Domattina su Rai 3 il servizio sulla Calza della Befana al centro sociale Pilastro

VITERBO- Domani, 5 dicembre, alle ore 11 circa, su Rai 3, verrà trasmesso il servizio girato per ANTEAS dove anche il  Centro Sociale Pilastro sarà presente con la Calza della Befana e non solo.Inoltre, presso il centro Pilastro, alle ore 15, si terrà presso la Sala Teatro in via Minciotti, la  “Festa dell’olio”, con tombola a tema e degustazione bruschette.




La Rai stamani al centro sociale Pilastro per riprendere i preparativi della Calza della Befana più lunga del mondo

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- È iniziata la cucitura della Calza della Befana più lunga del mondo e la preparazione delle calzette con i dolciumi con la presenza questa mattina di una troupe della Rai presso i locali del centro polivalente Pilastro. “Grazie ad una iniziativa dall’ANTEAS cui siamo associati dallo scorso anno, promossa per evidenziare le peculiarità dei vari Centri Sociali affiliati, abbiamo dato avvio con la presenza di Rai 3 alla preparazione dell’importante evento della Calza più lunga del mondo – spiega il presidente del Centro, Luciano Barozzi – L’Anteas ha promosso, infatti, tramite la Rai, degli incontri per far vedere le peculiarità dei centri sociali. Per quanto riguarda Viterbo è stato scelto il nostro centro sociale. Questa mattina, alla nostra sede sono venuti anche due rappresentanti di altri due centri sociali per presentare le loro iniziative, una in ambito teatrale ed una di primo soccorso, mentre per il nostro centro abbiamo presentato il corso di inglese e poi, l’evento sicuramente più importante e scenografico, la Calza della Befana più lunga del mondo. Abbiamo così chiamato alcune delle nostre associate che, vestite da Befana, hanno iniziato a cucire la Calza. Possiamo, quindi, dire che oggi è stata inaugurata la Calza della Befana del 2025. Quello di oggi è stato un mattino anche di festa e allegria allietato dalla nostra band. Gran finale gli gnocchi preparati dal nostro chef Paolo insieme ai ragazzi dell’associazione “Amici di Galiana’”. Il servizio di Rai 3 verrà trasmesso il 5 gennaio, alle ore 11 a Spazio libero di Rai Parlamento. Intanto, questo pomeriggio, alle ore 17,30, si terrà l’incontro tra il presidente Barozzi, gli assessori comunali ed il comandante della Polizia municipale per decidere cosa fare per il trasporto della Calza della Befana 2025, visto che a piazza del Plebiscito c’è il cantiere e, quindi, il passaggio della Calza è compromesso. “La nostra intenzione è quella di fare lo stesso la Calza della Befana, quindi, dovremmo trovare delle opportune modifiche”- spiega Barozzi. Sabato 16 novembre, inoltre, il centro Pilastro,  alle 15,30,  festeggerà i suoi 27 anni dalla fondazione.




Regalone pre-pugnalonistico ad Acquapendente targato Rai 3

Regalone pre-pugnalonistico ad Acquapendente targato Rai 3. Mercoledì 24 aprile, ore 18,20, nell’ambito del contenitore informativo GEO condotto da Emanuele Biggi e Sveva Sagramola un intero servizio di oltre 20 minuti sul territorio, con le sue emergenze architettoniche e naturalistiche, le sue attività produttive, così come ideato e voluto dall’Architetto Renzo Chiovelli. Protagonista un fantastico drone (fotografia Chiovelli1-Chiovelli6) con riprese dall’alto sul Castello di Torre Alfina e sul centro urbano di Acquapendente e la capacità dell’occhio umano del regista Michelangelo Pepe di riprendere il mausoleo del Marchese Cahen (fotografia Chiovelli2), il bosco del Sasseto (fotografia Chiovelli3), panorama della cittadina dal colle fortificato di Castelnuovo (fotografia Chiovelli4). A partire da Mercoledì 1 Maggio il “testimone celebrazione” passerà nelle mani della nostra testata giornalistica. Con la rubrica “Un Pugnalone per quindici giorni e dintorni” che prenderà per mano i nostri lettori fino a Domenica 19 Maggio giorno della Festa. Con approfondimenti collegati all’evento più bello dell’aquesianità.




