Uspp: “Dichiarare lo stato di emergenza nelle carceri laziali, ma interessa a qualcuno?”

Riceviamo dal segretario Uspp Lazio, Daniele Nicastrini e pubblichiamo: “Lo stiamo già facendo a livello nazionale, ma ieri nel corso dell’incontro con il Provveditore regionale del LAZIO sull’assegnazione del 181° corso, l’USPP ha chiesto che si dichiari lo STATO di EMERGENZA NELLE CARCERI LAZIALI, chiedendo al Provveditore affrontare con un approccio straordinario le gravi criticità esistenti dagli ultimi 30 anni con particolare riferimento alle seguenti problematiche:
● Sovraffollamento detentivo, i numeri in rialzo della popolazione detenuta di oltre 6100 presenze su 5290 posti disponibili e le 891 unità in meno di personale di Polizia Penitenziaria rispetto all’organico previsto!!!
● Sovraccarico di lavoro sulle spalle del personale di polizia penitenziaria cui viene impedito di svolgere turnazioni ordinarie, costringendolo, in spregio del contratto vigente e in deroga all’accordi nazionale, a raddoppiare, quando va bene, le ore di lavoro giornaliere;
● Compressione smisurata del diritto al periodo minimo di congedo (quattro settimane all’anno) che ha portato negli ultimi tre anni ad numero di circa 220 mila giornate di congedo ordinario non usufruito;
● Continuare ad operare ogni singola unità nelle sezioni detentive con una media di 100 detenuti in regime di apertura giornaliera delle celle dalle ore 8.30 alle 19.00, senza che gli stessi siano impiegati in tali orari in attività di risocializzazione.
● La gestione dei tanti soggetti con problemi di carattere psichiatrico o di altra natura che creano grossi disagi e pericoli all’ordine del giorno;

A ciò si collegano le aggressioni e i ferimenti giornalieri, con prognosi che non si fermano a danni fisici ma anche a problematiche connesse allo stress post traumatico che non vengono assolutamente affrontate lasciando il personale a se stesso, in uno spirito di sconforto da tanto immobilismo e silenzio Istituzionale.

È incontrovertibile il fatto che carceri come Regina Coeli, Rebibbia Nuovo Complesso, Viterbo, Civitavecchia, Frosinone, Latina, Rieti, Velletri per citarne alcuni hanno bisogno di integrazioni organiche importanti di (noi stimiamo almeno 400 unità nel breve perioso) insieme a nuove regole d’ingaggio operative per riportare l’ordine, sicurezza e legalità all’interno delle stesse.
Mentre l’elenco delle motivazioni per dichiarare lo Stato di Emergenza sono evidenti per il disequilibrio in cui si trova il personale e la sicurezza stessa delle carceri è a forte rischio, la speranza é che lo stato d’emergenza interessi veramente a qualcuno, ovvero che le coscienze di chi è chiamato a decidere si attivi, con immediatezza e comunque prima che sia troppo tardi e che questa guerra impari con le inefficienze strutturali del sistema penitenziario, alla deriva anche sul piano sanitario, sia affrontata una volta per tutte evitando che degeneri nell’irreparabile.
L’impegno dell’USPP Lazio non mancherà ad evidenziare questi gravi problemi e nel confronto sindacale in ogni sede di servizio continueremo a muoverci rispetto alla realtà anche in deroga di quanto previsto, in concerto con la Segreteria Nazionale che nelle prossime settimane si attende delle risposte dal vertice amministrativo del DAP, in assensa delle quali assumerà le opportune iniziative a tutela del personale di polizia penitenziaria del Lazio e del resto dell’Italia.

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