Violenta aggressione al carcere di Rieti: vice sovrintendente colpito durante una perquisizione

ROMA– Durante una perquisizione ordinaria, un Sovrintendente della Polizia Penitenziaria presso il carcere di Rieti è stato aggredito con violenza da un detenuto nel tentativo di impedire il
sequestro di un telefono cellulare. Nonostante l’immediata reazione del personale, il detenuto è riuscito a sferrare pugni al volto e al torace dell’agente, che è stato poi trasferito al pronto soccorso per ricevere le cure necessarie.

L’episodio si è verificato durante una normale operazione di controllo volta a garantire la sicurezza all’interno della struttura. Il cellulare, introdotto illegalmente all’interno del penitenziario, è
stato recuperato solo dopo che il detenuto, in un gesto disperato, lo ha lanciato dalla finestra.

Ciro Di Domenico, Segretario Regionale Lazio del Si.N.A.P.Pe, commenta: “Questo ennesimo attacco ai danni del nostro personale evidenzia quanto sia critico il contesto in cui operano quotidianamente gli agenti di Polizia Penitenziaria. I nostri colleghi, come in questo caso, sono
esposti a un livello di rischio intollerabile e la situazione non può più essere ignorata. Serve un intervento immediato per fornire agli operatori gli strumenti necessari a difendersi e a garantire la propria sicurezza.”

L’agente ferito è stato immediatamente soccorso e trasportato presso il nosocomio locale per gli esami di routine. Le sue condizioni, seppur preoccupanti, non sembrano fortunatamente destare preoccupazioni gravi, ma l’accaduto solleva l’ennesimo allarme sulle condizioni di lavoro
all’interno delle strutture detentive.

Questa aggressione rappresenta solo uno dei tanti episodi che mettono in luce l’urgenza di fornire al personale adeguate risorse per fronteggiare situazioni sempre più pericolose. In particolare, il Si.N.A.P.Pe rinnova la propria richiesta di dotare la Polizia Penitenziaria di taser e altri strumenti di difesa, fondamentali per proteggere l’incolumità degli agenti e mantenere l’ordine all’interno degli istituti.

Roberto Santini, Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, dichiara: “È inaccettabile che i nostri agenti siano lasciati soli a fronteggiare situazioni di tale pericolosità senza strumenti adeguati. La nostra
richiesta di dotare il personale di dispositivi di difesa, come taser o Flash-Ball, è ormai improcrastinabile. Entrambi questi strumenti rappresentano soluzioni efficaci per ridurre i rischi di aggressioni fisiche, senza mettere a repentaglio la vita dei detenuti. È necessaria una risposta immediata dalle istituzioni per tutelare chi, ogni giorno, garantisce la sicurezza di tutti noi all’interno delle carceri.”

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