loro presenza è un esempio di innovazione per la crescita economica del Paese. Le donne sono sempre più presenti in agricoltura, specialmente con ruoli dirigenziali. Lo certifica l’Enpaia, l’ente previdenziale degli addetti e degli impiegati in agricoltura, secondo cui l’80% delle nuove iscrizioni del 2023 è costituito da donne, portando la presenza femminile nel settore al 48,7%.

ACLI TERRA, che ha approfondito questi dati nei recenti incontri ad Assisi (Perugia) e a Orbetello (Grosseto), sottolinea come si stia aprendo una nuova era per la professionalità femminile nell’agroalimentare.

In questo significativo avanzamento, è necessario tuttavia implementare strumenti di welfare che permettano alle donne di conciliare vita professionale e familiare. “In un contesto di forte denatalità – ha dichiarato il Presidente nazionale di Acli Terra Nicola Tavoletta – è fondamentale offrire alle famiglie degli agricoltori, degli allevatori e dei pescatori gli strumenti necessari per affrontare le sfide quotidiane”.

ACLI TERRA ribadisce l’importanza di riconoscere il ruolo sociale degli agricoltori, impegnati non solo nella produzione alimentare, ma anche nella tutela del territorio, in un momento storico sempre più segnato dai cambiamenti climatici e dalla carenza di investimenti pubblici nelle infrastrutture.

Acli Terra, da sempre vicina alle famiglie degli addetti al settore, propone un accesso agevolato a prestazioni sanitarie per i figli e un ampliamento dell’offerta formativa per i figli, anche durante i periodi estivi.

“Le donne – riflette ancora Tavoletta – stanno dimostrando di essere un esempio di innovazione per l’agricoltura. È nostro dovere sostenerle, fornendo loro gli strumenti necessari per esprimere in maniera totale le loro potenzialità e per conciliare la vita professionale con quella familiare.”




Erinna: diritto di vivere di tutte le donne, il 9 novembre manifestazione diffusa in tutte le città d’Italia

VITERBO- Riceviamo dall’associazione Erinna di Viterbo e pubblichiamo: “Ogni giorno abbiamo notizia di una di noi che non potrà più sperare nei suoi sogni, non potrà più abbracciare i suoi figli, le sue figlie, non potrà più sperare in un posto di lavoro, non potrà più pensare di incontrare un amore che abbia un senso, che abbia un senso la parola amore.
In Italia dal 1° gennaio al 28 ottobre 2024, al Ministero degli Interni, sono stati registrati 94 femminicidi e siamo di fronte a un dramma che si aggiunge al dramma: giovanissimi uomini che tolgono la vita a giovanissime donne. Intanto falliscono gli strumenti di controllo degli autori di violenza, come il braccialetto elettronico, mentre le donne devono attendere, spesso settimane, perché siano comminate le misure cautelari; è centrale una forte, capillare e continuativa attività di prevenzione, non ha senso affannarsi e mettere risorse solo per l’emergenza, o meglio non serve a cambiare lo stato delle cose.
Per il 9 novembre D.i.Re. -Donne In Rete Contro la Violenza-, fuori da ogni giornata celebrativa sulla violenza alle donne, promuove una manifestazione diffusa in tutte le città d’Italia dove vi sono Centri afferenti a D.i.Re.; le operatrici, le volontarie, e non solo, saranno nelle piazze, organizzeranno sit-in, flash mob, eventi e incontri di riflessione, faranno sentire la loro presenza con comunicati diffusi allo scopo di sollecitare l’opinione pubblica, le istituzioni, i mass media in merito al tema della responsabilità istituzionale, privata e pubblica sulla violenza alle donne.
Vorremmo non fossimo preda dell’indifferenza, vorremmo ci fosse una reazione di fronte a femminicidi che inesorabilmente e drammaticamente continuano con un pauroso e sempre più preoccupante abbassamento dell’età del crimine. Vorremmo che tutte le persone, che sentono la responsabilità collettiva della violenza maschile alle donne, sostenessero la nostra voce.
Chiediamo a chiunque, di farsi carico del cambiamento del proprio comportamento e di influenzare quello delle persone intorno a noi. Tutte le vite spezzate, oggi come ieri, sono accomunate da una sola motivazione che si ritrova nella violazione del diritto che ognuna di noi ha di vivere la vita che sceglie fuori dal dominio, dalla sopraffazione maschile; il dominio che si nutre del privilegio mantenendo fermi e stantii i rapporti tra i generi in casa, sul lavoro, per strada, nelle relazioni private e pubbliche.
Antonella Veltri – presidente di D.i.Re- dichiara “abbiamo sotto gli occhi una mattanza che nessuno sta affrontando” e tutte chiediamo allo Stato, alle istituzioni, alla società, agli uomini violenti: quante donne ancora?

Centro antiviolenza Erinna-Viterbo
Sabato 9 novembre 2024 – Centri antiviolenza in Associazione nazionale D.i.Re
per inchiodare all’assunzione di responsabilità chi ha il dovere di assicurare e difendere il diritto di vivere di tutte le donne.

 




Empowerment femminile

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“Con il termine EMPOWERMENT, con riferimento alla condizione della donna, si intende il processo per dare potere alle donne, per eliminare la disparità di genere in ogni settore della vita economica, sociale e politica e renderle parte attiva e consapevole della loro vita.

Sono vari e di grande importanza gli effetti dell’empowerment femminile come:

La crescita economica: La parità di genere ha una correlazione diretta con il  benessere economico. Secondo alcune società di consulenza la parità di genere potrebbe aumentare il PIL dei paesi;

Aspirazioni diverse: Una forza lavoro diversificata, che include un equilibrio di generi, ha maggiori probabilità di promuovere la creatività, portando a migliori capacità decisionali e di risoluzione dei problemi. Il punto di vista delle donne è fondamentale per i settori più disparati, dalla tecnologia al servizio clienti e oltre.

Progresso sociale: La partecipazione paritaria delle donne a ruoli di leadership è fondamentale per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne.

La legge di bilancio 2024 ha rifinanziato il “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”. Istituito nel 2006, il fondo si inserisce nell’ambito della Strategia nazionale per la parità di genere per gli anni dal 2021 al 2026, che mira a sostenere con misure concrete l’empowerment femminile, uno degli assi portanti della strategia di superamento delle disuguaglianze tra uomini e donne e prevenzione della violenza.

La Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che si ispira alla Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’Unione europea, con una prospettiva di lungo termine, rappresenta lo schema di valori, la direzione delle politiche che dovranno essere realizzate e il punto di arrivo in termini di parità di genere. La Strategia è una delle priorità trasversali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il riferimento per l’attuazione della riforma del Family Act.

 

La visione per l’Italia sulla parità di genere è:

Rendere l’Italia un paese dove persone di ogni genere, età ed estrazione abbiano le medesime opportunità di sviluppo e di crescita, personali e professionali, di accesso al mondo dell’istruzione e del lavoro, senza disparità di trattamento economico o dignità, e possano realizzare il proprio potenziale con consapevolezza di una uguaglianza garantita e senza compromessi in un paese moderno e preparato per affrontare la sfida dei tempi futuri.

Guadagnare 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE nei prossimi 5 anni, per raggiungere un posizionamento migliore rispetto alla media europea entro il 2026, con l’obiettivo di rientrare tra i primi 10 paesi europei in 10 anni.

 

L’impegno della Cisl, in queste acque difficili, è volto al presidio, in stretto raccordo con le strutture di riferimento, degli accordi contrattuali in ottica di non discriminazione con particolare attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: orari più flessibili, istituti di supporto alla maternità e servizi di cura alla persona, secondo welfare. affinché vengano rimossi gli ostacoli che impediscono il realizzarsi delle pari opportunità di crescita e riconoscimento professionale. Ci adoperiamo affinché vengano rimossi gli ostacoli che impediscono il realizzarsi delle pari opportunità di crescita e riconoscimento professionale.

Con uno sguardo al futuro, nel solco degli impegni e delle politiche promosse dal Coordinamento donne Cisl, perché il valore del contributo, sempre maggiore, che le donne possono apportare al miglioramento della nostra società diventi patrimonio e cultura comune”.

 

Daniela Bocci

Responsabile Coordinamento Donne

Cisl Viterbo




L’11 maggio un open day di Ostetricia e ginecologia rivolto a tutte le donne

ROMA – Sabato 11 maggio, presso la struttura ospedaliera del Gruppo LIfenet, l’Ospedale Città di Aprilia, è stata organizzata una mattinata dedicata a tutte le donne.
Si parlerà di ostetricia e ginecologia e, oltre alla possibilità di visitare il nido, la sala parto e le stanze di degenza, sono state pensate diverse attività: dalla baby massage alla ginnastica posturale, dalla belly mapping (la “mappatura” del pancione) alla riabilitazione del pavimento pelvico. La mattinata si concluderà con un light lunch.
Un’occasione da non perdere per tutte le donne che prestano attenzione alla propria salute e al proprio benessere.




Incentivi, dati, casi aziendali “al femminile”: arriva a Rieti il 24 aprile il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa

RIETI – Arriva a Rieti mercoledì 24 aprile il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa. L’appuntamento con il roadshow promosso da Unioncamere con il diretto coinvolgimento dei Comitati per l’imprenditoria femminile è presso la sede reatina della Camera di Commercio di Rieti Viterbo di via Paolo Borsellino 16 (Sala conferenze Dante Faraglia) a partire dalle ore 10,30.

Durante l’incontro saranno illustrati i progetti del sistema camerale italiano per la diffusione della cultura di impresa (SNI) e verranno analizzati e commentati i dati e le caratteristiche dell’imprenditoria femminile nell’Alto Lazio. Sarà inoltre affrontato il tema degli incentivi finanziari per le imprese femminili con un focus a livello nazionale da parte di INVITALIA.

L’incontro sarà l’occasione per diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne, per sostenere la loro presenza nel mondo del lavoro e dell’impresa, superando gli stereotipi che limitano la presenza femminile in tanti settori. Una importante manifestazione itinerante che punta a valorizzare le migliori pratiche territoriali, ricca di informazioni su incentivi, dati, opportunità di sinergie e testimonianze.

Ad aprire i lavori, moderati da Giancarlo Cipriano, dirigente Camera di Commercio Rieti-Viterbo e direttore generale Azienda Speciale Centro Italia, saranno il vice presidente della Camera di Commercio di Rieti Viterbo, Leonardo Tosti, il prefetto di Rieti, Pinuccia Niglio, il sindaco del Comune di Rieti, Daniele Sinibaldi, la presidente della Provincia di Rieti, Roberta Cuneo.

