Fara in Sabina, i carabinieri arrestano uomo per evasione

FARA IN SABINA- I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Poggio Mirteto hanno arrestato in flagranza di reato un 65enne di Fara in Sabina per il reato di evasione.
L’uomo, già noto poiché titolare di vari precedenti di polizia, alla fine dello scorso anno, era stato sottoposto alla detenzione domiciliare presso la sua abitazione di residenza.
Nonostante gli fosse stato precluso di uscire da casa senza preventiva autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, alcuni giorni fa, è stato sorpreso dai militari dell’Arma mentre, in pieno giorno, passeggiava nel centro di Fara in Sabina.
Immediatamente bloccato, non avendo fornito alcuna valida giustificazione per essersi allontanato dal luogo ove stava scontando la pena detentiva commiatagli, è stato dichiarato in stato di arresto.
Al termine delle formalità di rito espletate presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto, in ottemperanza a quanto disposto dal Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Rieti, è stato risottoposto a detenzione domiciliare.
Dovrà ora rispondere innanzi all’Autorità Giudiziaria anche del reato di evasione.
Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.

 




Evaso di Rosarno, arrestato a Viterbo

VITERBO – Nella tarda mattinata del 25 novembre, i Carabinieri della Sezione Radiomobile del N.O.R. di Viterbo, hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 36enne responsabile di evasione dalla misura degli arresti domiciliari cui era sottoposto in relazione ai reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, coltivazione di piantagione di cannabis indica e detenzione di sostanze stupefacenti.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Viterbo hanno notato l’uomo in località “mammagialla” e deciso di fermarlo per un controllo considerato che la sua presenza nei pressi dell’istituto penitenziario viterbese appariva anomala.

I successivi accertamenti hanno permesso di verificare che lo stesso era evaso dagli arresti domiciliari che stava scontando nel comune di Rosarno (RC) e, pertanto, il giovane è stato tratto in arresto e ristretto nelle camere di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Viterbo. Il 26 novembre il Tribunale di Viterbo ha convalidato l’arresto e disposto nei confronti del giovane nuovamente la misura degli arresti domiciliari.

L’operazione, che si inserisce in un contesto più ampio dell’azione di prevenzione e contrasto dei reati in genere, costituisce una concreta e decisa risposta al crescente allarme sociale determinato dai fenomeni di illegalità diffusa e conferma la professionalità del personale operante che ha saputo “notare” l’evaso e assicurarlo alla giustizia.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA

Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.




Passo Corese. I Carabinieri arrestano un uomo che, ubriaco, evade dalla detenzione domiciliare

PASSO CORESE (RI) – La Stazione Carabinieri di Passo Corese ha arrestato in flagranza di reato un 65enne del posto per il reato di evasione.

Il provvedimento restrittivo della libertà personale è stato eseguito durante uno dei consueti servizi di controllo del territorio, nel corso del quale l’uomo è stato individuato mentre, in evidente stato di ebbrezza, girovagava per le strade del centro urbano del citato comune, nonostante fosse sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, disposta a suo carico dall’Autorità Giudiziaria al termine di un lungo iter processuale.

Egli, prima di essere trovato dai militari, tramite il Numero Unico di Emergenza 112, aveva richiesto l’intervento di personale medico asserendo di accusare un malore ma, anziché attendere l’arrivo dell’ambulanza all’interno del suo domicilio, decideva arbitrariamente di uscire di casa violando così il provvedimento restrittivo cui era sottoposto.

Successivamente trasportato all’Ospedale “San Camillo De Lellis” di Rieti, veniva riscontrato il suo stato di alterazione dovuto ad un precedente abuso di bevande alcoliche.

Al termine degli accertamenti sanitari ed ottenute le dimissioni dello stesso, i militari operanti lo hanno tratto in arresto per il reato di evasione. Quindi, in ottemperanza a quanto disposto dal Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Rieti, è stato riaccompagnato presso la propria abitazione e nuovamente sottoposto alla detenzione domiciliare.

Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.




Rieti. I Carabinieri arrestano un uomo per evasione.

RIETI – Era già sottoposto da tempo ad una misura restrittiva della libertà personale che stava espiando presso il proprio domicilio, in alternativa al carcere, a seguito di una sentenza emessa dall’Autorità Giudiziaria.

Nonostante ciò, un cittadino italiano di 65 anni, si era allontanato dalla propria abitazione, senza alcuna preventiva autorizzazione, per raggiungere un bar del capoluogo.

Qui, nonostante abbia tentato di nascondersi tra la clientela, è stato però riconosciuto dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Rieti, in transito nella zona durante un servizio perlustrativo, che lo hanno immediatamente tratto in arresto per evasione.

L’uomo, su disposizione del magistrato di turno, al termine delle formalità di rito, è stato nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

L’Autorità Giudiziaria, esaminata la segnalazione dei Carabinieri riguardo a quanto accaduto, ha poi disposto la revoca della misura alternativa di cui beneficiava l’interessato adottando la detenzione in carcere. Pertanto l’uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Rieti.

Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.




Napoli, sventata dal carcere di Secondigliano l’evasione di un detenuto

NAPOLI- Un detenuto di etnia rom ha tentato di evadere, questa mattina, dal Centro penitenziario di Secondigliano, a Napoli, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il compimento del grave evento critico. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Ricostruiscono i fatti Raffaele ‘Lello’ Munno e Donato Vaia, rispettivamente vice segretario regionale e dirigente del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Un detenuto del Reparto Adriatico era riuscito a scavalcare il cortile passeggi e si stava dirigendo verso un’area del penitenziario dove era stata precedentemente lasciata una corda. Il personale di Polizia Penitenziaria di ronda esterna si è immediatamente accorto del tentativo di fuga ed è intervenuto, bloccandolo. Ottimo intervento della Polizia Penitenziaria che ha evidenziato la professionalità ed il senso del dovere con cui espleta il suo servizio, nonostante una oggettiva e grave carenza di organico. Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti che sono stati parte attiva nello sventare l’evasione”.

“La situazione penitenziaria regionale è sempre più critica” – aggiunge il segretario regionale SAPPE Tiziana Guacci, che ribadisce: “Oramai da diverso tempo viene denunciata la precaria situazione penitenziaria della Campania, che si caratterizza anche per atti particolarmente violenti contro i poliziotti penitenziari e dall’assenza di provvedimenti contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha parole di elogio per i poliziotti di Secondigliano che hanno sventato l’evasione: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. I nostri Agenti sono stati bravissimi a fermare il fuggitivo. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini”. E definisce “semplicemente allarmanti ed inquietanti” gli eventi critici che accadono quotidianamente delle carceri. Per questo, servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze. Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi (articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario) ed il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza, come prevede il successivo articolo 32 del Regolamento. Sicuramente, a molti detenuti violenti la voglia di creare disordini mettendo a rischio la sicurezza delle carceri, anche tentando evasioni, oppure aggredire il personale passerà”.

 




Carceri, ancora due detenuti evasi dal Beccaria

ROMA – “Due fratelli, stranieri, entrambi minorenni, sono evasi verso le 15.45 dall’Istituto Penale per Minorenni ’Cesare Beccaria’ di Milano scavalcando il muro di cinta. Uno dei due era già fuggito nel giugno scorso e rintracciato nel giro di qualche giorno. Non c’è pace evidentemente nelle carceri del Paese, che si guardi al circuito per minori, in cui permangono detenuti fino al 25esimo anno d’età, o a quello per adulti. E quanto accade, ovviamente, non è frutto del caso, ma ha responsabilità precise da ricercarsi nel pressapochismo politico e amministrativo che imperversa ormai da troppi anni”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“I due evasi sono già ricercati dalla Polizia penitenziaria e dalle altre forze dell’ordine ed è del tutto probabile che, nel giro di poche ore o al massimo qualche giorno, vengano ripresi o, addirittura, si riconsegnino. Ma ciò non cancellerà le falle del sistema che, per esempio, tiene 18enni negli adulti a bruciare vive e 25enni nei minori con i 14enni. Un paradosso incomprensibile”, prosegue il Segretario della UILPA PP.

