Si approssima l’anniversario della scomparsa di Alfio Pannega,

VITERBO – Si approssima l’anniversario della scomparsa di Alfio Pannega, che ci ha lasciato il 30 aprile del 2010. Era nato nel 1925, proletario, antifascista, militante comunista e libertario, poeta a braccio, persona amatissima dall’intera comunita’ viterbese – era conosciuto da tutti e da tutti apprezzato per la sua sorgiva bonta’ e per le sue fulminanti battute -, visse l’intera vita in poverta’, condividendo quanto aveva con chiunque avesse bisogno del suo aiuto; negli ultimi venti anni della sua vita fu protagonista dell’esperienza del centro sociale occupato autogestito “Valle Faul”, un’esperienza di condivisione, di solidarieta’ e di lotta nonviolenta che ha formato al sentire morale e all’impegno civile decine e forse centinaia di giovani che in lui hanno trovato il testimone e la memoria storica della Viterbo popolare e antifascista, e un esempio indimenticabile di empatia, di generosita’ e di amore al vero, al bene, al bello (amava declamare ai giovani amici e compagni di lotte interi canti della Divina Commedia di cui serbava perfetta memoria), un autentico educatore alla giustizia, alla liberta’, alla misericordia per il mondo intero.
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Insieme ad Alfio Pannega abbiamo condotto non dimenticate esperienze di solidarieta’ concreta e indispensabili lotte nonviolente in difesa della pace, dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente; insieme ad Alfio Pannega abbiamo vissuto intense esperienze di convivialita’ e di condivisione, ma anche di studio e di riflessione, di protezione accudente dei beni comuni naturali e culturali in questa citta’ e in queste campagne di Viterbo e dintorni.
E poiche’ – come disse Alce Nero a John G. Neihardt – ogni luogo e’ il centro del mondo, allora ogni pensiero, ogni parola, ogni azione in difesa del bene, in soccorso del bisognoso, a salvaguardia di ogni vita, ovunque meditato, ovunque pronunciata, ovunque eseguita, e’ nel cuore del mondo e salva il mondo intero.
Era un uomo saggio e coraggioso, esempio dell’umanita’ come dovrebbe essere.
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Nel suo ricordo e alla sua scuola continuiamo nell’impegno comune per la pace, la dignita’ umana, la difesa della biosfera.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell’impegno comune per la liberazione comune e la salvezza dell’umanita’ intera e dell’intero mondo vivente.
Salvare le vite e’ il primo dovere.

Peppe Sini




Peppe Sini: “Formare le forze dell’ordine alla nonviolenza. Una improrogabile necessità”

VITERBO – Riceviamo da Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo.

Le recentissime vicende confermano una volta di più la necessità di formare le forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza. Da oltre vent’anni sono state realizzate sperimentazioni e presentate proposte di legge in tal senso.

E’ ora che tutti gli operatori della pubblica sicurezza siano adeguatamente formati alla nonviolenza, coerentemente col dettato costituzionale e con la Dichiarazione universale dei diritti umani.




Il primo diritto umano, una conversazione tenuta a Vetralla il 10 dicembre 2023

 VETRALLA (Viterbo)- Domenica 10 dicembre 2023 a Cura di Vetralla il responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, Peppe Sini, ha tenuto una conversazione in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani.
Di seguito una sintesi degli argomenti svolti. Non un giorno all’anno, ma ogni giorno
Celebrare una volta all’anno la Giornata mondiale dei diritti umani, e poi dimenticarsene per tutti gli altri giorni, sarebbe una triste e trista beffa.
Il significato e lo scopo di questa Giornata e’ infatti nel convocare – rammemorare ed esortare – al dovere di agire ogni giorno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La “Dichiarazione universale dei diritti umani” proclamata il 10 dicembre 1948 deve essere il programma politico fondamentale di ogni persona decente e di ogni civile istituto; ogni giorno sia dedicato all’inveramento dei principi contenuti in quella Dichiarazione.




