di MARIELLA ZADRO-
Fare una fotografia, potrebbe sembrare un gesto fine a se stesso, ma se valutiamo bene alcuni aspetti, ci rendiamo conto che non lo è affatto. Principalmente, la fotografia racconta un avvenimento, un’immagine che riesce a racchiudere gli eventi di una persona, una storia, un luogo e molto altro.
Spesso la storia che non è scritta nei testi storici scolastici, ma in quella storia orale, raccontata dai nonni ai figli o tramandata ai nipoti, alle nuove generazioni.
Sono foto che trovi tra i ricordi di casa, spesso in scatole di cartone chiuse da un fiocco, come uno “scrigno” da custodire con cura.
Tra i ricordi della storia di Viterbo degli anni ‘30, documentata da alcune fotografie, mi piace segnalare la presenza di una banda militare storica presente presso la Rocca Albornoz sede del reggimento 60° Fanteria, poi del III Reggimento Granatieri di Sardegna.
Era una presenza importante (composta da circa quaranta elementi) per la loro attività musicale e il maestro viterbese Fiorucci la diresse fin dalla sua composizione.
A seguire fu il maestro Giovanni Raimondi a sostituirlo e proseguire la sua attività fino alla fine della guerra.
Eseguivano brani nelle cerimonie del giuramento dei militari di leva e parate militari.
Un particolare, la sala di musica era nella Chiesa di S. Agostino.
Dal libro di Mauro Galeotti “L’illustrissima Città di Viterbo”:
“A Viterbo la Chiesa di sant’Agostino, il convento e i chiostri, erano dove oggi sono le case popolari, alla fine di Via ss. Maria Liberatrice, sulla sinistra, prima di raggiungere la Chiesa della Trinità”.
Un documento fotografico(dic.1933) mostra le prove della banda a Prato Giardino in formazione da grande parata militare.
Altro documento di un evento atmosferico, la nevicata del 1 gennaio 1932, in un scatto a piazza della Rocca.
La Rocca Albornoz, era ben tutelata, presente la “garitta” dove al suo interno sostava la guardia di picchetto.