Ad illustrare il ruolo del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile sarà la presidente del Comitato camerale IF di Rieti Viterbo, Giuseppina Polidori, per poi passare la parola alla funzionaria di Si.Camera, Monica Onori, che parlerà di “Imprenditoria femminile e parità di genere”.

Seguiranno gli interventi di Silvia Petrone, ricercatrice Centro studi Guglielmo Tagliacarne (“Imprenditorialità femminile nell’AltoLazio: focus sulla transizione digitale”) e di Raffaella Terenzi, Business Development Specialist Invitalia (“Incentivi finanziari per le imprese: focus sulle imprese femminili”). Infine, prima di avviare il dibattito, le testimonianze imprenditoriali a cura di Vincenza Bufacchi, presidente dell’Azienda “Centro Italia”, azienda speciale della Camera di Commercio Rieti–Viterbo, e di Sabina Petrucci, vice presidente del Consorzio Sabina Dop e presidente del Consorzio Sabina for Rome.

La partecipazione è gratuita ed è gradita conferma di presenza all’indirizzo email imprenditoria.femminile@rivt.camcom.it o al numero telefonico 0746.201364 (Ufficio Promozione).




Regione Lazio, al via il nuovo bando “Donne, innovazione e impresa”

ROMA – È stata presentata oggi, a Roma, la nuova misura della Regione Lazio “Donne, Innovazione e impresa” che promuove e valorizza l’imprenditoria femminile, attraverso il sostegno e lo sviluppo delle MPMI, per favorirne i percorsi di innovazione aziendale in coerenza con la Smart Specialization Strategy regionale.

All’evento hanno partecipato Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio e assessore allo Sviluppo economico, al Commercio, all’Artigianato, all’Industria, all’Internazionalizzazione; Francesco Marcolini, presidente di Lazio Innova; Valentina Picca Bianchi, presidente Comitato Impresa Donna MIMIT e presidente Donne Imprenditrici Fipe.

«L’evoluzione delle imprese femminili negli ultimi anni mostra un netto cambiamento in atto nella partecipazione in generale delle donne al sistema produttivo nazionale. E se da un lato diminuisce la loro presenza nei settori tradizionali, aumenta invece in altri comparti, molti dei quali rientrano tra quelli più innovativi o comunque a maggior contenuto di conoscenza. Riteniamo sia fondamentale sostenere la capacità d’innovazione dell’imprenditoria femminile nella nostra regione anche attraverso questo nuovo bando, per rendere più competitivo l’intero tessuto produttivo del Lazio», ha dichiarato Roberta Angelilli.

«Si tratta di una misura importante per lo sviluppo e la crescita delle imprese guidate da donne, che sostiene l’adozione di innovazioni di prodotto, di processo e dell’organizzazione aziendale, attraverso cui cogliere le opportunità offerte delle nuove tecnologie per affrontare le sfide lanciate dalla continua evoluzione dei mercati. Un sostegno concreto che si affianca agli altri strumenti di supporto alle micro, piccole e medie imprese che stiamo gestendo e che andremo a incrementare nei prossimi mesi, per rendere ancora più competitivo il sistema produttivo del Lazio», ha sottolineato Francesco Marcolini.

«Incentivare l’imprenditoria femminile richiede un impegno collettivo da parte della società nel suo insieme. Sono entusiasta che anche la Regione Lazio si stia muovendo in questa direzione per rimuovere le barriere che impediscono alle donne di perseguire i propri sogni e realizzare il loro pieno potenziale. Solo grazie ad un impegno condiviso per l’uguaglianza e l’inclusione possiamo sperare di superare questa spaccatura e creare un mondo in cui si possa rafforzare il concetto di imprenditoria femminile, indipendentemente dal genere. Come dico sempre, siamo in un tempo buono e, in questo tempo non dobbiamo e non possiamo fermarci», ha spiegato Valentina Picca Bianchi.

Il nuovo bando 2024 mette a disposizione 5 milioni di euro da risorse del Programma FESR 2021-2027, e concede contributi a fondo perduto per un importo massimo di 145mila euro per ciascun progetto presentato da imprese femminili per l’introduzione di innovazioni di prodotto o di processo aziendale.

Ciascuna impresa femminile può presentare un solo progetto agevolabile riguardante la produzione di un bene o servizio nuovo o migliorato, che si differenzi in modo significativo rispetto a quelli già realizzati dall’impresa, ad esempio sul piano delle caratteristiche tecniche, dei componenti, dei materiali, del software incorporato, della facilità d’impiego, della semplificazione della procedura di utilizzo, della maggiore flessibilità o di altri elementi concernenti le prestazioni e le funzionalità.

Sono considerate imprese femminili: la lavoratrice autonoma; l’impresa individuale la cui titolare è una donna; la società cooperativa; la società di persone o lo studio associato in cui il numero di donne socie o associate rappresenti almeno il 60 per cento dei componenti della compagine sociale; la società di capitale le cui quote di partecipazione siano possedute in misura non inferiore ai due terzi da donne e da imprese femminili e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne. Tale requisito aziendale dev’essere posseduto dall’impresa al momento della presentazione della domanda ed essere mantenuto per almeno tre anni dall’erogazione del contributo.

