Flai e Cgil esprimono vicinanza ai lavoratori impiegati nell’azienda agricola viterbese che ha ricevuto ordinanza di sequestro preventivo

Riceviamo e pubblichiamo: “La CGIL e la FLAI di Viterbo esprimono profonda vicinanza e solidarietà ai lavoratori impiegati in una nota azienda agricola viterbese che alle prime luci dell’alba ha ricevuto dai carabinieri del nucleo dell’ispettorato del lavoro di Viterbo un’ordinanza di sequestro preventivo emanata dal GIP che ha ipotizzato il reato di grave sfruttamento del lavoro.
L’azienda coinvolta, approfittando delle condizioni di particolare fragilità e bisogno, avrebbe costretto i lavoratori agricoli a turni di lavoro lunghissimi, (dall’alba al tramonto, anche fino a dodici ore al giorno) spesso con esposizione alle intemperie, avrebbero negato la fruizione del riposo settimanale, delle ferie e del periodo di malattia retribuito.
È inaccettabile che ci siano lavoratori costretti a condizioni di lavoro così disumane, trattati come schiavi, privati dei più elementari diritti, ricattati da chi considera il lavoro solo un profitto e i diritti solo degli ostacoli, con salari da fame, ritmi e condizioni di lavoro insicure e inumane. Da anni la FLAI e la CGIL territoriali attenzionano le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati nel settore agricolo portando avanti azioni di tutele individuali e collettive, raccogliendo testimonianze relative alle condizioni di lavoro irregolari e di grave sfruttamento lavorativo in particolare ai danni delle persone provenienti da Paesi extra comunitari.
Questo ennesimo episodio dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che in questo territorio permangono sacche di illegalità ancora difficili da sconfiggere, soprattutto nel settore dell’agricoltura, che nonostante tutte le denunce e sequestri effettuati in questi ultimi anni non accennano a diminuire.
La Flai e la Cgil tutta continueranno come sempre ad essere un baluardo insormontabile contro lo sfruttamento del lavoro, contro il caporalato e contro tutte le ingiustizie perpetrate nel mondo del lavoro”.
La Segretaria Generale CGIL
Civitavecchia Roma nord Viterbo
Stefania Pomante
Il Segretario Generale FLAI CGIL
Civitavecchia Roma nord Viterbo
Marco Nati




Protesta dei lavoratori della sanità pubblica e privata, il 1° ottobre 2024

VITERBO – Riceviamo dal Segretario Provinciale Giancarlo Catani (Fials) e pubblichiamo: “La manifestazione di protesta dei lavoratori della sanità pubblica e privata indetta dalla
scrivente organizzazione sindacale già preavvisata alla Questura di Viterbo, si svolgerà a
partire dalle ore 10,00 di martedì 1 ° ottobre, in via Enrico Fermi 15, davanti alla sede della
ASL Viterbo, in tale occasione, una delegazione chiederà di essere ricevuta dal Commissario
Straordinario della ASL di Viterbo e successivamente in piazza del Plebiscito, dal Sindaco di
Viterbo.
L’intento della protesta, è quello di sensibilizzare cittadini ed autorità per porre nella dovuta considerazione i seri problemi che stanno attanagliando numerosi servizi sanitari sia pubblici
che privati, che rischiano se si continua a trascurarli, di provocare gravi ripercussioni sui
livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sanitarie rese ai cittadini.
Di 80 infermieri previsti nel piano del fabbisogno del personale (comunque insufficienti) che dovevano essere assunti già da molti mesi, ne sono arrivati meno di 40, di 70 operatori socio
sanitari previsti (comunque insufficienti) ne sono arrivati zero. Zero assunzioni anche per 10
collaboratori amministrativi come pure per i tecnici di radiologia e di laboratorio, mentre per i medici ci sono ancora vistose carenze in quasi tutte le discipline. Anche nella sanità privata in particolare a Villa Immacolata, la carenza di operatori socio sanitari ed infermieri è pesante, alcuni infermieri hanno preferito addirittura licenziarsi e perdere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato alle dipendenze di Villa Immacolata, per accettare incredibilmente, un rapporto di lavoro a termine (1 anno) presso la ASL di Viterbo; c’è stato un vero e proprio “fuggi fuggi” da Villa Immacolata, qualche interessato dice che gli infermieri se ne sono andati non tanto per il misero stipendio, ma per salvaguardare la propria salute.
Questa Fials, ha chiesto di adeguare economicamente le prestazioni aggiuntive ai dipendenti
della ASL Viterbo, come è avvenuto in altre ASL italiane e nel territorio della Regione Lazio, si tratta di orario di lavoro in più, utile all’abbattimento delle faraoniche liste di attesa, ma ad oggi ancora nulla, per cui dal 1° ottobre, decine e decine tra infermieri e tecnici, si asterranno dalla effettuazione di tali prestazioni, questo determinerà se non si interviene, un’ulteriore allungamento delle liste di attesa per interventi chirurgici, esami diagnostici, prestazioni domiciliari ecc.
Altri argomenti di rilievo che giustificano la manifestazione di protesta sono indicati in un volantino predisposto per l’occasione che sinteticamente riportiamo: Tutela degli operatori dalle aggressioni fisiche e verbali ; assistenza territoriale totalmente inadeguata; posti letto ospedalieri insufficienti; mancata attribuzione degli incarichi ai dirigenti e nel comparto; sfruttamento dei lavoratori dei servizi esternalizzati nella ASL Viterbo; mancata liquidazione delle indennità per gli operatori dei pronto soccorso, gestione del lavoro straordinario e della pronta disponibilità fuori controllo. L’invito a partecipare è ovviamente rivolto a tutti.
EVITIAMO LA DERIVA DELLA SANITA’ E RIVENDICHIAMO IL DIRITTO ALLA
SALUTE COSTITUZIONALMENTE GARANTITO”.




Lavoratori Telecom ristorazione: accordo raggiunto al ministero del Lavoro

Accordo raggiunto al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali per garantire il futuro occupazionale di 162 lavoratori Telecom impegnati nei servizi di ristorazione/bar presso varie sedi di TIM ITALIA S.p.A. La delicata questione ha riguardato la definizione del cambio di gestione dei servizi nelle sedi di: Bari, Napoli, Catanzaro, Palermo, Cagliari, Roma, Trieste, Padova, Milano, Torino, Bologna, Genova e Firenze.

L’apposito incontro tra le parti presso il Ministero del Lavoro, presieduto dal Direttore Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, Dott.Romolo De Camillis, dalla Dirigente della divisione IV della medesima Direzione, dalla Dott.ssa Emanuela Cigala e Francesca Girimonte, funzionaria della citata Direzione Generale, ha avuto un esito positivo. Il tavolo nazionale si è tenuto alla presenza delle organizzazioni sindacali di CLAS, UGL, CONFSAL, CUB e di CGIL CISL e UIL

La trattativa si è resa necessaria a seguito della rescissione contrattuale, da parte della Società Authentica S.p.A., per la fornitura dei pasti e del servizio bar, che rischiava di avere gravi conseguenze sotto il profilo occupazionale per i 162 lavoratori impiegati presso le sedi TIM dislocate sull’intero territorio nazionale.

Nel corso dell’incontro sono state esaminate le diverse questioni connesse al subentro di Pellegrini S.p.A., nuova società aggiudicataria della gestione nell’appalto dei predetti servizi, a seguito delle quali la Pellegrini S.p.A. si è impegnata ad assumere senza soluzione di continuità, a far data dal 13 marzo 2024, il personale di Authentica S.p.A. assicurando il passaggio diretto di 162 lavoratori impiegati nella predetta commessa e il mantenimento del medesimo trattamento economico e normativo.

Ha espresso piena soddisfazione per quanto raggiunto, in termini di salvaguardia dei livelli occupazionali, il Segretario Generale Nazionale di Sindacato CLAS, Davide Favero, che afferma: “Ci siamo impegnati al fine di garantire per tutti i lavoratori la massima copertura occupazionale, contrattuale e reddituale con ogni possibile soluzione conservativa. Una trattativa non facile condotta da mesi e per questo ringrazio la disponibilità delle parti interessate e il Direttore Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, Dott.Romolo De Camillis, del Ministero del Lavoro per lo sforzo profuso utile a derimere la vertenza”.




Lazio: oltre un lavoratore su quattro teme il licenziamento

Il 15% pensa che l’uso dell’intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo le attività manuali. Oltre un lavoratore laziale su quattro (28%) non si sente sicuro del proprio posto di lavoro, e teme che una nuova crisi economica e il rallentamento dell’economia possano portare la propria azienda a licenziamenti.

Lo rivela il sondaggio People at Work 2023 dell’ADP® Research Institute, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 paesi (2mila lavoratori in Italia).

A livello nazionale, non si sente sicuro un lavoratore su tre (34%). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i timori sono maggiori negli uomini (38%) e inferiori nelle donne (30%). I sentimenti di precarietà sono più alti nella fascia 35-44 anni (37%), segue la generazione Z, ovvero quella che va dai 18 ai 24 anni con il 36%, dai 24 ai 34 è timoroso il 34%, mentre dai 45 ai 54 anni il 33%; solo il 26% degli over 55 è invece preoccupato per il proprio posto di lavoro.

Marcela Uribe, General Manager ADP Southern Europe, commenta “I tempi sono difficili, è normale che i lavoratori si sentano preoccupati per il proprio lavoro, temendo la perdita del proprio posto per motivi economici ma anche con l’introduzione dell’intelligenza artificiale, che presumibilmente potrebbe sostituire alcune mansioni. Le aziende dovrebbero fare di più per rassicurare i propri dipendenti, mostrando loro che gli sforzi sono riconosciuti e che le prospettive di carriera sono effettive. Non è necessariamente vero che i tagli di posti di lavoro in un’azienda significhino che altri seguiranno l’esempio o che l’automazione, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico siano cose di cui aver paura. Potrebbero infatti rendere il lavoro delle persone più facile o più soddisfacente in futuro. Vale la pena che i datori di lavoro parlino con i lavoratori ora, per affrontare le idee sbagliate e fugare preoccupazioni inutili”.

