Un giorno di ordinaria follia

di MARCO ZAPPA-

VITERBO- A tutti quelli che oggi, in un giorno particolarmente sfigato, si sono trovati nel mezzo del traffico viterbese e contemporaneamente hanno fatto la fila in uffici comunali e postali come il sottoscritto, va la mia piena e incondizionata solidarietà.
Caos, disorganizzazione e inefficienza sono stati il vero motivo della giornata, come non bastasse già di per sé la disastrosa gestione del covid, che ci ha resi impazienti, suscettibili e pronti ad azzannare il prossimo, per esempio se osa passarci davanti mentre siamo in coda allo sportello, magari solo per chiedere una rapida informazione.
E si che Viterbo è in un ventre di vacca come si suol dire, chissà cosa accadrebbe se ci fosse nelle vicinanze un fiume capace di esondare o montagne che franano tracimando case e fango come avviene in altre località italiana.
O forse siamo così impreparati davanti alle emergenze proprio perché non le affrontiamo mai?
Boh!
Accade così che a fronte di una crepa stradale la città vada letteralmente in tilt con la coincidenza scellerata che preclude l’apertura ai centri commerciali, vera e propria valvola di sfogo provinciale in periodo di regali.
Chiusi i negozi tutti in macchina dunque, evviva le politiche illuminate di un governo tanto dittatoriale quanto improvvisato.
In questo contesto già particolarmente deprimente registro le code agli sportelli, dove i sistemi informatici vanno letteralmente in tilt, dove c’è carenza di materiale umano un po’ grazie alla protezione che il sindacato esercita da sempre sui lavoratori (a volte ahimè in modo ingiustificato) ma soprattutto a causa dello smart working che ha peggiorato e di molto la situazione.
Insomma a me sembrerebbe più logico incentivare lo smaltimento delle pratiche al fine di ridurre gli assembramenti piuttosto che stressare ulteriormente la popolazione, ma evidentemente i “cervelloni” che prendono le decisioni sono di un altro livello rispetto ai comuni mortali come me.
File, tempi biblici, nervosismo: così dobbiamo avvicinarci alle festività? Sembrerebbe proprio, ma non dispero nel miracolo natalizio.

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