Claudio Graziano, Presidente di Fincantieri, trovato morto

di REDAZIONE-

Questa mattina, Claudio Graziano, presidente di Fincantieri ed ex Capo di Stato Maggiore della Difesa, è stato trovato morto nel suo appartamento nel centro storico di Roma. L’ipotesi principale è il suicidio. Il corpo di Graziano è stato rinvenuto alle 9.50 da un carabiniere della sua scorta, che aveva una seconda chiave dell’appartamento. Graziano si sarebbe sparato un colpo in testa nella notte, lasciando un biglietto. Sul posto sono intervenuti il medico legale, il magistrato di turno e i carabinieri. Recentemente, Graziano aveva perso la moglie.

Graziano, nato a Torino nel 1953, era a capo di Fincantieri dal 2022. L’azienda ha espresso “immenso dolore per l’improvvisa scomparsa del Generale Claudio Graziano, Presidente del Gruppo, che lascia un grande e incolmabile vuoto”. Il Consiglio di amministrazione, i dirigenti e i dipendenti di Fincantieri hanno ricordato con commozione le sue straordinarie doti umane e professionali.

La notizia della sua morte ha avuto un impatto anche sul mercato azionario, con il titolo Fincantieri che ha perso il 3% in borsa, mostrando successivamente un parziale recupero.

Diverse figure istituzionali hanno espresso il loro cordoglio. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato: “Ci lascia un integerrimo servitore dello Stato, che in tutta la sua vita ha reso onore alla Nazione, alle Forze Armate e alle Istituzioni con dedizione, competenza e professionalità. Desidero rivolgere il cordoglio e la vicinanza alla sua famiglia”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto su X: “La scomparsa del generale Claudio Graziano mi lascia senza parole. Era un amico ed è stato uno straordinario ufficiale che ha reso onore all’Italia anche nei suoi ruoli europei. Una preghiera lo accompagni nel viaggio per raggiungere la sua sposa”.

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso “profondo cordoglio” per la scomparsa di Graziano, definendola “una notizia sorprendente e molto dolorosa”.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato: “La sua scomparsa mi lascia un profondo senso di tristezza e rappresenta una grave perdita per la Difesa e per l’intera Italia. Oggi se ne va un ufficiale, ma soprattutto un uomo, che ha contribuito a modernizzare la nostra Nazione”.

L’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha dichiarato di essere “profondamente addolorato” per la morte di Graziano, ricordandolo “con amicizia e con la più alta stima per il suo lavoro a servizio dello Stato”.




Lutto nel Cinema: Scomparsa di Philippe Leroy

di REDAZIONE-

Il mondo del cinema è in lutto per la scomparsa di Philippe Leroy, celebre attore francese, morto a Roma all’età di 93 anni dopo una lunga malattia. Leroy, noto per le sue oltre 200 apparizioni tra film e sceneggiati, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico italiano, soprattutto grazie alla sua interpretazione di Leonardo da Vinci in “La vita di Leonardo da Vinci” (1971) e di Yanez nello sceneggiato “Sandokan” (1976).

Nato in Francia nel 1930 da una famiglia aristocratica di militari e giuristi, Leroy si distaccò presto dalle sue radici, imbarcandosi a soli 17 anni come mozzo su una nave diretta in America. Dopo il ritorno in Europa nel 1953 e il servizio militare nell’esercito francese, il suo esordio cinematografico avvenne a trent’anni con il drammatico “Il buco” di Jacques Becker.

L’amore per l’Italia sbocciò nel 1962 con il trasferimento a Roma, dove trovò successo grazie a film come “Leoni al sole” (1961), “Il terrorista” (1963), “Frenesia dell’estate” (1964), “Le voci bianche” (1964), “Sette uomini d’oro” (1965) e “Che notte, ragazzi!” (1966). La sua interpretazione di Yanez de Gomera in “Sandokan” rimane particolarmente amata dal pubblico italiano.

Leroy si sposò il 1º settembre 1990 con la giornalista Silvia Tortora, figlia del noto conduttore televisivo e politico Enzo Tortora. Da questo matrimonio nacquero due figli, Philippe e Michelle. Aveva anche un’altra figlia, Philippine Leroy-Beaulieu, da una relazione precedente.

