di MARIELLA ZADRO –
VITERBO – “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte e dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte” (Tu che entri qui rifletti attentamente e poi dimmi se tutte queste meraviglie siano fatte per sbalordire oppure per arte).
Recitando questa frase, il giornalista Giuseppe Rescifina, ha presentato al tramonto, nell’Area delle Antiche Terme di Ferento, l’omaggio ai 500 anni dalla nascita dell’ideatore del Sacro Bosco rinascimentale di Bomarzo, Pierfrancesco Orsini detto Vicino.
L’occasione per omaggiare Orsini, attraverso la presentazione del libro “Bomarzo” (ristampa) dello scrittore argentino Manuel Mujjca Lainez che negli anni ’60, aveva pubblicato una prima edizione, ricostruendo la vita di Vicino.
L’evento è stato arricchito da intermezzi musicali eseguiti alla chitarra da Massimo Lattanzi e dalla calda e avvolgente voce di Noemi Nori, grande esperta di musica Sud Americana.
Rescifina, ripercorrendo la vita dell’ideatore del Parco, uno dei maggiori artefici del manierismo cinquecentesco, nel viterbese è anche rappresentato nelle costruzioni di gioielli come Villa Lante di Bagnaia, Palazzo Ruspoli di Vignanello, Palazzo Farnese a Caprarola; ha evidenziato l’eccezionalità delle statue.
I “Mostri” che lo popolano sono realizzati con blocchi, di pietra locale, di basalto risalenti al XVI secolo, ritraggono animali come il drago, l’elefante, la tartaruga e l’orco (mostro simbolo del parco).
Anche il Sommo Poeta Dante nel XIX canto dell’Inferno (69-70) riporta: “…sappi ch’i’ fui vestito del gran manto; e veramente fui figliuol de l’orsa…”