“Trilogia dell’orrore, atto secondo: il sistema pubblico post-Covid a Viterbo”

di MARCO ZAPPA –

VITERBO – Va bene, il problema del covid-19 che ha destabilizzato le nostre vite e l’organizzazione della macchina statale ma qui a Viterbo si esagera sempre.
Tanti uffici pubblici hanno riaperto da poco tempo dopo mesi di chiusura rendendo problematica la vita a parte della cittadinanza.
Uno su tutti, ma non sono certo io il primo a denunciarne l’inefficienza, è la Motorizzazione, apparato elefantiaco e dimostrazione tipica dell’iter burocratico che rallenta il paese.
È l’esperienza diretta di questi giorni che mi dà conferma di quanto ascoltato in merito da altra gente.
Impossibile comunicare per telefono, informazioni su internet obsolete quando sbagliate, nuove norme che ancora non sono dichiarate e che dopo una fila chilometrica sotto il sole estivo ti fanno capire che devi tornare un altro giorno con altri documenti in un’altra lunga fila.
Insomma, anzi che potenziare gli uffici per snellire pratiche accumulatesi in mesi di Nessun lavoro da parte di alcuni dipendenti, in modo da pareggiare il tempo perso, si costringe la gente a sopportare con pazienza.
Fosse un’azienda privata, le cose andrebbero in modo diverso ma si sa che quando c’è di mezzo lo stato tutto si adegua alle sue tempistiche; eppure il buon senso davanti alle pressanti richieste e necessità della popolazione presupporrebbe un altro approccio e magari, la sparo grossa, qualche rinuncia come quella alle ferie visto che di ferie ne hanno fatte per quattro mesi.
Sempre per esperienza diretta posso citare l’odissea di una mia conoscente che si è recata alla cittadella della salute: va premesso che anche qui la comunicazione telematica è un’utopia e se possibile può risultare fallace sia per quanto riguarda internet sia per il normale telefono, ammesso che qualcuno risponda al di là della cornetta.
Ma se si riesce a comunicare c’è il rischio di avere informazioni sbagliate o incomplete che vanificano code o prenotazioni effettuate, in modo tale che si deve ricominciare nuovamente l’iter burocratico sempre che intanto nell’arco di poche ore o giorni non venga cambiata qualche disposizione…una tragedia appena alleviata dalla gentilezza nella maggior parte dei casi del personale.
Sono solo dei casi ai quali mi limito perché ne ho avuto esperienza diretta, evito di parlare dell’Inps, degli uffici comunali o di quelli fiscali dove le cose sembrano andare ancor peggio.
Come può una città stare al passo delle altre con queste inefficienze?
Ma l’ultima perla la riservo per il disgraziatissimo Museo Civico, da tempo immemore privo di un direttore e ora anche chiuso per motivi igienici!
Cose da pazzi!
L’unico quadro storico per cui vale la pena di venire in visita a Viterbo (la Pietà di Sebastiano) tristemente abbandonata al secondo piano di una sala chiusa…che pena!
E poi ci si lamenta se i turisti scelgono Tuscania, Civita, Tarquinia o Sutri.

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