di MARIELLA ZADRO –
VITERBO – “Inaugurare un nuovo anno accademico è sempre una grande emozione, questo in particolare, mi trova più coinvolto perché è la mia ultima inaugurazione come rettore”.
Con queste parole è iniziato l’intervento del rettore Stefano Ubertini, presso il Teatro dell’Unione, alla presenza della sindaca Chiara Frontini, il deputato Francesco Battistoni, il presidente della commissione parlamentare infrastrutture e ambiente Mauro Rotelli, il prefetto Gennaro Capo, il questore Luigi Silipo, il vescovo Orazio Francesco Piazza, Suor Francesca Pizzaia, il presidente del sodalizio dei Facchini di Santa Rosa Massimo Mecarini, il vice presidente della provincia Pietro Nocchi.
La Platea è affollata da studenti e professori, il presidente della Fondazione Carivit Luigi Pasqualetti, il direttore generale ASL Egisto Bianconi, le autorità militari e delle forze dell’ordine.
La cerimonia è iniziata con l’ingresso nella platea del teatro di tutto il personale dell’Ateneo, il Corteo Solenne, la Direttrice dell’Università, il pro rettore e i Delegati italiani e stranieri.
“Sono fiero di questi anni che sono trascorsi, ha proseguito il rettore. Anni in cui tanti studenti hanno trovato nell’UNITUS un’opportunità per realizzare i loro sogni. L’università è di tutti e per tutti, voglio ringraziare le autorità civili, militari e religiose, che hanno fatto sempre sentire parte integrante della comunità alunni e docenti, per costruire un futuro condiviso”.
Per concludere il suo intervento, il rettore utilizza un messaggio:” L’università è uno degli strumenti più potenti per garantire pari opportunità. Un sistema che punta alla crescita dello studente nel rispetto del singolo, perché il nostro modello è accogliente e inclusivo “.
Un intervallo musicale da parte del coro dell’ateneo diretto dalla M Antonella Bernardi, ha reso possibile il collegamento in video conferenza con il fondatore di Exodus don Antonio Mazzi che in questa occasione ha ricevuto una laurea Honoris Causa per la sua attività all’interno della Comunità da lui fondata 1984.
La prof.ssa Luisa Carbone ha presieduto la laudatio per il conferimento della laurea, evidenziando l’eccezionale contributo che don Mazzi ha rivolto alla comunicazione sociale e territoriale.
La delibera scritta dal dipartimento Dike, scienze giuridiche, sociali e pedagogiche, riporta la capacità di usare il digitale come ponte tra mondi e generazioni, e per l’influenza positiva che ha esercitato nella mediazione dei conflitti sociali, riconoscendolo come figura esemplare nel campo dell’informazione digitale applicata alla costruzione della pace e della solidarietà”.
Don Antonio Mazzi, ringraziando per questo prestigioso conferimento ha sottolineato che attualmente la comunicazione digitale è naufragata.
“Quello che comunichiamo oggi è vergognoso. Dobbiamo ridare un senso alla comunicazione, ridare un senso alle parole e all’informazione. Abbiamo perso le parole buone e vere.
La comunicazione, prosegue don Mazzi, soprattutto quella digitale, l’abbiamo inquinata in modo tale da uccidere lei e suicidare noi. Abbiamo perso le parole buone e quelle vere. Tutto il bello è finito sotto un nuovo diluvio. I mezzi che avrebbero dovuto promuovere la comunicazione l’hanno sepolta”.
Per l’occasione indica un decalogo di parole che a detta di lui “Dovremmo imparare a masticarle” per riconquistare quelle mancanze in particolare nelle relazioni.
Al termine alcune testimonianze dell’attività che l’Associazione Juppiter “Costruiamo Comunità” svolge sul territorio seguendo l’esempio dell’opera di Don Mazzi.