“Ma ancora più paradossale, a fronte di tutto ciò che sta accadendo nelle carceri, è l’inerzia e persino il silenzio del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, più attenta, evidentemente, alle ‘relazioni private’ dell’ex ministro Sangiuliano che non allo sfacelo manifesto e pubblico delle prigioni in cui sono ammassati oltre 15mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili e nelle quali 36mila donne e uomini della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, continuano a scontare le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato. Non bastano più gli annunci e i proclami, servono interventi incisivi e immediati o la catastrofe sarà sempre più pesante”, conclude De Fazio.




Evasione di tre detenuti da Casal del Marmo, dura reazione del Sappe

ROMA- Riceviamo e pubblichiamo: “Clamorosa evasione, poche ore fa, di tre detenuti dall’Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, a Roma. Ed è vibrante la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Maurizio Somma, segretario per il Lazio del SAPPE, commenta: “Ora è fondamentale riacciuffare i tre detenuti, tutti stranieri, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Nazione”, prosegue il sindacalista, che proprio nei giorni scorsi era stato in visita nella struttura detentiva. “Sempre oggi c’era stata una rissa tra i detenuti delle due palazzine dell’IPM”, conclude. Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari che il SAPPE denuncia da anni. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”. E solleva “dubbi sulla capacità delle strutture minorili, concepite per minori italiani, di contenere giovani stranieri con esperienze criminali potenzialmente più complesse e un’età forse non corrispondente a quella dichiarata. Tali questioni, unitamente alla carenza di personale, potrebbero avere facilitato la fuga. L’episodio ha riportato di attualità la sfida continua della gestione delle strutture penitenziarie e della sicurezza, inducendo a riflettere sull’adeguatezza e sull’efficienza del sistema penitenziario della Giustizia Minorile”.

Per Capece, “servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude”.

Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE




Evasione di tre detenuti dal minorile di Casal del Marmo

Riceviamo da Uspp Lazio e pubblichiamo: “Apprendiamo da fonti interne al minorile di Casal del Marmo verso le ore 17.30 circa durante una partita di pallone nel campo sportivo all’interno del carcere è avvenuta una rissa tra detenuti che illudendo e impegnando i pochi agenti presenti, tre di loro illudevano la sorveglianza e scavalcavano le mura del carcere romano. Ne da notizia la segreteria regionale USPP Lazio.

I giorni scorsi il sindacato aveva già lanciato segnali della difficoltà estrema che vive anche il minorile romano, tra aggressioni, incendi, danneggiamenti e quant’altro sembra non attirare interessi dall’amministrazione della giustizia minorile e del ministero della giustizia”.




Duplice evasione di due detenuti magrebini dall’Istituto Penale per Minorenni di Milano “Cesare Beccaria”

MILANO- “In data odierna, successivamente alla visita sui luoghi del lavoro, effettuata con il Presidente USPP Dr. Giuseppe Moretti, in unione al Segretario Regionale Aggiunto Enzo Tinnirello ed al Segretario Locale Giovanni Giuliani, abbiamo appreso della duplice evasione posta in essere da due ristretti di origine nord africana.

Le modalità dei fatti sono ancora in corso di accertamento, ma é chiaro che l’episodio non fa che confermare l’esistenza di gravi limiti strutturali di sicurezza, i quali sono emersi durante la nostra visita e che saranno oggetto di apposita segnalazione ai vertici del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.”

Questo il commento di Umberto Di Stefano, Commissario Straordinario USPP Lombardia, il quale aggiunge: ” A nome della Segreteria Regionale USPP, esprimo la totale vicinanza ai Poliziotti Penitenziari in servizio presso l’I.P.M. di Milano, con l’auspicio che la struttura venga messa in breve tempo in sicurezza, ripristinando delle condizioni di lavoro degne di un Paese civile.”




