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Talete: il destino della privatizzazione dell’acqua

di REDAZIONE-

VITERBO- Nella realtà attuale, Talete, l’ente responsabile della gestione idrica, sembra essere sull’orlo di una svolta cruciale. Questa mattina, alle ore 12.00, si è tenuta la conferenza dei sindaci dell’Ambito Territoriale Ottimale Lazio Nord – Viterbo presso la Sala Mostre della Provincia di Viterbo. Secondo la relazione tecnica, presentata durante la conferenza dei sindaci, dall’ingegner Giancarlo Daniele, dell’area tecnica dell’Ato viterbese, si sta delineando un quadro finanziario preoccupante. Giancarlo Daniele, capo dell’area tecnica dell’Ato viterbese, ha illustrato le criticità del territorio, evidenziando il grave deterioramento delle infrastrutture esistenti e una perdita impressionante del 50% di acqua potabile. La proposta di una ricapitalizzazione a spese dei Comuni è stata respinta a favore di un atto d’orientamento che punta inequivocabilmente verso la privatizzazione.

Daniele ha presentato un nuovo piano d’investimenti da 3 miliardi di euro in 50 anni, mirato al risanamento ambientale e indipendente dal tipo di gestione, pubblica o privata. Tuttavia, il fulcro della questione è emerso quando Daniele ha dichiarato che Talete non è in grado di affrontare il finanziamento bancario e si è indebitato nei confronti dei creditori, una situazione insostenibile secondo gli esperti.

La conferenza dei sindaci ha votato all’unanimità per approvare gli aggiornamenti del piano d’ambito, ma la relazione degli esperti ha sollevato dubbi sulla sopravvivenza di Talete. La proposta di una ricapitalizzazione da 32,3 milioni di euro entro il 2023 e 50 milioni nei successivi anni è stata avanzata come unica soluzione possibile. I sindaci, a maggioranza, hanno appoggiato l’idea, aprendo la strada alla privatizzazione.

Il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, ha sostenuto che non ci sono alternative realistiche alla ricapitalizzazione da parte del settore privato, considerando l’assenza di disponibilità finanziarie da parte dei soci. Di conseguenza, sembra che la privatizzazione sia inevitabile, con la società francese Suez, attraverso la sua controllata Acea, pronta ad entrare in Talete acquisendo il 40% delle quote societarie.

In conclusione, l’acqua di Talete sembra destinata a fluire verso una gestione privata, con implicazioni finanziarie e operative che potrebbero ridefinire il panorama idrico della regione.

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