Tensioni e danneggiamenti nell’Istituto penale minorile Casal del Marmo

Notte di incendi e devastazioni nella nuova ala dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, sabato 27 ottobre, a quanto pare, a causa dell’imminente inaugurazione del pastificio accanto al carcere. Porte blindate e sanitari andati distrutti e danneggiamenti nella nuova ala appena ristrutturata, la protesta è scoppiata per dissidi legati all’inaugurazione del pastificio Futuro, il progetto grazie al quale circa venti giovani che vivono nell’istituto avranno un lavoro.

A capitanare la devastazione sarebbero stati alcuni dei detenuti esclusi dal progetto, tre giovani di nazionalità marocchina, tra cui un 24enne, che lavorava proprio nel pastificio. Il giovane, rientrato in carcere in seguito a un nuovo arresto, avrebbe perso la testa dopo aver saputo del suo imminente trasferimento. Gli altri due detenuti lo avrebbero assecondato nella protesta, accusando gli educatori dell’istituto di una differenza di trattamento.

I detenuti ‘preferiti’ inseriti nel progetto del pastificio, vista come un’opportunità di riscatto e speranza, gli altri abbandonati a loro stessi. Così quello che dovrebbe essere un’iniziativa in grado di offrire opportunità di reinserimento nella società dell’istituzione penitenziaria rischia di diventare un caso, a pochi giorni dall’inaugurazione, prevista per il 10 novembre. Le proteste sono durate diverse ore, tanto che quando nella mattina di domenica il parroco si è presentato sul posto la situazione era ancora tesa. Nell’Ipm si trovano attualmente 54 persone, 49 uomini e cinque donne, di cui 29 minori e 25 maggiorenni. Tra questi, 33 sono stranieri: 22 minori e 11 maggiorenni (dati al 27/10/2023).

Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, sentito dal Tgr Lazio: “La conferma di criticità nell’Ipm di Casal del Marmo e, in generale, nel circuito detentivo minorile, che rischiano di essere aggravate dalla stretta del dl Caivano, soprattutto se non verranno adeguate le risorse umane e finanziarie perchè questi istituti possano effettivamente adempiere allo scopo rieducativo della pena”.

 

 

 

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