Violenta aggressione a Viterbo: studente 17enne picchiato prima di entrare a scuola

di REDAZIONE-

VITERBO- Questa mattina, 20 marzo, un grave episodio di violenza ha scosso la tranquillità di Viterbo. Intorno alle 8, un ragazzo di 17 anni è stato brutalmente aggredito in un giardino condominiale poco distante dall’istituto Paolo Savi. L’attacco è stato compiuto da tre individui con il volto coperto da passamontagna, armati di spranghe di ferro e catene.

Secondo le prime ricostruzioni, il giovane si trovava nel parco insieme ad alcuni compagni di scuola, in attesa dell’inizio delle lezioni. Improvvisamente, il gruppo di aggressori è sopraggiunto, scatenando il panico tra i presenti. Mentre gli amici del ragazzo sono riusciti a fuggire, lui è stato accerchiato e colpito ripetutamente con calci e pugni fino a cadere a terra.

Nonostante le ferite riportate, il 17enne è riuscito a rialzarsi e a contattare i genitori, che hanno immediatamente allertato i carabinieri e il personale sanitario. Trasportato al pronto soccorso, gli sono stati riscontrati gravi traumi facciali, ma fortunatamente le sue condizioni non sarebbero critiche.

Le forze dell’ordine hanno già avviato un’indagine per risalire all’identità degli aggressori. Oltre ai tre compagni della vittima, una persona avrebbe assistito alla scena dalla finestra di un edificio vicino, fornendo un’ulteriore testimonianza utile alle indagini.

L’episodio ha suscitato grande preoccupazione tra studenti, famiglie e insegnanti, riaccendendo il dibattito sulla sicurezza nelle vicinanze degli istituti scolastici. Le autorità locali hanno assicurato il massimo impegno per garantire giustizia alla vittima e maggiore protezione per i giovani della città.




Violenza in carcere a Frosinone: Infermieri aggrediti, cresce l’allarme per la sicurezza nelle carceri” Gianluca Quadrini interviene sull’accaduto

FROSINONE – Nuovo episodio di violenza alla Casa Circondariale di Frosinone, dove tre infermieri – due uomini e una donna – sono stati aggrediti brutalmente da un detenuto armato di lametta. L’incidente, avvenuto nelle ultime ore, ha gettato nuovamente luce sulle drammatiche condizioni di lavoro e di sicurezza del personale sanitario nelle carceri italiane.
Il detenuto avrebbe colpito i tre professionisti mentre si trovavano all’interno di una delle aree sanitarie della struttura. La violenza, completamente improvvisa, ha destato preoccupazione tanto per la gravità delle ferite riportate dai sanitari quanto per le modalità con cui è stato compiuto l’attacco.
In seguito all’aggressione, è intervenuto il presidente del Consiglio della provincia di Frosinone, Gianluca Quadrini, che più volte ha sollevato la problematica della scarsa sicurezza in cui si lavora all’interno dei carceri: “Questo nuovo episodio di violenza mette ancora una volta in evidenza la grave situazione di insicurezza che i nostri operatori sanitari e penitenziari sono costretti a vivere quotidianamente. È inaccettabile che professionisti della salute vengano aggrediti mentre svolgono il loro dovere. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a simili atti di barbarie.”
Quadrini ha inoltre sottolineato l’urgenza di un intervento istituzionale che garantisca maggiore protezione per il personale che lavora nelle strutture penitenziarie: “Chiediamo con forza che vengano adottate misure di sicurezza adeguate e che vengano messi in campo interventi strutturali per prevenire simili atti. Non è la prima volta che intervengo su questo
argomento interrogando chi ha il dovere di mettere in sicurezza e tutelare chi lavora all’interno delle carceri, in particolare coloro che, come gli infermieri, sono esposti a rischi costanti senza adeguate difese.”
L’aggressione, che ha scosso non solo i professionisti del settore, ma anche l’opinione pubblica, riporta in primo piano le problematiche legate alla sicurezza nelle carceri italiane, spesso teatro di episodi di violenza nei confronti di detenuti, agenti penitenziari e personale sanitario. La vicenda ha anche sollevato interrogativi sulla gestione e il monitoraggio delle strutture carcerarie, dove la sicurezza rimane una questione critica, soprattutto in contesti ad alta tensione.




Violenze sugli anziani a Viterbo. Alessio Minadeo (Confintesa Sanità):” I colpevoli sono dei mostri e vanno puniti in modo esemplare”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Maltrattati, legati al letto e violentati. È quanto accaduto a degli anziani ospiti di una casa di riposo nel Comune di Latera, un centro di poche centinaia di abitanti in provincia di Viterbo, dov’è scattato il blitz dei carabinieri, che hanno dato esecuzione a sei misure cautelari. I militari della Compagnia di Montefiascone ed il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Viterbo hanno arrestato e portato in carcere tre operatori socio-sanitari, mentre altri tre sono stati sospesi dall’esercizio delle funzioni. A disporre i provvedimenti è stata la giudice delle indagini preliminari di Viterbo Savina Poli. Gli operatori sono indiziati di maltrattamenti sugli ospiti della struttura e, in un caso, di violenza sessuale su un’anziana.
Le indagini svolte dai carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Viterbo, con il procuratore Paolo Auriemma e il sostituto procuratore Flavio Serracchiani sono partite nella primavera del 2024. Alcuni ex operatori della struttura si sono rivolti alla Stazione carabinieri di Capodimonte, raccontando che gli ex colleghi abusavano degli anziani ospiti. I militari hanno installato delle telecamere all’interno della struttura e nelle camere da letto. Dalle registrazioni è emerso un quadro inquietante, allarmante e pericoloso: soprusi, violenze psicologiche e aggressioni fisiche.
Oltre ai maltrattamenti, un’anziana sarebbe anche stata violentata. Un operatore l’avrebbe tormentata con assillanti approcci sessuali e toccandola nelle parti intime, utilizzando anche un bastone, mentre la donna era legata al letto e non poteva difendersi.
Sull’episodio interviene Alessio Minadeo Dirigente Nazionale di Confintesa Sanità:” Coloro che hanno commesso questi aberranti reati, non sono uomini ma mostri della peggior specie. Ci auguriamo che costoro vengano puniti in modo esemplare così come, chiediamo, di verificare anche quanti, all’interno della struttura, tra dirigenti e dipendenti erano a conoscenza dei fatti ed hanno taciuto diventando, di fatto, loro complici. Il principale ruolo di chi opera all’interno di strutture sanitarie sia che siano esse pubbliche o private devono innanzitutto salvaguardare la salute dei pazienti o degli ospiti ma anche la loro incolumità e la loro serenità. Questo grave episodio, purtroppo non è il primo che accade in Italia, non solo ha causato un inimmaginabile danno sia nel fisico che nell’anima di queste povere vittime, ma rischia di causare anche un importante danno di immagine a tutta la categoria degli operatori socio sanitari e degli operatori sanitari in generale la cui stragrande maggioranza si impegna costantemente per assicurarsi che il servizio reso alla comunità sia impeccabile e che sicuramente saranno d’accordo con me nel chiedere il massimo della pena per questi mostri e che, soprattutto, le strutture private controllino meglio le assunzioni e che prestino più attenzione alla sicurezza degli ospiti e dei pazienti. Facciamo in modo che crimini così crudeli non accadano più per il bene di tutti, in primis dei pazienti”.




Ancora violenza al Sacrario

di REDAZIONE-

VITERBO- Una notte di violenza ha sconvolto il centro storico di Viterbo, dove un uomo è stato aggredito in piazza del Sacrario. La vittima, probabilmente un senzatetto, è stata ferita gravemente al volto con un oggetto tagliente, forse un lamierino o un pezzo di vetro.

La polizia, allertata da alcuni passanti, è intervenuta immediatamente e ha soccorso l’uomo, trasportandolo d’urgenza all’ospedale di Belcolle. Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza per identificare gli aggressori e ricostruire la dinamica dell’attacco.

L’incidente ha riacceso la preoccupazione per la sicurezza nella zona, soprattutto durante le ore notturne. La polizia mantiene il massimo riserbo sull’indagine, ancora in corso, mentre le forze dell’ordine restano vigili per garantire la sicurezza della comunità e prevenire ulteriori episodi simili.




Violenza donne: Mattia (Pd), più fondi per orfani femminicidio

ROMA- “Un emendamento al Collegato al Bilancio per aumentare i fondi destinati agli orfani di femminicidio. Questa proposta nasce dalla consapevolezza che le conseguenze della violenza non colpiscono solo le vittime dirette, ma anche le famiglie, i figli, e le comunità intere. È fondamentale che le politiche di sostegno includano anche chi, come i bambini, devono affrontare il dolore della solitudine dopo la perdita della mamma”. Così in un video su Ig la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, ambasciatrice di Telefono Rosa, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.




Violenza su ragazza con disabilità, lo sdegno di FISH

ROMA- FISH esprime il proprio sdegno e la massima indignazione per l’inaccettabile violenza perpetrata ai danni di una giovane studentessa con disabilità in Salento. Prima vittima di insulti sui social, poi aggredita in piazza senza che nessuno intervenisse a difenderla. Questo vile attacco colpisce non solo la vittima ma tutta la nostra società, mettendo a nudo una crescente indifferenza verso la dignità e i diritti delle persone con disabilità.

La federazione chiede che sia fatta luce su quanto accaduto. L’episodio impone anche una riflessione più ampia: è necessario costruire una cultura basata sul rispetto e sull’inclusione, rinnovando l’impegno delle istituzioni, delle scuole e di tutta la società per promuovere l’educazione e la sensibilizzazione contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio.

“È intollerabile che nel 2024 si debba ancora assistere a scene di violenza tanto cruda e a una così disarmante apatia da parte dei presenti. La disabilità non può e non deve essere motivo di esclusione o, ancor peggio, di persecuzione. Questo episodio rivela una grave frattura nel nostro tessuto sociale, dove il diritto alla sicurezza, alla dignità e al rispetto viene negato a chi, invece, dovrebbe trovare sostegno e accoglienza”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.




La Violenza Assistita: Un Fenomeno da Contrastare con Urgenza

Riceviamo e pubblichiamo: “La violenza assistita è una realtà drammatica che colpisce un numero crescente di minori nel nostro paese, eppure, troppo spesso, rimane invisibile agli occhi della società. Questo tipo di violenza, che si verifica quando un bambino o una bambina assiste direttamente o indirettamente ad atti di violenza domestica tra i genitori o altre figure adulte di riferimento, ha conseguenze devastanti sullo sviluppo psicofisico e sulla qualità della vita del minore.

La violenza assistita si riferisce a qualsiasi forma di esposizione dei minori a violenza tra adulti, sia essa verbale, fisica o psicologica. Non è necessario che il bambino sia direttamente coinvolto per subire le conseguenze di questo ambiente tossico; l’esposizione passiva, come l’ascolto di urla o il percepire tensioni violente tra le mura domestiche, è sufficiente per segnare profondamente la sua crescita.

Questi bambini non sono solo testimoni silenziosi. Spesso vivono sentimenti di colpa, impotenza, paura e rabbia, sviluppando sintomi che vanno dall’ansia e depressione a disturbi del comportamento e difficoltà scolastiche. La violenza assistita è un trauma a tutti gli effetti, capace di minare il loro futuro benessere emotivo e relazionale.

Gli studi confermano che i bambini cresciuti in contesti di violenza domestica hanno una maggiore probabilità di sviluppare problemi comportamentali e di adattamento. Possono diventare a loro volta violenti o, al contrario, introversi e insicuri, con una difficoltà cronica a fidarsi degli altri. In alcuni casi, l’assistenza alla violenza è un fattore che perpetua un ciclo intergenerazionale di abusi: chi ha vissuto la violenza come spettatore tende a riprodurre dinamiche simili nelle proprie relazioni adulte.

Inoltre, il trauma di assistere alla violenza non si esaurisce con l’allontanamento fisico dalla situazione. Il ricordo di quegli episodi, l’ansia per la sicurezza del genitore vittima e il timore di ulteriori atti violenti possono influenzare negativamente la vita dei minori anche dopo che la violenza è cessata.

Le istituzioni, in particolare il sistema educativo, i servizi sociali e le forze dell’ordine, giocano un ruolo cruciale nella prevenzione e nell’intervento in casi di violenza assistita. Purtroppo, la formazione inadeguata e la mancanza di risorse spesso limitano la capacità di individuare e agire tempestivamente in questi casi. È fondamentale che tutti gli operatori coinvolti, dagli insegnanti ai pediatri, siano formati per riconoscere i segnali di disagio nei minori esposti a violenza domestica.

Negli ultimi anni, diversi paesi, tra cui l’Italia, hanno iniziato a riconoscere la gravità della violenza assistita e a introdurre specifiche disposizioni legislative. Tuttavia, molto resta da fare. Una delle proposte più urgenti è l’integrazione della violenza assistita tra le fattispecie riconosciute dalle leggi sulla violenza di genere, in modo da garantire una protezione efficace ai minori esposti.
Come Cisl vogliamo avere un ruolo importante in questa battaglia, non solo promuovendo la sensibilizzazione tra i lavoratori e le lavoratrici, ma anche insistendo per l’introduzione di misure concrete di supporto alle famiglie in difficoltà. Le aziende possono, ad esempio, favorire la flessibilità lavorativa per i genitori che affrontano situazioni di violenza domestica, fornendo accesso a consulenze legali e psicologiche.
La violenza assistita è una piaga nascosta che non possiamo più ignorare. Ogni giorno che passa senza un’adeguata risposta istituzionale, sindacale e sociale, significa esporre migliaia di bambini a un futuro di sofferenza e marginalità. È tempo di agire, di riconoscere questa forma di violenza come una priorità e di garantire a ogni bambino il diritto di crescere in un ambiente sicuro e amorevole”.

Daniela Bocci
Responsabile Coordinamento Donne
Cisl Viterbo




La comunità di Nettuno si stringe attorno alle vittime di violenza

NETTUNO – La città di Nettuno, il 12 settembre, si è svegliata con un cuore più grande, avvolta in un abbraccio di coperte colorate. L’iniziativa, promossa dalla Sezione dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato di Nettuno e dal gruppo “Vivavittoria” di Isernia, è stata un successo oltre ogni aspettativa.

La piazza antistante la chiesa della Madonna delle Grazie, luogo simbolo della lotta contro la violenza, si è trasformata in un mare di colori, grazie alle coperte all’uncinetto realizzate a mano dalle donne dell’ANPS. Un’installazione artistica che ha commosso e sensibilizzato tutti i presenti.
Alla cerimonia di apertura hanno partecipato numerose autorità, tra cui l’Ispettrice della C.R.I. del comitato Anzio – Nettuno, Paola Lumaca, e il Commissario Straordinario del Comune di Nettuno, Prefetto Antonio Reppucci. Quest’ultimo, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa: “Solo uniti possiamo sradicare la violenza di genere. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa giornata un successo. È un segnale forte che ci dà speranza per il futuro”. Il Direttore dell’Istituto per Ispettori di Nettuno, Lorena Di Felice, ha inviato un drappello di allievi, per testimoniare l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta alla violenza di genere.
Un ringraziamento speciale a tutti i cittadini che hanno partecipato all’iniziativa, dimostrando una grande sensibilità e solidarietà. La vostra presenza è stata fondamentale per rendere questa giornata un successo. Le coperte realizzate a Nettuno faranno ora parte di un progetto più ampio, coordinato dal gruppo “Vivavittoria”, che prevede la vendita dei manufatti e la devoluzione del ricavato ai centri antiviolenza.
Siamo davvero soddisfatti del risultato ottenuto”, ha dichiarato Francesco Elviretti, Presidente della Sezione dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato di Nettuno. “La partecipazione dei cittadini è stata straordinaria e ci ha dato la forza di continuare a lottare contro la violenza sulle donne. Un grazie speciale alle donne dell’ANPS che con il loro impegno hanno reso possibile tutto questo”.
Nettuno ha dimostrato oggi di essere una città unita e solidale, pronta a dire basta alla violenza.




Movida del litorale, Carabinieri chiedono il divieto di ritorno per un gruppo di giovani violenti

MONTALTO DI CASTRO ( Viterbo) – I carabinieri della Stazione di Montalto di Castro hanno richiesto il divieto di ritorno nel Comune per quattro anni, nei confronti di un gruppo di giovani, che si sono resi responsabili di violenza ed aggressioni nelle zone di ritrovo della movida estiva. I giovani, provenienti dal capoluogo viterbese, hanno precedenti penali per rissa, lesioni personali, ma anche per reati in materia di stupefacenti.
Le misure, richieste per motivi di sicurezza pubblica, mirano a prevenire ulteriori episodi di criminalità, tutelando la quiete pubblica e il diritto al divertimento sicuro dei cittadini e dei turisti.
Nei confronti di due di loro, già sottoposti alla misura di prevenzione dell’avviso orale, è stato richiesto inoltre il Daspo Willy.
L’obiettivo è quello di creare un ambiente sicuro e sereno per tutti coloro che frequentano il litorale viterbese, contrastando con fermezza ogni forma di violenza e criminalità.
I Carabinieri invitano i cittadini a segnalare tempestivamente alle Forze dell’ordine qualsiasi episodio di illegalità, per consentire un intervento immediato e garantire la sicurezza di tutti.




Roma, ancora incredibile violenza nel carcere minorile di Casal del Marmo

ROMA- “Quel che è avvenuto negli ultimi giorni nel carcere minorile di Roma è semplicemente incredibile ed inaccettabile: lo Stato non può più assistere passivamente al degrado ed alla violenze di una frangia di detenuti che pensa e crede di poter fare, nella detenzione, quel che vuole”. È senza appello l’atto di accusa di Donato Capece, che del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria è il segretario generale, alla violenza che si è consumare negli ultimi giorni nel carcere minorile romano di Casal del Marmo. Maurizio Somma, segretario per il Lazio del SAPPE, informa infatti che “la scorsa settimana dei detenuti minorenni sono scavalcati dalla recinzione dell’aria per raggiungere il campo sportivo per raggiungere i detenuti giovani adulti per lo scopo di avere uno scontro fisico. Nel mentre, un poliziotto penitenziario, nel bloccare un detenuto, si è preso un pugno nel viso e un morso nel braccio, poi refertato nel locale infermeria dell’istituto. Il giorno successivo, sempre lo stesso detenuto, simulava un impiccamento: i colleghi intervenivano ma venivano aggrediti con pugni e calci. Ieri un Agente, mentre permetteva l’aria a tre detenuti, uno di questi, senza nessun motivo, sferrava un pugno a l’occhio di un collega sbattendolo per terra, causandogli il danneggiamento della retina. Fortunatamente la Tac a dato esito negativi con una prognosi di 15 giorni dati dall’ospedale, ma lavorare cosi è impossibile ed assurdo”.
“Si è consumato un gravissimo attacco allo Stato ed a chi lo rappresenta in carcere”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e della Nazione: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”.
“Il SAPPE esprime la vicinanza ai poliziotti contusi a Roma ed a tutte le colleghe ed i colleghi del carcere minorile di Casal del Marmo”, sottolinea Capece, “ma siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti”, conclude il leader nazionale del SAPPE: “lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza”.




Righini: “quanto accaduto a Poggio Nativo non può essere tollerato”

«Quanto accaduto a Poggio Nativo non può essere tollerato. Ci auguriamo, quindi, che il responsabile, reo di un gesto di una gravità inaudita, si faccia quanto prima da parte. La violenza non può essere mai tollerata, ancora di più se questa è commessa da un presidente del consiglio comunale che, proprio per il ruolo che ricopre, dovrebbe essere il primo garante del rispetto delle diverse sensibilità politiche di una comunità soprattutto in una campagna elettorale che dovrebbe svolgersi rispettando le più elementari regole della democrazia. Lascia quanto meno perplessi anche la reazione del Sindaco di Poggio Nativo, che piuttosto che esprimere solidarietà al militante aggredito, prova a minimizzare una vile aggressione non degna di un Nazione civile».

Lo ha dichiarato l’assessore al Bilancio, alla Programmazione economica, all’Agricoltura, alla Sovranità alimentare, alla Caccia e alla Pesca e ai Parchi e alle Foreste della Regione Lazio, Giancarlo Righini.




Episodi di violenza in Piazza del Sacrario, il commento di Luisa Ciambella

VITERBO – Riceviamo da Luisa Ciambella e pubblichiamo: “La sicurezza di una città non si conta soltanto sui giorni di “tranquillità” o sulla selezione delle zone dove avvengono gli episodi, ma combattendo il degrado di ogni quartiere, ogni giorno, ripensando ad un modello di vivibilità della città capace di rigenerare lo sviluppo e non l’abbandono.

Il violento episodio avvenuto in Piazza del Sacrario ci ricorda l’importanza di agire con urgenza e determinazione per garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti i membri della nostra comunità. Lo chiedono con forza i residenti e i commercianti – o almeno quanti ne sono rimasti – del Centro Storico che in queste ore non hanno mancato di alzare il loro grido di allarme verso la difficile situazione che da tempo vivono. Preoccupazioni che nei mesi scorsi, proprio con una raccolta firme promossa dal gruppo “Per il Bene Comune”, avevamo portato all’attenzione dell’amministrazione comunale ma che, come è ormai consuetudine rispetto alle richieste che vengono dai cittadini, è rimasta inascoltata. 

Grazie al lavoro costante e la capillare presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio, l’episodio è stato contenuto e in poco tempo sono stati assicurati alla giustizia le persone che hanno dato vita alla rissa. Segno che il sistema di controllo coordinato dalla Prefettura e dalla Questura rappresenta un efficace baluardo alla criminalità. Ma è in questo contesto che la città ha bisogno anche di un programma di contrasto al degrado urbano che non può certo essere ancora rinviato.

Dalle immagini circolate in queste ore sui social network vedere, famiglie, ragazzi, anziani, tentare di scappare per mettersi in sicurezza, genera preoccupazione. Lo genera altrettanto la giovane età delle persone coinvolte nella rissa, elemento non trascurabile dal punto di vista educativo e sociale. 

La storia, la cultura e il senso civico della città di Viterbo va ben oltre questi episodi e, proprio per questo, non è più il tempo di limitarsi alla “cronologia” ma intervenire radicalmente con un programma di contrasto al degrado: la città lo chiede, i viterbesi lo chiedono, non è più il tempo di non sentire e girare lo sguardo dall’altra parte”.

 

 




8 marzo a Viterbo. Donne vittime di tratta: come promuovere l’inclusione sociale?

di MARIELLA ZADRO –

VITERBO – In questa giornata dal valore simbolico così profondo si è svolta, presso il Teatro Parrocchiale di Villanova Giovanni Paolo II, una mattinata di lavori che ha voluto focalizzare il tema delle donne vittime di tratta e dei relativi percorsi di sostegno e integrazione.

L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione del Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione di Sapienza Università di Roma con istituzioni e organizzazioni esperte in materia e alla sinergia già attiva nella comunità locale tra la rete delle Acli Provinciali di Viterbo e la Parrocchia Santi Valentino e Ilario.

Il gruppo di lavoro coordinato da Ankica Kosic, che comprende anche Elena Bocci e Paola Passafaro, aveva già organizzato un evento analogo a Roma presso il Teatro Ateneo di Sapienza il 9 febbraio scorso, avvalendosi di un ricco programma introdotto dal messaggio video della Rettrice Antonella Polimeni. In meno di un mese il format è stato riproposto a Viterbo con la I Facoltà di Medicina e Odontoiatria -Corso di Infermieristica V di Sapienza, sede di Viterbo in Convenzione con la Asl di Viterbo.

Ha aperto i lavori Don Emanuele Germani, che oltre a dare il benvenuto a una sala gremita di giovani universitari e nonni, ha espresso la condanna del fenomeno della tratta delle nuove schiave, prendendo a prestito le parole di papa Francesco.

Sono seguiti i Saluti di Arianna Casini e Emanuela Cionco, rispettivamente Presidente e Direttore Didattico del CdS in Infermieristica V Sapienza Università di Roma Sede di Viterbo. Agnese Boriosi e Giovanni Biancalana hanno portato il loro Saluto in qualità di Presidenti dei due Circoli Acli di Viterbo: Stelio Murri e Punto Famiglia Santi Valentino e Ilario.

Ankica Kosic, che ha anche moderato gli interventi, ha presentato il tema “Donne vittime di tratta: come promuovere l’inclusione sociale”, con l’intento di sensibilizzare e invitare ciascuno a non ricadere negli stereotipi, ma a riflettere e agire per favorire un cambiamento culturale.

Gli esperti, intervenuti a inquadrare il fenomeno in un’ottica multi-disciplinare, sono stati:

Suor Tiziana D’Agostino, equipe anti tratta “Bassa Soglia” di Fondazione Somaschi; Federica Gaspari, Cooperativa Sociale Parsec, Roma; Francesca Vinciguerra e Alina Varzaru, Save the Children.

E’ seguita la proiezione di un documentario finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità e di alcuni estratti dello spettacolo teatrale Tratto dalla produzione Ert “Le notti di Emilia” vincitore del Bando Radar 2021.

La testimonianza di Sergio Giovagnoli, ARCI Solidarietà Viterbo srl Impresa Sociale, ha ancorato maggiormente la problematica affrontata al contesto locale.

Ha concluso Renzo Salvatori, Vice Presidente Vicario delle Acli Provinciali di Viterbo, che ha preso la parola per un appello alle studentesse e agli studenti presenti, incoraggiandoli a vivere il loro futuro professionale con “sensibilità” verso le problematiche delle persone che incontreranno nei Servizi dove andranno ad operare.

L’evento è stato caratterizzato da un susseguirsi di stimoli che hanno invitato i presenti a riflettere su problematiche socialmente rilevanti, analizzandone le mutevoli trasformazioni nel tempo, i percorsi e le metodologie di intervento, le storie di vita raccolte da operatori qualificati.

Ha arricchito le preziose testimonianze una mostra che sintetizza in 9 pannelli i racconti di alcune donne sfuggite alla schiavitù e ospitate presso strutture anti-tratta. Diffondere questi contenuti benché estremamente sintetici può contribuire ad una corretta informazione e alla divulgazione di valori, sogni e modelli dei quali le intervistate si fanno portatrici. Dall’identificazione con persone carismatiche incontrate durante il loro percorso o con Vip dalle loro stesse origini emerge quella che è stata definita da una delle partecipanti la “libertà del cuore”. Le tracce di resilienza identificate nelle interviste rappresentano elementi utili a combattere le forme di schiavitù ancora insite nella società contemporanea… La mostra, nata in una prospettiva scientifica presso Sapienza Università di Roma, è stata pensata come itinerante; rimane fruibile a Viterbo presso l’Istituto Tecnico Tecnologico Statale Leonardo da Vinci in Via Alessandro Volta 26 da lunedì 11 a venerdì 15 marzo e, nella settimana dal 18 al 24 marzo, presso la hall dell’Ospedale Belcolle – Asl di Viterbo, grazie alle sensibilità espresse dagli Enti del territorio.

Per info e comunicazioni -anche relative alla possibilità di allestire gratuitamente la mostra in altri contesti accademici, scolastici, istituzionali e organizzativi religiosi e laici- è possibile contattare: anna.kosic@uniroma1.it




Violenza e droga, due arresti nel weekend

VITERBO – Nello scorso fine settimana particolarmente intensa l’attività svolta dalle Volanti della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Viterbo finalizzata a garantire il quotidiano controllo del territorio e la prevenzione dei fenomeni criminali.

Domenica mattina i poliziotti sono intervenuti in via della Palazzina a seguito della segnalazione di un giovane che si aggirava per la strada a dorso nudo con il volto sporco di sangue, inveendo contro la propria ragazza. L’uomo, in evidente stato di agitazione dovuto anche all’abuso di sostanze alcoliche, aggrediva verbalmente gli operatori avvicinandosi pericolosamente e cercando di colpirli con un bastone di legno appuntito recuperato dall’autovettura parcheggiata lì vicino. L’atteggiamento minaccioso e violento del ragazzo costringeva gli agenti ad ammanettarlo e, durante l’intervento, uno di loro subiva un trauma distorsivo al polso. Il 26enne, con diversi precedenti di polizia, è stato così arrestato per i reati di Resistenza e Lesioni a Pubblico Ufficiale e nei suoi confronti è stata emessa la misura di prevenzione del Foglio di Via Obbligatorio con Divieto di Ritorno nel Comune di Viterbo.

Nel corso della stessa mattinata un equipaggio delle Volanti è intervenuto in viale Fiume per la segnalazione da parte di un imprenditore attivo nel settore della ristorazione di una lite in corso con la compagna convivente. Giunti sul posto, gli operatori hanno trovato la coppia in uno stato di forte alterazione psico-fisica, notando la presenza di una piccola quantità di sostanza stupefacente del tipo cocaina, pronta per l’uso. I poliziotti procedevano quindi ad una perquisizione domiciliare, nel corso della quale sono stati rinvenuti altri due involucri in plastica contenenti quasi 50 grammi di droga, una somma di denaro ammontante a 1.345 euro e un bilancino di precisione. All’esito dell’attività l’uomo, un 41enne viterbese, è stato arrestato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio.




Violento episodio al Jolly Blu di Vetralla: ubriaco minaccia con un machete dopo essere stato allontanato dal bar

di REDAZIONE-

VETRALLA (Viterbo)- Domenica pomeriggio, il tranquillo Bar Jolly Blu di Vetralla è stato teatro di un agghiacciante episodio quando un uomo di nazionalità albanese, visibilmente ubriaco, ha prima molestato i presenti, mostrando i genitali dopo essersi abbassato i pantaloni. Successivamente, armato di un machete, è tornato per cercare vendetta contro il titolare, Cristian Dolci, che lo aveva precedentemente allontanato.

Il gestore del bar ha immediatamente sporto denuncia presso i carabinieri, fornendo il video del momento dell’aggressione, catturato dalle telecamere di sicurezza esterne del locale. Nel filmato, si può  vedere l’uomo armato minacciare il titolare, cercando di colpirlo con il machete.

La comunità locale è scossa da questo violento episodio e chiede giustizia. Le autorità stanno indagando sulla vicenda, cercando di identificare e arrestare l’aggressore.

Presunzione di innocenza: Il sistema penale italiano è fondato sulla  presunzione di innocenza, un principio cardine sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana. Secondo questo articolo, una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. Questo significa che, nel contesto giuridico italiano, ogni individuo è considerato innocente fino a quando non viene emessa una sentenza definitiva di condanna.




Percorsi riabilitativi per gli autori di violenza, la Regione Lazio approva il protocollo operativo

ROMA- La Giunta regionale, su proposta del presidente, Francesco Rocca, ha approvato il nuovo schema di “Protocollo operativo per percorsi degli autori di violenza domestica, sessuale e di genere o contro minori”, relativo all’Accordo di Rete.

Con l’approvazione della delibera si delega la Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria, di provvedere ad assumere idonee iniziative, finalizzate allo sviluppo dell’Accordo di rete e all’adozione sempre più estesa delle misure di comunità attuando, così, gli adempimenti di competenza, al fine di attuare tutto quanto previsto nel Protocollo.

Il documento, che sarà sottoscritto il 29 novembre 2023, è il risultato di un impegno condiviso tra il Tribunale di Roma, Istituzioni ed Enti, per elaborare programmi di recupero, con l’obiettivo di prevenire la recidiva e proteggere le vittime.

Lo stesso, oltre ad Istituzioni e gli Enti, coinvolge diversi parti come: le Forze dell’ordine, il Sistema sanitario, l’Università e le associazioni specializzate, basandosi su normative nazionali e internazionali sulla prevenzione della violenza domestica.

Il Protocollo promuove anche la collaborazione tra i soggetti firmatari, per garantire un intervento precoce. Gli autori di violenza saranno coinvolti in specifici percorsi di recupero, con particolare attenzione e trattamenti psicoeducativi, criminologici e clinici, personalizzati in base alle esigenze individuali.

L’iniziativa rispecchia la volontà di creare una cultura di parità di genere, proteggendo i minori e sensibilizzando la società contro gli abusi. Gli Enti e le Associazioni coinvolte si impegnano a seguire principi sovranazionali e linee guida specifiche, promuovendo un approccio di giustizia riparativa.




Violenza sulle donne, Corchiano Bene Comune: “Chiesto confronto istituzionale aperto alla città”

CORCHIANO ( Viterbio) – Riceviamo dal Gruppo consigliare Corchiano Bene Comune e pubblichiamo: “Abbiamo chiesto un momento di confronto istituzionale aperto alla città per essere insieme alle donne contro ogni forma di violenza e femminicidio.
Siamo alla 105esima vittima di femminicidio in Italia quest’anno. Una donna ogni 3 giorni viene uccisa, spesso per mano di un ex o attuale compagno, marito, fidanzato, pretendente. Per questo, a pochi giorni dal 25 novembre, Giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere, abbiamo chiesto un Consiglio comunale speciale, aperto alla città e ai contributi di tutti coloro che vorranno intervenire.
Desideriamo con questa richiesta sollecitare la nostra Comunità affinché alcuni temi possano diventare patrimonio collettivo condiviso e affermato”.




Ancora una notte di violenza nel centro di Viterbo

di REDAZIONE-

VITERBO – Sabato scorso, nel centro storico di Viterbo, si è verificata una terribile aggressione ai danni di tre ragazzi di 16 anni, che ha avuto inizio con insulti e si è trasformata in un brutale pestaggio, con colpi di casco in testa. Gli eventi sono iniziati intorno alle 21:30 in via San Clemente. Tutto ha avuto origine da un gruppo di cinque ragazzi più grandi dei minorenni, tutti stranieri, che si sono avvicinati ai ragazzi di 16 anni presso delle scalette sotto palazzo dei Papi. Questi giovani hanno iniziato a insultare i minorenni, che hanno cercato inizialmente di respingere le offese. Tuttavia, quando i ragazzi hanno raggiunto piazza San Lorenzo, uscendo da un ascensore, sono stati sorpresi dagli aggressori che sono passati dalle parole alle mani.

Gli aggressori hanno iniziato a picchiare un ragazzo di 16 anni, e uno dei suoi amici ha cercato di intervenire, ma è stato colpito in testa con un casco. La polizia è intervenuta, ma gli aggressori si sono dati alla fuga prima dell’arrivo degli agenti, dirigendosi verso via San Clemente.

I due ragazzi di 16 anni aggrediti sono stati lasciati a terra con ferite e contusioni. Uno di loro presentava il volto tumefatto e sanguinante, con un dente rotto. L’altro ragazzo colpito con il casco è stato portato in ospedale con una ferita alla testa. Dopo una Tac, i medici hanno riscontrato un ematoma cranico.