Una poesia di Claudio Damiani

di LORENA PARIS-

VITERBO- Per questo nuovo appuntamento del Martedì con la Poesia, propongo alle lettrici e ai lettori di Tuscia Times un componimento di Claudio Damiani, poeta pluripremiato, nato in Puglia, ma romano di adozione. La sua produzione letteraria è più che trentennale.
Sul sito, che consiglio di visitare e del quale trascrivo in calce il link, sono pubblicate notizie sulla produzione letteraria di Damiani, eventi, premi, collaborazioni, note critiche e biografiche, audio e video pregevoli, con artisti vari.

Uno degli aspetti della Poesia di questo autore che si avvicina alle mie corde poetiche è la ricorrente esigenza della sua riflessione sulle origini, sulla vita universale, ancestrale. Nei versi di Claudio Damiani, che presento qui, le parole si fanno domanda e asserzione insieme, sono considerazioni poetiche di vicinanza con il grande “Perché” della creazione. Egli “osserva e ascolta”, “accosta
l’ orecchio al suo tempo” (usando una mia citazione in poesia), nonché alla sua interiorità. Egli ha sete di verità, di comprensione,
di cogliere il senso della vita, dei primordi, anche attraverso la sua creazione poetica, pratica che gli riesce molto bene.

“In fondo noi galleggiamo in un abisso /
che è come un fuoco che ci tiene sospesi /
e stranamente non ci brucia, /
quel fuoco ci ha fatto nascere e ci farà morire, /
noi non dobbiamo mai allontanarci da lui /
anche se ci fa paura, anche se ci divora /
ma al tempo stesso ci ama, /
ci crea e ci distrugge come cera duttile, /
noi crediamo di essere noi, di essere diversi /
ma in realtà siamo lui, /
siamo le punte delle sue fiamme invisibili.”

“ http://www.claudiodamiani.it/?fbclid=PAAaZqN75vbbiVOwW-cBjKvulhQ376ABsxwalWo_DU9GVedtDvlux8g6a3Df8 “

#dimartedìpoesiaparoleevoce

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