Tumore del polmone sempre più paradigma per la medicina di precisione, anche nella malattia in stadio precoce.

ROMA- Condivisione, incontro e formazione. È questa la strada che i pazienti con tumore del polmone devono seguire con determinazione e consapevolezza per affrontare il faticoso percorso di cure legato alla neoplasia polmonare.

WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe, nata con l’intento di diffondere maggiori informazioni sul tumore del polmone nella popolazione, in occasione del mese della sensibilizzazione su questa patologia oncologica, organizza per il quarto anno consecutivo “Be MUT-ual Days”, un workshop di due giorni – 28 e 29 novembre – interamente dedicati ai pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule con mutazioni genetiche e in stadio metastatico e ai caregivers. L’evento, primo e unico nel suo genere sul territorio nazionale, ha l’obiettivo di creare ponti tra i bisogni dei pazienti e le loro conoscenze su tutto ciò che concerne la patologia e i progressi portati avanti da ricercatori e clinici. Lo scopo è incontrarsi con persone che condividono lo stesso percorso ed esperienze di malattia, creare ‘rete’ e condivisione, individuare criticità e portare attraverso le Associazioni e le Società Scientifiche le proprie istanze ai decisori politici. Anche per questa edizione, importante afflusso da tutto il Paese di pazienti, caregivers, oncologi italiani e stranieri, psicologi, Società Scientifiche e Istituzioni.

Il tumore del polmone alla fine degli anni Novanta era una patologia caratterizzata da prognosi infausta e con poche opzioni terapeutiche. Ma le cose stanno rapidamente cambiando. Aumenta il numero dei marcatori conosciuti del tumore polmonare e di pari passo aumentano le terapie a bersaglio molecolare per ALK, EGFR, ROS1 e molte altre mutazioni genetiche. Il nuovo paradigma è un diverso modo di diagnosticare e di curare il tumore del polmone proprio grazie alla possibilità di effettuare i test molecolari e di poter utilizzare sempre più diffusamente le tecniche di NGS (Next Generation Sequencing), che non si limitano a identificare il singolo gene ma pannelli di geni.

«Negli ultimi vent’anni l’evoluzione nell’ambito della diagnosi e della cura ha fatto sì che questa malattia sia diventata l’esempio della medicina di precisione, con almeno 10 biomarcatori predittivi per i quali già esistono opzioni di cura o studi clinici dedicati e per cui i tempi e la qualità di vita sono nettamente migliorati – dichiara Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica, Università degli Studi di Torino, Responsabile SSD Oncologia Polmonare, Dipartimento di Oncologia, AOU San Luigi Gonzaga Orbassano e Presidente WALCE Onlus – più opzioni sono sicuramente vantaggiose, ma per clinici e pazienti significa dover essere sempre aggiornati, essere seguiti in centri di riferimento al momento della diagnosi e al momento della progressione. La medicina di precisione, inoltre, trova ora il suo spazio anche nella malattia in stadio precoce, che è lo stadio curabile nel vero senso della parola e questa è un’altra svolta soprattutto se si pensa che la prevenzione secondaria ha finalmente un suo ruolo anche per questo tumore con il programma RISP (www.programmarisp.it), già attivo in tutta Italia e che speriamo porti nei prossimi anni una riduzione della mortalità e anche un aumento dei casi diagnosticati in stadio precoce».

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