Pillole di scacchi: Aleksandr Alechin

di FRANCESCO CIUCHI-
Aleksandr Alechin nacque a Mosca nel 1892 ed è considerato uno dei più forti giocatori della storia.
Già a 20 anni di età vinse tutti i tornei a cui prese parte fino a prendersi la corona del mondo nel 1927 contro Capablanca, in quello che fu per molto tempo il match più lungo della storia, superato solo nel 1984 da quello tra Kasparov e Karpov.
Dopo essere stato naturalizzato francese, partecipò a cinque olimpiadi con la nazionale vincendo quattro medaglie e un premio di bellezza.
Alechin imparò gli scacchi a sette anni, ma fu solo a dodici che decise che avrebbero fatto parte della sua vita quando vide l’esibizione di Pillsbury alla cieca. Rispetto a Capablanca non fu un talento precoce e naturale, per quanto ne avesse ovviamente, ma fino ai 20 anni i suoi risultati non furono molto esaltanti: oscillava tra il settimo e undicesimo posto. Il torneo di Pietroburgo del 1914 vinto da Lasker fu la prima occasione per mettersi in evidenza ottenendo il terzo posto davanti a Nimzowitsch e Rubinstein.
Trasferitosi a Berlino partecipò vincendolo a tre tornei molto importanti di Triberg, Budapest e L’Aia; nel 1922 Capablanca vinse il torneo di Londra e stabilì le regole per mettere in palio il suo titolo: 6 vittorie e lo sfidante avrebbe dovuto garantire una base di 10.000 dollari. Fu qui che iniziò, grazie alla sua grande abnegazione, quell’opera di studio meticoloso delle partite del cubano, delle aperture, dei finali che caratterizzeranno il suo enorme bagaglio teorico che lo porterà sul tetto del mondo.
Febbraio 1927 New York, ci siamo, è la sua occasione, torneo chiuso a sei giocatori: Capablanca, Alechin, Marshall, Vidmar, Nimzowitsch e Spielmann; chi avesse vinto o fosse giunto secondo dietro a Capablanca avrebbe acquisito il diritto a sfidare il campione. Vinse Capa e Alechin fu secondo; il match sarebbe stato giocato a Buenos Aires nel 1927 e il governo argentino avrebbe garantito i finanziamenti. Dopo soli sei anni Capa perse il titolo e non lo riconsuisterá più perché Alechin non gli diede mai la rivincita portando con sé nella tomba i misteriosi motivi.
Nel 1929 difese con successo la corona contro Bogoliubow ma nel 1935 perse il match mondiale con Euwe presentandosi spesso ubriaco alla scacchiera, ma riprendendoselo senza troppi problemi nel 1937.
Morì nel 1946 mentre erano in corso le trattative per un match contro l’astro nascente Michail Botvinnik, che poi assumerà il titolo di Patriarca.
Alechin-Von Feldt (1916)
1.e4;e6 2.d4;d5 3.Cc3;Cf6 4.exd5;Cxd5 5.Ce4;f5 6.Cg5;Ae7 7.C5f3; c6 8.Ce5;00 9.Cgf3; b6 10.Ad3;Ab7 11.00;Te8 12.c4;Cf6 13.Af4;Cbd7 14.De2;c5 15.Cf7; Rxf7 16.Dxe6;Rg6 17.g4;Ae4 18.Ch4 matto