“Attraversare il dolore” è il toccante monito di Gino Cecchettin, padre di Giulia, ospite de “I Pirati della Bellezza 2024”

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – Il libro scritto da Gino Cecchetin con Marco FranzosoCara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia (Rizzoli Editore) termina con questo pensiero: Questo libro è iniziato con una porta rimasta aperta (quella della camera di Giulia, mai più tornata a casa) e termina con una porta che invece si apre sul futuro e sulla speranza nei giovani, affinchè trovino la voglia e la forza di costruire un mondo migliore. 

Nell’ambito della prestigiosa rassegna “I Pirati della Bellezza, festival della parola e del pensiero 2024” giunta alla quarta edizione e dedicata quest’anno alla battaglia contro la violenza sulle donne, ideata dal giornalista Carlo Galeotti, direttore del giornale online “TusciaWeb”, lunedì 21 ottobre nel Centro Culturale della Fondazione Carivit, Auditorium Aldo Perugi (via Faul 24), è stato accolto un attesissimo ospite, Giulio Cecchettin con il suo libro “Cara Giulia”. Sala pienissima, tanti giovani, posti in piedi. Nessuna ripresa, né selfie, né firma copie, con l’intero incontro trasmesso in streaming sulle pagine online di TusciaWeb. Questo perchè Giulio Cecchettin, faccia serena ma scolpita dal dolore, non è qui per chiacchierare ma per onorarare la memoria di sua figlia Giulia con un progetto a sostegno delle vittime di violenza.

Giulia era una studentessa di ingegnaria biomedica all’Università di Padova, prossima a laurearsi con la discussione sulla tesi di laurea, uccisa da un ex fidanzato, Filippo Turetta, che si dichiarava innamorato. Poi la laurea l’ha ricevuta postuma, giustamente, dal Rettore dell’Università di Padova.

Con grande coraggio Gino Cecchettin ha deciso di ‘attraversare il dolore immenso’ e per il bene anche degli altri due figli, Elena e Davide, si è messo in viaggio  per promuovere il suo libro in giro per l’Italia, i proventi netti derivanti dai diritti d’autore servono a sostenere la nascita della ‘Fondazione Giulia’, ormai arrivata quasi in porto. Cinquanta copie del libro sono state acquistate dalla Fondazione Carivit e donate ad altrettanti ospiti entrati per primi in fila indiana nell’Auditorium. Ha dialogato con lui Patrizia Prosperi e Carlo Galeotti.

Gino Cecchettin, al tavolo dei relatori, serio e composto nel suo immenso dolore ha espresso i più intimi pensieri “se una figlia muore prima dei genitori, e in modo così violento, è tutto finito”. “I figli non hanno bisogno di essere protetti, hanno bisogno del nostro tempo, di essere ascoltati”. Racconta la sua infanzia e giovinezza non molto felice, tutta trascorsa tra i NO del padre, niente amici, niente feste, niente gite. E ricorda un No che lo ha ferito molto all’età di 19 anni quando si è innamorato di una ragazza, l’ha raggiunta in bicicletta percorrendo 40 km, le ha dichiarato il suo amore, ma la ragazza non lo ha condiviso e gli ha detto No. Si è ripreso, racconta ancora, cinque anni dopo quando ha incontrato l’amore della sua vita, Monica, con la quale ha vissuto 27 anni magnifici di matrimonio. Ma la sorte ha voluto che purtroppo la sua sposa si ammalasse di cancro e nell’ottobre del 2022, è morta. Poi la tragedia immensa di Giulia. E per arginare rabbia e odio verso il ragazzo assassino, nelle notti insonni  Gino Cecchettin ha ricordato il viso sempre sorridente di Giulia, ragazza dolce e solare, e ha deciso di ‘attraversare il dolore’ ed aiutare tante donne che o per mancaza di denaro o di lavoro, sono costrette a stare in casa con un marito violento e hanno paura di denunciare. E dal dossier del Viminale 2024: sono già 65 i femminicidi dall’inizio dell’anno.

La serata si è conclusa con gli applausi calorosissimi del pubblico toccato da tanta sofferenza, occhi lucidi, mesti sorrisi di conforto e con l’acquisto del libro “Cara Giulia”.

NOTA – Il 20 novembre 2023 il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera di Elena Cecchettin in cui la ragazza ha denunciato la responsabilità della società nel creare quelli da lei definiti “figli sani del patriarcato e della cultura dello stupro”, indicando con tale espressione chi assume comportamenti che ledono la figura della donna, come il controllo, la possessività, la gelosia e chi cerca di giustificare coloro che compiono gesti violenti contro le donne definendoli “mostri” o malati di mente. La sorella maggiore della vittima ha dunque invitato tutti gli uomini a responsabilizzarsi, richiamando amici e colleghi che tengono comportamenti tollerati dalla società ma che potrebbero essere il preludio del femminicidio definito da lei un “omicidio di Stato” e un “delitto di potere” a cui occorre reagire con l’educazione sessuale e affettiva.

Le parole di Elena Cecchettin hanno scatenato una grande ondata di commozione, dolore e rabbia in Italia, dove si è aperto un dibattito e si sono tenute manifestazioni spontanee in molte città e con la partecipazione di migliaia di persone. In occasione della ‘Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne’, il 25 novembre, si è radunato a Roma circa mezzo milione di persone. Il caso ha sollevato importanti questioni riguardo alla prevenzione della violenza di genere e all’efficacia delle leggi esistenti.

 




Carlo Cottarelli ospite con il suo libro “Dentro il Palazzo” al quarto festival de “I Pirati della Bellezza”

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – Un Carlo Cottarelli che non ti aspetti. Lo abbiamo sempre visto in tv e nelle foto pubblicate sui giornali, serio, sguardo diretto e poco incline al sorriso. Ma dietro l’apparente severità si cela un uomo amabile, divertente ed ironico. A grande sorpresa lo ha scoperto il numeroso pubblico intervenuto giovedì 17 ottobre all’Auditorium Unindustria (via Faul). Sala piena con posti in piedi, e molte persone dirottate all’adiacente Auditorium della Fondazione Carivit dove l’incontro del pomeriggio è stato seguito su uno schermo. Un incontro promosso e ideato dal giornalista Carlo Galeotti, direttore del gioranle online “TusciaWeb” nell’ambito della quarta edizione de “I Pirati della Bellezza”, festival della parola e del pensiero.

Al tavolo dei relatori, dopo l’introduzione di Carlo Galeotti, ha aperto il dibattito con l’ospite d’onore, Carlo Cottarelli, il giornalista Giuseppe Castellini. Tutto è iniziato nella consueta serietà di domande e risposte sui problemi economici del nostro Paese, tasso d’interesse, inflazione. L’economista Carlo Cottarelli dà la sua spiegazione: “dati rivisti e finali di settembre che è 1,7%, al di sotto dell’obiettivo del 2%. Questo è dovuto al fatto che a settembre dell’anno scorso c’era stato un aumento particolarmente forte, quindi su 12 mesi il tasso di crescita è sceso. La Banca Centrale Europea aveva chiarito: non spaventatevi se a ottobre, a 12 mesi, l’inflazione torna al 2%; non c’è un’accellerazione ma è soltanto perchè non c’è più questo effetto di base. L’inflazione in realtà sta continuando a scendere se guardate i dati mensili, e quindi siamo sulla strada giusta. Era ora di abbassare il tasso d’interesse. Quando il tasso d’nteresse scende è più facile prendere a prestito i soldi, le imprese hanno più possibilità, spendono meno sul loro debito e lo Stato italiano, spende meno sul loro debito. Ovviamente chi ci rimette sono i risparmiatori, perchè il loro risparmio sarà remunerato a tassi più bassi”.

Ovvia domanda: cosa pensa della manovra economica del Governo? “Il Governo è abbastanza prudente con i conti pubblici, per la primva volta c’è stato un esempio, c’era un tesoretto da spendere quest’anno ma le cose andavano meglio del previsto, allora il Governo, invece che spenderlo, ha risparmiato. Io non me lo aspettavo. Il ministro Giorgietti è stato prudente. Le manovre non cambiano moltissimo. Quelle che vengono presentate come manovre, in realtà sono conferme di quello che già c’era. Se non abbiamo un quadro generale tra spesa pubblica e la dimensione dell’economia, il pil rimane più o meno costante a livello di quest’anno. C’è una piccola riduzione del deficit ma è tutto sulla linea giusta”.

Ma ecco che viene aperto il bellissimo libro “Dentro il Palazzo” (Mondadori), tema dell’incontro. E l’atmosfera in sala cambia, da seriosa si trasforma in ironica e divertente. Carlo Cottarelli ha già scritto libri di grande successo ma in questo libro di 220 pagine, racconta episodi di vita vissuta all’interno del Palazzo, del Senato, sino alla chiamata notturna del 27 maggio 2018 del Presidente della Repubblica Mattarella (inizialmente Cottarelli ha pensato a uno scherzo) che lo voleva a Roma per accettare l’incarico di formare un governo temporaneo e se ‘avesse ricevuto la fiducia del Parlamento, poteva restare in carica sino all’approvazione della legge di bilanncio’. Cottarelli lo racconta con dovizia di particolari che non dimentica, sino alla telefonata che subito fa alla moglie, in America, la quale alla strepitosa notizia, risponde: “allora non possiamo più andare in vacanza!”. Un racconto ilare che ha coinvolto tutto l’Auditorium, tra risate e applausi.

La serata si è chiusa con la consegna del libro ”omaggio” ai primi 80 interventi, il dono dei libri della GaleottiEditore, e l’attesissimo firma copie.

 




La giornalista Marianna Aprile apre con successo la quarta edizione de “I Pirati della Bellezza, festival della parola e del pensiero”

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – Scandalo Boccia-Sangiuliano, gossip o politica? Il gossip, è parte della politica. Inizia così, mercoldì il 16 ottobre, la quarta edizione de “I Pirati della Bellezza”, festival della parola e del pensiero targata Piattaforma 2.0, che ha accolto nel Centro Culturale della Fondazione Carivit, Auditorium Aldo Perugi (via Faul 24), la nota giornalista e conduttrice televisiva Marianna Aprile che con il collega Luca Telese, propone fatti del giorno nel seguitissimo programma “In Onda” su La7.

Sullo scandalo Boccia, che per tutta l’estate ha tenuto sulle corde, tv e giornali, ha dialogato con Marianna Aprile, (tra giornalisti il filo è diretto, ndr) Carlo Galeotti, ideatore della manifestazione e direttore del giornale online TusciaWeb, e con brevi domande, l’avvocato Massimo Pistilli. Un fatto meritorio che contraddistigue questo festival è “il libro in regalo”, infatti le prime 80 persone che anche questa volta si sono presentate all’ingresso dell’Auditorium, hanno ricevuto un libro, “Settant’anni del diritto di voto alle donne, dal lungo cammino per l’emancipazione alla partecipazione politica”, copie donate dalla Fondazione Carivit.

Domande e curiosità sull’intervista scoop fatta a Maria Rosaria Boccia e portata a casa, a La7, dai due giornalisti Aprile e Telese, hanno mobilitato l’attenzione dei presenti.

Così Marianna Aprile, prende il microfono e inizia a raccontare la storia, dal suo punto di vista.
“Promesse non mantenute. Perché se uno partecipa alle riunioni, fa parte delle delegazioni del ministro, a quelle promesse ci crede. E soprattutto quelle promesse, come dimostrato, hanno avuto a un certo punto una loro concretezza fisica La delibera è stata fatta, il contratto era stato firmato, quindi, non era una chiacchera. Non lo era nella prassi e non lo era nei fatti concreti. Il vaglio è stato fatto dopo che è scoppiato il caos, i giornali di destra lo hanno fatto con ‘l’assassination’ di Maria Rosaria Boccia. L’idea del potere che c’è dietro, la presunzione di avere a disposizione un’istituzione, che invece si dovrebbe servire, con disciplina e onore. Il dato più grave a mio avviso è quello. Per il resto sulle persone ognuno può avere l’opinione che crede..
Dalla sala scrosciano applausi di condivisione.

“L’intervista in differita a Maria Rosaria Boccia – continua la giornalista Aprile – Sulla nostra intervista, un mare di cattiverie. Anche qui i fatti. L’intervista è nata grazie alla “tigna” di Luca Telese, ora direttore del quotidiano Il Centro che ha travolto Maria Rosaria Boccia, ne ha conquistata la fiducia. E non era facile, perchè il mio avvicinamento è andato malissimo, non ci siamo capite e lei mi aveva allontanata. Era difficile farle capire che non volevi “fregarla”. Abbiamo poi ricucito. Provate a immaginare il tipo di pressione a cui era sottoposta in quella settimana Maria Rosaria Boccia, non solo perchè tutti gli occhi erano puntati sui social dove lei ha ampliamente documentato la sua delusione per il mancato incarito, promesso. Ma anche perchè si era messa in una posizione scomodissima che ha gestito con un senso dell’avventura, con freddezza. Tutto sommato finora è stata solo fregata. Per Luca Telese che è riuscito, come solo lui sa fare, a conquistare una persona: chapeau.

“Dunque, l’intervista la facciamo, non c’è montaggio, è stata spezzata in blocchi. L’unico artificio è stato quello di mettere in diretta tv a La7 la notizia delle dimissioni di Sangiuliano. Nessuna domanda concordata. Ci siamo seduti e abbiamo parlato. Le domande non ce l’ha mai chieste. Le interviste sono un piccolo miracolo: incontro tra persone. Siamo andati noi da lei. Hanno detto che le abbiamo fatto rivedere l’intervista. Siamo tornati a Roma alle 6,30 con una scheda di memoria in mano, unica copia dell’intervista. L’abbiamo consegnata alla regia che l’ha riversata in alta definizione. Quindi non è che non l’ha rivista lei, non l’abbiamo rivista noi. Della serie, speriamo bene. Non c’è stata neanche la richiesta, non è che gliela abbiamo negata noi. E in quella intervista, non c’è montaggio. Maria Rosara Boccia è un’enigma, una sfinge, sembra fragile ma di fatto è un vaso di coccio, accanto a un ministro. Hai la donna più potente d’Italia che se potesse ti toglierebbe di torno, hai un ministro, fedelissimo di Giorgia Meloni da tempo. Sei in mezzo a queste cose e lei durante la nostra intervista era a proprio agio, qualsiasi fosse la domanda o l’allusione. Lei è granitica. Mi ha fatto un’impressione di solidità e di solitudine.

“Infine- racconta ancora Marianna Aprile – abbiamo vissuta con incredulità l’idea che il TG1 del servizio pubblico Rai, sia stato in diretta a disposizione del ministro Sangiuliano per chiedere scusa a sua moglie, mi sembra assurdo, se avesse chiesto scusa anche agli italiani… Ma fai una telefonata a tua moglie! Un gesto di arroganza. Naturalmente tutta la mia compresione verso un uomo che era in grave difficoltà, dopo di chè…..Boccia, un fatto che lo sta gestendo da sola? L’attenzione c’era sui social, ma mancava il contenuto. Boccia non innesca niente, ha solo reagito. Il capo stampa dell’ex ministro dice: Boccia chi? E lei pubblica la foto con il ministro. Lei vive a lavora Pompei, dove i il ministro viveva da sei mesi. Al suo paese li hanno visti sempre insieme. E’ il ministro che comunica …

“Immaginate che a pubblicare sui social fosse stato un uomo, non sarebbe finito su Dagospia e non avremmo visto niente di tutto questo. Lei non solo è donna, ma è piacente. Quindi ognuno si è sentito in diritto e in dovere di commentare, perfino Paolo Mieli, incredibile,….

Gossip o politica? Il gossip è parte della politica. Applausi e ancora applausi.

La serata si chiude con doni di libri all’ospite d’onore. Tra i numerosi presenti anche autorità civili, militari e politiche.




Al via la IV edizione de “I Pirati della Bellezza”, festival della parola e del pensiero dal 16 al 26 ottobre

VITERBO – Pirati della bellezza, si parte con il festival della parola e del pensiero ideato da Carlo Galeotti. Dal 16 al 26 ottobre all’auditorium di Unindustria e al centro culturale della Fondazione Carivit a Valle Faul, Viterbo. Ad aprire la quarta edizione, la giornalista e conduttrice televisiva di La 7 Marianna Aprile con Scandalo Boccia, solo Gossip?

Tante novità per questa nuova edizione della manifestazione culturale targata Piattaforma 2.0.

Due sale a disposizione per ospitare un ampio pubblico con 250 posti a sedere. Otto incontri calendarizzati. Si parte mercoledì 16ottobre alle 18 all’auditorium di Fondazione Carivit. Ai presenti verranno donati 80 copie del libro Settant’anni del diritto di voto alle donne, dal lungo cammino per l’emancipazione alla partecipazione politica, donati dalla Fondazione Carivit. Ogni incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook di Tusciaweb e sul quotidiano online.

Come ogni anno, si replica l’iniziativa del Libro sospeso. Ai primi 50 partecipanti verrà dato un voucher per ritirare una copia omaggio del libro dell’autore presentato durante l’incontro, da ritirare a fine evento al banco della Libreria Fernandez, all’entrata. Per ogni incontro, i libri degli autori saranno in vendita.

Il filo conduttore della quarta edizione dei Pirati della bellezza sarà sui diritti delle donne, la lotta contro la violenza sulle donne e la parità di genere. Un tema fortemente suggerito e voluto dalla Fondazione Carivit. La manifestazione proseguirà giovedì 17 ottobre con Dentro il palazzo, cosa accade davvero nelle stanze del potere di Carlo Cottarelli.

A seguire, venerdì 18 ottobre, Davide Casaleggio con Gli algoritmi del potere, come l’intelligenza artificiale riscriverà la politica e la società.

Lunedì 21 ottobre sarà la volta di Gino Cecchettin con il libro Cara Giulia – Quello che ho imparato da mia figlia per onorare la sua memoria. Questo libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere e si toccherà con mano la tragedia straziante di Giulia Cecchettin che ha scosso un’intera nazione.

Martedì 22 ottobre alle 18, Alan Friedman sarà ospite al festival e presenterà il suo libro La fine dell’impero americano. L’incontro con il giornalista americano sarà a pochi giorni dalle elezioni Usa. E quindi di grande interesse.

Si prosegue con Corrado Augias nel pomeriggio di mercoledì 23 ottobre con il suo libro La vita s’impara. Alle 15, all’auditorium di Santa Maria in gradi (Unitus), il giornalista riceverà il dottorato di ricerca honoris causa in scienze politiche.

Gli ultimi due appuntamenti, in programma venerdì 25 e sabato 26 ottobre, vedranno come protagonisti la storica Michela Ponzani con Caro presidente ti scrivo, la Storia degli italiani nelle lettere al Quirinale e il giornalista e scrittore Marcello Veneziani con L’amore necessario – La forza che muove il mondo.




Per il gran finale del festival I Pirati della Bellezza, Giancarlo Governi parlerà di Alberto Sordi

Saranno testimonianze inedite sull’amicizia tra il giornalista e il regista della commedia italiana – Ultimo incontro della rassegna cinematografica in programma venerdì 31 maggio alle 18 nella chiesa di santa Maria dei LumiBASSANO IN TEVERINA (Viterbo) – Giancarlo Governi racconta in forma inedita e intima il suo amico Alberto Sordi. Ultimo incontro con il giornalista e sceneggiatore romano in programma venerdì 31 maggio alle 18 nella chiesa di santa Maria dei Lumi.
Un gran finale è atteso per la prima edizione del festival I Pirati della bellezza – cinema con Giancarlo Governi che per quattro incontri interessanti e incentrati sulla storia del cinema italiano ha intrattenuto il pubblico nella chiesa di santa Maria dei Lumi a Bassano in Teverina.
Totò, Anna Magnani, Vittorio De Sica e Alberto Sordi. Quattro grandi icone del cinema italiano, raccontate in versioni inedite dal giornalista e sceneggiatore romano.
Si chiude così, venerdì 31 maggio alle 18, la rassegna culturale ideata da Carlo Galeotti in collaborazione con il comune di Bassano in Teverina e il patrocinio dell’università degli studi della Tuscia. I quattro eventi sono stati possibili grazie al contributo dello sponsor Sigma.
Giancarlo Governi racconterà in forma inedita tra aneddoti, testimonianze e curiosità il suo caro amico Alberto Sordi, il maestro della commedia italiana che ha recitato in tanti film girati nella Tuscia: Il vigile regia di Luigi Zampa del 1960, I vitelloni, regia di Federico Fellini del 1953 e Lo scapolo del 1955.
A intervistare l’esperto in cinema Antonello Ricci e l’ideatore del festival Carlo Galeotti. Dopo l’incontro, sarà possibile acquistare i libri dell’autore e ci sarà il firmacopie.
Nato a Roma nel giugno 1939, Governi ha collaborato con molti giornali italiani tra i quali l’Avanti, Il Mondo, Paese Sera, Il Messaggero, l’Unità, il Radiocorriere e l’ufficio studi dell’Iri. Ma il giornalista romano non si è solamente limitato a raccontare la televisione.
Autore di diversi programmi televisivi, infatti, Governi ha collaborato al fianco di Alberto Sordi in “Alberto Sordi, storia di un italiano”, “Il pianeta Totò”, “Laurel & Hardy – Due teste senza cervello”, “Mille bolle blu”, “Italiaride”, “Totò, un altro pianeta”, “Totò Cento”, “Domenico Modugno. La leggenda di mister Volare”, “C’era una volta io”. In collaborazione con Leoncarlo Settimelli, con la regia di Silvio Governi e le musiche di Piero Montanari, ha realizzato anche il programma televisivo “Ritratti” in onda dal 1995 su Rai 2 e Rai 3.
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Pirati della bellezza – Cinema, Giancarlo Governi racconta Nannarella, la magnifica Anna Magnani

BASSANO IN TEVERINA (Viterbo)- Ai Pirati della bellezza – cinema è la volta di Nannarella, la magnifica attrice Anna Magnani raccontata da Giancarlo Governi. Secondo incontro della rassegna sul cinema oggi, 10 maggio, alle 18 nella chiesa di santa Maria dei lumi a Bassano in Teverina e sarà incentrato sulla figura unica di Anna Magnani, l’attrice che ha reso grande il cinema italiano e che per prima gli ha dato una dimensione internazionale.

Venerdì scorso, 3 maggio, è stata la volta del grande Totò. Pienone in chiesa, tutti i banchetti occupati, un pubblico interessato e attento ha ascoltato le testimonianze di Giancarlo Governi sul grande Antonio De Curtis.
A intervistare uno dei massimi esperti di cinema e cultura visiva Giancarlo Governi Antonello Ricci e il direttore di Tusciaweb e ideatore del festival Carlo Galeotti.
Pirati della bellezza – cinema continuerà con il terzo appuntamento dedicato al grande Vittorio De Sica, il padre del cinema neorealista italiano il 24 maggio.
La manifestazione si concluderà il 31 maggio con l’ultimo incontro incentrato invece su Alberto Sordi, il maestro della commedia italiana che ha recitato in tanti indimenticabili film girati proprio nella Tuscia: I vitelloni (regia di Fellini) del 1953 e Lo scapolo del 1955, per fare qualche esempio.
Il giornalista e sceneggiatore Giancarlo Governi da più di trent’anni si occupa di cinema, spettacolo e cultura e ha conosciuto le più grandi stelle dell’intrattenimento audiovisivo italiano.
Nato a Roma nel giugno 1939, Governi ha collaborato con molti giornali italiani tra i quali l’Avanti, Il Mondo, Paese Sera, Il Messaggero, l’Unità, il Radiocorriere e l’ufficio studi dell’Iri. Ma il giornalista romano non si è solamente limitato a raccontare la televisione.
Autore di diversi programmi televisivi, infatti, Governi ha collaborato al fianco di Alberto Sordi in “Alberto Sordi, storia di un italiano”, “Il pianeta Totò”, “Laurel & Hardy – Due teste senza cervello”, “Mille bolle blu”, “Italiaride”, “Totò, un altro pianeta”, “Totò Cento”, “Domenico Modugno. La leggenda di mister Volare”, “C’era una volta io”. In collaborazione con Leoncarlo Settimelli, con la regia di Silvio Governi e le musiche di Piero Montanari, ha realizzato anche il programma televisivo “Ritratti” in onda dal 1995 su Rai 2 e Rai 3. Segnala la tua partecipazione all’incontro con Giancarlo Governi sulla grande Anna Magnani su Facebook
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I Pirati della Bellezza: Nino Di Matteo ha presentato “Il patto sporco e il silenzio”

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO- Secondo appuntamento ieri con “I Pirati della Bellezza”. Il magistrato Nino Di Matteo, sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, ha presentato “Il patto sporco e il silenzio”, che non è solo un libro, ma un monito.

Dopo l’ultima sentenza del processo sulla Trattativa Stato-mafia, è calato il silenzio su una delle vicende più drammatiche e clamo­rose della storia repubblicana italiana. E non pochi sono stati quelli che hanno violentemente attaccato i magistrati che avevano istruito il procedimento, tra i quali Nino Di Matteo, autore di questo libro, ora riproposto in una nuova edizione aggiornata, che intende illu­minare la verità giudiziaria ma anche quella storica di un fatto ormai acclarato, come è scritto distintamente nelle motivazioni della sentenza d’appello.
“Il patto sporco e il silenzio” dunque rappresenta la let­tura più completa di una vicenda che molti vorrebbero venisse rimossa dalla cronaca e dal­la storia del nostro Paese. Ma non deve essere così. Gli attentati a Lima, Falcone, Borsellino, le bombe a Milano, Firenze, Roma, lo Stato in ginocchio, i suoi uomini migliori sacrifica­ti. Eppure in quello stesso momento, men­tre scorreva il sangue delle stragi, c’era chi, in nome dello Stato, dialogava e interagiva con il nemico. “Fu proprio dopo la senten­za d’appello che, insieme a Nino Di Matteo, avvertimmo la necessità di un’altra edizione di questo libro” scrive Saverio Lodato nella nuova introduzione. “Per tante ragioni. Gli imputati, prima condannati, erano stati assol­ti. Non si poteva far finta di niente. I lettori avevano il diritto di conoscere il prosieguo della storia.” Anche perché, nel frattempo, si è aggiunto il ricorso in Cassazione della pro­cura generale di Palermo.

Il festival della parola e del pensiero, ideato dal direttore di Tusciaweb Carlo Galeotti, prosegue dunque con successo gli incontri della terza edizione. Ieri, martedì 17 ottobre, si è svolto l’evento avente come protagonista il sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo Nino Di Matteo che ha presentato “Il patto sporco e il silenzio”

Fra i presenti all’incontro: il questore Fausto Vinci, il ten.col. dei Carabinieri GuglielmoTrombetta, il capitano Felice Bucalo, il presidente dell’ Ance Andrea Belli.
Le dediche dell’evento sono state a don Lorenzo Milani e ad Alessio Paternesi, “un grande artista che ci ha insegnato la bellezza e a riprodurre l’amore nelle immagini, nel ventennale di Tusciaweb”, come ha spiegato il direttore Carlo Galeotti.
50 libri sono stati donati a 50 partecipanti.
Nino Di Matteo ha risposto in modo chiaro alle domande poste. Ha parlato inizialmente del ruolo dei giudici.

“Il nostro ruolo lo dobbiamo esercitare non perdendo di vista l’opera della collettività – ha detto il magistrato – Io sono convinto che ci si debba sempre confrontare. Le istituzioni devono cercare di essere trasparenti. Non credo al magistrato che parla solo attraverso le sentenze. Il magistrato è un uomo che ha le sue idee e non è questo che fa venire meno l’imparzialità, ma l’appartenenza a qualcuno o qualcosa. “

Ha poi continuato :”Mi voglio riferire al periodo 1992- 94. Dopo l’omicidio di Salvo Lima sono avvenute 7 stragi e il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. È importante, a tal proposito, capire il disegno stragista. Molti elementi sono emersi in questi 30 anni di indagini. Riina diceva:- Noi al governo gli dobbiamo vendere i morti. Dopo il maxiprocesso del 92, Salvatore Riina e gli altri si accorsero che i referenti politici avevano tradito e concepirono la strategia di fare la guerra per poi fare la pace. Alcuni politici si ritiene abbiano fatto da cinta di trasmissione. In primo grado furono condannati. In secondo grado, però, sono stati assolti gli uomini delle istituzioni.”
Di Matteo ha affermato con decisione:” La trattativa Stato – mafia c’è stata.
E furono gli uomini dello Stato a cercare Riina e non viceversa.
Ma poi i responsabili non vennero condannati.
In cassazione è stata cambiata la formula: assoluzione per non aver commesso il fatto. Su questa vicenda ci sono stati silenzi e mistificazioni. Andammo a trovare Ciancimino. Gli chiesi:- Cos’è questo muro contro muro fra Stato e mafia?. La risposta fu: – Hanno accettato il dialogo.
Quando Riina si sentì cercato, era raggiante: aveva dato ai politici molte richieste.
Perchè sono state fatte le stragi e poi sono improvvisamente cessate?
Il 23 gennaio 94 era stato predisposto tutto per un attentato – come disse Spatuzza- all’Olimpico. La Lancia Thema doveva colpire il pullman dei Carabinieri.
Non possiamo dimenticare quelle pagine.”

Il magistrato ha poi fatto una riflessione:” La mafia di avvale di commercialisti, magistrati scorretti, politici, ma Riina era un vero capo, dotato di furbizia, sagacia e, benché non fosse condiviso, era rispettato da tutta la mafia, era coerente.
Sono stati uccisi uomini politici, polizia, sacerdoti, medici legali, carabinieri. Cosa nostra ha condizionato la politica nazionale; la sua vera forza è stata incrementare rapporti con il potere. Io sono convinto che non dobbiamo mai essere troppo sicuri di nulla; la mafia ha dimenticato la politica stragista? 8 anni fa avevano organizzato un attentato contro di me. Loro sanno cambiare la pelle come un serpente. Trovano più conveniente la strategia della soppressione: stanno alla finestra ed è una mafia più sfuggente; masse di capitali sporchi sono stati investiti in altre attività apparentemente lecite. Non è più la mafia di 30 anni fa: è più nascosta e più diffusa in Europa.
Solo le indagini ci faranno capire chi è attualmente il capo. Matteo Messina Denaro, dopo la morte di Riina e Provenzano, aveva le caratteristiche per essere il capo. Era nel commando che doveva uccidere Falcone a Roma . È stato un vero capo di Cosa nostra. Fece una latitanza lunghissima che destò domande. Noi abbiamo la migliore polizia giudiziaria al mondo: la latitanza si può giustificare solo con collusioni ad alto livello.
Bisognava proteggere la latitanza perchè ci si allea con un nemico per sconfiggerne uno più pericoloso. Da magistrato non posso accettarlo. Le ragioni di stato non possono essere nascoste.”
Di Matteo ha poi affermato, riguardo alle riforme Cartabia e Nordio, che vanno bella stessa direzione. “Noi ci avviamo verso un sistema penale a due velocità- ha spiegato – : forte con i deboli e debole con i forti. Nelle strutture penitenziare pochi scontano pene per corruzione. Se limitiamo intercettazioni, torniamo alla prescrizione più breve, se limitiamo l’abuso di ufficio, sarà più difficile evidenziare i reati . Se il processo non si conclude entro 2 anni, si richiama di farlo estinguere, secondo la legge Cartabia. I processi complessi non verranno mai considerati. L’Europa ci chiede processi veloci, non di annullarli. Ci sono riforme che rendono sempre più farraginoso il processo. Non dobbiamo entrare nella logica delle carte a posto.
Come velocizzare la giustizia? Con più risorse umane e la giustizia penale dovrebbe recuperare alcuni atti. Faccio da 32 anni questo lavoro: i migliori giudici sono quelli che hanno fatto i pm e viceversa.
Falcone, Borsellino, Livatino furono sia pm che giudici.”
Il firmacopie ha concluso l’interessante appuntamento con Nino Di Matteo.