Tentativo di introdurre droga nel carcere minorile di Roma, Uspp Lazio chiede rapidi interventi

ROMA – Riceviamo da Uspp Lazio e pubblichiamo: “In un pacco destinato ad un detenuto “minorenne” di 23 anni, i poliziotti penitenziari addetti al controllo si sono insospettiti di una cucitura dei pantaloni che al tatto faceva presupporre un qualcosa per la quale ad un più approfondito controllo hanno rinvenuto sostanza di pochi grammi di stupefacente, facendo attivare ulteriori  procedure del caso nei confronti di chi ha tentato di introdurre la sostanza”.

Ne dà notizia Uspp-Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, segreteria Regionale Lazio.

Solo alcuni giorni fa la polizia penitenziaria in servizio al carcere minorile è stata oggetto di aggressione lesive da parte di un altro detenuto sempre “minorenne” non nuovo a tali atteggiamenti aggressivi contro il che ha costretto il personale a ricorrere alle cure del pronto soccorso con prognosi per avergli impedito di accedere all’area riservata alla quarantena “covid”.

Ricordiamo che la riforma attuata qualche anno fa prevede che per i reati minorili i condannati possono scontare la pena fino al 25 esimo anno di età in una struttura minorile. Soggetti che dimostrano costantemente la loro pericolosità in atteggiamenti è provocazioni aggressioni nei confronti di chi deve sorvegliarli.

Uspp Lazio già in altre circostanze ha denunciato la gravità della situazione che tra ritrovamento di droga e aggressioni, il carcere minorile di Roma diventa sempre più come quello degli adulti.

Uspp Lazio a tutto questo dice basta, servono interventi strutturali e regole più incisive contro i reati di aggressione con aggravanti se contro un tutore della legge”.

 

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