Un pezzo della macchina di Santa Rosa “Sinfonia d’archi” in totale abbandono (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- “Il bene pubblico non deve essere trascurato, è patrimonio di tutti e come tale deve essere rispettato”. Questo in sintesi, il risultato della conferenza, tenutasi questa mattina presso la Sala conferenze della fondazione Aless Don Milani, sita in Viterbo a Palazzo Grandori, piazza della Rocca, 33 alla presenza dell’artista Angelo Russo, i Prof. Arch. Alfredo Passeri e Maurizio Errigo.
“È l’amore per la nostra città che ha animato quest’incontro e se Viterbo vuole candidarsi a capitale della cultura, ha la necessità di cambiare passo”.
Con questa affermazione, Russo, ha accolto i presenti, ringraziando per l’ospitalità ricevuta nella sede Don Milani, proseguendo nell’illustrazione delle potenzialità della nostra città, non sempre prese in esame.
“È la storia medievale col suo quartiere più grande d’Europa, il Palazzo dei Papi, la macchina di Santa Rosa, innumerevoli ricchezze ambientali, palazzi liberty e molto altro, che rappresentano la potenzialità della città, con forte capacità attrattiva, ma non sufficientemente pronta ad accogliere il turista”.
La conversazione si è indirizzata verso la situazione in cui versa un pezzo della macchina di Santa Rosa “Sinfonia d’archi” posta in una rotatoria del Poggino in totale abbandono.
L’amministrazione comunale, più volte interpellata, non ha dato risposta sulla richiesta dell’ideatore della macchina che dal 1991 al 1997 percorse le vie della città il 3 settembre. Russo ipotizza non solo la sistemazione dell’istallazione con l’aggiunta di pannelli illustrativi, che diano un senso a ciò che stiamo vedendo, togliendola immediatamente dallo stato di degrado, ma auspica altresì, la realizzazione del museo delle macchine di Santa Rosa.
Ha confermato l’idea del museo anche il prof. Alfredo Passeri che ha ripercorso tutto il lavoro fatto e depositato all’amministrazione comunale nel 2016, un dossier per la salvaguardia delle ultime macchine di Santa Rosa (beni pubblici) creando un suo museo.
Inoltre, ha rivolto l’attenzione su alcuni immobili: Ospedale Vecchio, Palazzo Doria Pamphili, ex Banca d’Italia, le Terme INPS e il parcheggio del Sacrario, che spesso sono stati motivi di “annunci” mai poi non realizzati e lasciati nel pieno abbandono.
Una situazione molto delicata, ha sottolineato il prof. Maurizio Errigo, urbanista, che studia da diversi anni la struttura cittadina esterna e quella ipogea.
“Viterbo paga problemi di superficialità, di problematiche che dovrebbero essere affrontate. Manca l’urbanistica dagli anni 60, si fa solo edilizia. Non ha un piano regolatore aggiornato, non c’è un piano particolareggiato del centro storico. Viterbo, ha delle peculiarità: Storia e Medioevo, le Terme, il Patrimonio UNESCO collegato al trasporto della Macchina di Santa Rosa e la posizione geografica baricentrica. È una città “Sacra” che vive di effimero”. Parliamo di Santa Rosa per un anno, ma finisce nell’arco di una sera. L’idea del museo delle macchine di Santa Rosa è bellissima, ma in un’ottica di medio e lungo periodo”.
La mattinata si è conclusa con un interessante dibattito tra gli intervenuti.

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