di LORENA PARIS –
VITERBO – Oggi, propongo una bella poesia di un grande poeta del novecento, quale fu Lucio Piccolo. Uno tra i miei preferiti del secolo scorso. La forza e la bellezza dell’universo sono raccontate con le sue parole fluide e luminose che esprimono bene il momento e il movimento. Le attese, le aspettative, lo scorrere del tempo e il tempo della luce, il cambiamento. Parole naturali che celebrano il sovrannaturale. La fugacità della vita e della nuova vitalità espresse in una “folata” di poesia.
Mobile universo di folate
di raggi, d’ore senza colore, di perenni
transiti, di sfarzo
di nubi: un attimo ed ecco mutate
splendon le forme, ondeggian millenni.
E l’arco della porta bassa e il gradino liso
di troppi inverni, favola sono nell’improvviso
raggiare del sole di marzo.
Ascolta la poesia dalla voce di Lorena Paris
Lucio Piccolo nacque a Palermo dove visse gran parte della sua vita. Le sue “liriche” furono apprezzate da Eugenio Montale che fu il prefatore della sua silloge, “Canti barocchi e altre liriche”.
Bellissime e intense anche le sue ulteriori pubblicazioni, “Gioco a nascondere” e “Plumelia”.