Tempo sospeso di Alfonso Talotta

L’installazione “Tempo sospeso” è composta da dodici mie sculture in ceramica disposte in modo circolare intorno alla fontana di Pianoscarano, il quartiere-borgo del centro storico di Viterbo. Essendo nato a Pianoscarano e vivendoci tuttora con casa-studio in via Sant’Andrea, avevo, da tempo, pensato di fare qualcosa con il mio linguaggio artistico che non fosse una mostra vera e propria ma piuttosto un evento che avesse come protagonista, oltre alle mie opere, anche un elemento simbolico del quartiere stesso. L’occasione me la dà Emiliano Macchioni, docente di materie letterarie e studioso delle nostre tradizioni che, con la sua “Carovana Narrante”, farà tappa, sabato 2 ottobre, proprio a Pianoscarano. Il “viaggio” pianoscaranese avrà diverse soste e, oltre a questa mia, artistica, ci sarà la sezione della “Memoria locale” con varie testimonianze che caratterizzano il tessuto antropologico del quartiere. Le sculture sono dodici come i numeri delle ore disposti su un orologio e la fontana, rotonda, diventa un ipotetico grande orologio. Le opere non vogliono segnare lo scorrere del tempo, questo lo fa già l’acqua della fontana, vogliono, piuttosto, fermare il tempo, essere, esse stesse, delle presenze attente, come dei guardiani che difendono e custodiscono la preziosità del tempo. Nei dipinti metafisici di Giorgio De Chirico il tempo viene vissuto in modo ambiguo, con diversi riferimenti fatti vivere insieme per creare un effetto spiazzante, straniante, inquietante, anche. Le ombre dei monumenti o delle antiche architetture rappresentano il passato, l’orologio, con la sua fissità, ci parla del presente, mentre il treno, che corre all’orizzonte, sullo sfondo, ci indica il futuro, con la sua incertezza, il suo mistero, i suoi interrogativi. Non c’è, quindi, un tempo sicuro e, di conseguenza, non c’è tempo. Le sculture qui presentate fanno riferimento al quartiere che ha mantenuto valori e significati, tradizioni e storia, per questo sono qui, per proteggere tutto questo, simbolicamente, in modo emblematico. Si crea un dialogo con la fontana stessa, dove l’Acqua che scorre ci riporta all’importante e necessario elemento naturale presente nella ceramica che contiene anche gli altri tre elementi naturali: la Terra, l’Aria e il Fuoco. La creta (terra) e l’acqua per l’impasto, l’aria per l’essiccazione, il fuoco per la cottura e il fissaggio dei colori. Il rumore-suono dell’acqua della fontana ci restituisce la musicalità, il fascino, la suggestione che l’intero quartiere ha, forte e sicura come il peperino, la pietra che ne caratterizza la struttura costruttiva. Sculture, abbiamo detto, che segnano un tempo, lo bloccano, lo fermano, figure composte, ieratiche, perentorie. Le asportazioni di materia, le incursioni segniche, le sgranature cromatiche, rendono vive, partecipi e protagoniste queste ceramiche che non sono qui appoggiate a caso sulla base rialzata della fontana, ma vengono alternate in modo progettuale per dare e scandire un ritmo diverso e che comunque, in questo caso, sono parte integrante della fontana stessa che, per oggi, diventa un’altra cosa, entra nel concetto di decontestualizzazione, proprio per la relazione che ha con le sculture, perché l’orologio della storia non cammina con il tempo ma con l’opera che lascia l’uomo in un’ideale staffetta che non interrompe il pensiero ma unifica i concetti.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE