Turismo d’Italia

di VINCENZO CENITI-

 L’HOTEL DEL FUTURO

Ci rattrista l’idea di dire addio al caro, vecchio albergo con il capo ricevimento pronto ad accoglierci per il benvenuto, i documenti  e  le chiavi della camera. Ci mancheranno le esagerate cortesie del facchino che  ci faceva strada tra i meandri del piano fino al nostro appartamento. Nostalgia per il gradito rituale della  colazione al buffet accudito e amorevolmente rifornito da personale premuroso. Addio ai preziosi  e “riservati” consigli del concièrge su dove andare, cosa vedere e come fare. Tutto questo è destinato ad essere gradualmente e inesorabilmente sostituito dalla tecnologia. Check-in e check-out digitali, hall dotate di wifi ad altra velocità, scelta della camera col cellulare, programmato anche per impostare la temperatura desiderata e ordinare la colazione. Sensori per pulsanti luce, tendaggi, Tv onde evitare contatti con le mani. Chiavi elettroniche usa e getta, comunicazioni con lo staff  tramite chat o telefonino, pagamenti on-line con la carta di credito sul cellulare. Gli esperti del   tecno dicono che l’hotel digitale renderà  l’ospite protagonista del soggiorno anche nella gestione. Non ne diamo tutta la colpa al corona virus. Prima della pandemia alcune di queste applicazioni erano già in parte adottate;  l’emergenza sanitaria l’ha solo accelerate.  Conoscete il quattro stelle Kvihotel di Budapest?  E’ il primo albergo in Europa ad essere interamente gestito tramite smartphone ed è entrato in esercizio due anni fa, in periodo quindi non sospetto. Viene ora preso a modello per gli hotel del futuro.  L’Italia, dice Federalberghi, si sta adeguando a questa rivoluzione che peraltro non ci sorprende più di tanto. L’ospite interagirà dunque con l’hotel  dalla prenotazione al ristorante (per garantire i turni), ai consigli per visitare la città, ai servizi sanitari (utilissimi in questo periodo di pandemia).. Non parliamo poi dei robot. In Cina sono entrati in hotel i primi robot-maggiordomi. In Italia si fa notare un albergo a Peschiera del Garda che dispone di un robot concierge programmato per rispondere a domande su albergo e dintorni. Si farà a meno del fattore umano?. Gli esperti dicono di no. Le relazioni interpersonali sono troppo importanti.

TEDESCHI.  OK  ITALIA  ATTRAVERSO  L’AUSTRIA                                                                                  Tedeschi e svizzeri possono già raggiungere l’Italia passando per l’Austria senza però fare soste in territorio austriaco. Sono numerosi i tedeschi che hanno case di villeggiatura in Italia e che non vedono l’ora di tornare dopo la lunga assenza imposta dal lockdown. In Germania gli avvisi per i viaggi all’estero, i cosiddetti “sconsigli”, dovrebbero scadere il 14 giugno. Aveva suscitato parecchio clamore il cancelliere austriaco Sebastian Kurz che nei giorni scorsi aveva sentenziato che attualmente un’eventuale riapertura del confine con l’Italia sarebbe “irresponsabile”. Questo però non riguarda i tedeschi. Il ‘corridoio’ è sostanzialmente in vigore dall’inizio dell’emergenza coronavirus, quando i tedeschi hanno fatto rientro in Germania. Al Brennero ci furono infatti controlli a campione per verificare che il serbatoio della macchina fosse sufficientemente pieno per percorrere i 120 chilometri che separano il valico italo-austriaco dal confine tedesco a Kufstein. Nei paesi più colpiti dall’emergenza coronavirus la ripartenza passa attraverso la ripresa del turismo, motore dell’economia con un indotto senza paragoni

 

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