Secondo dati Inps, nel 2022 i licenziamenti di natura economica sono aumentati del 41% sull’anno. Occorre però ricordare che i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a fronte dell’evento pandemico e che sono stati riaperti a partire da giugno e ottobre 2021. Se confrontato invece al dato 2019, nel 2022 ci sono stati circa 127.000 licenziamenti in meno (-25%). Inoltre, nel primo semestre del 2023 si evidenzia una forte riduzione rispetto al 2022 dei licenziamenti di natura economica (-18%) mentre sono in leggero aumento le cessazioni per risoluzione consensuale (+3%).

Complessivamente, il 56,3% dei lavoratori laziali pensa che nessuna professione sarà immune dall’attuale incertezza economica, e il 15% crede che l’uso dell’intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo così le attività manuali.

In questo contesto, il 22,7% dei lavoratori laziali ha preso in considerazione la possibilità di cambiare settore negli ultimi 12 mesi e il 15% ha pensato di avviare un’attività in proprio. Il 6,7% degli over 55 ha pensato di chiedere la pensione anticipata.

“Facendo sentire il personale più a suo agio e al sicuro, sottolineando quali prospettive di formazione e avanzamento di carriera potrebbero essere offerte, i dipendenti si sentiranno maggiormente in grado di concentrarsi su fare un buon lavoro senza preoccuparsi del futuro. E se i datori di lavoro possono fare tutto questo assicurandosi di offrire una retribuzione equa e una cultura del posto di lavoro inclusiva e coinvolgente, è probabile che i lavoratori si sentano molto più positivi nei confronti dell’azienda per cui lavorano. Ma se le aziende non saranno capaci di mettere a proprio agio i lavoratori, correranno il rischio che le competenze vitali, l’esperienza e l’entusiasmo possano andare perduti, e ciò potrebbe rendere difficile fornire il livello di servizio che i clienti si aspettano” conclude Uribe.

 




Il sindacato universitario PerCorso scenderà in piazza domani al fianco dei lavoratori

Riceviamo e pubblichiamo: “Oggi, venerdì 17 novembre, in occasione della giornata internazionale dello studente scenderemo in piazza al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori a Roma.
Come sindacato universitario PerCorso, non possiamo non dire nulla davanti alla condizione di precarietà delle infrastrutture e dei servizi che dovrebbero rendere l’università veramente accessibile, ma che continuano a lasciare studenti e studentesse in difficoltà.
Difficoltà come pagare le tasse universitarie, comprare il materiale didattico, spendere quotidianamente per pasti e alloggio o anche trovare soluzioni abitative a norma, efficienti dal punto di visto energetico e che mirano a favore del canone concordato. Queste sono solo alcune delle cause che costringono molti studenti e studentesse a trovare un lavoro per potersi permettere di sostenere tutte le spese che oggi comporta un percorso universitario. Lavoro che, fin troppo spesso, si deve svolgere in condizioni irregolari, sottopagate e precarie.
Essere costretti a sottostare a condizioni lavorative non dignitose per potersi permettere un percorso formativo è un’evidente limitazione del diritto allo studio, che non dovrebbe essere minacciato dalla condizione economica che si vive. Il diritto allo studio è un diritto fondamentale universale, e sulla limitazione di un diritto fondamentale non si può fare nessun passo indietro o compromesso.

Per questo non resteremo a guardare. Davanti a un paese in cui troppo spesso lavoro significa sfruttamento, in cui portare avanti un percorso universitario non è un diritto ma un continuo sacrificio, in cui davanti a difficoltà sempre più grandi studenti e studentesse non possono che sentirsi isolati e soli, non resteremo a guardare.

Oggi scenderemo in piazza, e non ci fermeremo qui.
Lanciamo anche noi a Viterbo l’indagine proposta da UDU e CGIL sulla condizione di studentesse e studenti lavoratori, per analizzare lo stato attuale della comunità universitaria e costruire proposte concrete che rendano l’università più accessibile, inclusiva e partecipata.
Contro questo sistema precario, non resteremo a guardare!
Lasciamo di seguito il link per la compilazione del questionario.
(https://it.surveymonkey.com/r/inchiestaudu)




Operaio morto nel viterbese, Schiboni: “In prima linea per garantire l’incolumità dei lavoratori”

ROMA – «L’anomala e incontrollabile ondata di caldo che si è abbattuta sull’Italia e sulla nostra regione sta, purtroppo, peggiorando in modo sostanziale le condizioni, in termini di sicurezza, dei lavoratori. La notizia dei decessi avvenuti, nel corso dello svolgimento delle loro mansioni, di alcuni di essi, l’ultimo ieri nel viterbese, un bracciante agricolo di cinquanta anni morto per un malore nei campi forse dovuto alle alte temperature, è inaccettabile», dichiara l’assessore a Scuola e Lavoro Giuseppe Schiboni.