Acquapendente sbarca su Rai 3 come “Acqua Indipendente” con la trasmissione “Che tempo che fa “

ACQUAPENDENTE (Viterbo) – “Caro Fabio – scrive il Comune – abbiamo aspettato un po’ prima di scrivere questa lettera perché pensavamo di essere capitati “per caso” all’interno del tuo programma… Ma invece no, pare che l’inviato speciale Enrico Brignano si trovi proprio bene ad Acquapendente e che la nostra città gli offra tanti spunti interessanti per “dire la sua” sulla situazione attuale.
Come avrai ben capito, Acquapendente si trova davvero sul confine di tre regioni: siamo nel Lazio, ma con un piede in Umbria o in Toscana, a seconda della direzione che prendiamo. Come tutte le “zone di confine e di passaggio” paghiamo quotidianamente le conseguenze ben note di questa marginalità, ma abbiamo sempre cercato di cogliere le opportunità che questa condizione porta naturalmente con sé. Prima fra tutte, la possibilità di confronto con le comunità confinanti delle altre regioni e con i pellegrini o turisti che percorrendo la via Francigena da sempre si fermano ad Acquapendente.
Questa condizione ha fatto sviluppare in noi aquesiani un diffuso spirito di accoglienza e di ospitalità nei confronti dell’altro, sia esso pellegrino, turista o, perché no, oggi anche smartworker. Perché se è vero che per via delle restrizioni governative – continua l’amministrazione – abbiamo vissuto sulla nostra pelle le difficoltà di “vivere in una terra di confine”, è vero anche che le nuove possibilità si interazione o professionali, offerte dalle tecnologie in uso, potrebbero rappresentare per noi un’occasione di profonda rinascita, per rivitalizzare il nostro territorio così ricco di bellezze paesaggistiche e naturalistiche, oltre che culturali.”
“Concludiamo aggiungendo che in questo momento, in cui l’azione amministrativa locale concentra la propria attenzione sulle politiche di sostegno alle situazioni di fragilità, poche risorse restano a disposizione per la promozione del territorio. Potrai facilmente immaginare quanto sia importante per noi veder passare il nome della nostra cittadina sui videowall della RAI o sentirlo pronunciato da te è da Enrico ogni domenica, rigorosamente, in prima serata…”
Oltre ai ringraziamenti, l’amministrazione comunale invita personalmente Enrico Brignano nel proprio teatro, mettendo a disposizione il Teatro Boni di Acquapendente per una diretta: “potrebbe essere uno spunto in più per parlare della crisi dell’industria culturale durante questa pandemia”.

https://fb.watch/3nLjfM9tBJ/




Otto giovani donne e il sogno della cittadinanza italiana: in Prima TV il 4 settembre su Rai 3 “Il nostro Paese” di M. Parisini

“Ricordati che c’è di peggio fuori. Neanche gli italiani con gli italiani vanno d’accordo.” È la risposta ironica e lucidissima di Rabia, 22 anni, nata in Pakistan e arrivata in Italia all’età di due mesi, al racconto dei quotidiani episodi di razzismo subiti al liceo dalla sua amica. Raia vive e studia a Cremona. Dopo oltre vent’anni, non ha ancora la cittadinanza italiana. Rabia è una delle otto protagoniste de Il nostro Paese, il film di Matteo Parisini prodotto da Ladoc che verrà trasmesso in prima visione per la tv il 4 settembre su Doc3 Rai3.

