di REDAZIONE-
VITERBO- oggi, venerdì 28 febbraio, alle ore 21.00 a Viterbo, presso l’Auditorium dell’Università della Tuscia (complesso di Santa Maria in Gradi), è andato in scena Tuscia in Jazz for SLA 2025.
Sul palco, per rendere omaggio al grande artista Pino Daniele, del quale ricorre il decennale della scomparsa, due star del jazz internazionale: l’italiana Rita Marcotulli e il messicano Israel Varela.
I musicisti, che hanno collaborato con il grande cantautore napoletano, prima del concerto sono stati intervistati da Carlo Galeotti e Patrizia Prosperi.
Il concerto fa parte delle iniziative promosse da Italo Leali per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore della ricerca.
Ad aprire la serata, presentata da Francesco Laurenti, ci sono stati appunto i saluti del direttore del festival Italo Leali, quelli del professor Mario Sabatelli, direttore del Centro Clinico Nemo di Roma, del presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli (in rappresentanza dei Comuni che hanno aderito alla campagna), del rettore dell’Università degli Studi della Tuscia Stefano Ubertini e del presidente della Banca Lazio Nord, sponsor ufficiale della serata.
Tante le persone presenti nell’auditorium, che hanno applaudito lo spettacolo.
Chitarrista di formazione blues, Pino Daniele è stato, negli anni settanta e ottanta, uno dei musicisti più innovativi del panorama italiano, la voce, i mille colori e il cuore di Napoli. In oltre quarant’anni di carriera, ha collaborato con numerosi artisti di prestigio tra i quali Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Ralph Towner, Yellowjackets, Mike Mainieri, Gato Barbieri, Al Di Meola, Claudio Baglioni, Danilo Rea e Mel Collins. Nel corso degli anni ha presenziato e suonato in molti palcoscenici di rilievo come al Festival di Varadero a Cuba e al teatro Olympia di Parigi. Tra le sue varie esibizioni dal vivo, si ricordano inoltre, collaborazioni con artisti di fama internazionale come Pat Metheny, Eric Clapton, Chick Corea, Robert Randolph, Bob Berg e Joe Bonamassa.
La sua tecnica strumentale e compositiva è stata influenzata dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, dal chitarrista George Benson e soprattutto dal blues, in una sintesi fra elementi musicali e linguistici assai differenti, interpretati con vena del tutto personale e creativa. La sua passione per i più svariati generi musicali (da Elvis Presley a Roberto Murolo) ha dato origine a un nuovo stile da lui stesso denominato “tarumbò”, a indicare la mescolanza di tarantella e blues, assunti come emblema delle rispettive culture di appartenenza. Un omaggio a lui, un passo importante per la ricerca contro la Sla e una serata indimenticabile per gli spettatori.