Unitus, Master’s degree in Circular Economy e Ricerca produttiva al Polo di Civitavecchia

VITERBO – Decolla totalmente in lingua inglese al polo universitario di Civitavecchia il Corso in Circular Economy per formare studenti sia italiani che stranieri. “Grazie a corsi innovativi all’avanguardia come questo- afferma Stefano Ubertini rettore dell’Università della Tuscia- l’Ateneo viterbese si conferma sempre più vicino agli studenti e focalizzato a formare professionalità e competenze in linea con le mutate esigenze del mercato del lavoro che trainano, tra l’altro, il percorso di internazionalizzazione del Polo Universitario di Civitavecchia. “Il Corso di Economia Circolare-sottolinea Enrico Maria Mosconi coordinatore del Corso di Laurea e del Polo Universitario- decolla definitivamente anche grazie all’impegno di tutti i docenti. Ci proponiamo sulla scena internazionale per formare con l’Istituzione Accademica i nuovi professionisti della circular economy che andranno ad operare in tutte le filiere produttive ed a tutti i livelli”. Il Polo Universitario di Civitavecchia unisce discipline scientifiche della biologia con quelle di economia e la sinergia con il Comune di Civitavecchia nonché con la Fondazione Ca.Ri.Civ, ha fornito preziosa linfa vitale alle attività sia didattiche che di ricerca. La fortissima blue economy e la massima l’attenzione dedicata alle tematiche ambientali di questo territorio hanno fatto il resto. Il Polo Universitario comincia ad essere molto produttivo di idee per la ricerca in questi ambiti . Il progetto Re-Waste, appena avviato e finanziato ne è un esempio. Diretto dal professor Andrea Colantoni, si colloca nell’area della “Green Economy” e studierà problematiche e soluzioni per l’utilizzo alternativo degli scarti agroalimentari in un contesto di economia circolare con particolare accento al consumo e ai servizi di ristorazione sulle navi. “Il Polo Universitario di Civitavecchia-ha aggiunto il professor Mosconi- è un esempio di un nuovo modo di fare formazione e ricerca produttiva che, anche grazie alla spinta all’utilizzo delle risorse digitali, si propone alla platea globale come facilitator hub per la formazione ed il rafforzamento delle skills all’estero. Il corso è costruito per ospitare docenti stranieri e nazionali con un ampio spazio alla didattica degli stakeholders. Al momento sono pervenute richieste di iscrizione dall’Europa, nord Africa ed anche dall’Asia e questo fa ben sperare “sull’attrattività” del modo, tutto Italiano, di esportare qualità della formazione all’estero e importare talenti pronti a imparare.

 

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