Il film racconta le vite e le aspirazioni di otto ragazze, testimoni esemplari di quel milione circa di giovani nati in altri paesi che hanno trovato la propria casa in Italia. Insaf, Alessia, Marya, Anna, Sabrine, Ihsane, Ana Laura e Rabia vivono e studiano in Italia, parlano naturalmente italiano, condividono abitudini e costumi dei loro coetanei: essere italiani è per loro una condizione di fatto. Contribuiscono attivamente alla costruzione della società civile, sono perfettamente integrate nel nostro tessuto sociale ma senza un documento che lo possa testimoniare perché lo Stato nega loro il riconoscimento formale della cittadinanza. La politica ne discute da anni, cercando senza successo una legge che regolamenti la materia.

Da nord a sud, da Trieste a Napoli passando per Reggio-Emilia e Barletta, Il nostro Paese segue la loro vita quotidiana, la difficile e odiosa condizione di perenne incertezza di chi si ritrova ad essere “quasi italiano”, fra sogni da realizzare e una precarietà che mette a rischio la possibilità di essere felici. C’è Alessia, diciannovenne nata in Russia ma cresciuta in Italia dove è arrivata all’età di tre anni. È cintura nera di taekwondo, ha vinto due coppe e gareggia sia a livello nazionale che internazionale ma non può partecipare alle Olimpiadi con la Nazionale Italiana. C’è Ana Laura, origini brasiliane, a Trieste dall’età di due anni. Studia all’università ma non può fare l’Erasmus. C’è Anna, nata a Napoli da genitori senegalesi, che a 18 anni ha perso l’occasione per richiedere la cittadinanza per motivi burocratici e da allora deve rinnovare ogni anno il permesso di soggiorno. Ogni anno da otto anni. E ci sono le altre, ognuna con le proprie aspirazioni, gioie, difficoltà quotidiane.

A sentirle rispondere su articoli della Costituzione a un esame universitario, riflettere sulla diversità come condizione essenziale della crescita individuale e collettiva e immaginare con fiducia, nonostante tutto, il loro futuro qui, vien da pensare che forse i veri stranieri oggi siamo noi italiani riconosciuti, estranei a noi stessi, al nostro passato di emigranti e di popolo accogliente. Estranei a quella carta costituzionale che regola il nostro vivere civile da oltre 70 anni e immemori del contesto storico che portò a scriverla quella carta. Eppure, Il nostro Paese, come le sue protagoniste, non cede al pessimismo e si trasforma in un’occasione per esplorare la provincia italiana: la vita reale di un paese che si rivela a volte migliore rispetto a quanto il racconto mediatico dipinge quotidianamente, un paese capace di offrire sorprendenti e concrete pratiche di integrazione.

Insaf, Alessia, Marya, Anna, Sabrine, Ihsane, Ana Laura e Rabia, “straniere per la burocrazia”, rappresentano una generazione che ha già compreso che la globalizzazione non è un processo che si può ostacolare ma una condizione definitiva. E che la diversità è uno strumento per comprendere la complessità del presente e così crescere, evolversi. Fedele al proprio impegno a raccontare la realtà attraverso il documentario narrativo e a valorizzare punti di vista nuovi su temi, storie e personaggi di rilevanza sociale e di attualità, con Il nostro Paese la casa di produzione Ladoc dà voce a un autore, Matteo Parisini, che intende stimolare una riflessione condivisa sull’idea di cittadinanza, esplorando la complessità dei concetti di identità e di nazione, a partire proprio da chi si confronta con una molteplicità di identità e un contraddittorio senso di appartenenza.

LE PROTAGONISTE

Alessia, diciannovenne nata in Russia, è arrivata a Reggio Emilia a tre anni. Cintura nera di taekwondo, vincitrice di due coppe Italia junior, un campionato italiano junior e un campionato italiano categoria olimpica senior. Gareggia a livello nazionale e internazionale, ma senza la cittadinanza italiana il suo percorso è bloccato. Il suo grande sogno è la partecipazione alle Olimpiadi con la nazionale italiana.

