VITERBO – È stato presentato il 16 febbraio scorso a Palazzo Brugiotti il libro di Alfredo Giacomini, FRAMMENTI. Architettura contemporanea nella Tuscia, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2024, pp. 320. Tra i relatori Elisabetta De Minicis, Margherita Eichberg, Giorgio Saraconi, Alfredo Passeri e, naturalmente, l’autore Alfredo Giacomini. Questa raccolta è già apparsa on line a puntate sui canali social FaceBook durante un lungo periodo, dal 2016 ad oggi con cadenza quasi settimanale, pubblicando la scheda di ogni singola architettura corredata d’immagini e di commenti, più o meno ampi. Il lettore appassionato quindi ha potuto godere di un’informazione costante sulle architetture di qualità scoprendo, a mano a mano, che tutti i maggiori architetti e ingegneri degli ultimi 80 anni hanno lavorato in questo territorio. Un lavoro sorprendente, un bel libro, editato eccellentemente, una guida che permette, oggi, di classificare le opere meritevoli di essere conosciute e salvaguardate per il loro intrinseco valore. L’architettura moderna e contemporanea infatti soffre di continue manomissioni colpevoli ed evidenzia la sua fragilità; spesso essa non è compresa, addirittura ignorata. Per questo il lavoro di Giacomini, paziente, ostinato, faticoso ha grandi meriti: mostrare per dimostrare che si può fare qualità. Molti degli architetti militanti avranno il piacere di vedere, poste in luce, le loro opere costruite, quelle davvero realizzate: tutto questo fa sempre un certo effetto.
Giacomini non si è risparmiato dimostrando con questo suo notevole contributo che è ora di finirla con gli inganni delle tante, troppe cubature sbagliate sul territorio che deturpano l’ambiente: si deve produrre qualità perché si può, anche senza enfasi, strombazzamenti, costi esagerati, realizzare ottimi edifici che facilmente si elevano al rango di vere e proprie architetture con la virtuosa collaborazione di illuminata committenza. La buona committenza esiste, va cercata, va convinta, va instradata: è per merito di essa che l’architettura nasce, cresce e diviene valore aggiunto nelle città e nei territori.
Altro grande merito di Alfredo Giacomini è l’ascolto. In un momento che tutti sentono il bisogno di dire qualcosa, spessissimo a sproposito, questo architetto militante e a tutto tondo, ci meraviglia per la sua tenace attenzione per gli altri, offrendo una visione da “non consumatore né produttore”, come le persone che non sprecano, non rovinano per accontentare il mercato che spinge all’uso e al consumo forzato del territorio e dell’ambiente.
FRAMMENTI si legge e si può utilizzare con leggerezza, in occasione di una visita breve in uno qualsiasi degli straordinari centri storici, oppure a Viterbo riconoscendo, nella monocorde realtà urbana di oggi, le architetture di Salcini e di Zammerini, solo per citare due dei protagonisti maggiori. Contro la spettacolarizzazione che oggi ha, ahimè, il sopravvento, a conferma delle molte sconfitte dell’architettura ma che con il libro di Giacomini si riscatta, dimostra vitalità e vivacità, esiste nella sua concretezza, bellezza, poesia. Perché – è bene ribadirlo in ogni circostanza – se non si scava nel profondo delle ragioni dell’architettura, se non se ne comprendono gli esiti, le motivazioni sociali ed economiche, se non si ha la pazienza di conoscere fino in fondo i fenomeni tecnici, creativi, d’ispirazione, l’architettura sarà considerata colpevolmente di complemento e marginale. Ciò noi non lo vogliamo, Giacomini ce lo dimostra.