Rivodutri, un arresto per evasione

RIETI – I Carabinieri della Stazione di Rivodutri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare con applicazione della custodia in carcere nei confronti di un quarantenne del luogo, già sottoposto agli arresti domiciliari.

Il provvedimento scaturisce dalla richiesta di aggravamento avanzata proprio dai Carabinieri, in seguito al reato di evasione, commesso dal predetto nei giorni scorsi. Nello specifico, l’uomo era stato sorpreso dagli operanti fuori dal luogo di detenzione domiciliare senza giustificato motivo e, pertanto, immediatamente tratto in arresto.

L’A.G., nella circostanza, convalidava l’arresto e disponeva l’immediata liberazione ai sensi dell’art. 121 disp. att. c.p.p. e la ricollocazione agli arresti domiciliari.

A seguito delle risultanze investigative raccolte dai militari dell’Arma, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti ha emesso richiesta di aggravamento della misura cautelare in atto, in quanto quella dei “domiciliari” si era dimostrata insufficiente a garantire le esigenze cautelari. Sulla base di tali elementi, il GIP ha accolto la richiesta e ha disposto che la persona venisse sottoposta a custodia cautelare in carcere.

A quel punto, emesso il provvedimento, i Carabinieri di Rivodutri hanno immediatamente rintracciato il reo e, al termine delle attività di rito, lo hanno condotto presso la Casa Circondariale di Rieti.




Roma, detenuto di Regina Coeli tenta di evadere durante udienza a piazzale Clodio, protesta il Sappe

ROMA- Ferma presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo il tentativo di evasione dal palazzo di Giustizia di Roma, in piazzale Clodio, di un detenuto straniero del carcere di Regina Coeli. Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del SAPPE, ricostruisce l’evento: “L’uomo ha tentato di scappare una volta sceso dal pullman della Polizia Penitenziaria che lo aveva condotto a piazzale Clodio, ma è stato prontamente bloccato dagli Agenti che lo hanno scovato nascosto tra le macchine. Era stato condotto nella cittadella giudiziaria con altri dieci detenuti, scortati da tre poliziotti. L’uomo è stato dunque prontamente bloccato e sarà processato per direttissima per questo nuovo grave reato”. Somma esterna il “pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta che ha evitato il compimento di un grave evento critico con estrema professionalità. Oramai anche i tentativi di fuga dei detenuti, sia che avvengano dagli ospedali, dai tribunali o dagli istituti di pena stanno diventando una mera statistica” ed evidenzia che “l’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere alla presenza di cittadini, avvocati, impiegati ma è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale”.

“Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, evidenzia il segretario generale del SAPPE Donato Capece. Che torna a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere” e dalle “espulsioni di tutti i detenuti stranieri in Italia, spesso protagoinisti per più gravi eventi critici in carcere”. “Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il sindacalista, che si appella ai vertici del DAP affinchè creino le condizioni“per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”. “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del SAPPE.




Fara in Sabina, un arresto per evasione

RIETI – I Carabinieri del Comando Stazione di Fara in Sabina hanno arrestato un trentenne per evasione dagli arresti domiciliari.

L’uomo, di origine romene ma da tempo domiciliato in Italia, era stato già tratto in arresto nei giorni scorsi e sottoposto agli arresti domiciliari poiché, al culmine di una lite con la compagna, aveva aggredito i militari intervenuti per riportare la situazione alla calma.

Nonostante la sottoposizione alla citata misura ristrettiva della libertà personale, l’interessato si è allontanato più volte dalla propria abitazione non facendosi trovare a casa dai Carabinieri che, così come previsto in questi casi, si sono recati presso il suo domicilio per verificarne l’effettiva presenza.

Tali violazioni sono state prontamente segnalate all’Autorità Giudiziaria che ha così emesso un ordine di carcerazione nei confronti dell’interessato il quale, al termine delle formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di Rieti.

Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.




Roma, sventato a Rebibbia il tentativo di una clamorosa evasione

ROMA- Un detenuto italiano ha tentato di evadere, ieri pomeriggio, Casa di reclusione di Rebibbia, a Roma, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il compimento del grave evento critico. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Ricostruisce i fatti Maurizio Somma, segretario nazionale del Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Ieri pomeriggio, durante l’ora dei passeggi, un detenuto, minorato e con problemi psichiatrici, credendo di non essere visto, ha sfondato un cancello esterno del cortile ed ha iniziato a dirigersi verso gli uffici della Direzione, adiacenti l’uscita del carcere. Il personale di Polizia Penitenziaria è immediatamente accorto del tentativo di fuga ed è intervenuto, bloccandolo. Ottimo intervento della Polizia Penitenziaria che ha evidenziato la professionalità ed il senso del dovere con cui espleta il suo servizio, nonostante una oggettiva e grave carenza di organico. Al ministero chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti che sono stati parte attiva nello sventare l’evasione”.

“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – prosegue Somma, che ribadisce: “Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha parole di elogio per i poliziotti di Rebibbia che hanno sventato l’evasione: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. I nostri Agenti sono stati bravissimi a fermare il fuggitivo. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini”. E definisce “semplicemente allarmanti ed inquietanti” alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto Lazio-Abruzzo-Molisedal 1° settembre al 31 dicembre 2023: “Pensate, ci sono state 236 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, otto proteste collettive con sei rifiuti di entrare in cella. Ma ancora più gravi le aggressioni a poliziotti: 56 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 9 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni e ben 6 aggressioni con prognosi maggiori di 20 giorni”.

“Nelle carceri della Nazione, e del Lazio in particolare, serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che fa appello al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”.




Evade dai domiciliari, giovane riconosciuto in un bar ed arrestato

VITERBO – Nella mattinata di ieri personale della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Viterbo, libero dal servizio, ha riconosciuto all’interno di un bar ubicato nel centro cittadino un giovane di nazionalità marocchina che lo scorso 1 gennaio si era allontanato dagli arresti domiciliari, misura alla quale era stato posto in attesa del giudizio direttissimo per il reato di rapina impropria. Lo stesso era già stato riconosciuto quale autore di altri scippi verificatisi a Viterbo nei giorni scorsi.

Il Tribunale di Viterbo aveva così emesso nei confronti del 21enne straniero la misura della custodia cautelare in carcere.

L’uomo, domiciliato a Viterbo, si era reso irreperibile andando a dimorare in un paese della provincia ma, noncurante della sua posizione giuridica, ha continuato a frequentare il capoluogo.

La sua libertà però è finita quando i poliziotti lo hanno individuato a bere un caffè traendolo in arresto.




Lecce, tentata evasione di un detenuto straniero dall’ospedale, protesta il Sappe

LECCE – Ferma presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo il tentativo di evasione dall’Ospedale di Lecce di un detenuto del carcere. Federico Pilagatti, segretario nazionale per la Puglia del SAPPE, ricostruisce l’evento: “A Lecce un detenuto sottoposto a visita medica all’ospedale di Lecce ha eluso il controllo ed è fuggito a piedi. Gli agenti della polizia penitenziaria e i colleghi del posto fisso sono riusciti a bloccarlo dopo una breve fuga. È accaduto stamattina all’ospedale Vito Fazzi nel capoluogo salentino. Il detenuto doveva essere sottoposto ad un controllo medico, ma è riuscito a scappare. Sono stati esplosi alcuni colpi in aria al fine di inibirne la fuga. Gli ingressi della struttura sono stati bloccati e controllati dagli agenti, con l’ausilio dei colleghi della Questura, ma dopo poco l’uomo è stato bloccato.”. Pilagatti esterna il “pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta che ha evitato il compimento di un grave evento critico con estrema professionalità. Oramai anche i tentativi di fuga dei detenuti, sia che avvengano dagli ospedali, dai tribunali o dagli istituti di pena stanno diventando una mera statistica” ed evidenzia che “l’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in un ospedale alla presenza di altri ricoverati, personale medico e sanitario, ma è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale”.

“Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, evidenzia il segretario generale del SAPPE Donato Capece. Che sollecita “provvedimenti urgenti” e ricorda che nei giorni scorsi ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”. Capece ricorda di avere espresso anche “apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane” ed auspica “che analoghi accordi vengano assunti con i Paesi che hanno un alto numero di loro connazionali tra i detenuti in Italia, ovvero Romania, Nigeria, Marocco e Tunisia per poi, via via, interessare tutti gli altri Paesi”.




Busto Arsizio, sventata in ospedale clamorosa evasione di un detenuto, Sappe: “Appezzamento a polizia penitenziaria”

BUSTO ARSIZIO- Un detenuto del carcere di Busto Arsizio ha tentato di evadere dall’Ospedale cittadino, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il compimento del grave evento critico. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Ricostruiscono i fatti Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del SAPPE: “È di sabato sera la notizia del tentativo di fuga di un detenuto di origine italiana che, tradotto d’urgenza presso il nosocomio cittadino di Busto Arsizio, durante le cure del caso ha tentato di divincolarsi e correre verso l’uscita della stanza. Prontamente il detenuto è stato bloccato dal personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta e successivamente ritradotto in istituto”.

Greco esterna il “pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta che ha evitato l’evasione del detenuto dall’ospedale con estrema professionalità. Oramai anche i tentativi di fuga dei detenuti, sia che avvengano dagli ospedali, dai tribunali o dagli istituti di pena stanno diventando una mera statistica”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha parole di elogio per i poliziotti di Busto Arsizio che hanno sventato l’evasione ma denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri lombarde e nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi Riteniamo che sia necessario rivedere il sistema sanitario: a nostro avviso riteniamo una certa facilità d’invio di detenuti verso le strutture sanitarie pubbliche. Troppi casi di invio in codice rosso poi ritenuti non di carattere d’urgenza”. E torna a denunciare il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla Polizia Penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti: “Dal punto di vista sanitario la situazione delle carceri è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo deve far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.




Palermo, evasione lampo di due detenuti dal carcere minorile, subito riacciuffati

PALERMO- Evasione lampo nel carcere minorile di Palermo da parte di due detenuti, che sono però stati bloccati dal personale di Polizia penitenziaria dopo rapide ricerche. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Generale Donato Capece: “Ieri, verso le 17.30 circa, mentre i detenuti minorenni si trovavano al piazzale dei Passeggi, da una cella venivano calate delle lenzuola, poi utilizzate da due minori (uno di origini italiane e l’altro marocchine) per scavalcare la rete per darsi alla fuga. . Subito il personale di polizia Penitenziaria si è prodigato per riprendere gli evasi, catturati presso la stazione ferroviaria Notarbartolo. Plauso del SAPPE al personale dell’Istituto penale per minorenni di Palermo che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione evitando che i detenuti potessero sparire nel nulla definitivamente”.

Per Capece, “è sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia’. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili”. Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”. E si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità Antonio Sangermano: “Al Capo Dipartimento Sangermano rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.




Alba, clamorosa evasione di un detenuto dal carcere

ALBA- Clamorosa evasione, oggi, di un detenuto dal carcere di Alba. Ed è dura la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Adesso è prioritario catturare l’evaso”, denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “ma la grave
vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere”. Santilli riferisce che “un detenuto ammesso al lavoro all’esterno, raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere notificatagli dai carabinieri, è riuscito a evadere dal reparto semiliberi approfittando dell’apertura del cancello per l’uscita di un altro detenuto, poi ha presumibilmente scavalcato l’intercinta e, una volta raggiunta la propria autovettura del parcheggio, si è dileguato”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato, ricorda che “il SAPPE denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. Serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.