Non limitandosi al ruolo di Yanez, Leroy partecipò a numerosi lungometraggi, fotoromanzi e serie televisive. Tra le sue interpretazioni più importanti per la televisione italiana si ricorda “La vita di Leonardo da Vinci” e “State buoni se potete” (1983) di Luigi Magni, dove interpretò Sant’Ignazio di Loyola. Altre opere significative includono il poliziesco “Milano calibro 9” (1972) di Fernando Di Leo e un cameo nella serie “Noi siamo angeli” (1997) con Bud Spencer e Philip Michael Thomas. Partecipò anche a “Don Matteo” nelle stagioni del 2008, 2009 e 2011 nel ruolo del vescovo.

Oltre al cinema, Leroy coltivò una grande passione per il paracadutismo, un’attività che riprese oltre i 50 anni e per la quale era già stato tenente paracadutista nella Legione Straniera a 23 anni. Appassionato tifoso della SS Lazio, era tesserato nel reparto paracadutismo della società sportiva e si lanciò per l’ultima volta durante il Parashow di Roma in occasione del suo 80º compleanno.

La sua carriera e la sua vita rappresentano un esempio di dedizione artistica e passione, lasciando un’eredità significativa nel mondo del cinema e oltre.

 

 

 




Morto Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica di Milano

di REDAZIONE-

ROMA – Franco Anelli, avvocato, giurista e rettore dell’Università Cattolica di Milano, è morto ieri sera a 61 anni. L’ateneo ha comunicato la notizia, specificando che le circostanze del decesso sono ancora in corso di accertamento.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dal medico legale, Anelli si sarebbe suicidato gettandosi dal sesto piano del palazzo in cui viveva, nel centro di Milano. Gli investigatori hanno escluso l’intervento di terze persone.

Il mondo universitario e politico ha espresso unanime cordoglio per la scomparsa di Anelli, che ricopriva il ruolo di rettore della Cattolica dal 2013. Nel comunicato dell’università si legge: “Con profonda costernazione, la comunità dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, alla quale egli ha dedicato la propria opera e l’intera sua vita, si raccoglie nel compianto e nella preghiera, esprimendo il più sentito cordoglio alla sua mamma e ai suoi cari”.

Laureato in Legge e giurisprudenza presso la stessa Cattolica, Anelli era anche docente di Istituzioni di diritto privato. Due anni fa, il Papa lo aveva nominato consultore della Congregazione per l’educazione cattolica. Era al suo terzo mandato come rettore dell’ateneo.

Oggi, alle 12.30, è stata celebrata una messa in suo ricordo nell’aula Magna dell’Università Cattolica di Milano. Alle 15 è previsto il rosario, in un luogo ancora da definire. Le associazioni studentesche ‘La Svolta per gli Studenti’ e ‘Ateneo Studenti’ hanno invitato tutti a partecipare, sottolineando l’intenzione di non rilasciare dichiarazioni per rispettare il momento di lutto.

Anelli avrebbe dovuto partecipare a un convegno programmato per questa mattina.




Sutri in lutto per la scomparsa di Federica Federici, oggi i funerali

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SUTRI ( Viterbo) – La comunità di Sutri è sconvolta per la prematura scomparsa di Federica Federici, moglie del vice sindaco Alessio Vettori. Federica, di soli 44 anni, è deceduta al Paideia International Hospital di Roma, lasciando il marito e la figlia Matilde.

La notizia della morte di Federica ha lasciato un grande vuoto nella comunità, dove era molto amata e conosciuta, soprattutto per il suo impegno nel volontariato con l’Unitalsi della Sottosezione di Civita Castellana. Il sindaco Matteo Amori ha espresso il suo cordoglio e la vicinanza alla famiglia Vettori in questo momento di grande dolore. “Non è mai facile trovare parole adatte ad esprimere il dolore per la prematura perdita di una persona cara,” ha scritto il sindaco Amori sui social. “Il dolore è sempre qualcosa di intimo e privato, ma oggi il dolore di Alessio Vettori è un dolore di tutti i sutrini. Posso solo tentare con le mie povere parole di esprimere la mia vicinanza ad Alessio e a Matilde.” Numerosi i messaggi di cordoglio sui social. I funerali di Federica Federici si terranno oggi, sabato 18 maggio,  alle ore 15:30 presso la chiesa del Duomo di Ronciglione. La famiglia ha richiesto di non inviare fiori, ma di fare opere di bene. Dopo la cerimonia, seguirà il trasporto al tempio crematorio.

La comunità di Sutri si unisce nel dolore e nel ricordo di una donna che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di chi l’ha conosciuta. Condoglianze ai familiari da parte della redazione di Tuscia Times.

 

 

 

 




Incidente Mortale a Monte Romano: perde la Vita il Maresciallo Roberto Cattaneo

di REDAZIONE –

MONTE ROMANO ( Viterbo) –  Un grave incidente avvenuto nella giornata di ieri sull’Aurelia bis ha provocato la morte di Roberto Cattaneo, maresciallo dell’Esercito. Il tragico scontro tra un’auto e una moto, avvenuto intorno alle 17, ha causato ferite gravissime al motociclista, che è deceduto nella notte presso il policlinico Gemelli di Roma.

L’incidente è avvenuto in circostanze ancora da chiarire e secondo le prime ricostruzioni potrebbero essere coinvolte indirettamente più auto. La moto di Cattaneo è andata distrutta nell’impatto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per i rilievi e i vigili del fuoco, mentre il traffico ha subito pesanti rallentamenti, con lunghe code sia in entrata che in uscita da Monte Romano.
Roberto Cattaneo è stato trasportato d’urgenza con l’eliambulanza al policlinico Gemelli in condizioni disperate, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Purtroppo, le ferite riportate si sono rivelate troppo gravi e non è stato possibile salvargli la vita.

La comunità è in lutto per la perdita di Cattaneo, un valoroso maresciallo dell’Esercito, mentre le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente proseguono.

 

 

 

 




È morto il giornalista Franco Di Mare

di Redazione –

Il giornalista Franco Di Mare è morto all’età di 68 anni. Lo ha annunciato la famiglia con una nota: “Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari si è spento a Roma il giornalista Franco Di Mare”.

E’ morto a causa di un mesotelioma, una malattia spesso legata all’esposizione all’amianto. Di Mare aveva recentemente commosso il pubblico durante una toccante apparizione a “Che tempo che fa”, dove aveva rivelato la sua grave condizione di salute. Nel corso dell’intervista aveva collegato la sua malattia alla lunga carriera di inviato di guerra, in particolare nei Balcani, dove era stato esposto a pericolose sostanze come l’amianto e l’uranio impoverito.

Con una laurea in Scienze Politiche presso l’Università Federico II di Napoli, Di Mare iniziò la sua carriera collaborando con diversi giornali, tra cui L’Unità, focalizzandosi sulla cronaca giudiziaria e la politica estera. Entrato in Rai nel 1991, divenne inviato speciale del TG2 nel 1995, coprendo conflitti in Bosnia, Kosovo, Somalia, e molti altri paesi. Dal 2002 al TG1, seguì guerre e crisi internazionali in diverse regioni del mondo, dimostrando una dedizione ineguagliabile alla sua professione.

Oltre al giornalismo, Di Mare era un autore prolifico. Tra le sue opere più note, “Il cecchino e la bambina” e “Non chiedere perché”, quest’ultimo racconta l’adozione della sua amata figlia Stella. Il libro, acclamato dalla critica, fu adattato in un film TV per Rai1, “L’angelo di Sarajevo”, con Beppe Fiorello come protagonista.

Nel corso della sua carriera, Di Mare non si limitò ai reportage di guerra. Fu autore di servizi sulla criminalità organizzata, inchieste su attentati terroristici e reportage da aree colpite da calamità naturali. Dal 2003 iniziò a condurre vari programmi su Rai1, diventando un volto familiare per molti italiani.

Nel 2020, Di Mare fu nominato direttore generale dei programmi del giorno della Rai e, successivamente, direttore di Rai3. Nonostante la malattia, continuò a lavorare e a contribuire al mondo del giornalismo fino alla fine.

La sua vita è stata un esempio di coraggio e dedizione, ricordata non solo per le sue inchieste e reportage, ma anche per la profonda umanità con cui ha affrontato le sfide personali e professionali. Franco Di Mare lascia un’eredità significativa nel mondo del giornalismo e nel cuore di chi lo ha conosciuto e ammirato.




E’ morto Franco Celestini, suocero del presidente del Sodalizio dei Facchini, Massimo Mecarini

VITERBO – Oggi pomeriggio alle 18.00, ci ha lasciato Franco Celestini, babbo di Tiziana e suocero del presidente Massimo Mecarini. Ne danno il triste annuncio la moglie Antonietta, le figlie Maria Teresa e Tiziana, i generi Massimo e Massimo, i nipoti Stefano e Sylvia, la pronipote Emma.
Il Sodalizio Facchini di Santa Rosa esprime profondo cordoglio per la scomparsa improvvisa di Franco. I Facchini di Santa Rosa sono vicini a tutti i famigliari in questo momento di grande dolore.
Che Santa Rosa lo accolga tra le sue braccia e interceda per Lui presso il Padre Celeste.
Riposa in pace caro Franco. Per chi volesse dare un ultimo saluto a Franco, i funerali si svolgeranno presso la Chiesa del Murialdo alle ore 10.30 di lunedì 22 aprile.
I Facchini di Santa Rosa Viterbo




E’ morto il giornalista Carlo Di Cicco

di REDAZIONE –

Addio a Carlo Di Cicco, il giornalista della pace e del sociale. La sua figura viene ricordata come quella di un professionista schivo ma preparato, dotato di profonde convinzioni etiche e sociali, che ha dedicato quasi cinquant’anni alla sua attività giornalistica. La sua carriera è stata contraddistinta da un impegno costante per la promozione della pace e dei temi sociali, settori per lungo tempo trascurati dalla stampa mainstream.

Di Cicco ha iniziato come cronista vaticano per poi concentrarsi sul giornalismo sociale presso l’agenzia Asca, dove ha anche svolto un ruolo sindacale significativo. La sua professionalità è stata riconosciuta anche oltre i confini nazionali, con la nomina a Vice-Direttore de L’Osservatore Romano negli anni del pontificato di Papa Ratzinger. La sua chiamata è stata motivata dall’approfondito e controcorrente libro su Ratzinger del 2006, che ha offerto una prospettiva alternativa su un pontefice spesso frainteso dalla stampa.

Ma Di Cicco non è stato solo un giornalista. Nato in un piccolo paese vicino a Cassino, ha vissuto parte della sua giovinezza nella periferia romana, esperienza che ha alimentato la sua sensibilità sociale. Ha lottato per un giornalismo che affrontasse le tematiche marginali della società, introducendo per la prima volta in Italia il ruolo di redattore sociale.

La sua dedizione alla pace è stata evidente anche nella sua scelta di obiezione di coscienza, che lo ha portato persino in prigione per non tradire le sue convinzioni pacifiste. Amico di Pax Christi e stretto collaboratore di vescovi impegnati per la pace, Di Cicco ha continuato a contribuire al dibattito pubblico fino agli ultimi giorni della sua vita, scrivendo per diversi siti web e pubblicando libri che affrontano temi sociali e politici.

La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo del giornalismo e dell’attivismo sociale.

“È una brutta notizia la morte del collega Carlo Di Cicco – commenta il presidente dell’Ucsi Lazio, Maurizio Di Schino – L’Ucsi Lazio esprime le condoglianze alla famiglia e alle redazioni di Asca (oggi Askanews) e L’Osservatore Romano dove Carlo ha lasciato una traccia indelebile di alta professionalità”.

Condoglianze anche da parte della redazione di Tuscia Times.




Addio a Roberto Cavalli, Icona della Moda Made in Italy

di REDAZIONE-

Firenze piange la scomparsa di uno dei suoi figli più illustri: lo stilista Roberto Cavalli, deceduto a 83 anni. Icona della moda italiana nel mondo, Cavalli ha lasciato un’impronta indelebile nel settore, portando il made in Italy a livelli di prestigio internazionale.

Nato il 15 novembre 1940, Cavalli è cresciuto a Firenze, città che ha sempre considerato casa sua. Qui ha dato vita alla sua impresa stilistica negli anni Settanta, aprendo le porte al suo talento visionario e all’estetica unica. Amante della natura, ha reso celebri le sue creazioni per le stampe iconiche, dall’animalier al motivo a farfalla, reinterpretando la bellezza del mondo naturale attraverso i suoi abiti.

Celebrità di tutto il mondo hanno indossato e amato i capolavori di Cavalli, da Jennifer Lopez a Naomi Campbell, da Katy Perry a Lady Gaga. Il suo contributo alla moda è stato riconosciuto anche oltre i confini italiani, tanto da tenere una lectio magistralis alla prestigiosa Oxford University.

Roberto Cavalli ha lasciato sei figli, frutto dei suoi matrimoni e della sua relazione con la modella Sandra Bergman, con la quale ha avuto il piccolo Giorgio, nato solo un anno fa.

