Unindustria, inaugurata la nuova sede a valle Faul

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- E’ stata inaugurata questa mattina, alla presenza delle massime autorità civili e religiose, la nuova sede di Unindustria, a Valle Faul, alla presenza del presidente nazionale dell’associazione industriali Filippo Tortoriello. Tra le autorità presenti la presidente uscente di Unindustria Viterbo, Stefania Palamides, il presidente regionale designato di Unindustria Angelo Camilli, il presidente designato degli industriali viterbesi Sergio Saggini, il questore di Viterbo, Massimo Macera, il prefetto Giovanni Bruno, il presidente del Tribunale di Viterbo, Maria Rosaria Covelli, il rettore dell’università della Tuscia Stefano Ubertini, i tre imprenditori protagonisti della realizzazione nuova sede, Domenico Merlani, Ettore Bacchelli e Andrea Belli, gli assessori regionali Paolo Orneli e Alessandra Troncarelli, il consigliere regionale Enrico Panunzi, i deputati di FdI, Guido Crosetto e Mauro Rotelli, il sindaco di Viterbo, Giovanni Arena e il vescovo Lino Fumagalli, che ha benedetto la nuova struttura.

La nuova sede di Unindustria Viterbo segna il ritorno alla luce di un edificio che, per oltre un secolo, ha influito sulla vita quotidiana ed economica della città. Grazie all’intervento di recupero di Unindustria, oggi l’ex gasometro torna a incarnare la vocazione all’impresa e al lavoro che fu propria delle dinamiche che portarono alla sua nascita. I lavori di recupero hanno subito una decisiva accelerazione grazie alla forte determinazione dell’attuale governance di Unindustria, in modo particolare da parte del Presidente Filippo Tortoriello. La nuova sede si inserisce inoltre a pieno titolo nel programma di riqualificazione che ha interessato in tempi recenti l’intera Valle Faul in cui sono stati restituiti alla città e alle aziende rilevanti immobili e spazi comuni, contribuendo a eliminare il degrado e a fornire nuova linfa al tessuto sociale ed economico locale.

 Il gasometro fu chiuso nel 1974 ma non venne mai del tutto smantellato. Dopo anni di abbandono, per il recupero bisogna attendere l’acquisto e la riqualificazione da parte di Unindustria.

L’ex gasometro (o gazometro) di Viterbo è situato all’interno di Porta Faul, di fronte al complesso dell’ex mattatoio comunale. Entrambi, insieme alla quasi totalità di Valle Faul, sono stati interessati negli ultimi anni da progetti di recupero e riqualificazione.

La storia del gasometro, oggi sede della sezione viterbese di Unindustria, coincide con l’arrivo in città del primo impianto di illuminazione pubblica. Il 25 maggio 1872 la Gazzetta di Viterbo riferisce della proposta di una società romana all’amministrazione comunale per realizzare la nuova rete. Non se ne fa nulla, ma lo scopo venne raggiunto poco più di un anno più tardi: il 12 luglio 1873 le stesse pagine riportano la notizia della firma del contratto con una società inglese, The Viterbo Gas Company.

Serviva, ora, una sede adeguata per costruire l’officina del gas, la centrale che avrebbe alimentato l’illuminazione in tutta Viterbo. Addossato alle mura civiche, presso Porta Faul, c’era un vecchio terreno agricolo con alcuni magazzini, lambito dal torrente Urcionio, la cui acqua sarebbe stata ideale per il raffreddamento dei forni a carbone.

 

Nel maggio 1874, con un mese e mezzo di anticipo rispetto al previsto, il gasometro fu inaugurato e da allora varie ditte si avvicendarono nella gestione del gas, il cui primo condotto da Valle Faul raggiungeva da un lato Corso Italia attraverso Via Valle Piatta e Piazza del Plebiscito, dall’altro serviva la zona di San Faustino salendo da Via San Giovanni Decollato. Nel 1887 l’illuminazione raggiunse la stazione di Porta Fiorentina.

Nel 1905, grazie al progetto dell’ingegner Aldo Netti, la città passò all’illuminazione elettrica e l’officina del gas continuò a operare per produrre luce per i privati e iniziando a parallelo a distribuire gas per il riscaldamento, servizio di cui usufruivano, ad esempio, il Teatro dell’Unione e l’Ospedale Grande degli Infermi.

La continua successione dei gestori dell’impianto di Valle Faul proseguì fin oltre la seconda guerra mondiale e nel 1960 fu abbandonato l’ormai antiquato carbone per passare alla distillazione della benzina. Sei anni più tardi subentrò la Società Nazionale Gazometri, che iniziò la produzione di benzinone con iniezione di gas liquido in bombole.

La chiusura e il successivo abbandono avvennero a partire dal 1974, quando iniziò a farsi strada l’era del gas miscelato (metano più aria) portato in città attraverso nuovi sistemi di tubature. Ormai inattivo, il gasometro viterbese non venne mai del tutto smantellato e lasciò campo libero al degrado o ad altre esperienze come l’occupazione da parte di un centro sociale autogestito, avvenuta dal 1993 al 2006.

Di nuovo in disuso, il complesso subì due incendi negli anni successivi e per il recupero bisogna attendere l’intervento dei lavori, iniziati il 4 febbraio 2016. Con la conclusione dei lavori e la nuova destinazione, l’ex gasometro di Viterbo torna a incarnare la vocazione all’impresa e al lavoro che fu propria delle dinamiche che portarono alla sua nascita.

La presidente Unindustria Stefania Palamides ha esordito salutando tutte le autorità e gli imprenditori, dicendo: “Dopo un periodo così complicato oggi siamo qui insieme e non era scontato per inaugurare la nostra bellissima sede, la casa di tutti gli imprenditori ed è un messaggio positivo di speranza. La città di Viterbo viene omaggiato con un intervento di recupero urbano. Il luogo che oggi ci ospita era il vecchio gasometro. Dopo anni di declino ed abbandono il 4 febbraio 2016 iniziavano i lavori di recupero e il risultato così bello è oggi davanti a noi. Un grazio ai tre imprenditori che hanno eseguito i lavori, Belli, Bacchelli e Merlani e Pino Gori che ha supervisionato i vari passaggi. Il mio quadriennio come presidente territoriale è finito ed approfitto di questa occasione per ringraziare ognuno di noi. I migliori auguri al presidente designato Angelo Camilli e per Viterbo Sergio Saggini”.

 

Il presidente Tortoriello ha affermato: “Che emozione! Stefania ha iniziato questo percorso con una certa incertezza, noi l’abbiamo coinvolta in modo impegnativo e inserita nel consiglio generale di Confindustria nazionale, le abbiamo affiancato Rughetti. E’ stato un po’ il modo per introdurla in un percorso che vede un obiettivo finale: essere accanto al nostro sistema di imprese, dialogare con le istituzioni locali, ma, in modo particolare, il compito affidatole è quello dell’economia circolare, quindi, grande dialogo con l’università della Tuscia. Ringrazio il precedente rettore Alessandro Ruggieri e l’attuale Ubertini perché il tema dell’economia circolare è uno dei temi fondanti del green new deal. Poi ho conosciuto il sindaco con cui è nato un dialogo estremamente positivo. Voglio ringraziare il prefetto di Viterbo e chiedergli scusa per una nostra carenza organizzativa. Ho un grande orgoglio nell’inaugurazione di questa nuova sede. Questa è l’evidenziazione che un’attenta progettazione è la propedeuticità per avere un’opera che poi soddisfi pienamente le esigente del committente generale. Qui abbiamo avuto qualche carenza dal punto di vista progettuale, quindi, gli interventi fatti sono una sintesi di quello che era possibile fare per correggere, quindi, ci perdonerete se troverete delle piccole disfunzioni. Ma il recupero di questa area che ha visto un dialogo costante con la Soprintendenza, visto che era sito sotto tutela, ha dato una risposta efficace e positiva. Ringrazio Merlani che non si è mai fermato affinché Stefania lo potesse inaugurare prima del termine del suo percorso, il 30 settembre, che si concluderà con il mio. Questo nostro manufatto non è solo al servizio delle imprese del territorio, ma è anche aperto alle comunità. Abbiamo riqualificato un’ara che credo sia la testimonianza che Unindustria è accanto alle nostre imprese, ma  sa anche essere  al fianco del sociale. Siamo particolarmente orgogliosi del dialogo che abbiamo con l’università della Tuscia”.

 

Ha, quindi, preso la parola il sindaco Giovanni Arena, che ha detto: “E’ stato un piacere ascoltare Filippo Tortoriello, che ha fatto una panoramica di tutti gli attori che hanno potuto far sì che questa opera di riqualificazione arrivasse al termine. Questa riqualificazione rientra in una visione di carattere generale che l’amministrazione ha voluto fare. Negli anni passati ho avuto la fortuna di essere assessore con il sindaco Marini quando iniziammo i lavori di riqualificazione di tutta la valle. Quindi sono sicuro che sia la più importante opera di riqualificazione per la città di Viterbo ed oggi con la nuova sede si va a completare questa importante opera. Unindustria è il motore dell’economia di tutta la Tuscia e speriamo che la nuova sede possa essere un momento di speranza per il nostro immediato futuro. Voglio ringraziare Stefania per l’attività svolta e Filippo con cui ho apprezzato la semplicità del rapporto. Auguri ai nuovi presidenti. Cerchiamo da questo momento di vedere positivo per il prossimo futuro che ci aspetta”.

