VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Esprimo il mio totale dissenso verso il metodo e l’atteggiamento arrogante con cui la Regione Lazio continua a ignorare il ruolo degli enti locali, specialmente dei piccoli comuni. È infatti inaccettabile che su temi cruciali, come la geotermia o la gestione delle riserve naturali, si decida a tavolino da Roma senza consultare preventivamente i sindaci e le amministrazioni locali. La Regione Lazio, invece, impone le sue decisioni dall’alto ignorando chi vive ogni giorno il territorio e ne conosce a fondo le criticità e le potenzialità.
La questione della liberalizzazione delle attività geotermiche, come ho evidenziato nel mio intervento di ieri in sede di Cal Lazio, è emblematica: le nuove norme consentono infatti di avviare scavi nel sottosuolo con una semplice comunicazione ai Comuni, lasciando i sindaci privi di ogni possibilità di intervento. Questo significa escludere le amministrazioni locali dai processi decisionali e creare un pericoloso precedente. E non si tratta di una preoccupazione astratta: nel viterbese è già accaduto. Questo tipo di deregolamentazione non solo mette a rischio la sicurezza ambientale e la stabilità dei territori, ma lascia i piccoli comuni in balia di decisioni che non possono controllare, costringendoli a fronteggiare potenziali emergenze ambientali e sociali senza gli strumenti adeguati. Non è accettabile che le nostre amministrazioni locali diventino semplici spettatori di scelte imposte dall’alto. Un altro esempio lampante è la recente decisione della Regione di creare l’Ente regionale pubblico dipendente Alta Tuscia, che gestirà sei aree naturali protette nella Provincia di Viterbo. Anche questa scelta è stata fatta senza il minimo confronto con i comuni coinvolti. Il nuovo ente sostituirà di fatto le gestioni locali, accorpando le competenze e centralizzando la gestione, senza tenere conto delle realtà territoriali e dell’esperienza accumulata in anni di lavoro sul campo. Non è in questo modo che si rispettano le autonomie locali. Le scelte devono essere condivise e non imposte dall’alto. Quando manca il dialogo, si alimentano conflitti e si mina la fiducia tra le istituzioni. Da consigliere del CAL, con oltre 15 anni di esperienza, posso affermare con cognizione di causa che questo organismo viene ancora trattato come una mera formalità, privo di reale potere decisionale. Eppure, dovremmo essere la vera voce dei comuni e delle province, garantendo il rispetto delle prerogative delle autonomie locali. Ma come possiamo farlo, se la Regione continua a ignorarci? Ciò che chiedo è semplice: rispetto per le nostre competenze e un coinvolgimento reale nelle scelte che incidono sui territori che rappresentiamo. Non siamo qui per fare da spettatori o per avallare decisioni già prese. Rivendico il nostro ruolo e mi batterò affinché il CAL venga finalmente considerato un interlocutore autorevole e rispettato. La Regione Lazio deve cambiare atteggiamento. Basta con le decisioni calate dall’alto: difenderò sempre l’autonomia e la dignità delle nostre amministrazioni locali e mi opporrò con forza a ogni tentativo di svuotare di significato il ruolo dei sindaci e dei comuni. Forti criticità sono emerse anche in merito all’articolo 34 del collegato al bilancio, per il quale i comuni consorziati ai distretti sociosanitari saranno costretti a coprire il debito creato da questi oltre alle loro quote di partecipazione che versano annualmente. È per i seguenti motivi che ieri, durante la seduta del Cal Lazio, i consiglieri eletti nel gruppo di riferimento di Forza Italia sono usciti prima della votazione facendo mancare il numero legale ai componenti eletti nel gruppo di Fratelli d’Italia.”
Vincenzo Petroni, Responsabile Enti Locali di Forza Italia – Provincia di Viterbo Consigliere Cal Lazio