Appassionato tifoso della Fiorentina e figura nota nel panorama politico, Cavalli ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua città, come dimostrano anche gesti di generosità e solidarietà, come quando nel 2002 ha mantenuto aperto il suo negozio in via Tornabuoni durante il Social Forum, offrendo colazione ai manifestanti.

La sua maison, ora guidata da Fausto Puglisi, continua a rappresentare uno dei pilastri della moda italiana nel mondo, grazie anche agli investimenti della società di Dubai Vision Investments.

La prematura scomparsa di Cavalli ha suscitato lutto e cordoglio nel mondo della moda e oltre. Figure di spicco come il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella hanno espresso il loro dolore e tributo alla figura di Cavalli, riconoscendo il suo impatto straordinario nel mondo della moda e la sua dedizione alla sua amata Firenze.




Solitudine e morte: il triste epilogo della vita di Tullio Orsini a Viterbo

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VITERBO- Una tragedia silenziosa è emersa nelle strette vie del centro storico di Viterbo, con la scoperta del corpo di Tullio Orsini, settantenne destinato a compiere gli anni il prossimo 22 maggio, in uno stato di decomposizione avanzato. La sua morte, avvenuta settimane o forse mesi fa, è rimasta inosservata fino a quando il suo vicino di casa non ha iniziato a percepire un odore nauseante provenire dall’appartamento accanto.

Orsini, originario di Roma ma residente a Viterbo da circa un anno e mezzo, ha scelto la tranquilla città dei papi come luogo per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Viveva solo, senza parenti o amici nelle vicinanze, il che ha reso la sua morte un dramma ancora più solitario.

La scoperta macabra è avvenuta solo alle 14 di ieri, lunedì 8 aprile, quando le autorità, chiamate dal vicino preoccupato per l’odore insopportabile, sono intervenute aprendo la porta dell’appartamento. Lì giaceva Orsini, mummificato sul pavimento.

Le indagini preliminari suggeriscono che la morte del settantenne sia avvenuta per cause naturali, anche se non è stata esclusa la possibilità di un esame esterno sulla salma. Questa vicenda mette in luce il lato oscuro della solitudine e della mancanza di rete di supporto sociale, un tema che merita attenzione e riflessione nella società odierna.

 

 




Lutto a Civita Castellana per la tragica morte di Flavio Fantera

di REDAZIONE-

CIVITA CASTELLANA (Viterbo)- Una nube di tristezza e sgomento si è abbattuta su Civita Castellana a seguito della sconvolgente notizia della morte di Flavio Fantera, avvenuta martedì intorno all’ora di pranzo nel casale di sua proprietà a Fontanelle. L’uomo, classe 1964, è stato trovato senza vita, lasciando dietro di sé una comunità addolorata e incredula.

Pare che un profondo malessere lo avesse colpito dopo la recente perdita del padre, un dolore forse insopportabile per lui.

Flavio era una figura rispettata e amata da tutti nella comunità. Per un certo periodo, ha gestito un maneggio lungo la strada romana, contribuendo alla vita sociale e culturale della città.

I social sono state invasi da una valanga di messaggi di cordoglio, con amici e conoscenti che esprimono il loro affetto e il loro sgomento per la perdita improvvisa di Flavio. Ogni messaggio trasuda l’amore e la gratitudine per l’uomo che era e per il vuoto che lascia dietro di sé.

I funerali per dare l’ultimo saluto a Flavio verranno comunicati presto, offrendo alla comunità l’opportunità di condividere il proprio dolore e di rendere omaggio alla memoria di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nei cuori di coloro che lo conoscevano. Che la terra gli sia lieve.

 

 




Addio a Roldano Cisternino

di REDAZIONE-

VITERBO- La triste notizia della scomparsa del giornalista Roldano Cisternino ha colpito profondamente la comunità di Canepina e tutta la Tuscia. A 66 anni, Cisternino è deceduto oggi presso l’ospedale di Belcolle, dove era stato trasferito dopo un ricovero iniziale alla clinica Santa Teresa.

Originario di Canepina, Cisternino ha lasciato un segno indelebile nel panorama giornalistico locale. Prima di intraprendere la carriera giornalistica, ha insegnato alle elementari e ha lavorato al provveditorato agli studi di Viterbo.

