Un caldo Natale con i “brividi”: molti i viterbesi che hanno trascorso il 24, il 25 e il 26 a letto con l’australiana

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – Stanchezza, brividi, dolore alle ossa e ai muscoli. Poi anche febbre che appare bruscamente, tosse, mal di gola, raffreddore, inappetenza e mal di testa. Tanti viterbesi hanno passato il Natale e il Santo Stefano a letto, in compagnia di …”un’australiana”.
Stiamo parlando però della nuova influenza stagionale e non di una bella turista giunta dall’Australia. Dopo due anni nei quali era praticamente scomparsa, grazie soprattutto all’uso obbligatorio delle mascherine anche a scuola e al distanziamento necessari per prevenire il Covid, l’influenza quest’anno ha fatto nuovamente la sua comparsa, prima della fine di dicembre e in forma diffusa. E l’ha fatto rovinando le feste a molte persone.

La cosiddetta “australiana”, che prende il nome dal Paese dove si è presentata per prima, si è finora dimostrata come un virus dagli effetti pesanti. È arrivata in anticipo rispetto alle previsioni, quando era ancora in corso la campagna vaccinale; il vaccino resta comunque lo strumento più efficace per prevenirla.

L’influenza australiana è particolarmente violenta e può mettere KO, se ci si basa su quanto è accaduto negli scorsi mesi in Australia, dove la stagione influenzale ha raggiunto un picco di casi circa 3 volte superiore alla media di quel periodo e lo ha fatto circa due mesi prima della norma.

Il picco nel nostro Paese, secondo le previsioni degli esperti, si sta raggiungendo proprio in questi giorni. E a Viterbo ha già colpito duro.

La Guardia Medica di Viterbo, interpellata il giorno di Natale, conferma che la città è piena di casi e che molte sono state le chiamate per lo stesso motivo, durante la vigilia e il 25 dicembre. Tanti i bambini colpiti dal virus.

L’influenza si manifesta con l’insorgenza repentina di sintomi generali.

«L’influenza – si legge su Epicentro dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – è contraddistinta da un repentino manifestarsi di sintomi generali e respiratori, dopo un’incubazione in genere abbastanza breve (circa 1-2 giorni) e che durano solitamente per 3-4 giorni, potendo tuttavia prolungarsi per una/due settimane. La maggior parte delle persone guarisce entro una settimana senza che siano necessarie cure mediche e nei soggetti sani è raro che insorgano complicazioni». Particolare attenzione va riservata, quindi, alle categorie «fragili», come le donne in gravidanza, i bambini fra i 6 mesi e i 5 anni, anziani, pazienti con malattie croniche o sottoposti a terapie che indeboliscono il sistema immunitario, obesi gravi e personale sanitario.
In condizioni di rischio meglio consultare il medico di famiglia.
Certamente, ha fatto fare una “dieta forzata” a tanti viterbesi che erano pronti a partecipare a cenoni e pranzi di Natale…si rifaranno a Capodanno.

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