ROMA – Luoghi vicini, lontani, amati, calpestati, rispettati, violentati emergono nei nostri pensieri. Albe, tramonti, nebbie, paesaggi mostrano la perfezione estetica del miracolo che si chiama “Terra”.
Siamo entrati a piccoli passi in questo universo usando ed abusando di ogni elemento, di ogni cellula lasciando impronte indelebili ed irreversibili.
Nascono le immagini, documenti di storie vissute con umiltà ed amore consapevoli della grandezza del nostro pianeta. Raccontare l’ambiente, la trasformazione, la profanazione dei luoghi in cui si vive, descrivere come l’uomo ha calpestato e violato se stesso è la nostra sfida. Riuscire ad esprimere le nostre sensazioni fotografiche è il percorso che abbiamo intrapreso per ritrovare la bellezza della superficie terrestre. La terra si ribella alle nostre azioni e manifesta la sua potenza con terremoti, uragani, inondazioni e pandemie che sconvolgono le nostre vite. Con rispetto ed umiltà scorrono le immagini attraverso i nostri occhi, prendono forma dal nostro passato, abbiamo cercato nel tessuto profondo di piccole cose di fissare, con l’aiuto di luci ed ombre, attimi di riflessione espressi in ammirazione, stupore, ribellione o denuncia con lo scopo di accendere l’attenzione sulla Terra “GEA”, madre generatrice di ogni forma di vita compresa la nostra.
IL FOTOCLUB LUCIS IMAGO e l’ASSOCIAZIONE FOTOGRAFICA FRASCAROLO presentano il racconto “terra” visto dagli scatti di venti fotografi.

“Terra”, dal 14 gennaio la mostra fotografia al Museo Crocetti
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