Ihsane, ventiquattrenne originaria di Casablanca, in Marocco, studentessa al quinto anno di Giurisprudenza. Ihsane abita a Ciano d’Enza, in provincia di Bologna, e oltre a studiare lavora in una cooperativa per richiedenti asilo. Nel tempo libero si dedica al rap e al teatro. Ha fondato anche un’associazione, Re-generation, che si occupa di educazione interculturale nelle scuole e attraverso il rap parla agli studenti di questioni come l’immigrazione, la diversità e la cittadinanza.

Mariya, mediatrice culturale per la ASL di Napoli, arrivata con la madre dalla Bielorussia all’età di 14 anni oggi ne ha trenta. Fa la mediatrice culturale per restituire quanto ha ricevuto e aiutare i “nuovi italiani” nel processo di integrazione. Vorrebbe poter votare.

Insaf, vive a Bologna da quando aveva 3 anni, da genitori tunisini. Oggi ne ha 24. Studia diritto e vuole intraprendere la carriera politica.

Sabrine, nata in Marocco ma cresciuta a Barletta dall’età di 4 anni, ha ricevuto la cittadinanza a 22 anni e ha raccontato tutto il suo percorso – i momenti di frustrazione e scoramento fino al grande sollievo – in un libro che è diventato il riferimento per molti e molte nella sua condizione.

Anna, nata a Napoli da genitori provenienti dal Senegal. Ha perso l’occasione per richiedere la cittadinanza al compimento dei suoi 18 anni per ragioni burocratiche. Oggi ne ha 26, studia economia e va avanti con un permesso di soggiorno da rinnovare anno dopo anno.

Ana Laura, nata in Brasile e arrivata a Trieste all’età di due anni, è cresciuta in un contesto benestante e sereno. Iniziata l’università scopre di cosa significa non avere la cittadinanza italiana –non poter fare il percorso di studi europeo che immaginava, non poter viaggiare liberamente – e da questo momento decide di raccontare la sua esperienza in vlog per i suoi coetanei.

L’AUTORE

Matteo Parisini è nato a Bologna nel 1980. Il suo primo cortometraggio, A Ming, è selezionato a Cinéma du Réel a Parigi. In seguito, si specializza anche come montatore collaborando con le principali società nazionali, con cui monta quaranta documentari destinati al mercato nazionale e internazionale. Alterna il montaggio alla regia e realizza Porrajmos, parole in musica, Era Ieri, l’ultima intervista a Enzo Biagi e Lisola.

LA PRODUZIONE

Ladoc è una società di produzione specializzata nel documentario per il cinema e la tv, basata a Napoli, Italia. Privilegiamo il documentario narrativo, valorizzando punti di vista nuovi su temi, storie e personaggi di rilevanza sociale e di attualità, in cui possa realizzarsi l’incontro tra visioni culturali diverse. Perseguiamo sguardi singolari e sorprendenti, unici, per accedere all’universale, consapevoli della forza unica della narrazione per conoscere l’uomo. Le produzioni Ladoc sono andate in onda in Italia e all’estero (tra gli altri: Rai Uno, Sky Arte, TV2000 Al Jazeera Documentary, France 3, RSI), distribuite in sala (Napolislam con IWonder Pictures) e sono state presentate nei principali festival di cinema europei: da Locarno a Camden, da IDFA a Trieste, da Jilhava a Thessaloniki. Ladoc ha co-prodotto con broadcaster quali Rai Cinema, TV2000, Al Jazeera Documentary Channel, France Télévisions. Negli ultimi anni Ladoc ha avviato e concluso co-produzioni internazionali con Dublin Films (Francia), Filmsnòmades (Spagna), Ripley Point Pictures (Canada).

Scritto e diretto da Matteo Parisini

Produzione Ladoc

In coproduzione con Isola Film e Ghirigori

Con il supporto di Regione Emilia-Romagna Film Commission, Regione Puglia Apulia Film Commission, Fondo Audiovisivo Friuli-Venezia Giulia

Con il patrocinio di Amnesty International

Con il sostegno di Italiani Senza Cittadinanza