La sua carriera nel giornalismo lo ha portato a collaborare con diverse testate, distinguendosi soprattutto per il suo impegno nel Corriere di Viterbo, dove per molti anni si è dedicato alla cronaca sportiva.

Ma non è solo il suo lavoro professionale a essere ricordato con affetto: Cisternino era noto per la sua serietà, la precisione nel lavoro e la disponibilità al dialogo cortese. Sempre sorridente e gioviale, incarnava un’etica giornalistica d’altri tempi, caratterizzata da gentilezza e cortesia.

La sua scomparsa lascia un vuoto non solo nel mondo del giornalismo, ma anche nella comunità locale, che perde un uomo di grande valore umano e professionale.

I funerali di Roldano Cisternino si terranno domani, 28 marzo, alle 15 presso la chiesa della Sacra Famiglia al Salamaro a Viterbo. La redazione di Tuscia Times si stringe al dolore della famiglia.




Scomparsa della consigliera Valentina Paterna: cordoglio di Sabatini

Scomparsa della consigliera Valentina Paterna,  il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio Daniele Sabatini:  “Valentina Paterna donna forte e caparbia. Profondo dolore per la scomparsa. La scomparsa dell’amica e collega Valentina Paterna lascia un dolore terribile.
Donna forte, che ha coniugato impegno politico e istituzionale nonostante la continua lotta alla malattia. Caparbia e sempre sorridente alla vita, lascia un vuoto incolmabile. È una perdita che ci tocca nel profondo. Ci stringiamo al dolore della sua famiglia, ad Alberto e a tutti coloro che le vogliono bene. A loro vanno le mie più sincere condoglianze, personali ed istituzionali”. Cordoglio anche da parte del Gruppo Fdi alla Regione Lazio: “Onorati di aver avuto Valentina Paterna con noi. Il gruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio esprime dolore e cordoglio per la scomparsa di Valentina Paterna, consigliere regionale e presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente. Una collega con cui siamo onorati di aver condiviso un percorso umano e politico molto bello ed entusiasmante, anche se purtroppo breve, visto che la sua scomparsa avviene ad appena un anno dall’ elezione in Consiglio regionale. Abbiamo apprezzato di lei la lealtà, la dignità, la correttezza, la disponibilità, il grande spirito di collaborazione e la passione che ha messo in tutto ciò che ha fatto mostrandosi sempre meritevole della stima e della fiducia di tutti noi. Alla famiglia esprimiamo i sensi del più profondo cordoglio e la nostra sincera vicinanza. Ciao Valentina”.




Addio a Valentina Paterna, consigliera regionale di FdI: lutto nel Partito meloniano

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VITERBO- La politica italiana piange la perdita di Valentina Paterna, consigliera regionale di Fratelli d’Italia, venuta a mancare questa sera all’età di 42 anni dopo una strenua battaglia contro una malattia. Il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, ha prontamente convocato tutti i suoi consiglieri per esprimere solidarietà al compagno di Paterna, l’assessore Alberto Riglietti.

Paterna ha lasciato un vuoto nel panorama politico locale e nazionale. Era stata attivamente coinvolta nel partito, ricoprendo il ruolo di coordinatrice del circolo locale di Fratelli d’Italia dal 2020 e successivamente diventando consigliera comunale nel 2022, oltre a essere stata capogruppo del partito al Comune di Tarquinia.

Nell’anno precedente, aveva raggiunto un importante traguardo essendo stata eletta consigliera regionale. La sua scomparsa ha lasciato un’impronta significativa nella comunità politica, con molte persone che le hanno reso omaggio per il suo impegno e la sua dedizione alla causa politica.

La sua eredità politica e il suo contributo alla sua comunità saranno ricordati e celebrati da coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerla e lavorare con lei. Parole di cordoglio da parte dell’on. Mauro Rotelli: ““Valentina non c’è più. Una donna, una ragazza sempre forte che, nonostante la lotta contro la malattia, non ha mai fatto mancare l’impegno, il suo sorriso ed i suoi occhi risplendevano in ogni circostanza. Una perdita enorme. Ora ci stringiamo alla sua famiglia, ad Alberto e a tutta la comunità di Tarquinia: la sua comunità.”

Parole di cordoglio anche da parte di Massimo Giampieri Presidente Provinciale di Fratelli d’Italia Viterbo, che ha scritto: “Raggiunto dall’assurda notizia della morte improvvisa della cara Valentina Paterna simbolo di impegno politico in regione Lazio e al comune di Tarquinia, a nome dell’intera comunità di Fratelli d’Italia della provincia di Viterbo, mi stringo al dolore della mamma, dei parenti tutti e del suo compagno di una vita dottor Alberto Riglietti”.

