Una poesia di Giorgio Ghiotti

di LORENA PARIS-

Per le lettrici e i lettori di Tuscia Times, oggi, scelgo di proporre la lettura degli eleganti versi di Giorgio Ghiotti. Si tratta di un poesia moderna e suggestiva, una composizione lineare, fluida, ma intensa e profonda. Evidente è la sapienza della scrittura di Ghiotti, frutto della continua e appassionata lettura dei poeti e dei suoi autori preferiti.

“Troppo poco allenato il piede
a solcare per intero la distanza
che spariglia le carte e ci trasforma
in pavidi spettri del nulla,
troppo elementare credere
al traslucido del cuore, al ritorno
anonimo in forma di sogno.
Mi toccherà d’indovinare la tua voce
sirena arborea, stellata figura
nel primo canto estivo degli uccelli,
di nido in nido strappare la promessa,
dettare con parole nuove la vita
perché non si richiuda su di noi
come un’ingannevole estranea
la corsa sviata del tempo.”

Sono riflessioni intense sulla vita e i suoi molteplici aspetti, sui moti dell’anima e sul trascorrere del tempo. Una sorta di presa di coscienza, una folgorazione, che a una prima lettura può sembrare velata, ma che rileggendo non lo è. Il poeta va incontro alla giusta comprensione “dell’ esserci”, delle cose, delle realtà e degli accadimenti di cui cerca di farne tesoro per cercare di migliorare la buona comunicazione e l’ interagire dei sentimenti.
“L’ allenamento del sentire” è basilare per veder allontanare paure, affievolire delusioni e malinconie. La gioventù è dalla sua parte ed egli ne è ben consapevole, conosce la potenza del disincanto, del sogno, dell’ andare del tempo, perché sa di avere tempo, e ciò lo riconcilia con ciò che sarà per il bene.
Il richiamo alla “sirena arborea” della quale indovinare la voce, apre la poesia verso il forte significato che Giorgio Ghiotti ci vuole trasmettere. Usa parole misurate, con richiami alla naturalità delicati. Il canto estivo degli uccelli rappresenta quella tangibile sonorità che fa da contorno al mistero e alla bellezza
dell’esistenza e che impregnano la necessità del vivere i sentimenti in pienezza, nella ricerca del giusto senso della vita e dell’amore, senza dover sprecare nulla.

“Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra altro, Dio giocava a pallone (Nottetempo), Gli occhi vuoti dei santi (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), Atti di un mancato addio (Hacca), Le cattività domestiche (Fve). In poesia: Estinzione dell’uomo bambino (Perrone), La città che ti abita (Empirìa), Alfabeto primitivo (Perrone), La via semplice (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), Biglietti prima di andare (Ensemble).”
I perduti amori (Il Simbolo) è il suo ultimo libro di poesie, uscito di recente.

#dimartedìpoesiaparoleevoce

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