 

Il presidente della Provincia, Pietro Nocchi ha detto: “Tante connessioni  ci sono in questa struttura. Questa mattina sono stata all’inaugurazione dell’anno scolastico di un istituto superiore e non posso non fare collegamenti a questo posto chiamato casa, dove tante realtà si potranno confrontare. Come Provincia siamo casa dei comuni,casa della scuola e sono tante le imprese che hanno svolto un lavoro incredibile per consentire di avere le strade sistemate insieme alle nostre suole e quell’umanità che trovo nelle imprese del nostro territorio è un’umanità fatta di comunità, di solidarietà, non solo profitto. Questa connessione spero di poterla rivivere in questo spazio insieme ai tanti incontri che faremo anche con i ragazzi. Grazie alla Regione che ci ha dato una mano enorme per l’apertura nostre scuole”.

 

E’ poi seguito l’intervento dell’assessore regionale Paolo Orneli: “L’inaugurazione di questa sede è un momento straordinario. E’ anche particolarmente felice la collocazione geografica perché è situata di fronte al nostro spazio attivo, un luogo pubblico dove si promuove innovazione. Questo collegamento, che è comunque stato alimentato attraverso numerose iniziative, oggi fa un ulteriore salto di qualità. E’ un momento molto importante, siamo in una fase di svolta. Stiamo ancora combattendo contro una terribile pandemia, ma ci sono risorse importanti anche grazie alla lungimiranza dell’Eurpoa che noi dobbiamo utilizzare bene. Solo per la programmazione fondi europei per la Regione Lazio e sulla quale ci dobbiamo confrontare passiamo da 900 mln del 2014-2020 a un miliardo e 300 mila euro ed  a ciò si aggiungono le risorse del fondo sociale europeo, quelle per l’agricoltura, il recovery found. Le premesse ci sono, ma non dobbiamo buttare i fondi a pioggia, ma lavorare sulle connessioni e sulle reti. Pubblicheremo a breve il bando che è stato concepito anche al lavoro di Unindustria con l’università della Tuscia, sui dottorati industriali, su cui metteremo 3 mln di euro. Daremo a 100 ragazzi delle nostra università  la possibilità di andare a lavorare in 100 aziende, per innovare, per cambiare tutto e per rilanciare e dare benzina, idee nuove alle nostre imprese. In questo bando un ruolo fondamentale l’ha avuto l’università della Tuscia, ma il messaggio è che è solo inizio. Puntiamo a fare 100 dottorati industriali l’anno. Di cose da fare ce ne abbiamo tante. Questo territorio ha tutte le potenzialità e soprattutto il capitale umano. Dobbiamo davvero fare un grande lavoro insieme per ricostruire Il Paese  e render e sempre di più la Regione Lazio una grande regione europea dell’innovazione”.

 

E’ stata, quindi, la volta del Vescovo Lino:  “Mi fa piacere condividere con voi questo momento, il completamento ed il restauro e la valorizzazione di questi luoghi. Viviamo in un ambiente surreale: persone imbavagliate che si prendono a gomitate. Imprenditori, politici e vescovi, imbavagliati ed a gomitate. Ma questa giornata è motivo di speranza  e se questa struttura, oltre ad essere a servizio di tutti gli industriali, riesce anche a fare sintesi con tutto il territorio, con tutte le altre strutture, se diventa una specie di antenna, capace di percepire le domande ed i problemi del territorio ed educare gli altri. Io vedo aprire e chiudere ogni settimana dei servizi commerciali nel centro storico.  E’ importante avere la capacità di prevedere e prevenire soprattutto per le piccole imprese le difficoltà che ci sono. Nel progetto che abbiamo per gli immigrati sono stati i docenti dell’università che hanno insegnato ai ragazzi come gestire i due ettari che abbiamo. Il nostro territorio ha bisogno di speranza,  ma anche bisogno che collaboriamo tutti. La crisi ha accentuato ciò che era già presente: se due anni fa andavamo al Poggino, metà imprese lavoravano al 50 per cento, ma non c’eravamo mai accorti di ciò. Leggiamo, quindi, il territorio, lavoriamo insieme. Le risorse ce le abbiamo. Lavoriamo insieme senza campanilismi”.

Il Vescovo ha, quindi,  benedetto i presenti ed i locali della nuova sede.

 

 

 

 

 

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