«Su un punto siamo irremovibili: non si può morire mentre ci si guadagna da vivere. Come istituzione introdurremo ogni strumento a nostra disposizione per evitare che episodi analoghi si ripetano. Le condizioni in cui si opera, soprattutto in alcuni settori particolarmente a rischio, devono essere ottimali per la salute delle persone. Nel confermare il mio massimo impegno affinché vengano introdotte regole certe in merito alla sicurezza sul lavoro, colgo l’occasione per esprimere le mie più sentite condoglianze alla famiglia dell’uomo che ha tragicamente perso la vita a Montalto di Castro», conclude l’assessore Schiboni.




Celebrato l’VIII Congresso della UAI: una Confederazione in forte crescita grazie al lavoro di squadra

Al fianco delle piccole e medie imprese, dei lavoratori, dei cittadini, lavorando intensamente ogni giorno per favorire il loro sviluppo ed il benessere di lavoratori e famiglie, con lo sguardo proiettato verso il futuro.

Si è celebrato presso lo Sheraton di Roma gli scorsi 20 e 21 aprile 2023, l’VIII Congresso dell’Unione Artigiani Italiani e delle PMI e la 33esima Assemblea Nazionale della Confederazione nata nel 1990, che oggi rappresenta oltre 175 mila associati in tutta Italia, vanta la sottoscrizione e relativa applicazione di numerosi contratti collettivi nazionali e siede ormai da tempo a tutti i tavoli istituzionali.

Una crescita costante ed esponenziale quella della UAI nel corso degli anni, certificata anche nell’ultimo bilancio presentato da Dirigente Generale Giuseppe Zannetti all’Assemblea Nazionale e approvato all’unanimità.

Il Congresso ha ospitato numerosi esponenti di spicco della politica nazionale ed internazionale toccando i temi più caldi e rilevanti del momento, a cominciare dal PNRR, occasione di rilancio economico e sociale per il Paese, una sfida fondamentale che l’Italia non può permettersi di perdere. Quindi le ultime vicende legate Supebonus per il quale la UAI è scesa in piazza a Roma, che ha creato nuovi “esodati” e messo in crisi imprese e famiglie, le opportunità di sviluppo che arrivano dall’Europa, l’economia del mare, come conciliare il fare impresa con la tutela dell’ambiente.

Temi questi che sono stati dibattuti con il Vice Presidente della Camera Fabio Rampelli, il Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri, gli Europarlamentari Matteo Adinolfi, Nicola Procaccini e Maria Veronica Rossi, il Segretario della Commissione Bilancio e Tesoro della Camera Claudio Mancini, il Presidente della Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera Walter Rizzetto, il responsabile di Assonautica Giovanni Acampora e dell’Unità di valorizzazione della ricerca CNR Riccardo Coratella.

Focus anche sulla Regione Lazio con la presenza degli assessori Giuseppe Schiboni (Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito) e Fabrizio Ghera (Mobilità e Trasporti) ed il presidente della Commissione Sviluppo Economico Enrico Tiero.

Intenso ed interessante anche lo spazio di confronto con i rappresentanti dei sindacati UGL, Confintesa e Failm su lavoro, formazione e sicurezza.

La 33esima assemblea ha proceduto al rinnovo delle cariche della Confederazione.

Conferme per il Dirigente Generale Giuseppe Zannetti, per il Presidente Nazionale Gabriele Tullio e la Segreteria Nazionale composta oltre che da Tullio anche da Michele Francesco Abballe, Gianluca Meglio, Salvatore Parise.

Lo stesso Presidente Gabriele Tullio sarà coadiuvato al Nord da Chiara Masi, al Centro da Luciana Lombardi e al Sud da Ileana Scommegna.

Il Consiglio Nazionale sarà così composto: Oreste Barr, Ettore Carenini, Franco Cincini, Elso Giacomoni, Simona Iannetta, Claudio Nobler, Franco Parise, Samuela Renoglio, Maria Pia Salustri, Alda Serani, Antonino Sindoni, Elena Tullio.




Regione, Avenali: “Strategia per Nomadi Digitali e lavoratori da remoto presso i piccoli comuni”

ROMA – La Regione Lazio incontra l’associazione Nomadi Digitali Italiani ETS.
L’Ufficio di Scopo per i Piccoli Comuni ed i Contratti di Fiume della Regione Lazio per lo sviluppo di una strategia capace di attrarre i nomadi digitali ed i lavoratori da remoto.
A breve un seminario specialistico rivolto ai 255 piccoli comuni della Regione.

Si è svolto, presso la sede della Regione Lazio di via Rosa Raimondi Garibaldi, l’incontro fra il Presidente dell’Associazione Nomadi Digitali Italiani ETS – Alberto Mattei – e la Responsabile dell’Ufficio di Scopo per i Piccoli Comuni e Contratti di Fiume e Consigliera Regionale – Cristiana Avenali – un incontro finalizzato allo sviluppo di programmazione di attività sinergiche per intercettare il fenomeno sempre più diffuso del nomadismo digitale e dei remote worker. Ben il 64% degli italiani si trasferirebbe e vivrebbe temporaneamente in luoghi dall’alto valore aggiunto e lontano dalla routine cittadina; di questi, il 21% sta già cercando soluzioni per conciliare al meglio la propria vita lavorativa – spesso a distanza – con ritmi di vita più lenti e qualità sociale ed ambientale più elevati.
“L’incontro con il Presidente dell’Associazione Nomadi Digitali ETS– dichiara Cristiana Avenali, responsabile dell’Ufficio di scopo Piccoli comuni e contratti di Fiume della Regione Lazio e Consigliera Regionale – non è stato casuale ma fortemente voluto da entrambe le parti poiché i lavoratori da remoto sono una grande opportunità per uno sviluppo territoriale dei piccoli Comuni (quelli, per intenderci, fino a 5000 abitanti) che costituiscono due terzi dei Comuni dell’intera Regione Lazio ed in cui vivono quasi mezzo milione di abitanti.
“I nomadi digitali ed i remote worker lavorano in settori ad alto valore aggiunto, con competenze che spaziano dalla comunicazione, all’insegnamento e all’information technology – dichiara Alberto Mattei, Presidente dell’Associazione Nomadi Digitali Italiani – e il nostro secondo rapporto sul nomadismo digitale in Italia evidenzia che il 93% dei nomadi digitali e dei remote workers è interessato a vivere temporaneamente in piccoli Comuni e borghi dei territori interni e /o marginali, dove la qualità della vita è decisamente migliore e dove le connessioni sociali ed la qualità ambientale sono superiori rispetto ai centri fortemente antropizzati”.
Le iniziative che verranno messe in atto partiranno con un seminario di approfondimento specialistico per delineare al meglio il fenomeno, rivolto agli amministratori dei 255 piccoli Comuni della Regione, per proseguire con percorsi di formazione verticale sul tema dell’accoglienza di questo importante target.



Raggiunto l’accordo sulla proroga al 31 dicembre 2023 dei contratti dei lavoratori della sanità

ROMA – In data odierna si è svolto a Roma l’incontro tra le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL del comparto sanità e la Regione Lazio nel quale oltre alla proroga al 31-12-2023 di circa 5000 contratti a termine dei lavoratori precari della sanità, sono stati riconfermati alcune precedenti intese e concordati fondamentali provvedimenti immediatamente attuabili come di seguito sinteticamente indicato:
– Velocizzare al massimo il percorso di stabilizzazione dei rapporti di lavoro già in essere
nelle ASL del Lazio, al fine di garantire i servizi assistenziali;
Procedere anche per gli anni 2023 e 2024 alla stabilizzazione dei lavoratori che hanno
maturato i requisiti previsti dalla legge;
– Le Aziende sanitarie dovranno presentare entro il 31-03-2023, progetti di reinternalizzazione di servizi sanitari e socio-sanitari con specifica delle attività esternalizzate che potranno essere svolte con risorse interne delle medesime aziende;
– Verrà costituito un tavolo permanente di confronto tra Regione Lazio ed organizzazioni sindacali per il monitoraggio dei processi occupazionali del SSR.
Il costante e positivo confronto tra organizzazioni sindacali e Regione Lazio, ha consentito
di affrontare in questi anni in modo incisivo la piaga del precariato e di fronteggiare l’emergenza pandemica, l’Accordo firmato oggi rappresenta un ulteriore passo in avanti per mantenere efficiente il SSR in vista anche degli ulteriori necessari investimenti sul personale per implementare i servizi previsti dal PNRR.
La Fials esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto e ringrazia quanti hanno contribuito a sostenere l’appello di migliaia di lavoratori precari della Regione Lazio.




Contributi lavoratori domestici, da oggi è possibile pagare anche con App “IO”

ROMA – È attivo da oggi sull’App “IO” il servizio INPS relativo agli avvisi di scadenza del pagamento dei contributi per i lavoratori domestici.
Il servizio consente anche di procedere al pagamento dei contributi con alcuni semplici click all’interno dell’App “IO”, senza più la necessità di scaricare i relativi bollettini pagoPA.
Attraverso l’APP “IO” i datori di lavoro domestico che hanno espresso il consenso a ricevere notifiche da parte dell’Inps e hanno dichiarato di voler ricevere gli avvisi di pagamento PagoPA, riceveranno l’avviso di scadenza dei termini per il versamento dei contributi domestici riferiti già al primo trimestre 2022 e potranno utilizzare il nuovo servizio per il pagamento in modalità semplificata.
Si ricorda che i servizi INPS già attivi nell’App “IO” sono i seguenti:

  • notifica per disposizioni di pagamento di prestazioni pensionistiche e non;
  • notifica dello stato di avanzamento di richieste gestite su Inps Risponde o Linea INPS;
  • notifica di comunicazioni epistolari già consultabili nella Cassetta Postale on line.




Dal 15 ottobre obbligo di Green pass per i lavoratori pubblici e privati

ROMA- Il vertice tra i capidelegazione dei partiti al governo ha deciso stamani l’estensione dell’obbligo del Green pass per i lavoratori pubblici e privati dal 15 ottobre. Si prevede la sospensione dal lavoro e,  quindi, dallo stipendio, dopo 5 giorni di accesso senza certificato. La multa vale invece per chi si introduce sul luogo di lavoro senza Green Pass o con una falsificazione. Ci saranno un minimo e un massimo non ancora stabiliti nella riunione, ma probabilmente si andrà da 400 a 1000 euro. Il governo ha chiesto anche di estendere l’obbligo di Green pass  a Quirinale, Consulta e Parlamento. L’obbligo di vaccinarsi, quindi, riguarderà anche le cariche elettive di Camera e Senato. Per il principio dell’autodichia, la norma non si può applicare però automaticamente agli organi costituzionali che, in base al decreto, dovranno pronunciarsi entro il 15 ottobre. L’obbligo di certificato è esteso anche a chi opera nelle associazioni di volontariato. Verso l’obbligo di prezzi calmierati, inoltre, per i tamponi. I tamponi saranno gratuiti per chi è esonerato dal vaccino, calmierati a 8 euro sotto i 18 anni, a 15 euro per tutti gli altri, ma solo fino al 31 dicembre. Per le farmacie dovrebbe scattare l’obbligo di adeguarsi alla convenzione. Sulla loro durata, inoltre, le Regioni hanno chiesto al governo di estendere la validità dei tamponi a 72 ore e non più a 48, chiedendo che sia il Comitato tecnico scientifico ad esprimere un parere.

Presenti oggi all’incontro con Draghi a Palazzo Chigi il ministro della Cultura Dario Franceschini per il Pd, il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti per la Lega, il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini per FI, la titolare per le Politiche Giovanili Elena Bonetti per Iv, il ministro della Salute Roberto Speranza per Leu. Per il M5S, assente Stefano Patuanelli impegnato al G20 sull’Agricoltura a Firenze, c’è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.

Di seguito il testo del Decreto Legge




Sanità, Bonafoni (Civica Zingaretti): “Con ricorso Regione Lazio tutela chi lavora”

ROMA- “Con la costituzione in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale a difesa della norma 13/2018 articolo 9 che impone il rispetto del contratto collettivo nazionale per il personale sanitario nei servizi dedicati alla persona delle strutture private accreditate la Giunta regionale del Lazio si impegna attivamente nella tutela dei diritti di lavoratrici e lavoratori che hanno dato un contributo fondamentale nella lotta alla pandemia da Covid-19. Un passo necessario al fianco dei sindacati che da tempo si battono per il rinnovo del contratto, contro lo sfruttamento del personale precario e contro turni e carichi non in linea con quanto il nostro Servizio Sanitario deve garantire in termini di qualità del lavoro e dei servizi alla persona. Solo attraverso il rispetto degli accordi nazionali nella totalità delle strutture sanitarie, pubbliche e private, potranno essere sanati gli inaccettabili gap retributivi e di tutela che ancora gravano su chi lavora nel privato accreditato”. Così in una nota la capogruppo della Lista Civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio Marta Bonafoni.




Disco Lazio, lavoratori malpagati: Favero chiede incontro urgente all’assessore Di Berardino

ROMA – Riceviamo dall’Ufficio stampa Nazionale Sindacato CLAS e pubblichiamo: “Drastiche riduzioni di orari e di salari, al di sotto del minimale orario contrattuale previsto dal Ccnl, senza accesso agli ammortizzatori sociali. E’ la condizione in cui si trovano alcuni dei lavoratori di “Disco Lazio”, l’ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza, creato dalla Regione nel 2018 e che ha preso il posto di Laziodisu. E’ per questo che il Segretario Generale del Sindacato CLAS, Davide Favero, ha chiesto un incontro urgente all’assessore la lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Berardino.
“Abbiamo chiesto di essere ricevuti dall’assessore per affrontare alcune problematiche emerse durante il passaggio di gestione da un ente regionale all’altro – afferma il Segretario Generale del Sindacato CLAS, Davide Favero – In particolare, il personale interessato è quello che si occupa dei servizi di pulizia e vogliamo concertare soluzioni utili a ripristinare per gli addetti condizioni lavorative e salariali dignitose. La questione, in realtà, è molto più ampia per quanto attiene il settore del pulimento e multiservizi in Italia, che non vede il rinnovo del CCNL da più di 8 anni, con tutti i limiti di reddito e di garanzie connesse a questo ingiustificabile ritardo.
Per fare solo un esempio, in Germania, oltre ad aver applicato e normato un salario minimo garantito per legge per tutti i settori, hanno previsto un incentivo di circa l’11% della retribuzione minima salariare da qui al 2023, portando un operaio non specializzato del pulimento a 12€ l’ora, ben lontano dalla paga oraria di un nostro operaio dello stesso settore pari a 6€, riconoscendo anche la professionalità di un comparto tra quelli maggiormente trascurati. Intanto, quello che in Germania viene riconosciuto come “divieto di remunerazione immorale” in Italia in qualche comparto, come quello dei servizi, è considerata la normale retribuzione”, conclude Favero.

 

 

 

 




Ama, due decessi per Covid. Chi tutela i dipendenti?

ROMA – “Abbiamo appreso, con grande costernazione, della scomparsa per Covid di due dipendenti Ama della sede di Tor Pagnotta, a distanza di poche ore uno dall’altro. Da tempo abbiamo appurato, e abbiamo più volte denunciato, le condizioni precarie in cui sono costrette a lavorare intere categorie professionali, che hanno sopperito alle carenze soltanto grazie al loro spirito di sacrificio”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “l’Azienda vive da anni una grande crisi organizzativa e gestionale. Arrivano alla nostra associazione diverse segnalazioni relative alle problematiche condizioni di lavoro degli addetti. E questo, riteniamo, si riflette sull’indecorosa situazione della raccolta rifiuti nella Capitale e sui continui aumenti della Ta.ri., tassa che per la qualità del servizio reso dovrebbe diminuire, altro che aumentare. Perciò riteniamo che i vertici Ama debbano rispondere di una serie di inadempienze, in primo luogo quelle relative alla tutela della salute dei dipendenti. In primo luogo – insiste Maritato – sulle modalità con cui le misure anti contagio e i protocolli di sicurezza vengono applicati”. Il presidente ribatte sulla necessità di rendere pubblici i dati relativi alla diffusione della infezione da Covid presso la categoria. “Sarebbe il caso di rendere noto il numero dei decessi, soprattutto vorremmo sapere se viene praticata la rilevazione della temperatura in entrata agli stabilimenti Ama, se viene rispettata la regola del distanziamento sociale e se vengono effettuati periodicamente test antigenici e tutti i controlli del caso. La salute dei dipendenti – chiosa Maritato, dovrebbe venire prima di tutte le altre istanze aziendali”.




Prefettura Viterbo: programmazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari

VITERBO – Si informa che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 ottobre 2020 il DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 7 luglio 2020 concernente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale e non stagionale nel territorio dello Stato, per l’anno 2020.

Si comunica che per la tipologia di LAVORO SUBORDINATO NON STAGIONALE E AUTONOMO, (artt. 3 e 4 del decreto) a partire dalle ore 09:00 del giorno 13 ottobre 2020, sarà disponibile l’applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda all’indirizzo htpps://nullaostalavoro.dlci.interno.it, che saranno trasmessi esclusivamente con le consuete modalità telematiche dalle ore 09:00 del 22 ottobre 2020, decimo giorno successivo alla data di pubblicazione del citato decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2020.
Si rammenta che la procedura concernente le modalità di accesso al sistema dello Sportello Unico richiede il possesso di un’identità SPID, come illustrato con Circolare del Ministero dell’Interno n. 3738 del 4 dicembre 2018. Eseguito l’accesso, le modalità di compilazione dei modelli e di invio delle domande sono identiche a quelle da tempo in uso e le caratteristiche tecniche sono reperibili sul manuale utente pubblicato sulla home page dell’applicativo.

Per la tipologia di LAVORO STAGIONALE, (art. 6 del decreto) a partire dalle ore 09:00 del giorno 13 ottobre 2020 sarà disponibile l’applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda all’indirizzo htpps://nullaostalavoro.dlci.interno.it, (mod. C-STAG) che saranno trasmessi esclusivamente con le consuete modalità telematiche e previo accesso al sistema con identità SPID, dalle ore 09:00 del 27 ottobre 2020, quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del citato decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2020.
Durante la fase di compilazione e di inoltro delle domande, sarà fornita assistenza agli utenti attraverso un servizio di help desk, raggiungibile tramite un modulo di richiesta assistenza utilizzando il link “Help Desk” sull’home page dell’applicativo, disponibile per tutti gli utenti registrati.
Tutti gli invii, compresi quelli generati con l’assistenza delle associazione o dei patronati, verranno gestiti dal programma in maniera singola. L’eventuale spedizione di più domande mediante un unico invio verrà gestita come una serie di singole spedizioni.




Scudo penale, Ugl Sanità: “Si alla tutela per i lavoratori, ma no ad un salvacondotto per chi non ha saputo gestire l’emergenza”

ROMA – In trincea fino a oggi sono andati i soldati. E sono loro, gli operatori della sanità accorsi in prima lineaal primo fragore causato dal Covid-19, che hanno pagato sulla propria pelle il prezzo più alto. “Parliamo – dice Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Sanità -di morti, di contagiati, di persone che da mesi sono al lavoro, avendo posto la propria missione al servizio dei cittadini al di sopra di ogni altra cosa. L’idea di uno scudo penale per loro crediamo sia un gesto estremo di civiltà e riconoscenza, nel rispetto di quanto hanno dovuto vivere sulla propria pelle, spesso senza essere fornitidelle adeguate protezioni. Ma la possibilità che venga varata una norma che metta al riparo chi doveva decidere e non ha deciso, o lo ha fatto in ritardo, senza dare le opportune tutele agli eroi della battaglia contro il Covid-19 non può essere in alcun modo accettato. Tra una scrivania dove vanno prese decisioni e una corsia o un reparto corre un’enorme differenza. Sono ruoli assolutamente importanti entrambi, ma chi a livello istituzionale e amministrativo non è stato in grado di prevenire e proteggere non può essere paragonato alle migliaia di lavoratori che ogni giorno mettono la propria vita al servizio della nostra Patria. Si allo scudo penale quindi, ma per gli operatori della sanità impegnati quotidianamente in questa battaglia, senza che, se mai varata, la norma possa diventare un salvacondotto per chi non ha saputo gestire questa terribile emergenza”.




Viterbo, Usb: “Tutelare i lavoratori della sanità”

VITERBO – Riceviamo da Usb Viterbo e pubblicchiamo: “In tutta Italia, sono moltissimi i contagi da Covid-19 (il cosiddetto Coronavirus) fra il personale sanitario, pari ormai al 23%. Una cifra in continuo aumento, visto che i lavoratori operano ogni giorno a contatto diretto sia con il virus sia con persone potenzialmente infette senza le dovute misure di prevenzione e protezione.
Viterbo non fa eccezione in meglio.
Le mascherine con filtri ffp2 e ffp3, le uniche ad essere Dispositivi di sicurezza, sono state fornite solo al personale che tratta pazienti positivi al Coronavirus, gli altri lavoratori hanno semplici mascherine chirurgiche. Ricordiamo che queste ultime, in base alle dichiarazioni dell’Ordine dei medici, garantiscono una percentuale di protezione solo verso l’esterno. Pertanto, se le indossa una persona malata, non trasmette il virus, forse. A nulla invece servono se chi le indossa è sano ed ha di fronte un soggetto positivo, cioè quello che succede sempre in ambito ospedaliero.

A questo si aggiunge, la mancanza degli screening sul personale. I tamponi devono essere effettuati a tutti i lavoratori, non solo coloro che gestiscono i pazienti Covid, almeno ogni tre giorni. Questa misura garantisce la riduzione del contagio e la tempestività delle cure per chi è in prima linea.
Usb prende atto dell’intervento della Asl nel dedicare un intero piano dell’ospedale Belcolle alla gestione dei pazienti Covid.
Ci si chiede però il motivo di una tale scelta che comporta lo spostamento di più reparti in una clinica convenzionata, quando invece ci sono strutture pubbliche  quasi completamente inutilizzate.
L’ospedale di Ronciglione, ristrutturato negli anni 90, per esempio, ha due sale operatorie utilizzabili per la Rianimazione.
L’emergenza sanitaria in atto ha mostrato proprio l’importanza del Sistema Sanitario Pubblico, sembra quindi più giusta una scelta in tal senso.
Usb, al fianco dei lavoratori, in attesa di avere risposte, esorta Asl e Prefettura ad intervenire nell’immediato a tutela del personale sanitario operante nelle strutture pubbliche, in quelle private e in quelle convenzionate affinché siano applicate tutte le misure di prevenzione-protezione previste dai Decreti governativi e dal Testo Unico 81/08 su salute e sicurezza”.

 

 




Regione Lazio, l’Ugl chiede la ricollocazione dei lavoratori nelle altre controllate

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “29 lavoratori di Lazio Ambiente Spa con il fiato sospeso per il proprio futuro. Se ne è parlato nel corso dell’audizione in Regione Lazio in contemporanea con il sit-in, all’esterno, da parte delle maestranze. Nel suo intervento il Segretario Regionale dell’Ugl Lazio Armando Valiani ha chiesto alla Regione un impegno politico serio e concreto come da anni ormai l’organizzazione sindacale avanza: “In particolare – sottolinea Valiani – abbiamo chiesto una normativa per il ricollocamento nelle varie partecipate del Lazio in tempi brevi. Con la chiusura della discarica e dei termovalorizzatori la Regione non ha saputo tracciare una linea guida e dare delle alternative serie sia nella gestione dei rifiuti sia nella gestione dei lavoratori”. Insieme al segretario regionale erano presenti i rappresentanti sindacali della UGL Carla Lucci e Sante Palazzo che hanno ribadito che la soluzione non può essere l’ammortizzatore sociale”.