Talotta: “Chi potrà salvare il Nostro Sistema Sanitario?”

VITERBO-Riceviamo e pubblichiamo: “Non può sfuggire a nessuno lo stato di rilevante sofferenza in cui versano molti ospedali e presidi convenzionati che erogano assistenza sanitaria sul territorio nazionale ed è sempre più drammaticamente reale l’aver raggiunto una situazione veramente pericolosa, un punto in cui la carenza di infermieri e medici minaccia seriamente la qualità dell’assistenza da garantire ai malati ricoverati e alle persone che necessitano trattamenti ambulatoriali.
Secondo il recente Rapporto Crea, l’Italia è carente di 30mila medici e 250mila infermieri. Questi non sono solo numeri; sono vite, sono cure, sono speranze esposte a serio pericolo. Per colmare questo divario, sarebbe necessario assumere 15mila medici ogni anno per i prossimi dieci anni, solo per avvicinarci ai livelli di personale sanitario presenti nel resto d’Europa. Questa è una valutazione statistica che deve far riflettere su quella che è diventata una vera “miseria sanitaria” nel nostro Paese per il malsano esproprio finanziario attuato dai Governi che si sono avvicendati negli ultimi 30 anni e forse più, e che sarà un sicuro calvario per quei cittadini meno abbienti che, comunque, non potranno accedere ai costosi trattamenti erogati nelle più attrezzate e lussuose cliniche private.
È vero che, su iniziativa del ministro Schillaci, iniziano ad arrivare infermieri indiani per sopperire a queste carenze così vistose, ma quello che è ancora più grave è apprendere che molti dei pochi infermieri nostrani, che escono dal percorso di laurea breve, si trasferiscono all’estero dove ricevono gratificazioni e paghe da professionisti, mentre qui in Italia si reclutano infermieri e medici stranieri che non conoscono la lingua ed è facile immaginare quante criticità si registreranno nelle corsie ospedaliere.
Questa crisi non è sorta dal nulla. È il risultato della disattenzione e dell’indifferenza della classe politica alle esigenze degli operatori sanitari, che sono da troppo tempo sottopagati rispetto ai loro omologhi europei e sottoposti a turni fin troppo stressanti. È tempo che la Politica faccia il suo mestiere e riconosca che la salute dei cittadini non può essere sacrificata per risparmiare sul bilancio pubblico, così come imposto dai vertici europei. I nostri ospedali e il nostro sistema di assistenza territoriale, stanno crollando sotto il peso di questa indifferenza e accertata irresponsabilità.
Questo non è solo un problema degli operatori sanitari, è un problema che riguarda la popolazione, riguarda ogni singolo cittadino e riguarda anche i viterbesi, sempre alle prese con un ospedale che, dopo oltre 50 anni, non riesce a “piazzare l’ultima pietra” per il suo completamento. Del resto, i numerosi fatti che si registrano quotidianamente presso Belcolle e che mettono in evidenza la difficoltà degli operatori che devono dare assistenza nel pronto soccorso e nei reparti di degenza, le lunghissime “liste d’attesa” per le prestazioni specialistiche e la fortissima carenza di posti letto, non possono essere altro che il disdicevole epilogo di una noncuranza manifestata da coloro che hanno avuto ruoli precisi nella gestione del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale.
Nel riconoscere ancora una volta l’inservibilità dell’arruolamento di infermieri e medici stranieri, sarebbe oltremodo necessario comprendere l’urgenza di un vigoroso cambiamento su tutta la questione e riformare radicalmente il nostro sistema sanitario che, da subito, va urgentemente finanziato adeguatamente e che gli operatori sanitari siano retribuiti convenientemente per il loro lavoro professionale e specialistico per evitare che questa situazione agonizzante si trasformi in coma irreversibile per la nostra Sanità Pubblica.”
Roberto Talotta

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