Sergio Caci commissario della provincia di Viterbo per Noi Moderati è intervenuto scrivendo: “A nome di tutti i moderati, Sergio Caci esprime profondo cordoglio e dispiacere per la prematura scomparsa di Valentina Paterna. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella nostra comunità. Valentina era una persona di grande valore, sempre disponibile e pronta ad aiutare gli altri. Il suo impegno e la sua dedizione saranno ricordati da tutti. In questo momento di dolore, ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici di Valentina e alla comunità di Tarquinia, porgendo loro le nostre più sincere condoglianze”.

La redazione di Tuscia Times si unisce al dolore dei famigliari per la prematura scomparsa della consigliera regionale Paterna.

 




Tragedia a Nepi: morta donna travolta da un camion

di REDAZIONE-

NEPI – Nepi si sveglia con la triste notizia della morte di Rosilde Mazzalupi, vittima di un terribile incidente avvenuto ieri, sabato 23 marzo, lungo via Roma. La donna, travolta da un camion durante l’ora di pranzo, è stata immediatamente soccorsa e trasportata d’urgenza all’ospedale Gemelli con l’eliambulanza, ma purtroppo non ce l’ha fatta a sopravvivere, lasciando la figlia nel dolore più profondo.

Il sindaco di Nepi, Franco Vita, ha espresso il cordoglio dell’intera comunità per la perdita di Rosilde, ricordando il suo sorriso e manifestando solidarietà alla figlia e ai nipoti.

L’incidente ha scosso profondamente i cittadini di Nepi, che ora chiedono maggiore sicurezza lungo via Roma, una strada frequentata non solo da auto ma anche da mezzi pesanti. Le richieste di intervento urgente comprendono l’installazione di autovelox funzionanti e il ripristino di semafori spenti da tempo, oltre a una revisione della viabilità per impedire il passaggio dei mezzi pesanti all’interno del centro abitato.

La morte di Rosilde Mazzalupi è stata una tragica sveglia per Nepi, che ora si mobilita per evitare che simili tragedie si ripetano, trasformando il dolore in azione per garantire la sicurezza di tutti i suoi cittadini.




E’ deceduta la Prof.ssa Nuccia Negroni Catacchio

Il Centro Studi di Preistoria e Archeologia ha annunciato, oggi, dal sito e dalle pagine social, la scomparsa della Prof.ssa Nuccia Negroni Catacchio, venuta a mancare nella notte tra martedì 12 e mercoledì 13 marzo. È una grande perdita per l’archeologia italiana. Anche il Sindaco di Farnese, Giuseppe Ciucci, ha espresso oggi il suo cordoglio. Lo stesso ha fatto Caterina Pisu, direttrice del Museo Civico “Ferrante Rittatore Vonwiller”.
Così l’ha ricordata il Centro Studi di Preistoria e Archeologia di Milano che ha riassunto la sua biografia:”Nuccia Negroni si laurea in Paletnologia all’Università degli Studi di Milano, dove incontra il suo maestro, Ferrante Rittatore Vonwiller. Al suo seguito, partecipa a numerosi scavi e ricerche in Etruria e Lombardia, raccogliendone l’eredità anche dopo la sua morte. Si dedica allo studio del Protogolasecca e del Golasecca, con gli scavi di Campo Verde nel pavese e di Pianvalle a Como. Numerosissimi sono gli scavi e le ricerche portati avanti in Etruria, che spaziano dall’età del rame al Bronzo Finale. Conduce le ricerche in siti chiave per la ricostruzione della storia del territorio, tra cui Fontanile di Raim, Poggialti Vallelunga, Mandrione di San Giovanni, Roccoia, Poggio La Sassaiola, Duna Feniglia, Sovana e Sorgenti della Nova. Con grande senso di responsabilità scientifica, pubblica sempre i risultati di ogni scavo e ricerca, fornendo a tutti i colleghi la possibilità di formulare ipotesi anche diverse dalle proprie. In tale prospettiva, nel 1991 organizza il Primo Incontro di Studi di Preistoria e Protostoria in Etruria, con conseguente pubblicazione degli Atti, che riproporrà in seguito ogni due anni fino ad oggi, rendendolo un appuntamento fondamentale per tutti gli studiosi d’Etruria e non solo.
Fin dalla tesi di laurea, si dedica allo studio dell’ambra nell’antichità, dalla preistoria all’epoca preromana, diventando presto uno dei massimi esperti riconosciuti a livello internazionale.
Ricopre incarichi di docenza presso l’Università del Piemonte Orientale di Vercelli, il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Milano, dove aveva iniziato il suo percorso di studi. Qui insegna Metodologia della Ricerca Archeologica e fonda la sua scuola, trasmettendo la sua genuina passione per la ricerca a moltissimi studenti. Per fare in modo che questi ultimi, una volta laureati, continuassero a sentirsi parte di un gruppo, nel 1993 fonda il Centro Studi di Preistoria e Archeologia, nell’ambito del quale ha continuato a lavorare instancabilmente anche dopo il ritiro dall’università, fino alla sua scomparsa.
Nuccia Negroni ha contribuito non solo a ricostruire tasselli fondamentali della storia antica, ma anche a formare giovani menti, a livello sia professionale sia personale.
Così come lei raccolse quella del suo maestro, i suoi allievi del Centro Studi raccolgono oggi la sua eredità e, piangendone la scomparsa, assicurano che nessuna delle attività da lei tanto amate avrà fine. Come amava ripetere spesso, “Faremo tutto, come facciamo sempre”.

I funerali avranno luogo venerdì 15 marzo ore 11.00 a Milano, presso la Parrocchia Gesù Buon Pastore di via Caboto 2.

Caterina Pisu




Morto Alexei Navalny in Prigione: sconcerto e accuse di assassinio

di REDAZIONE-

Il dissidente leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny, è morto nella sua prigione, ha annunciato il servizio penitenziario federale russo. Navalny, 47 anni, era stato condannato a 19 anni di prigione e si trovava in una colonia carceraria artica. Secondo quanto riportato, Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo conoscenza rapidamente nonostante i tentativi di rianimazione.

Le circostanze della sua morte sono oggetto di indagine, con la tv russa Russia Today che cita una fonte affermando che Navalny è morto a causa di un coagulo di sangue, una trombosi. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin è stato informato della morte, ma non sono state fornite informazioni sulle cause.

La moglie di Navalny, Julija Borisovna, ha minacciato che Putin e altri funzionari russi saranno puniti per quello che hanno fatto, mentre la madre di Navalny ha riferito che l’ultima volta che lo ha visto era vivo e in buone condizioni. I tentativi di rianimazione sono durati 30 minuti, ma sono stati vani.

La morte di Navalny ha scatenato una serie di reazioni internazionali, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che accusa Putin e il presidente della Lettonia che parla di assassinio orchestrato dal Cremlino. Nel frattempo, l’Occidente è stato criticato dalla Russia per le accuse immediate senza un’indagine completa.

Navalny, noto per le sue critiche al governo russo, era stato oggetto di ripetuti periodi di isolamento e punizioni durante la sua detenzione. È stato trasferito in una remota colonia penale artica alla fine dell’anno scorso, e da allora le informazioni sulla sua situazione erano state limitate.

La morte di Navalny ha suscitato indignazione e richieste di indagine internazionale, mentre crescono le domande sul trattamento dei prigionieri politici in Russia.




Muore giovane operario agricolo a Castel d’Asso: disposta autopsia

di REDAZIONE-

CASTEL D’ASSO (Viterbo)- Un tragico evento ha colpito una piccola comunità nei pressi di Castel D’Asso, dove un giovane operaio agricolo di 33 anni, Sidike Toure, ha perso la vita in seguito a un improvviso malore sul luogo di lavoro. Il tragico episodio ha avuto luogo martedì mattina, quando Toure si è accasciato a terra durante il suo turno di lavoro, senza riprendere conoscenza nonostante i tentativi disperati di rianimazione da parte dei soccorsi intervenuti tempestivamente.

Il corpo senza vita di Sidike Toure è stato posto sotto sequestro per consentire l’esecuzione dell’autopsia, ordinata dal magistrato al fine di chiarire le cause del decesso. Sul luogo dell’incidente, oltre ai sanitari del 118, è intervenuta anche la polizia per condurre tutte le indagini necessarie.

Sidike Toure lascia la moglie e due figli, lasciando dietro di sé un dolore immenso nella comunità.