M5S :”No al deposito di scorie nucleari nella Tuscia”

VITERBO- Il Movimento 5 Stelle dice sì al deposito unico nazionale, ma non nella provincia di Viterbo. Il Movimento 5 Stelle è da sempre favorevole alla realizzazione di un deposito unico nazionale per le scorie nucleari, ritenendolo una scelta necessaria per mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi presenti nel nostro Paese. Tuttavia, riteniamo inaccettabile la localizzazione di questo sito nella provincia di Viterbo, e in particolare nella Tuscia, per una serie di motivazioni ambientali, sociali, economiche e di sicurezza.

Anche se il Comune di Viterbo non è tra i 14 candidati indicati nell’ultima proposta di localizzazione, non possiamo restare indifferenti: la difesa del nostro territorio e della salute dei cittadini viene prima di tutto. Siamo stati presenti a manifestazioni, convegni e marce, a Viterbo, Civita Castellana, Corchiano, e continueremo a esserci, sempre.

Perché diciamo NO al deposito nella Tuscia?

Territorio già fortemente compromesso: la Tuscia ospita già numerosi impianti fotovoltaici, eolici e la centrale a combustibili fossili di Civitavecchia. Abbiamo già dato.

Vocazione agricola e biologica: qui insistono ben cinque distretti biologici e colture di pregio che rischierebbero danni irreparabili.

Patrimonio naturale e culturale: il nostro territorio è costellato da riserve naturali e siti archeologici unici, pilastri di una vocazione turistica che verrebbe inevitabilmente compromessa.

Rischi geopolitici e di sicurezza: in un contesto internazionale instabile, ospitare un sito con scorie anche ad alta intensità significa trasformare l’area in un possibile obiettivo strategico in caso di conflitto.

Perplessità tecniche: la presenza di rifiuti ad alta intensità (che per legge dovrebbero essere conservati in depositi geologici e non superficiali) solleva dubbi sulla reale sicurezza del progetto.

Non siamo contrari per principio al contrario di chi oggi si oppone al deposito ma sogna un ritorno all’energia nucleare. Noi del Movimento 5 Stelle siamo coerenti: diciamo no al nucleare ieri, oggi e domani. L’Italia ha scelto di uscire dal nucleare nel 1987 e ancora oggi non ha completato lo smantellamento delle centrali esistenti, né risolto il problema delle scorie pregresse. Pensare di tornare al nucleare significa ignorare la realtà.

Unisciti a noi per dire NO al deposito nella Tuscia. Invitiamo tutte le cittadine e i cittadini a partecipare alla raccolta firme contro il progetto, che si terrà:

Sabato 12 aprile dalle 16:30 alle 19:00

presso la nostra sede “Valter Labate”, Corso Italia 107, Viterbo.

Sosteniamo con forza la petizione promossa dal Biodistretto della Via Amerina e delle Forre. È il momento di far sentire la nostra voce.

MOVIMENTO 5 STELLE – VITERBO




Benedetti (Pd): “Oggi abbiamo partecipato alla marcia in difesa del nostro territorio”

Riceviamo da Manuela Benedetti, Segretaria Federazione PD Viterbo e pubblichiamo: “Oggi insieme a tanti cittadini, amministratori e associazioni della Tuscia abbiamo partecipato alla marcia in difesa del nostro territorio, contro il deposito di scorie radioattive.
Il tutto si è svolta in un luogo simbolo di bellezza e storia come il Parco archeologico di Vulci.
La nostra terra, per vocazione agricola e turistica non si presta a questo scopo e tutti insieme abbiamo marciato per ribadire la nostra contrarietà.  È stata una manifestazione partecipata che ha unito tutti i comuni del territorio e che ha espresso un’unica voce.  Continueremo la battaglia perché la Tuscia merita rispetto e deve essere ascoltata.  Prossimo appuntamento a Corchiano l’11 maggio.  Noi non ci fermeremo e continueremo a lottare per far sentire la nostra voce.  A fianco dei cittadini e a salvaguardia del nostro territorio”.
Manuela Benedetti
Segretaria Federazione PD Viterbo




Il sindaco di Tarquinia Francesco Sposetti alla manifestazione di Vulci contro il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

VULCI (Viterbo)- Riceviamo e pubblichiamo: “Ho partecipato alla manifestazione che si è svolta nel parco naturalistico e archeologico di Vulci, un luogo simbolo della bellezza culturale e paesaggistica del nostro territorio. L’iniziativa ha visto l’impegno di associazioni, comitati civici, cittadini e realtà locali, tutti uniti per ribadire la ferma contrarietà alla possibile realizzazione del Deposito nazionale di rifiuti radioattivi nella Tuscia. Come sindaco di Tarquinia, ho più volte espresso a nome mio e a quello dell’Amministrazione comunale, la netta opposizione a questo progetto, una posizione condivisa dall’intera città che rappresento. La Tuscia, con la sua storia millenaria, la sua vocazione agricola, turistica e culturale, è un patrimonio da tutelare e difendere. Non possiamo permettere che decisioni calate dall’alto mettano a rischio le peculiarità agricole, turistiche e culturali, che da sempre contraddistinguono la provincia di Viterbo. È inaccettabile che le comunità locali vengano ignorate su una questione così cruciale. La nostra voce deve essere ascoltata, perché il nostro territorio è un bene inestimabile che merita rispetto e protezione. Non resteremo in silenzio e continueremo a lottare per un futuro che tuteli l’ambiente, la salute e la qualità della vita dei cittadini. Insieme a tutta l’Amministrazione comunale, continuerò a portare avanti questa battaglia al fianco delle nostre comunità”.