Le imprese devono essere iscritte al Registro delle Imprese o, in caso di lavoratrici autonome, essere titolari di partita IVA attiva alla data della domanda e almeno fino alla data di erogazione; avere una sede operativa (domicilio fiscale nel caso di lavoratrici autonome) nel Lazio, in cui realizzare il progetto e svolgere l’attività imprenditoriale beneficiaria del contributo al momento della presentazione della richiesta di erogazione.

Le imprese interessate possono presentare domanda online, tramite la piattaforma GeCoWEB Plus di Lazio Innova, dalle ore 12 del 23 aprile e fino alle ore 17 del 12 giugno 2024.

Nel Lazio la quota di imprese femminili sul totale delle imprese attive è pari al 24%; un dato leggermente superiore alla media nazionale (23%) e sotto la media europea (32%).

Il Lazio si posiziona terzo tra le regioni italiane come numero di imprese femminili, con 139.107 unità per la maggior parte concentrate a Roma e provincia (97.136). Si tratta di imprese attive perlopiù nel settore del commercio (27% del totale), in quello dell’Agricoltura (13%), nella ristorazione e alloggi (11%), nei servizi (11%). Ciò evidenzia come quello femminile sia un segmento produttivo meno “industrializzato”.

Il Lazio vanta la maggiore concentrazione (40,5%) di imprese femminili costituite come società di persone, ed è primo tra le regioni per incidenza delle imprese femminili in forma di società di capitale con il 42,4%.




8 marzo a Viterbo. Donne vittime di tratta: come promuovere l’inclusione sociale?

di MARIELLA ZADRO –

VITERBO – In questa giornata dal valore simbolico così profondo si è svolta, presso il Teatro Parrocchiale di Villanova Giovanni Paolo II, una mattinata di lavori che ha voluto focalizzare il tema delle donne vittime di tratta e dei relativi percorsi di sostegno e integrazione.

L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione del Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione di Sapienza Università di Roma con istituzioni e organizzazioni esperte in materia e alla sinergia già attiva nella comunità locale tra la rete delle Acli Provinciali di Viterbo e la Parrocchia Santi Valentino e Ilario.

Il gruppo di lavoro coordinato da Ankica Kosic, che comprende anche Elena Bocci e Paola Passafaro, aveva già organizzato un evento analogo a Roma presso il Teatro Ateneo di Sapienza il 9 febbraio scorso, avvalendosi di un ricco programma introdotto dal messaggio video della Rettrice Antonella Polimeni. In meno di un mese il format è stato riproposto a Viterbo con la I Facoltà di Medicina e Odontoiatria -Corso di Infermieristica V di Sapienza, sede di Viterbo in Convenzione con la Asl di Viterbo.

Ha aperto i lavori Don Emanuele Germani, che oltre a dare il benvenuto a una sala gremita di giovani universitari e nonni, ha espresso la condanna del fenomeno della tratta delle nuove schiave, prendendo a prestito le parole di papa Francesco.

Sono seguiti i Saluti di Arianna Casini e Emanuela Cionco, rispettivamente Presidente e Direttore Didattico del CdS in Infermieristica V Sapienza Università di Roma Sede di Viterbo. Agnese Boriosi e Giovanni Biancalana hanno portato il loro Saluto in qualità di Presidenti dei due Circoli Acli di Viterbo: Stelio Murri e Punto Famiglia Santi Valentino e Ilario.

Ankica Kosic, che ha anche moderato gli interventi, ha presentato il tema “Donne vittime di tratta: come promuovere l’inclusione sociale”, con l’intento di sensibilizzare e invitare ciascuno a non ricadere negli stereotipi, ma a riflettere e agire per favorire un cambiamento culturale.

Gli esperti, intervenuti a inquadrare il fenomeno in un’ottica multi-disciplinare, sono stati:

Suor Tiziana D’Agostino, equipe anti tratta “Bassa Soglia” di Fondazione Somaschi; Federica Gaspari, Cooperativa Sociale Parsec, Roma; Francesca Vinciguerra e Alina Varzaru, Save the Children.

E’ seguita la proiezione di un documentario finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità e di alcuni estratti dello spettacolo teatrale Tratto dalla produzione Ert “Le notti di Emilia” vincitore del Bando Radar 2021.

La testimonianza di Sergio Giovagnoli, ARCI Solidarietà Viterbo srl Impresa Sociale, ha ancorato maggiormente la problematica affrontata al contesto locale.

Ha concluso Renzo Salvatori, Vice Presidente Vicario delle Acli Provinciali di Viterbo, che ha preso la parola per un appello alle studentesse e agli studenti presenti, incoraggiandoli a vivere il loro futuro professionale con “sensibilità” verso le problematiche delle persone che incontreranno nei Servizi dove andranno ad operare.

L’evento è stato caratterizzato da un susseguirsi di stimoli che hanno invitato i presenti a riflettere su problematiche socialmente rilevanti, analizzandone le mutevoli trasformazioni nel tempo, i percorsi e le metodologie di intervento, le storie di vita raccolte da operatori qualificati.

