ROMA – Rivoluzionare la diagnostica anatomopatologica grazie a un sistema di tracciabilità avanzato per la gestione digitale dei campioni. È il cuore del progetto Digital Pathology appena avviato dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, che promette di accelerare i tempi di diagnosi, gestire con maggior efficacia i pazienti e contribuire allo sviluppo di nuove linee di ricerca.
Giuseppe Perrone, direttore dell’Unità operativa complessa di Anatomia patologica (UOC) del Policlinico Campus Bio-Medico, spiega: “In un’epoca in cui la tecnologia gioca un ruolo sempre più centrale nel settore sanitario, il connubio tra tracciabilità e digitalizzazione rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dei servizi per la salute, garantendo una maggiore sicurezza, precisione e tempestività nelle diagnosi e nei trattamenti”.
Il sistema di tracciabilità consente di monitorare con precisione e in dettaglio il percorso di ogni campione istologico, dai prelievi iniziali alla diagnosi conclusiva, in modo da garantire sicurezza, controllo e standardizzazione del processo. Grazie all’utilizzo di tecnologie RFID, codici a barre e software specializzati, l’Anatomia patologica del Policlinico Campus Bio-Medico può adesso tracciare ogni singolo campione in tempo reale, riducendo al minimo il rischio di errori e garantendone la corretta identificazione. L’implementazione di questo sistema migliora la qualità e l’affidabilità delle diagnosi patologiche, e contribuisce a ottimizzare i flussi di lavoro.
“Il progetto Digital Pathology promette di migliorare in modo significativo le diagnosi mediche, accelerare i tempi e consentire così una gestione più efficace dei pazienti”, sottolinea l’amministratore delegato e direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Paolo Sormani, che aggiunge: “Il nostro Policlinico è da sempre attento all’innovazione e all’uso delle tecnologie più avanzate: in tal senso, la Digital Pathology consentirà la creazione di banca di immagini digitali, portando un grande contributo alla ricerca, con quell’approccio interdisciplinare e collaborativo che è cruciale per il progresso della medicina personalizzata, su misura del paziente”.
Frutto della collaborazione sinergica tra l’Unità operativa complessa (UOC) di Anatomia patologica del Policlinico e i partner tecnici Nikon, 03 Enterprise e Dedalus, il progetto permette ai patologi di esaminare campioni di tessuto in formato digitale con estrema precisione e dettaglio, anche da remoto, favorendo la collaborazione tra specialisti da tutto il mondo.
All’evento di presentazione che si è tenuto presso il Policlinico Campus Bio-Medico sono intervenuti, oltre all’amministratore delegato e direttore generale della Fondazione Paolo Sormani e al professor Giuseppe Perrone, anche il direttore sanitario della Fondazione Antonella Venditti, il direttore operation Dario Gaeta, e i referenti delle realtà partner del progetto.
Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico si caratterizza per l’esercizio sinergico delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca. Al suo interno sono attive 60 Unità operative, che erogano prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), tariffa amica e privatamente. Dispone di 401 posti letto e 18 sale operatorie ed è attrezzato per interventi di chirurgia mini-invasiva e robotica. Comprende servizi ambulatoriali, di day-hospital, day-surgery, un pronto soccorso e reparti di degenza organizzati per intensità di cura. Dispone di un Hospice per le cure palliative, erogate anche in assistenza domiciliare, e di un Polo oncologico nel quartiere prenestino di Roma. Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è accreditato presso la Joint Commission International (JCI) come primo Academic Hospital nel Lazio. L’attività sanitaria, didattica e di ricerca, svolta all’interno della struttura, soddisfa oltre 300 standard di qualità e sicurezza riconosciuti a livello mondiale.
Condividi con: