Unitus, presentato il libro “Le Strutture del Potere”

di SIMEON SCANLON-

VITERBO – Oggi alle ore 15:00, presso l’Aula Magna della sede di Via Santa Maria in Gradi, 4 – Viterbo, si è tenuta la presentazione del volume “Le strutture del potere”, scritto dal Professor Sabino Cassese e dalla giornalista Alessandra Sardoni ed edito da Giuseppa Laterza.

Il Magnifico Rettore, Stefano Ubertini ha aperto la presentazione introducendo gli autori, poi la parola è passata ad Aldo Carosi. Il vicepresidente della Corte costituzionale all’Università della Tuscia che ha parlato del suo rapporto con Sabino Cassese, l’importanza di Viterbo come centro culturale e l’intenso studio che è andato nella produzione del libro.

Si è poi passati all’avvocato Giacomo Barelli che ha ringraziato il teatro Caffeina, Giuseppe Laterza per aver organizzato la presenza degli autori e Alessandro Sterpa, professore associato in Istituzioni di diritto pubblico, al quale è stata data la parola per illustrare i temi del libro, ossia la funzione del potere, la destrutturazione dello Stato e il ricalcare la storia delle istituzioni costituzionali.

Il libro in sé è stato presentato dal Professor Sabino Cassese, che durante il suo lungo intervento ha parlato delle divisioni del potere secondo gli scritti di John Locke e Montesquieu, influenzati a voler limitare i poteri dalle esperienze vissute sotto ai grandi re assolutisti della loro epoca. Ha definito la costituzione come un documento il cui ruolo principale è quello della limitazione del potere; poi ha parlato dei grandi pensatori tedeschi, specie Max Weber, e lo sviluppo di termini giuridici che servivano a limitare il potere in quanto relazioni sociali. Gli elementi del contratto sociale riguardante il potere, secondo la tesi di Cassese, stanno cambiando da un secolo a questa parte e ormai ruotano intorno a due concetti: quello di funzione, che giustifica l’utilizzo del potere che racchiude i fenomeni di egemonia (specie quella americana all’interno dell’occidente e oltre) e di conoscenza (ha potere chi ha una conoscenza che altri non hanno); l’altra riguarda la struttura del potere, particolarmente quello statale, che sempre di più sta in una posizione nel quale deve dividere il potere con i privati o comunque enti non-statali, “cambiando la struttura del potere da una piramide a una rete”. Questa struttura sta anche degradando la capacità delle nazioni di prendere decisioni individualmente, dovendosi sempre di più accordare con strutture sovranazionali prima di prendere decisioni, specie nell’ambito della difesa e quindi si cerca il “punto di incontro” fra le varie istituzioni. Cassese cita l’ex premier De Gasperi, secondo il quale il potere deve essere pluralizzato, ragione per la quale sono state istituite le regioni che dovrebbero permettere a popolazioni locali un livello di influenza politica maggiore. Ha chiuso il suo discorso parlando del “big tech”, grandi corporazioni informatiche che hanno un dominio universale e che hanno grandi libertà dal potere degli Stati, come quella di svolgere l’arbitraggio fiscale e di come stanno i cittadini da sudditi a osservatori del potere.

Sono state fatte anche domande attinenti ai problemi nella risoluzione dei casi giudiziari, che devono offrire giustizia ai casi di diritti del popolo italiano, la disparità della rappresentanza femminile nelle posizioni di potere e l’indipendenza accademica.

Io stesso ho chiesto al professor Carrese in merito alla tensione fra quei cittadini che vogliono un livello di autonomia, individuale, locale e nazionale e l’accumulazione del potere da parte di istituzioni sovranazionali. La risposta è stata che non si può pensare a un ordinamento che non sia gradualistico e che le strutture a “rete” o “arcipelago” (e quindi decentralizzate) saranno una realtà nel futuro prossimo.

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