Ha arricchito le preziose testimonianze una mostra che sintetizza in 9 pannelli i racconti di alcune donne sfuggite alla schiavitù e ospitate presso strutture anti-tratta. Diffondere questi contenuti benché estremamente sintetici può contribuire ad una corretta informazione e alla divulgazione di valori, sogni e modelli dei quali le intervistate si fanno portatrici. Dall’identificazione con persone carismatiche incontrate durante il loro percorso o con Vip dalle loro stesse origini emerge quella che è stata definita da una delle partecipanti la “libertà del cuore”. Le tracce di resilienza identificate nelle interviste rappresentano elementi utili a combattere le forme di schiavitù ancora insite nella società contemporanea… La mostra, nata in una prospettiva scientifica presso Sapienza Università di Roma, è stata pensata come itinerante; rimane fruibile a Viterbo presso l’Istituto Tecnico Tecnologico Statale Leonardo da Vinci in Via Alessandro Volta 26 da lunedì 11 a venerdì 15 marzo e, nella settimana dal 18 al 24 marzo, presso la hall dell’Ospedale Belcolle – Asl di Viterbo, grazie alle sensibilità espresse dagli Enti del territorio.

Per info e comunicazioni -anche relative alla possibilità di allestire gratuitamente la mostra in altri contesti accademici, scolastici, istituzionali e organizzativi religiosi e laici- è possibile contattare: anna.kosic@uniroma1.it




Gallese, dal 10 marzo un calendario di iniziative dedicate alle donne

GALLESE ( Viterbo) – Inizia domenica 10 marzo alle ore 17.30 presso il Museo e Centro Culturale “Marco Scacchi” il programma di iniziative dedicato alla donna che affronta il ruolo della donna in ogni aspetto della società.

Organizzato dal Comune di Gallese, il lungo mese di iniziative ha lo scopo di affrontare da diversi punti di vista il tema, quanto mai attuale, della parità della donna.

Il ciclo di incontri, conferenze, concerti, cinema…sarà solo lo spunto per affrontare l’importanza della parità di genere come uno dei maggiori ostacoli ad uno sviluppo sostenibile e alla crescita economica, annoverato tra i primi obiettivi dell’Agenda 2030.

È ormai accertato infatti che l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne permette non solo progressi nella scolarizzazione e nell’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, ma anche nuove opportunità di crescita economica, la creazione di nuovi posti di lavoro nonché la valorizzazione di talenti e creatività.

 “Ci troviamo ancora oggi a ribadire e ricordare il concetto dell’uguaglianza di generi” – commenta il Vice Sindaco Amedoro Latini – “Nonostante da anni troviamo donne che ricoprono ruoli di manager o dirigenti di grandi aziende in ogni settore, sia pubblico che privato, tendiamo sempre a sminuire il loro operato, continuando a considerarle “sesso debole”. Basterebbe fermarsi un attimo a pensare a tutto quello che riescono a fare, e a fare molte bene, nell’arco della giornata per riconoscere che, in fondo, quel sesso non è poi così debole”.

Quella che deve essere raggiunta è una vera e propria rivoluzione nel modo di agire, pensare e vivere che possa garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile in ogni campo, promuovendo la libertà e le pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale.

A parlare nell’incontro Donne e libertà, che inaugura il programma Marzo è donna, la senatrice Cecilia D’Elia, Vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e autrice, tra l’altro, di numerosi libri e saggi sulla condizione femminile tra cui Nina e i diritti delle donne, edito nel 2011 dalla casa editrice Sinnos, Premio Elsa Morante Junior nel 2012. Nella pubblicazione si delinea il lungo e faticoso percorso compiuto per ottenere da parte delle donne il riconoscimento di alcuni diritti, in primis il diritto alla libertà.

Ed è proprio pensando alla libertà della donna, spesso negata e frustrata, ostacolata e irrisa, che il primo incontro è stato significativamente previsto nella giornata del 10 marzo, che dal 2021 viene proclamato dall’ONU Giornata Internazionale delle donne giudici, una carriera che in Italia è stata preclusa alle donne fino al 1965.

Una delle tante libertà che le donne vedono fortemente ostacolate, come quella di affermarsi con uguali e pari diritti nelle discipline stem e nelle carriere universitarie in generale, o la libertà di vivere senza subire violenze di alcun tipo.

Anche di questo si parlerà nell’incontro dal taglio fortemente dialogico, con l’obiettivo di evidenziare quanto di positivo è stato fatto fino ad oggi e, con uno sguardo critico al futuro, di prospettare le misure necessarie per attuare l’obiettivo strategico della parità di genere.




8 marzo: ingresso gratuito per le donne a Villa Lante e Palazzo Farnese

Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili, con ingresso gratuito per tutte le donne, venerdì 8 marzo su iniziativa del MiBACT.
Una giornata con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.

I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.

Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.

Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.

Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

 

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




Acquapendente, celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Sabato 25 Novembre, si sono svolte ad Acquapendente diverse iniziative contro la violenza sulle donne. Presso il giardino di Piazza della Costituente, gli alunni della Scuola Primaria e Secondaria di primo grado hanno presentato i loro lavori sul tema: letture, canti, cartelloni e un flash mob per ribadire la ferma condanna contro ogni tipo di violenza sulle donne. Inoltre, alla presenza del Comandante della Stazione Carabinieri di Acquapendente, della Dirigente Scolastica e del corpo docente, della Presidentessa del Consiglio dei Giovani, oltre che di numerosi cittadini, il sindaco ha inaugurato una panchina rossa, posta in questo luogo che rappresenta un punto di aggregazione della nostra Città. Nel pomeriggio, al Teatro Boni, dopo l’intervento del Comandante Alessandro Labianca, la Compagnia Teatrale Gli Sfacciati ci ha regalato una serie di toccanti interventi sul tema della violenza contro le donne. La manifestazione è stata ideata e realizzata dall’Amministrazione Comunale di Acquapendente.




Orvieto: otto donne di successo raccontano la loro storia

ORVIETO – Un auditorium Messina affollato di pubblico ha accolto, sabato pomeriggio, la presentazione del libro di Francesca Compagnucci “In quanto donna. Elena Lucreazia Cornaro e Giuseppina Anselmi Faina”, Intermedia Edizioni.
Le biografie di Cornaro, la prima donna a laurearsi in filosofia nella seconda metà del 1600 e di Faina che solo con enorme fatica potè ufficialmente fregiarsi dell’appellativo di pittrice, sono state anche l’occasione di un dibattito molto interessante intorno al tema del’emancipazione femminile nella società di oggi a cui hanno portato il proprio contributo otto donne.
L’evento è stato organizzato da fondazione Faina, Fidapa, Unitre e Intermedia Edizioni grazie alla gentile ospitalità di fondazione Cro. Il libro di Compagnucci è il quarto volume della collane “Letture fainiane” ideata da Daniele di Loreto, presidente di fondazione Faina. Dopo una illustrazione delle straordinarie doti personali e della caparbietà delle protagoniste del libro da parte Francesca Compagnucci, il dibattito, coordinato da Claudio Lattanzi di Intermedia Edizioni ed inframmezzato da letture del testo ad opera del docente universitario Carlo Mari, ha lasciato il posto agli interventi delle signore ospiti.

La prima è stata Antonella Metta, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Orvieto-Baschi. “Nel mio ruolo di dirigente scolastico sento molto forte la responsabilità che abbiamo nei confronti dei ragazzi per quanto riguarda lo sforzo da compiere per avere una vera parità tra i generi- ha detto-spesso sento di combattere contro una certa inconcludenza che grava sull’organizzazione scolastica, ma tutto il nostro istituto è impegnato a promuovere questi valori”.

Roberta Tardani, primo sindaco donna di Orvieto, ha raccontato di avere sempre avuto una grande passione per la politica. “Se penso al percorso della mia vita credo che gli unici limiti alla mia attività professionale e politica, se così si possono chiamare, siano stati dettati dalla volontà di mettere i miei figli prima di tutto. Questo anche sull’esempio che ho ricevuto dalla mia famiglia. Mi sono sposata giovanissima e a un certo punto della mia vita, ho deciso di lasciare il lavoro per dedicarmi esclusivamente a loro. Ammetto di essere stata fortunata a poter scegliere. E cosi è iniziato il mio percorso che mi ha visto impegnata prima nel consiglio di zona, dove ho cercato di dare il mio contributo al quartiere in cui vivevamo, fino ad arrivare al consiglio comunale e ad essere il primo sindaco donna della città. La politica è frutto di percorsi lunghi, di relazioni e conoscenza del luogo a cui decidi di dedicare il tuo tempo, non dettati dall’opportunità del momento.
Soffro terribilmente le lunghe e spesso inconcludenti discussioni che non giungono mai ad un punto di caduta. Pur sapendo che fanno parte del gioco. Al mio impegno politico ho anche pagato un prezzo personale alto. Non ho mai sentito soggezione nei confronti degli uomini, mai ho voluto competere con i miei colleghi solo perché uomini né mi sono mai sentita in difficoltà in un ambito in cui gli uomini sono la maggioranza. Ammetto che non mi appassionano nemmeno le discussioni sulle quote rosa come soluzione ai problemi della rappresentanza femminile. C’è però un rischio che le donne possono correre, frutto ancora di pregiudizi. È quello di imbattersi in persone, per lo più uomini, che credono di poter “gestire”, “indirizzare” o “condizionare” le tue scelte perché in fondo ritengono, sbagliando, che una donna sia meno attrezzata a gestire certe situazioni.
Nella mia esperienza politica li ho incontrati e in quel caso ho dovuto impegnarmi due volte. La prima volta per riaffermare la mia autonomia e le mie capacità poi per difendermi dal livore che questo ha suscitato”.

Franca Marinelli, magistrato di lunga esperienza, ha raccontato dei suoi esordi quando al tribunale di Milano era una giovanissima magistrata guardata “come una marziana” dai colleghi della generazione precedente. “Oggi su 25 Corti d’Appello, solo otto sono presiedute da giudici donne. Mi ricordo anche la prima volta che conobbi l’ufficiale dei carabinieri del comando provinciale di Milano per le presentazioni- ha detto-entrò nella mista stanza e chiese a me del nuovo magistrato perché non aveva pensato che potesse trattarsi di una donna-ha detto Marinelli-al mio esordio al tribunale di Roma il presidenti del tribunale ad un certo punto si rivolse ai suoi colleghi e disse: “Guardate adesso ci mandano le ragazzine”. Poi la situazione è lentamente migliorata anche se devo dire che mi sarei aspettata maggiore solidarietà dai colleghi maschi della mia generazione”.

Il notaio Benedetta Dubini ha raccontato di essersi sempre sentita sostenuta dalla propria famiglia. “Non solo dalle figure femminili, ma anche da quelle maschili che sono importanti nel sostenere le aspirazioni delle ragazze. Nel mondo del notariato e anche da parte dei clienti ci sono molti pregiudizi quando ci si trova di fronte ad un notaio donna e oltretutto giovane. Spesso mi prendo delle piccole vendette quando alla stipula degli atti impongo la lettura di lunghissimi documenti!”.

La dirigente scolastica Lorella Monichini ha raccontato la propria esperienza antecedente alla scuola, quando lavorava in un’azienda. “Quando fui sicura di essere incinta, lo dissi a tutti i miei colleghi, tutti mi dimostrarono il loro affetto. Quando però si trattò di procedere con le promozioni e la gratifiche, il mio capo mi disse che dal momento che io ormai aspettavo un bambino la mia promozione l’avrebbe data ad un altro collega. Ho provato un grande imbarazzo ed ho capito che avrei dovuto cambiare lavoro. Adesso faccio il lavoro più bello di tutti. Una delle missioni che sento come più urgenti è quella di educare i giovani maschi al rispetto delle donne”.

Di essere stata fortunata per essere cresciuta in una famiglia che le ha concesso opportunità e libertà ha parlato l’imprenditrice Marta Cotarella. “Nelle famiglie spesso le decisioni che contano le prendono le persone che conducono e spesso si tratta di donne. La mia mamma, di mia sorella e di Dominga sono state per noi degli esempi. In generale ho capito che le donne troppo spesso si combattono tra loro, ma se si mettono invece insieme possono diventare imbattibili. Nella mia azienda cerchiamo di fare squadra, ognuna di noi tre ha avuto la possibilità di specializzarsi nel settore che preferiva, ma il mondo del vino è un mondo maschile in cui gli enologi e gli agronomi donne sono molto rare. La cosa più difficile è ottenere la credibilità. Dominga ad esempio ha sempre avuto la passione per la comunicazione del vino, ma per non essere mai in difficoltà ha studiato Agraria”.

Lucia Custodi, presidente del Panathlon club è stata un talento dello sport e questa sua passione ha molto a che vedere con una storia di emancipazione che ha incontrato molto ostacoli. “Sono cresciuta in una famiglia molto rigida e tradizionalista e ciò ha ostacolato il mio talento e la passione per la pallacanestro-ha detto Lucia-ero molto brava. Sono stata spesso chiamata in Nazionale, ma quando la Recoaro mi fece una proposta per giocare con loro in serie A e dunque abbracciare la carriera del professionismo sportivo, mio padre me lo impedì. Ho provato un immenso dolore. La mia energia l’ho però incanalata nella passione per la scrittura, sono autrice di venti libri fino ad oggi”.

Annamaria Turchetti consigliera nazionale di Fidapa, ha parlato del grande impegno che questa associazione internazionale profonde per favorire la piena emancipazione delle donne nella vita sociale e professionale. Cerchiamo di farlo senza alimentare una visione di contrapposizione tra i generi. Lo sforzo che oggi si deve fare è quello di lavorare sui bambini per insegnare loro quanto sia fondamentale rispettare le bambine e le future donne”.

 




Presentato il progetto “Nastro Rosa”, la scherma in pedana per le donne operate di tumore al seno

ROMA –Oggi la Conferenza Stampa presso lo Stadio Olimpico di Roma organizzata dalla Federazione Italiana Scherma e dal Frascati Scherma. Presente,nella duplice veste di medico-schermidore, Daniele Garozzo, olimpionico del fioretto azzurro impegnato come ricercatore nello “Studio Fenice”, che parallelamente alle lezioni di scherma del Nastro Rosa si focalizzerà, per due anni, sull’incidenza del progetto, con l’obiettivo di approfondire come e quanto la corretta alimentazione e l’attività sportiva riducano il rischio di recidiva di malattia.

L’iniziativa con il sostegno di Sport e Salute, e nella fase attuativa condotta dal Club Tuscolano Campione d’Italia in carica è stata sviluppata con il supporto scientifico di medici e docenti universitari della Breast Unit del Policlinico Tor Vergata, dell’Universita’ degli Studi di Roma Tor 20230601_113354 (2)Vergata e dell’Università di Messina.

Presenti il Presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi, Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Francesco Quagliariello, Direttore Amministrativo del Policlinico Tor Vergata ed Oreste Buonomo, Direttore della
Breast Unit del Policlinico Tor Vergata, Massimiliano Berretta, docente dell’UniMessina, Mario Roselli e Calogero Foti, rispettivamente oncologo e professore di fisiatria a Tor Vergata.

“Una giornata importante per la scherma italiana, che si propone in una declinazione diversa rispetto a quella, conosciuta da tutti, di sport più medagliato nel nostro Paese”. Con queste parole il Presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi, ha presentato oggi il progetto Nastro Rosa, presso la Sala Stampa dello Stadio Olimpico di Roma, in una Conferenza Stampa organizzata dalla FIS e dal Frascati Scherma. Al suo fianco, nella duplice veste di medico-schermidore, c’era Daniele Garozzo, olimpionico del fioretto azzurro impegnato come ricercatore nello “Studio Fenice”, che parallelamente alle lezioni di scherma del Nastro Rosa si focalizzerà, per due anni, sull’incidenza del progetto, con l’obiettivo di approfondire come e quanto la corretta alimentazione e l’attività sportiva riducano il rischio di recidiva di malattia.
Nastro Rosa-GarozzoL’iniziativa porta la disciplina della scherma nel programma di riabilitazione delle donne operate di tumore al seno, con il sostegno di Sport e Salute, e nella fase attuativa condotta dal club tuscolano campione d’Italia in carica è stata sviluppata con il supporto scientifico di medici e docenti universitari della Breast Unit del Policlinico Tor Vergata, dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e dell’Università di Messina.
“Nastro Rosa è uno dei fiori all’occhiello delle attività che la Federazione Italiana Scherma ha messo in campo nell’ambito delle iniziative risultate vincitrici nei bandi promossi da Sport e Salute per la diffusione dell’attività sportiva – ha detto il Presidente federale Azzi –. Al momento ben 14 società schermistiche in tutta Italia (con il Frascati Scherma, protagonista oggi, ci sono Podjgym Avellino, CS Arno, I Marsi di Avezzano, CS Empoli, CS Terni, Pietro Micca Biella, CS Sassarese, Accademia Scherma Fermo, CS Anzio, CUS Cassino, CS Jesi, Malaspina Massa e Società del Giardino Milano) hanno aderito a un
impegno dall’altissimo significato sociale. Proprio per la grande importanza che tale progettualità riveste, il Consiglio federale ha deciso d’istituire un Gruppo di lavoro ad hoc, coordinato dal Vicepresidente federale Vincenzo De Bartolomeo con l’obiettivo di creare una piattaforma in cui inserire le prime informazioni sullo sviluppo dell’iniziativa. Una banca dati condivisa, a disposizione delle società che stanno avviando il lavoro in questo periodo. Linee guida concordate ed efficaci, dal punto di vista operativo e tecnico, per una grande sfida della scherma nel sociale”.
Così il Dottore-olimpionico Daniele Garozzo: “È una gioia incredibile, oltre che un grande onore, portare la mia professionalità di medico nello sport che amo. In questo progetto c’è la mia vita e sono orgoglioso di condividerlo con la Federazione, il Frascati Scherma e questa straordinaria squadra composta da eccellenze del mondo scientifico e universitario, docenti eccezionali che lavorano insieme per dimostrare quanto la scherma, con i suoi movimenti, le sue specificità, possa aiutare le donne operate di tumore al seno. È l’evoluzione che serviva, come raccontato dalla maestra Cinzia Sacchetti che per prima ha portato in Italia questo splendido progetto”.
Al tavolo dei relatori anche il professor Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata: “Siamo onorati di sviluppare una progettualità bellissima, che ha una pervasività senza precedenti. Nastro Rosa è un esempio virtuoso, da cui c’è da imparare. Il nostro Ateneo crede e investirà in questo impegno, veicolandolo il più possibile”.
Particolarmente apprezzati gli interventi dei medici e docenti universitari che compongono il team di “Nastro Rosa”: i professori Oreste Buonomo, Direttore della Breast Unit del Policlinico Tor Vergata, Massimiliano Berretta, docente dell’UniMessina, Mario Roselli e Calogero Foti, rispettivamente oncologo e professore di fisiatria al Policlinico Tor Vergata, hanno illustrato nei dettagli il lavoro d’équipe che è stato impostato in uno studio di ricerca.
Nel suo messaggio di saluto, il Presidente e AD di Sport e Salute, Vito Cozzoli, ha sottolineato che “Nastro Rosa rappresenta la corretta interpretazione di una delle più importanti potenzialità che l’attività sportiva può generare, propulsore privilegiato di benessere psicofisico, per questo mi congratulo con la FIS assicurando il supporto e la vicinanza di Sport e Salute”.

All’incontro odierno con la stampa sono intervenuti anche la dottoressa Martina Luzzi per Sport e Salute, la dottoressa Maria Rosaria Campitiello, delegata del Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Presidente del Frascati Scherma, Paolo Molinari, insieme alla Sindaca di Frascati, Francesca Sbardella, oltre ai maestri del club Fabio Galli, Lucio Landi e Alessandra Nucci.
Di grande impatto ed emozione l’intervento finale dell’ex fiorettista azzurra Francesca Facioni, testimonial del progetto “Nastro Rosa” della FIS, che ha raccontato come “la scherma, dopo esser stata operata di tumore al seno, mi abbia aiutato a rinascere, mettendo giù la maschera e battendo in pedana l’avversario più duro, che può essere affrontato da tante donne con la determinazione che lo sport c’insegna, così come ho fatto io. Le donne sono Campionesse nella vita con tanta voglia di ricominciare“.

L’Italia e la scherma, in tal senso, sono unite in un binomio d’eccellenza: il Paese che vanta il primato europeo di pazienti oncologici guariti insieme alla Federazione più medagliata dello sport italiano ai Giochi Olimpici, per una nuova grande sfida da condurre e provare a vincere insieme.