Francesco Sposetti
Sindaco di Tarquinia




Grande mobilitazione a Vulci contro il deposito di scorie nucleari

di REDAZIONE-

VULCI (Viterbo)- Oggi, domenica 6 aprile, una folla proveniente da tutta la provincia di Viterbo ha preso parte a una manifestazione a Vulci per protestare contro l’ipotesi di realizzazione di un deposito nazionale di scorie nucleari nel territorio. L’evento si è svolto nell’area naturalistica compresa tra Montalto di Castro e Canino, coinvolgendo comitati, sindaci, biodistretti, associazioni e cittadini. Nel mirino della protesta c’è uno dei 21 siti considerati potenzialmente idonei da Sogin per ospitare 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui 17mila ad alta radioattività, su un’estensione di 150 ettari. Una scelta considerata devastante per un’area a forte vocazione agricola e turistica come la Tuscia. Il corteo è partito dal parcheggio del parco archeologico di Vulci, seguendo un percorso che ha toccato luoghi simbolici come il Criptoportico, il Decumano e il Mitreo. In contemporanea, a Gallese si è svolta un’iniziativa simbolica: l’incontro di calcio tra l’ASD Gallese e i braccianti della Asfa-Uila, denominato No Scorie Match. L’evento ha unito sport e impegno civile, ribadendo il no della comunità locale al progetto.




La provincia di Viterbo si mobilita contro il deposito di scorie radioattive (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- I tempi sono maturi per organizzare manifestazioni contro i depositi di scorie radioattive che nei prossimi anni dovrebbero sorgere nel territorio della nostra provincia, in particolare nella zona verso il litorale di Montalto di Castro e in quella compresa tra Gallese e Corchiano.
Sono state individuate ben 21 aree, idonee ad accogliere il sito di stoccaggio di 78mila metri cubi di scorie di basse e media entità e altrettante 17mila di alta entità.
“Il NO della Tuscia al deposito di Scorie Nucleari”, se ne è parlato nel pomeriggio di ieri, venerdì 28 marzo, presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori a Viterbo in un incontro pubblico, patrocinato dall’amministrazione comunale e promosso dal Biodistretto della via Amerina e delle Forre, l’Associazione Viterbo Insieme, dal Comitato “Non ce la Beviamo”, l’Associazione ISDE.
Presenti la sindaca Chiara Frontini, il presidente del Biodistretto Famiano Crucianelli, il presidente del consiglio comunale di Gallese, l’ing. Marco Rossi, l’esperto di sistemi decisionali Tonino Scarelli e il prof. ordinario di chirurgia e oncologia Angelo Di Giorgio.
Ha moderato l’incontro la segretaria del Biodistretto della via Amerina e delle Forre Sandra Gasbarri.
“Siamo qui questa sera, ha detto la sindaca Frontini, per dare il nostro proprio sostegno in quanto comune capoluogo, alla battaglia contro il deposito delle scorie nucleari. La battaglia, deve essere condivisa da tutto il territorio, in quanto gli strumenti che le istituzioni hanno a disposizione non sono sufficienti. Non si possono accettare passivamente le scelte calate dall’alto”.
L’ingegnere Marco Rossi, ha illustrato tutte le aree potenzialmente idonee nella Provincia di Viterbo, allo smaltimento delle varie scorie, soffermandosi in particolare nella progettazione del deposito nazionale, confrontandolo con una attuale discarica e la procedura (iniziata nel 2021) che approderà alla scelta del sito (2026-2027).
L’esperto di sistemi decisionali Tonino Scarelli, ha evidenziato tutti i punti di squilibrio che la SOGIN, la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani ha prodotto, e che come distretto, hanno presentato al TAR.
“Anche l’Ordine dei medici di Viterbo, esprime ferma contrarietà all’individuazione nel territorio provinciale di siti per lo stoccaggio di depositi di scorie radioattive a bassa, media ed alta intensità”
Questa la dichiarazione letta da Paola Celletti del Comitato “Non ce la beviamo” a nome della dott.ssa Litta assente per impegni di lavoro.
Il prof. Di Giorgio, ha ricordato come la popolazione si è sensibilizzata ai problemi delle conseguenze che le scorie potrebbero produrre non solo sul territorio: acque, aria, produzione agricola e allevamenti, ma in particolare ha evidenziato la totale assenza di valutazione dei rischi per la salute, motivi per i quali, tutti i comitati uniti al distretto, si stanno opponendo al piano nazionale.
“Il deposito nazionale è la fine della storia della Tuscia, ribellarsi è giusto”
Con queste parole del presidente della via Amerina e delle Forre Famiano Crucianelli è iniziato il suo intervento:
“Le scorie nucleari non possono finire in zone, come le nostre, ad alta vocazione agricola, lasciando fuori le regioni dove ci sono attività che impegnano un uso maggiore di energia come il Veneto, la Lombardia, la Liguria ed il Piemonte. Non è possibile accettare più questa sorta di dualismo che accompagna da anni il nostro paese. Da una parte l’Italia che produce, dall’altra solo discarica”.
“In conclusione, sottolinea Crucianelli, dobbiamo persuadere i nostri cittadini a mobilitarsi, perché siamo di fronte ad un grande problema epocale. Il deposito di scorie cambierà “la storia” del nostro territorio”.
“Oggi, nasce il “Comitato No scorie Nucleari della Tuscia” le prossime manifestazioni il 6 aprile a Vulci e l’11 maggio a Corchiano.

  




Arci Viterbo contro le scorie e contro il nucleare

VITERBO – Arci Viterbo aderisce alla manifestazione del 25 febbraio contro il deposito dei rifiuti radioattivi indetta dal Biodistretto della Via Amerina e delle Forre.

Il 40% dei siti che ritenuti dalla SOGIN idonei a ospitare il deposito si trova nella Tuscia: un territorio con un’area inferiore all’1% della superficie nazionale in cui sono stati individuati quasi la metà di tutti i luoghi ritenuti adeguati. Come sottolineano gli enti locali, il Biodistretto e le altre organizzazioni della società civile, il processo di individuazione dei siti potenzialmente idonei è passato sopra le teste delle persone, senza coinvolgere le comunità locali ma ha anche completamente ignorato tutte le osservazioni critiche, presentate con il contributo di accademici, ricercatori e esperti, che hanno messo in luce i problemi ignorati dalla Carta delle aree potenzialmente idonee. Allo stesso tempo la richiesta di incontro, inviata dieci mesi fa da 35 sindaci della provincia di Viterbo al ministro Fratin, è stata ignorata.

In questo contesto è necessario quindi che tutte le cittadine e i cittadini facciano sentire la propria voce con una mobilitazione popolare.

Il tema della gestione dei rifiuti e delle scorie nucleari pone, inoltre, anche il problema del tentativo di presentare il nucleare come “energia pulita” per affrontare i cambiamenti climatici. In realtà si tratta solo di un tentativo di rebranding del nucleare per ignorare i referendum con cui il paese ha detto no al nucleare e, allo stesso tempo, non affrontare seriamente la transizione ecologica, la crisi ambientale e i cambiamenti climatici.




Udienza al Tar il 24 Aprile per il deposito delle scorie nucleari: opposizione delle autorità locali e associazioni ambientaliste

Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) ha fissato per il prossimo 24 aprile un’importante udienza riguardante il ricorso contro la creazione del deposito delle scorie nucleari. La contestazione verte sulla carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare tale struttura. Il ricorso è stato presentato da un ampio fronte che comprende diversi comuni, la provincia e numerose associazioni ambientaliste, tra cui il Comitato Montalto Futura e il Biodistretto delle Forre e della Via Amerina.

Gli oppositori del progetto sostengono che la selezione delle aree indicate nella carta nazionale non abbia tenuto adeguatamente conto delle implicazioni ambientali e sociali che un impianto di questo tipo comporterebbe. In particolare, le associazioni ambientaliste evidenziano i rischi per l’ecosistema e per la salute delle comunità locali, sottolineando l’importanza di valutare alternative più sostenibili per la gestione delle scorie nucleari.

La decisione di portare la questione dinanzi al Tar rappresenta un passo cruciale nella lotta di questi enti locali e gruppi ambientalisti contro la realizzazione del deposito nelle aree designate. L’udienza del 24 aprile sarà un momento chiave per ascoltare le argomentazioni di entrambe le parti e per valutare la legittimità e la congruità delle procedure seguite nella scelta dei siti potenzialmente idonei.




Scorie, M5S Lazio: “Noi presenti alla marcia contro deposito scorie radioattive”

ROMA– “Domenica 25 febbraio, saremo presenti alla marcia per dire no al deposito destinato allo stoccaggio di rifiuti radioattivi nel Lazio. Insieme a tutte le opposizioni in Consiglio regionale abbiamo presentato una Mozione per impegnare la Giunta a fare la sua parte, affinché sia salvaguardato il nostro territorio.

La Tuscia, per la sua peculiarità e per le varie problematiche, non può in nessun modo essere la sede del deposito, sia perché zona a rischio sismico, che per la mancanza di infrastrutture. Né tantomeno, possiamo permettere la creazione di un deposito di scorie in un territorio in cui il tasso di ruralità è superiore al 50% e dove sono presenti “Paesaggi agrari di valore” che conservano i caratteri propri del paesaggio agrario tradizionale. C’è in gioco un patrimonio archeologico ed ambientale che dobbiamo in ogni modo tutelare. Tra l’altro, nessuno dei Comuni che ricadono nelle zone interessate ha espresso parere favorevole e riteniamo che vadano rispettate le scelte delle comunità locali e il loro diritto di autodeterminazione. La Tuscia ha già pagato un prezzo alto in termini ambientali e che ora tutto il diritto di far valere le proprie ragioni”. Lo dichiara in una nota il Gruppo M5S alla Regione Lazio.

 




Bengasi Battisti: “Grazie ai comitati che con loro impegno disarticolano ipotesi di deposito scorie nel nostro territorio”

Riceviamo e pubblichiamo: “Grazie ancora ai comitati che con il loro concreto, serio e puntuale impegno disarticolano l’ipotesi di deposito scorie nel nostro territorio. E la lotta, quella reale, tangibile e produttiva continua.

Il DDL Energia approvato dal governo introduce una importante novità rispetto alle procedure per la scelta del sito per il deposito unico nazionale scorie radioattive. La novità introdotta prevede la possibilità di autocandidature, per accogliere il deposito scorie radioattive, anche da parte di Comuni non facenti parte delle 51 aree individuate del piano. Questa novità apre la possibilità al Comune di Trino Vercellese, già luogo di centrale nucleare attiva e con scorie radioattive presenti , di presentare la propria candidatura ( https://www.youtube.com/live/w4Hb5XcElNI?si=j7gJ0vR8L6ubg3yD).
Alcune forze politiche ( PD e M5S ) hanno votato , contrariamente a questo provvedimento. La opportuna modifica legislativa che apre la possibilità di autocandidature anche a Comuni al di fuori dei 51 individuati, è conseguenza di una seria mobilitazione di comitati in particolare del Viterbese.
Questi comitati composti da agricoltori e ambientalisti da più di due anni producono documenti, hanno attivato saperi e stimolato quelle mirabili relazioni capaci di contaminare la politica nazionale.
Studi , incontri , approfondimenti, costosi ricorsi legali e confronti con Prefetto, Istituzioni locali e Nazionali hanno prodotto risultati attraverso quelle straordinarie capacità di resistenza e di dialogo.
Non solo riconoscenza a questo impegno diffuso ma soprattutto al valore della concretezza e della lealtà. Un impegno concreto ancora più evidente in questi giorni in cui assistiamo a una certa partitocrazia che fuori tempo massimo tenta di accreditarsi risultati che non gli appartengono”.

Bengasi Battisti Consigliere Comunale




Area Pian di Giorgio a rischio di diventare distesa di fotovoltaico: l’intervento di Ciambella (Pd)

VITERBO- La consigliera comunale del Pd, Luisa Ciambella scrive: “Chi si sognerebbe mai di autorizzare una distesa di pannelli fotovoltaici intorno a una strada romana di cui sono ancora visibili i resti? Impossibile, direte voi, in qualsiasi altra parte del mondo ringrazierebbero il cielo per la fortuna ricevuta e si lavorerebbe per valorizzare il sito dal punto di vista storico e turistico. Eppure a Viterbo rischiamo di assistere a questo se giovedì dalla conferenza dei servizi dovesse arrivare il via libera al progetto di impianto fotovoltaico di circa 100 ettari in località Pian di Giorgio.

Infatti, oltre all’impatto sul paesaggio e alla vicinanza dal teatro di Ferento, tra le criticità segnalate dalla Soprintendenza c’è anche la presenza su una particella di terreno demaniale di alcuni tratti della via Ferentiensis “che costituiva il principale asse viario di collegamento tra Viterbo e la via fluviale del Tevere all’altezza di Orte. Il comprensorio in cui la strada ricade ha occupato nella geografia dell’Etruria meridionale un ruolo di primaria importanza, trovandosi all’incrocio di due importanti itinerari di antichissima origine: il percorso nord-sud, che collegava Veio con Velza Orvieto, Chiusi e l’Etruria settentrionale, ed il tracciato est-ovest, trasversale al precedente, che congiungeva il Tirreno alla Valle tiberina, aprendosi all’Umbria e al mondo italico”.

Ma non finisce qui, la Soprintendenza nel suo parere parla di una porzione di territorio “ad alto potenziale archeologico”: “Nell’area di Pian di Giorgio sono state individuate alcune tombe a camera unica a pianta rettangolare (…),forse connesse con una più vasta area di necropoli”; sono stati individuati “due cunicoli di epoca incerta, dispersi sul terreno sono stati individuati vari frammenti di lastre di tufo, probabilmente riferibili alla copertura di fosse, frammenti ceramici di corredi tombali, databili al IV-III sec. a.C; ed è stato individuato “un complesso rustico di età romana”.




No scorie a Montalto di Castro

MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) -Riceviamo e pubblichiamo: “Ieri si è svolta presso piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa la raccolta firme di adesione al Comitato Cittadino, Montalto Futura, per la salvaguardia del territorio di Montalto e Pescia, attualmente impegnato strenuamente nella lotta contro la realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.
Montalto risulta come una delle aree maggiormente indicate ad accogliere il Deposito con ben 4 siti possibili. Il Deposito conterrà tutte le scorie radioattive presenti sul territorio nazionale e se sarà realizzato nel nostro Comune comprometterà il futuro delle generazioni a venire minando definitivamente l’economia locale, basata su agricoltura, allevamento e turismo.
Ancora una volta lo spettro dell’Enel rischia di abbattersi su questo territorio: da 60 anni Montalto è tormentata dai progetti quasi sempre sballati dell’ente di stato. Il nucleare è fallito, la centrale
policombustibile è stata un flop, ora altri progetti due si affacciano all’orizzonte: il megadesposito di rifiuti nucleari ed una nuova potente centrale turbogas.
E’ ora di dire basta e di lasciare i cittadini montaltesi liberi di programmare il loro futuro senza il marchio inquinante dell’Enel.
I cittadini Montaltesi stanno prendendo coscienza del problema e stanno dando supporto alla nostra iniziativa con una adesione senza precedenti per una associazione indipendente sul territorio.
Il Comitato si è dotato di un comitato scientifico di rilievo nazionale per controbattere le scelte sconsiderate dell’Enel. Ora sta ai cittadini con la loro adesione e alle istituzioni comunali e provinciali sostenere questa lotta per una causa giusta e per le future generazioni di Montalto.
Vi aspettiamo ai prossimi sit-in che si svolgeranno il 10, 17 e 24 giugno presso Via Arbea in concomitanza con lo svolgimento del mercato rionale a Montalto Marina”.




L’Ordine dei medici di Viterbo esprime ferma contrarietà all’individuazione nella provincia di Viterbo di siti per lo stoccaggio di depositi di scorie radioattive a bassa, media ed alta intensità

VITERBO – L’Ordine dei medici – chirurghi ed odontoiatri di Viterbo, anche secondo quanto stabilito dall’articolo 5 “Promozione della salute, ambiente e salute globale ”del nuovo codice di deontologia medica, fa presente che proprio per tutelare l’ambiente e quindi la salute dei cittadini residenti, il territorio della provincia di Viterbo, non può ospitare depositi di scorie radioattive perché sono già presenti in esso gravi problematiche ambientali che inevitabilmente hanno avuto ed hanno conseguenze sul benessere psico-fisico delle persone e sull’assetto economico-sociale.

Queste gravi situazioni ambientali sono da mettere fondamentalmente in relazione:
• alla naturale radioattività del suolo per la presenza del gas Radon, elemento cancerogeno certo di classe I, secondo l’Agenzia internazionale di Ricerca sul cancro- Iarc (International Agency for Research on Cancer ), la cui esposizione è correlata al tumore del polmone;
• alla presenza nelle acque ad uso potabile di Arsenico, altro elemento tossico e cancerogeno di classe I, sempre secondo sempre l’Agenzia internazionale di Ricerca sul cancro- Iarc;
• all’utilizzo di pesticidi e delle loro miscele in grande quantitativo – anch’esse sostanze tossiche e cancerogene- utilizzate in aree sempre più vaste del territorio viterbese soprattutto nella monocoltura del nocciolo;
• alla qualità dell’aria compromessa, dal trasporto su gomma, dalla prossimità della centrale elettrica di Civitavecchia e da quella di Montalto di Castro i cui fumi nocivi arrivano anche nel viterbese, e degli altri impianti di produzione energetica da fonti non veramente rinnovabili che emettono nell’aria gas e sostanze nocive; Nel Rapporto 2019 “ I tumori in Provincia di Viterbo” è segnalato che nel corso del quinquennio 2010-2014, in provincia di Viterbo sono stati diagnosticati 10.098 nuovi casi di tumore tra i circa 320 mila residenti e il numero di casi medio per anno è risultato di poco superiore ai 2.000 casi ovvero tra le cinque e le sei persone nella nostra provincia muoiono ogni giorno a causa di un patologia oncologica e sempre nella nostra provincia, 1 uomo ogni 3 ed 1 donna ogni 4andranno incontro nel corso della loro vita ad una diagnosi di tumore maligno. L’Associazione Italiana Registri Tumori – AIRTUM ( www.registri-tumori.it ) indica in 180mila, con un incremento del 3%, le morti per cancro avvenute in Italia nel corso del 2020, oltre il doppio di quelle dovute alla pandemia da Covid19. Documenti dell’Organizzazione mondiale della Sanità-Oms, come ormai decenni di studi e ricerche scientifiche, tra cui il noto e rilevante studio italiano Sentieri-Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio di Inquinamento- , mostrano come il rischio di sviluppare il cancro sia legato strettamente all’esposizione a fonti di inquinamento ambientale che contaminano aria, acqua, suoli e cibo. Inoltre, diversi studi di letteratura suggeriscono ormai come l’ inquinamento ambientale sia correlato allo sviluppo anche di altre malattie croniche di notevole rilevanza epidemiologica e clinica, quali malattie cardiovascolari, diabete di tipo II, tireopatie, patologie neurodegenerative, disturbi comportamentali e dello spettro autistico nei bambini, malattie allergiche, autoimmuni ed infiammatorie croniche. Nei nostri territori quindi la prevenzione del cancro ma anche delle altre malattie croniche sopracitate può e deve essere raggiunta anche:
• incentivando, negli edifici pubblici e privati, le misurazioni del gas Radon con successivi interventi per la sua dispersione e la ricerca di radioattività nelle acque ad uso potabile, proprio in relazione alle caratteristiche geologiche dei nostri territori;
• garantendo acque potabili e salubri alle popolazione, nella fattispecie acque con valori di arsenico- nei limiti di legge e possibilmente prossime al valore zero e prive di altri contaminanti;
• tutelando le tutte le risorse idriche;
• riducendo nettamente l’utilizzo dei pesticidi e fertilizzanti naturali ed evitando l’esposizione a queste sostanze delle persone, in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza ai pesticidi:
• attraverso interventi di miglioramento della qualità dell’aria. Per quanto sopra esposto, in ossequio a quanto previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione, dal Principio di precauzione e dai dettami della medicina in materia di prevenzione, che indicano nella riduzione alle esposizioni nocive e nella tutela dell’ambiente le fondamentali condizioni per garantire la salute delle popolazioni, l’Ordine dei medici di Viterbo esprime ferma contrarietà all’individuazione nel territorio provinciale di siti per lo stoccaggio di depositi di scorie radioattive a bassa, media ed alta intensità.”




Corchiano, il comitato per la salvaguardia del territorio: “NO.SCORIE provocatoriamente chiediamo trasferimento sede assessorati”

CORCHIANO (Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “Abbiamo apprezzato la netta posizione di contrarietà presa dal Consiglio regionale del Lazio all’individuazione, nella Tuscia, di un sito che possa ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Per noi del Comitato e per molti cittadini questo è un chiaro segnale di Speranza e di vicinanza delle Istituzioni. Anche le stesse dichiarazioni dei vari Consiglieri e dell’Assessore Massimiliano Valeriani ci danno fiducia e ci fanno sentire più tutelati.
Pertanto chiediamo al Presidente Nicola Zingaretti, alla Giunta regionale, al Consiglio regionale, all’Onorevole Enrico Panunzi, portatore dell’ordine del giorno che ha portato al NO unanime del consiglio regionale, agli Assessori Enrica Onorati e Massimiliano Valeriani di trasferire nella Tuscia la Sede degli Assessorati alle “Politiche abitative, Urbanistica, Ciclo dei Rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero” e “Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali”.
Riteniamo che, a seguito della pubblicazione della carta, che individua sul nostro Territorio 22 aree
su 67 totali potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, questa possa essere una scelta di grande valore formale, politico e istituzionale, perché ad oggi, nel Lazio,
il fronte più avanzato sulle tematiche interessate dai due Assessorati è qui nella Tuscia.




Viterbo, deposito scorie radioattive: la Cisal contraria all’ipotesi del deposito in provincia

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Tralasciando ogni commento sulla storia di Sogin, su come è stato gestito il nucleare in Italia, sugli enormi costi che tutti i cittadini, praticamente in modo inconsapevole, sono stati chiamati a sopportare in relazione al problema delle scorie radioattive, quello che emerge in modo nitido è che il lavoro fatto, per la definizione della mappa dei siti idonei allo stoccaggio dei rifiuti nucleari, non fornisce un vero e ampio ventaglio di alternative ma, di fatto, sembra già condannare in modo inappellabile la Tuscia a diventare la pattumiera del nucleare nazionale.

A meglio guardare l’articolazione della mappa si deduce benissimo che la provincia di Viterbo, dove si trova addirittura un terzo dei siti individuati, finirà per essere la prescelta: infatti, si nota chiaramente che, al netto di siti isolati e, francamente, improponibili (si pensi a Pienza in Toscana) le aree dove insistono una pluralità di siti (vero indicatore di idoneità) si riducono in tutto a 4: provincia di Alessandria, provincia di Viterbo, Basilicata/Puglia (Potenza, Matera, Taranto) e Sardegna (Oristano-Sulcis). In tale ambito, come detto, il Viterbese ha il non invidiabile primato di essere l’area con la più alta concentrazione di siti idonei. Preso atto di ciò, non deve essere sottaciuto che, in questa fase, può diventare elemento rilevante la capacità che mostreranno le popolazioni locali di porre in essere misure di protesta e contrasto rispetto alle opinabili decisioni di Sogin. Anche in questo contesto la “concorrenza” di altri territori, storicamente abituati ad esprimere politiche di protesta (si pensi al Sulcis, a Taranto, alla Basilicata) rischia di collocare il Viterbese in una posizione molto debole. Ecco perchè la Cisal auspica che sia data una risposta compatta e unitaria, da parte di tutte le rappresentanze istituzionali, politiche e sindacali del Viterbese, fondata su una ampia partecipazione della popolazione, per opporsi alle inique decisioni di Sogin. Quello che è importante, sostenere, in questa fase è la inidoneità di tutta la nostra provincia, evitando divisioni interne, sia in senso geografico che politico. Deve essere, infatti, chiaro ai cittadini del Viterbese, che la nostra provincia ha subito un grave torto: non è vero che il nostro sia tra i territori più adatti ad ospitare le scorie. È vero che lo sia diventato in base agli opinabili criteri adottati nella individuazione dei siti. Nella redazione della mappa, infatti, sono stati completamente ignorati alcuni fattori, che attengono soprattutto alla geografia umana, quali lo stato agricolo/pastorale dei territori e, più ancora, la vocazione turistica connessa al valore storico e paesaggistico degli stessi, che, se fossero stati presi in considerazione, avrebbero completamente stravolte le conclusioni adottate. Sorprende inoltre, osservare che, anche in base ai criteri su cui si è fondata la scelta dei siti, vi siano delle clamorose incongruenze, dal momento che i siti del Viterbese presentano quasi tutti fattori ambientali (di natura idrogeologica e infrastrutturale) incompatibili con lo stoccaggio del nucleare. Tuttavia di questi elementi, stranamente, non sembra essersi tenuto conto in modo adeguato. Come Cisal evidenziamo che l’insediamento del deposito nazionale delle scorie nucleari pregiudicherebbe il tessuto economico della Tuscia, terra ad alta vocazione agricola e turistica, con contraccolpi negativi di certo non compensabili dagli investimenti conseguenti alla realizzazione del Deposito, che, in larga misura, non sarebbero produttivi per imprese e lavoratori del posto. Le politiche si sviluppo del nostro territorio si fondano sulla valorizzazione delle economie cosi dette “green”, ad alto impatto ecologico; coniugare lo sviluppo con la tutela e la valorizzazione del territorio: questa è la scommessa su cui si deve fondare il rilancio economico della Tuscia; l’allocazione del deposito nazionale delle scorie nucleari sconvolgerebbe, in un colpo solo, il futuro della provincia di Viterbo”.