Morte di Delfino Santariello, il ricordo di Peppe Sini

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “E’ deceduto Delfino Santaniello. Fedele amico e servitore della repubblica democratica, della giustizia veritiera e solidale, dell’umanita’ intera.
Negli anni ’70 fu protagonista dell’impegno per la democratizzazione delle forze dell’ordine e promotore della nascita del sindacato di polizia.
Tante, da non potersi enumerare tutte, le iniziative di civilta’, di umanita’, in cui fu impegnato; due fra le molte altre ne voglio qui particolarmente ricordare.
Negli anni ’80 fu sostenitore della campagna italiana per la liberazione di Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano.
Dopo la tragedia di Genova del 2001 contribui’ alla stesura della prima proposta di legge per la formazione delle forze dell’ordine alla nonviolenza.
Per decenni e’ stato a Viterbo uno dei punti di riferimento nell’impegno in difesa della Costituzione della Repubblica italiana, per la legalita’ democratica che difende ed invera la dignita’ e i diritti di tutte le persone, contro i poteri criminali, contro il regime della corruzione, contro le ingiustizie e le iniquita’ tanto puntuali quanto strutturali, contro le soperchierie e gli abusi tanto flagranti quanto occulti e variamente camuffati.
Impegnato nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ne era a Viterbo uno dei piu’ autorevoli rappresentanti.
Sempre lotto’ contro la violenza, sempre lotto’ per salvare le vite, sempre lotto’ per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa dell’intero mondo vivente.
Era un uomo generoso e valoroso, austero e compassionevole, un animo gentile e sensibile, pronto alla sollecitudine ed alla commozione vivide e pulsanti sotto l’habitus e l’askesis del rigore morale e civile che fu di Gobetti e Gramsci, di Ferruccio Parri e di Aldo Capitini, di Primo Levi e di Sandro Pertini.
Ci legava da quasi mezzo secolo un’amicizia tenace e profonda, una solidarieta’ affettuosa e sobria, che non aveva bisogno di segni esteriori, nell’impegno comune per il bene comune dell’umanita’.
Oggi per me il mondo e’ piu’ freddo e piu’ buio.
Ma il ricordo di Delfino Santaniello continuira’ ad illuminare e nutrire la vita intellettuale, morale e civile mia e di tutte le persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, tutte le persone che della sua saggezza e della sua bonta’ hanno, abbiamo beneficiato; continuera’ ad essere orgoglio e vanto di questa citta’ e di questo paese e dell’umanita’ intera; continuera’ ad essere monito fermo contro tutte le oppressioni e le violenze, e incandescente appello alla lotta per la giustizia e la liberta’ di tutti gli esseri umani; continuera’ a chiamare alla fedelta’ agli immortali princìpi dell’89: liberte’, egalite’, fraternite”‘.

Peppe Sini, viterbese




Per David Sassoli, persona buona e mite

Riceviamo e pubblichiamo: “Le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier si uniscono al lutto per la morte di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, persona buona e mite, gentile e generosa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con gratitudine ricordiamo il suo autorevole impegno affinche’ a Leonard Peltier sia restituita la libertà.
Come Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli il 23 agosto 2021 annuncio’ pubblicamente – con una conferenza stampa, un video e un tweet – la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d’America di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
“Inviero’ una lettera alle autorita’ statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell’American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita’ accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque”.
“I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere”.
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita’, associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita’ dell’impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Roberta De Monticelli, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d’Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.
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Anche nel ricordo di David Sassoli proseguiamo nell’iniziativa per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d’America a concedere la grazia a Leonard Peltier, un uomo innocente e valoroso, barbaramente perseguitato, da 45 anni detenuto per crimini che non ha commesso.
Anche nel ricordo di David Sassoli proseguiamo nell’impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani”.

Le associazioni promotrici della campagna italiana per la liberazione di Leonard Peltier




Peppe Sini: “Mercoledì 7 aprile prenderò parte al digiuno promosso da padre Alex Zanotelli”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Mercoledì 7 aprile prenderò parte al digiuno promosso da padre Alex Zanotelli e dalle altre persone amiche del movimento del “digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti”. E trovo di grande valore che a questa iniziativa si siano associate anche le persone amiche impegnate affinché l’Italia finalmente sottoscriva e ratifichi il Trattato dell’Onu per la proibizione delle armi atomiche.
L’impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani e l’impegno per la pace e il disarmo sono una cosa sola. L’impegno per la dignità, la liberazione e la salvezza dell’umanità intera e l’impegno per la salvaguardia dell’intero mondo vivente sono una cosa sola.
Digiunerò anche ricordando l’amico e compagno di lotte nonviolente Giuseppe Tacconi, antifascista e uomo di pace sempre sollecito del bene comune, di cui ricorre oggi il quinto anniversario della scomparsa.
Digiunerò insieme a tante persone che come me partecipano a questa iniziativa per riaffermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignità, alla solidarietà; il dovere di ogni essere umano alla condivisione del bene e dei beni; il dovere di ogni umano istituto a difendere ogni essere umano da ogni violenza.
Digiunerò per ricordare a me stesso ed altrui le innumerevoli persone che ancor oggi subiscono violenze inenarrabili; che ancor oggi sono esposte alla denutrizione e fino alla morte per fame; che ancor oggi sono vittime di disumana ingiustizia, di dittature, guerre, poteri criminali, del “disordine costituito” e dell’indifferenza che favoreggia la mole di male che l’intera umanità ed ogni singola coscienza deturpa ed opprime.
Digiunerò per chiedere al governo e al parlamento del nostro paese di rispettare finalmente la Costituzione della Repubblica italiana, che informa il nostro ordinamento giuridico e la nostra civile convivenza al dovere di rispettare e soccorrere ogni persona, al dovere della pace, della solidarietà, dell’aiuto reciproco.
Digiunerò per testimoniare la necessità che con la lotta nonviolenta dell’umanità senziente e pensante s’inveri il programma di Giacomo Leopardi: che tutti gli esseri umani si uniscano contro il male e la morte; che nessuna persona sia oppressa, sfruttata, emarginata, abbandonata al dolore, alla paura, al misconoscimento e alla denegazione, al nulla che tutto divora.
L’ho ripetuto tante volte nel corso degli anni, voglio ripeterlo una volta ancora: si realizzino immediatamente nel nostro paese quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; è l’unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitù e l’apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio “una persona, un voto”: un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti è privato di fondamentali diritti non è più una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalità costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
Il razzismo è un crimine contro l’umanità.
Siamo una sola umanità in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite è il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo”.

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




Peppe Sini: un ricordo di Marcello Polacchi

VITERBO-Riceviamo e pubblichiamo: “Marcello Polacchi, che e’ deceduto ieri vittima dell’epidemia, molti a Viterbo ricorderanno in questi giorni e poi ancora a lungo nel corso degli anni avvenire la figura insigne.
L’umanista di poliedrica e salda cultura, vasta e profonda ad un tempo, costantemente proteso in un medesimo movimento dell’animo alla sequela di virtute e canoscenza.

L’avvocato illustre dalla profonda e acuta intelligenza e il cuore nobile e generoso le cui vittorie nel foro sovente furono altresi’ atti di pedagogia morale e civile oltre che brillanti esempi di dottrina giuridica e luminose prove di pascaliana sapienza del cuore degli esseri umani e del mondo.
Il cittadino impegnato per il bene comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, il militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la giustizia sociale, l’eguaglianza di dignita’ e diritti, le liberta’ di tutti e di ciascuna persona, la responsabilita’ per l’umanita’, la solidarieta’ che ogni essere umano riconosca e raggiunga, e sostenga e protegga, e conforti, e liberi.
Il consigliere comunale e capogruppo comunista che nella Sala del Consiglio di Palazzo dei Priori si batteva per il vero, il buono, il giusto, tenacemente contrastando il regime della corruzione, alacremente adoperandosi affinche’ la cosa pubblica fosse amministrata in pro della popolazione tutta ed in primo luogo a beneficio di chi del pubblico sostegno piu’ avesse bisogno, inverando lo spirito e il dettato della Costituzione repubblicana.
Il Presidente della Provincia di Viterbo che promosse realizzazioni grandi e durature che ancora illustrano questa citta’ e questa terra – ed altre non meno preziose e frugifere che amministrazioni successive stoltamente hanno lasciato estinguere.

Anch’io che scrivo queste poche righe lo ho conosciuto anche in quelle sue vesti: come dotto e valente professatore del giure di adamantina probita’, come compagno d’ideali e di lotte sollecito di giustizia e liberta’, come maestro di civilta’ e cultura; ma l’ho conosciuto anche come amico. Un amico cui credo di dovere molto.
C’e’ una lirica di Edgar Allan Poe, che s’intitola “Eldorado”, che serbo nella memoria da oltre mezzo secolo; con essa vorrei un’ultima volta salutarlo.

Una persona buona ci ha lasciato. Resta la sua memoria, la sua testimonianza, il bene che ha compiuto, l’esempio che ha donato, resta il valore che non si estingue.
In quest’ora di lutto ai familiari tutti anche il mio abbraccio giunga”.

Peppe Sini



4 novembre 2020: Non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – Proponiamo che il 4 novembre (nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia) si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell’inutile strage della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu’ austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e’ possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche’ le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche’ convocano ogni persona di retto sentire e di volonta’ buona all’impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita’ e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’. Per questo sosteniamo la richiesta che l’Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017 entrato in vigore dopo la cinquantesima ratifica nei giorni scorsi.

Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l’enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno. Riteniamo essenziale l’avvio di una politica di disarmo, poiche’ le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani. I fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente. La pandemia ha dimostrato quanto sia importante, preziosa e vitale la sanita’ pubblica, la tutela e la salubrita’ dell’ambiente, la difesa e il sostegno dei piu’ fragili e indifesi, dei piu’ sfruttati e impoveriti, dei piu’ emarginati ed oppressi della societa’, ovvero il riconoscimento dell’eguaglianza di dignita’ e diritti di tutti gli esseri umani.

Abolire le guerre e garantire piu’ salute e diritti per tutte e tutti. Meno armi – strumenti di morte – e piu’ risorse per sanita’ e assistenza, previdenza e protezione sociale, servizi pubblici per tutte e tutti. Siano drasticamente ridotte le spese militari, e i fondi pubblici cosi’ risparmiati siano utilizzati per la sanita’, l’assistenza, la ricerca scientifica orientata al bene comune dell’umanita’, la difesa della vita, della dignita’ e dei diritti di tutte e tutti, la condivisione del bene e dei beni. Per questo sosteniamo la Campagna “Un’altra difesa e’ possibile”, che prevede l’istituzione di un Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.

Pace, disarmo, smilitarizzazione. Tutela della salute di tutte e tutti. Solo la pace salva le vite. Salvare le vite e’ il primo dovere.

Peppe Sini, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo




Ricordando Roberto Domenicucci nel secondo anniversario della scomparsa

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – Due anni fa, il 25 ottobre 2018, moriva Roberto Domenicucci, antropologo, docente, preside, uomo sapiente e saggio, di forte impegno morale e civile, persona amabile e generosa, un indimenticabile amico. Persone come Roberto hanno illuminato la vita di chi le ha incontrate.

Anche nel suo ricordo proseguiamo quindi nell’impegno nonviolento contro la guerra e tutte le uccisioni.
Anche nel suo ricordo proseguiamo quindi nell’impegno nonviolento contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Anche nel suo ricordo proseguiamo quindi nell’impegno nonviolento contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Anche nel suo ricordo proseguiamo quindi nell’impegno nonviolento contro ogni schiavitù, contro ogni devastazione, contro l’ingiustizia, l’iniquità, l’abuso, la violenza.
Anche nel suo ricordo proseguiamo quindi nell’impegno nonviolento in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, per il bene comune dell’umanità intera, in difesa dell’intero mondo vivente di cui l’umana famiglia e’ insieme parte e custode, per la comune responsabilità e l’universale condivisione del bene e dei beni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l’umanità come dovrebbe essere.

In questo tragico tempo di pandemia, di sofferenze abissali e di assurde violenze, di barbarie dilagante e disperata cecità, il ricordo di Roberto Domenicucci, il suo esempio e il suo magistero, e’ un sostegno e un conforto, un appello e una guida all’azione responsabile e solidale, all’azione giusta, all’azione buona. – Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




Sini scrive una lettera al ministro della Giustizia

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Signor ministro della Giustizia, come sa, con la fine del fascismo in Italia e’ stata abolita la pena di morte, e la Costituzione repubblicana stabilisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità”.
Per contrastare l’epidemia di coronavirus e cercar di salvare vite umane sono state adottate – sia pure con grave ritardo – misure di distanziamento tra le persone, unico modo efficace di contenere il contagio.
Ma queste misure non possono essere adottate efficacemente in luoghi sovraffollati come le carceri italiane.
Cosicché chi si trova nelle carceri italiane, come ristretto o come custode, e’ esposto al piu’ grave pericolo. E’ esposto al pericolo di essere contagiato e di rischiare la vita. E vive in una condizione di torturante paura senza potervi sfuggire.
E’ palese che la permanenza in carcere, sic stantibus rebus, è incompatibile con le indispensabili misure di profilassi per contenere il contagio; e’ incompatibile con le norme sul cosiddetto “distanziamento sociale” (pessima formulazione con cui in queste settimane viene indicato il tenersi di ogni persona ad adeguata distanza dalle altre, volgarizzato col motto “restate a casa”); e’ incompatibile con il fondamentale diritto di ogni essere umano alla tutela della propria vita.
Ne consegue che finche’ l’epidemia non sia debellata occorre vuotare le carceri e – per dirla in breve – mandare tutti i detenuti nelle proprie case con l’ovvio vincolo di non uscirne.
Naturalmente vi saranno casi in cui ciò non sia possibile (i colpevoli di violenza domestica, ad esempio), ma anche questi casi particolari potranno essere agevolmente risolti con la collocazione in alberghi o altre idonee strutture in cui il necessario “distanziamento sociale” sia garantito.
Non si obietti che tale proposta e’ iniqua: più iniquo, illecito e malvagio sarebbe continuare ad esporre insensatamente alla morte degli esseri umani.
E non si obietti che cosi’ si rischia di non poter controllare l’effettiva costante permanenza in casa degli attuali detenuti: oggidì non mancano affatto le risorse tecnologiche per garantire un efficace controllo a distanza che le persone attualmente ristrette destinatarie di tale provvedimento restino effettivamente nelle loro case (ovvero nelle abitazioni loro assegnate).
Ne’ si obietti che cosi’ si garantisce il diritto alla casa ai criminali mentre persone che non hanno commesso delitti ne sono prive: e’ infatti primario dovere di chi governa il paese garantire un alloggio a tutte le persone che si trovano in Italia; nessuno deve essere abbandonato all’addiaccio o in una baracca, a tutte le persone deve essere garantita una casa: si cessi pertanto piuttosto di sperperare risorse pubbliche a vantaggio dei ricchi e si provveda a rispettare concretamente i diritti fondamentali di ogni persona, adempiendo ai doveri sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Signor ministro della Giustizia, prima che sia troppo tardi si adottino i provvedimenti necessari per vuotare le carceri e mettere in sicurezza per quanto possibile la vita dei detenuti e del personale di custodia. Salvare le vite è il primo dovere. Augurandole ogni bene”

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




Il Centro di ricerca per la pace scrive al sindaco Arena

VITERBO – Riceviamo dal Centro di ricerca per la pace e la difesa dei diritti umani” e pubblichiamo: “Egregio sindaco, anche a Viterbo vi sono persone in condizioni di povertà e di disagio tali da avere urgente bisogno di un aiuto straordinario da parte della mano pubblica.
Mi sembra che il governo nazionale – e duole dirlo – non abbia saputo in questa tragica ora di verità scegliere di dare priorità assoluta all’aiuto a chi di aiuto ha più urgente ed estremo bisogno.
Sembra ci si preoccupi piu’ di finanziare la messa a disposizione di baby-sitter per la borghesia, piuttosto che di aiutare adeguatamente e tempestivamente chi e’ privo dei beni essenziali.
Chi e’ benestante viene sostenuto, chi e’ nell’estrema povertà viene abbandonato.
Come molte altre persone ho scritto anch’io nei giorni scorsi al governo per chiedere un intervento adeguato per “garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che più ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perché emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate”.
Ma so che un governo presieduto da chi nel 2018-2019 fu a capo del governo razzista che commise abominevoli crimini contro l’umanità potrebbe tenere in non cale la richiesta – il dovere – di aiutare adeguatamente, tempestivamente, prioritariamente le persone più oppresse e più bisognose.
*
Cosi’ scrivo anche a lei, egregio sindaco, per sollecitare l’amministrazione comunale di Viterbo ad adoperarsi affinche’ a tutte le persone che vivono nel territorio del comune di Viterbo sia garantito l’aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune di Viterbo si impegni affinche’ tutti i generi di prima necessita’ siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Credo sia un dovere – un impegnativo ma ineludibile dovere – che il Comune puo’ e deve compiere con la massima tempestività.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
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Confidando nell’impegno suo e dell’intera amministrazione comunale, la saluto cordialmente augurandole ogni bene”.

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

 




Peppe Sini commenta le iniziative di oggi per il giorno del ricordo

VITERBO- Con viva commozione ho assistito oggi ad alcune delle iniziative che si sono svolte a Viterbo di commemorazione delle vittime della Shoah, in questo “Giorno della memoria” ricorrendo l’anniversario della liberazione dei superstiti del campo di sterminio di Auschwitz il 27 gennaio 1945.
In via della verita’, dinanzi alla lapide ed alle “pietre d’inciampo” che ricordano Vittorio Emanuele Anticoli, Letizia Anticoli e Angelo Di Porto, vittime viterbesi della Shoah, i volti e le voci delle giovanissime e dei giovanissimi studenti in parole e musica hanno rievocato le esistenze spezzate da quell’indicibile orrore, e ci hanno convocato all’impegno qui e adesso per fermare ogni strage, per soccorrere ogni persona, per difendere la vita, la dignita’ e i diritti di ogni essere umano.
Poi nella Sala Regia di Palazzo dei Priori, la sede del Comune di Viterbo, altre parole di verita’ sono state dette ed ascoltate; e massimamente luminosa e struggente la testimonianza di Salvatore Federici, superstite che ancora denuncia e contrasta la barbarie di cui fu vittima, testimone che alla sua veneranda eta’ ancora prosegue la lotta per salvare tutte le vite, per una societa’ giusta, libera, solidale, in cui nessuno sia abbandonato al dolore e alla morte, in cui ogni persona bisognosa di aiuto sia soccorsa, accolta, assistita.
Poi nella Sala Anselmi in via Saffi “L’altro circolo” ha proposto una preziosa mostra ed una polifonica riflessione, suscitatrici di dolorosa consapevolezza ed ortative a un condiviso agire nonviolento per contrastare tutte le violenze, per inverare il primo diritto ad ogni essere umano inerente: il diritto a non essere ucciso, il diritto a una vita degna, il diritto alla condivisione del bene e dei beni in eguaglianza di diritti, in mutuo soccorso, nel piu’ fermo e pieno rispetto dell’umanita’ di tutte e tutti, di ciascuna e ciascuno.
Altre iniziative ancora si sono svolte oggi in questa citta’, e corale e’ stata la commemorazione. Tutte le iniziative cui ho potuto personalmente assistere mi sono sembrate rappresentative di un persuaso comune impegno a porsi all’ascolto delle vittime, di una volonta’ buona che con la scelta nitida e intransigente della responsabilita’ e della solidarieta’ vuole opporsi ad ogni barbarie, vuole opporsi ad ogni uccisione, vuole opporsi ad ogni abuso.
La memoria delle vittime della Shoah ci convoca ad inverare ogni giorno nel nostro concreto agire il valore dell’universale benevolenza, il valore dell’umanita’ che riconosce, rispetta, difende e sostiene ogni persona.
L’umanita’ sa che puo’ e deve contrastare, sconfiggere e dismettere ogni violenza e realizzare quella fraternita’ e sororita’ che e’ speranza ed aspirazione di ogni persona e di ogni cultura, che e’ il fondamento di cio’ che chiamiamo civilta’, comunione: siamo una sola umanita’ in un unico mondo vivente.
Chi salva una vita salva il mondo.
Solo facendo il bene ci si oppone al male.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo