Vax e No Vax… la tolleranza inesistente

di EMANUELA FERRUZZI-

Sono ormai due anni che ci sentiamo chiusi in una bolla, in uno spazio austero, senza troppe vie di fuga. Per alcuni versi ci sembra non finisca mai, per altri, sembra stiamo andando verso una direzione congrua alle esigenze basiche dell’essere umano.
Ma c’è un tema scottante che ci ha diviso più di altri, forse più importanti: il vaccino.
Questo articolo non vuole prendere posizioni, solo illustrare la situazione e parlare di tolleranza.
La parola ‘tolleranza’ ha origini antiche e senza spiegare la sua etimologia e la sua storia, vorrei sintetizzare per dire che significa semplicemente ‘riuscire a sopportare qualcosa che è diverso da noi’, diverso dalle nostre idee. Non significa cercare di capire, ma più difficilmente accettare e convivere con qualcosa di diverso.
Dall’inizio dell’era vaccinale di massa, abbiamo sentito parlare, continuamente, ovunque, di pro-vax, o vax, e no vax.
Parole, parole, sono solo parole ragazzi!
L’accanimento mediatico ci ha portato a dividere la popolazione in due fazioni, come ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini. Non si può essere altro. O sei un pro-vax che detesta i no-vax o sei un no-vax che augura la morte ai pro-vax.
Ma dico? Siamo nel duemila ventidue, ripeto, duemila ventidue. Davvero siamo ancora in grado di ghettizzarci?
Se vogliamo per un momento seguire le opinioni di massa, ipotizziamo di essere davvero due fazioni opposte e distinte. Nessuna delle due è innocente. I social non aiutano in questo, anzi, si riempiono di persone che dalla tastiera vomitano odio e poi in un incontro in presenza arrossiscono per un semplice interloquire. Siamo sempre nel duemila ventidue e ancora non abbiamo capito che i social sono un’estensione di noi, non un’identità a parte, astratta e intangibile. Comunque, entrambe le ‘fazioni’ hanno le loro responsabilità in questa guerra per niente silenziosa.
I pro-vax hanno iniziato ad offendere i no-vax perché ritenuti colpevoli del perpetuare della pandemia. Lo hanno fatto in maniera becera e a dir poco incivile, augurando a chi non si è vaccinato di morire di Covid o suggerendo la chiusura degli ospedali per chi non aveva ricevuto le dosi di vaccino.
I no-vax non sono stati da meno. Quando appaiono sulle bacheche dei social notizie di morti ‘sospette’ demonizzano il vaccino senza reali competenze e si compiacciono degli epiloghi. E chiamano i pro-vax in tutti i modi possibile, ma non posso elencarli, per una questione di mera scelta linguistica e di registro conseguente.
Non riesco a comprendere questa lotta, mi sforzo, giuro, ma non riesco.
Potremmo forse, e dico forse, provare a tollerare gli altri? È utopistico? È un’irreale possibilità?
Posso, da vaccinata, cercare di accettare che una persona possa aver voluto rifiutare il vaccino, dato che non è obbligatorio? Posso tollerare la sua scelta bensì sia lontana dalla mia? E da no-vax, posso rassegnarmi all’idea che molti hanno fatto la scelta di iniettarsi un siero per cercare di migliorare la situazione, anche se per me quel liquido è il demonio?
Possiamo tutti quanti lasciare liberi gli altri di scegliere per sé? Le scelte politiche non c’entrano niente: serve il buon senso. Serve riuscire a capire che tutti nella vita facciamo scelte diverse, ognuno di noi per le proprie e imprescindibili ragioni.
Servirebbe di accettare, una volta per tutte, che dovremmo riuscire a tollerare cose e situazioni che non possiamo capire.

Emanuela Ferruzzi

 

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