MASSIMO BLASI

SEGRETARIO CONFEDERALE CISAL




Lega Viterbo – Parlamentari, Eurodeputati e Consiglieri regionali contro il deposito di rifiuti nucleari nella Tuscia

VITERBO – Si è tenuta ieri pomeriggio una riunione degli amministratori della Lega della Tuscia per ribadire ferma contrarietà ad ogni ipotesi che preveda l’istituzione del centro nazionale per lo stoccaggio di rifiuti nucleari nel territorio provinciale.

Oltre agli amministratori ed ai coordinatori del partito nella provincia, hanno partecipato alla riunione, voluta dal Senatore Fusco, diversi rappresentati nazionali tra cui l’On. Durigon, coordinatore regionale del Lazio, l’On. Gava, già Sottosegretario per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare e responsabile nazionale del dipartimento ambiente della Lega ed il Sen. De Vecchis, responsabile organizzativo del partito nel Lazio

Presente anche il deputato europeo On. Rinaldi ed i consiglieri regionali Tripodi e Corrotti.

Bartolacci, Giulivi e Serra hanno evidenziato come i comuni di Tuscania, Tarquinia e Ischia di Castro, che nei piani della Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) risulterebbero interessati dalle aree in cui dovrebbe emergere il deposito di rifiuti nucleare, abbiano già pagato molto sotto il punto di vista ambientale e paesaggistico, a causa dei numerosi impianti fotovoltaici ed eolici già presenti sui territori.

Ci si è chiesti quali fossero i parametri considerati nella stesura della Carta che vede i loro comuni essere ritenuti idonei ad ospitare il deposito, considerato che Tarquinia, ad esempio, ospita siti di valore inestimabile, inclusi nel patrimonio mondiale Unesco.

La scelta di includere ben 22 aree della Tuscia, tra le 67 della Cnapi individuate a livello nazionale, è stata ritenuta un vero e proprio attacco al territorio della Tuscia da parte del Governo, senza che vi sia stata alcuna condivisione ed alcun coinvolgimento dei rappresentanti del territorio, degli amministratori e  dei cittadini che in queste aree vivono.

l’On. Gava, responsabile nazionale per l’ambiente della Lega, ha ritenuto assurdo il modo di procedere del Governo che ha senza alcun confronto calato dall’alto questa lista di zone, nonostante il particolare periodo che stiamo vivendo con una crisi pandemica ed economica in atto, cui si è aggiunta un’irresponsabile crisi di governo.

Vannia Gava e l’europarlamentare Rinaldi hanno inoltre ricordato come vi siano comuni di altre regioni del nord Italia che già ospitano sui loro territori dei depositi provvisori di scorie nucleari e che si sono detti disponibili ad ospitare il deposito nazionale, ma che non sono stati inseriti nella lista delle aree idonee.

Anche i Consiglieri regionali, con il Capogruppo Tripodi, hanno garantito una dura opposizione in Regione a questa scellerata scelta del Governo, richiedendo già nelle prossime ore un Consiglio regionale straordinario sul tema che scongiuri la costruzione del centro di stoccaggio in una delle 22 aree del Lazio, e della Tuscia in particolare.

L’On. Durigon, il Sen.Fusco ed il Sen. De Vecchis, attivi sin dalle prime ore di ieri nel seguire la vicenda, hanno invece già presentato un’interrogazione parlamentare affinché il Governo chiarisca quali siano le intenzioni per la Tuscia, non più disponibile a subire in termini ambientali e paesaggistici.

Numerose, infine, le azioni che sono state proposte dagli amministratori che si opporranno in tutte le sedi, oltre che nei propri consigli comunali, affinché quanto deciso senza alcun confronto con i territori venga assolutamente rivisto.

A tal proposito in ogni comune verranno raccolte le firme di tutti i cittadini del viterbese che intenderanno contribuire a bloccare questo maldestro tentativo del Governo che vuole fare della Tuscia una terra di scorie nucleari.




Scorie radioattive, il sindaco Menicacci: “Faremo di tutto per difendere il nostro territorio”

SORIANO NEL CIMINIO (VT) – “La giornata di oggi è iniziata con una notizia a dir poco allarmante. – dichiara il sindaco di Soriano nel Cimino Fabio Menicacci – Su tutti i giornali la comunicazione che il nostro comune, insieme a molti altri del viterbese, è stato inserito nella mappa dei siti che potrebbero ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Faremo di tutto per opporci a questo progetto”.
Il primo cittadino, e l’intera amministrazione comunale, si sono dichiarati immediatamente contrari all’individuazione del territorio di Soriano nel Cimino come possibile deposito per i rifiuti radioattivi.
La notizia, che circola dalle prime ore di questa mattina, è scaturita la scorsa notte ed è leggibile nella Cnapi, la “Carta delle aree potenzialmente idonee”. Il documento individua 67 aree, in tutta Italia, che potrebbero ospitare un deposito per i rifiuti radioattivi. I comuni sono stati selezionati in base ad alcuni criteri, fissati nel 2014-2015, che prevedevano alcune condizioni come ad esempio bassa sismicità, ridotto rischio idrogeologico, distanza da aeroporti ed industrie.
I comuni italiani selezionati sono stati raccolti in cinque macroaree e, tra queste, rientra quella denominata “Toscana-Lazio” con 24 aree tra Siena, Grosseto e Viterbo. “Nel viterbese – aggiunge il sindaco Menicacci – sono moltissimi i comuni scelti insieme a Soriano. Per questo motivo l’amministrazione comunale è già al lavoro per contattare i sindaci dei comuni interessati e creare un gruppo di opposizione coalizzato affinché le scorie radioattive di tutta Italia non vengano portate nei nostri bellissimi territori”.
La preoccupazione maggiore riguarda i rischi per la salute pubblica e per l’ambiente, senza tralasciare il fatto che buona parte dell’economia di queste zone è basata sull’agricoltura e, inevitabilmente, il rischio che possano crearsi danni alle pregiate coltivazioni è fonte di preoccupazione da parte di tutti. “Dobbiamo muoverci in fretta – conclude il sindaco – poiché a breve sarà avviata una consultazione pubblica dove potremo far sentire la nostra voce, manifestare il nostro dissenso e la nostra opposizione totale nei confronti di questo  progetto”.




Durigon, Fusco: Governo chiarisca su scelta sito deposito scorie nucleari nel viterbese

VITERBO – Abbiamo appreso con estremo stupore quanto emerso nelle ultime ore su alcune agenzie di stampe.

Nella Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, elaborata dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin), sono state individuate in 67 zone le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e, di queste, ben 22 risultano essere nel Lazio e nello specifico nella provincia di Viterbo.

Di seguito le 22 aree del viterbese che secondo la Cnapi risulterebbero potenzialmente idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari: Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, Montalto di Castro, Canino, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania,Tuscania, Canino-Montalto di Castro1, Canino 2, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1, Arlena di Castro-Tuscania2, Canino-Montalto di Castro 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese.

Siamo profondamente contrariati che tali aree siano state individuate senza alcun confronto con le istituzioni locali dei comuni interessati e che solo oggi sindaci e cittadini abbiano appreso quelli che sono i piani del Governo per la nostra provincia.

Il Governo e la Regione dovrebbero tutelare la vocazione del territorio della provincia viterbese, terra di eccellenze agroalimentari ed in cui sorgono numerose riserve naturali, parchi ed aree protette.

Cosa intende fare Zingaretti a tutela del territorio viterbese e dei comuni che, stando alla Cnapi, dovrebbero potenzialmente ospitare il il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi?

Chiederemo che i ministri dello Sviluppo economico e dell’ Ambiente vengano al più presto a riferire nelle commissioni competenti del Parlamento su quali siano i piani del Governo.

A tal fine depositeremo, sin da subito, anche  un’interrogazione parlamentare che faccia chiarezza sulla vicenda, cui ci opporremo in tutte le sedi.




Anche Confartigianato dice NO al deposito di scorie radioattive

VITERBO – Per quanto ancora la Tuscia dovrà pagare il prezzo di scelte governative sbagliate? Mentre ancora attendiamo il completamento della Trasversale Orte-Civitavecchia, in piena emergenza Covid-19 che sta mettendo in ginocchio l’economia del paese oltre che del nostro territorio, nella calza della Befana il Governo Conte ci fa trovare non carbone, ma addirittura scorie radioattive!

Non è bastato il fallimento della centrale nucleare di Montalto di Castro, adesso addirittura la Tuscia viene scelta tra le aree più accreditate ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Nella Cnapi, Carta delle aree potenzialmente idonee, uscita nel cuore della notte mentre l’Italia aspettava il nuovo decreto anti Covid-19, sono state infatti inserite le 67 aree delle cinque macrozone che soddisfano i 25 criteri stabiliti nel 2014-2015 dall’Ispra per ospitare i rifiuti radioattivi.

Viterbo, secondo il documento, è tra i territori idonei nella macroarea Toscana-Lazio, che comprende 24 comuni tra le province di Siena, Grosseto e, appunto, Viterbo, dove i centri destinati a diventare la pattumiera d’Italia sono Ischia di Castro, Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano. Le altre province interessate sono quelle di Torino, Alessandria, Potenza, Matera, Bari, Taranto, Oristano e la parte sud della Sardegna, Trapani, Palermo e Caltanissetta.

Una decisione strategica incomprensibile, visto che tale mappa, che prima di capodanno ha ricevuto incredibilmente l’ok dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, va a interessare territori di bellezza artistica, naturalistica senza pari, che vivono di turismo e danno da vivere a centinaia di imprese artigiane. L’impatto del deposito delle scorie radioattive sarebbe devastante!

Parliamo, infatti di un progetto da 900 milioni di euro che si estenderà su una superficie di 150 ettari – 110 per il deposito e 40 per il parco tecnologico –, superficie che ospiterà 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media intensità e 17 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Sui quali non c’è alcuna certezza sulla cessazione in tempi brevi della radioattività, e quindi della pericolosità.

Confartigianato farà tutto il possibile affinché la nostra provincia non venga nuovamente penalizzata da scelte che si rivelerebbero letali per lo sviluppo futuro di un territorio che ha ben altra vocazione e che non vuole passare alla storia come il deposito radioattivo d’Italia. Ci auguriamo che i parlamentari eletti sul territorio, i consiglieri regionali e i sindaci dei comuni interessati costituiscano con noi un fronte compatto per dire no ad una vera e propria violenza perpetrata ai danni dei cittadini del Viterbese.