Una Photo-Poesia di Marco Grosso

di LORENA PARIS-

VITERBO- Per “ Di martedì, Poesia. Parole e voce”, è di scena il poeta e fotografo Marco Grosso, il quale si dedica da alcuni anni anche alla PHOTO-POESIA che, come scrive egli stesso:
“ È la singolare pratica di “scrittura” ibrida che scaturisce dal fecondo intreccio tra una concezione lirica della fotografia e una concezione fotografica della scrittura poetica. In photo-poesia non si tratta genericamente di abbinare testi poetici (propri o altrui) ad immagini fotografiche (proprie o altrui) ma di lavorare personalmente sulla «photo-poiesi» vale a dire sul processo di emersione creativa di un testo lirico dal “testo visivo” della fotografia (spesso si tratta di mini-serie fotografiche di scatti a loro volta poeticamente collegati). La sfida è evitare tanto la facile caduta DIDASCALICA (il testo poetico ridotto a sotto-testo DESCRITTIVO dell’immagine) quanto la sterile caduta ILLUSTRATIVA (l’immagine fotografica ridotta a corredo ILLUSTRATIVO di un testo poetico) per mantenersi in equilibrio sul filo di un’arte “funambolista” qual è la photo-poesia.”

Qui è l’Ora.

Nel tempo che impiega la carne

a farsi ombra della sua ombra.

Qui, al crocicchio di caso e destino,

di questo mai più e di questo per sempre,

al sipario spalancato della Vita

che irrompe nella vita.

I miei occhi sono viatico di storie accennate:

ognuna è narrata in un solo gesto, in una posa.

Così ho scritto sulla soglia l’andirivieni delle ombre

tra la luce che abbacina e la tenebra che acceca

nel disegno che mi è accaduto

e che forse decisi in un sogno.

Guarda, passano tutti per lo stesso greto del fiume

che scorre silente e scontorna

l’Istante.


Ascolta la photo-poesia dalla voce di Lorena Paris


 

Bellissima e suggestiva è questa photo- poesia, come del resto molte altre di Marco Grosso. Una simbiosi di immagine e parola che sferza la suggestione, una sorta di “folgorazione” dello sguardo che scorre dentro il binario delle parole. La sua è luminosa considerazione per l’attimo giusto che “sembra” presentarsi felicemente al caso…ma non a caso!
L’ arte visiva-poetica è sfumatura di kairos che cura la nostra anima, la nostra attenzione sensibile verso il profondo “sentire”.

Marco Grosso (Napoli, 22/01/1976), laureato e dottorato in Filosofia a Napoli, vive a Viterbo e insegna presso il Liceo Artistico di Vignanello (VT). Nel 2013 pubblica con Aracne la silloge “Muta Musa”. Dal 2014, attratto dalla magia della “scrittura di luce” (photos-graphia), inizia a dedicarsi alla fotografia e ad approfondire in teoria e pratica il legame tra fotografia e poesia. Nel 2015 approda così alla photo-poesia. I suoi tre progetti foto-poetici, articolati in percorsi tematico-concettuali ed esposti in alcune mostre personali allestite negli anni 2017-18 tra il viterbese e Rossano Calabro (radice materna), sono stati: “Sul Filo dell’Ombra”, “Animae Silvae” e “di Pietra e di Carne”. Attualmente sta lavorando a un progetto photo-poetico intitolato “Cartografia di un naufragio”.

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