Viterbo annessa alla Toscana? Baggiani risponde alle critiche del prof. Mattioli

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Emiliano Baggiani al prof. Francesco Mattioli sul referendum per annettere Viterbo alla Toscana: “Reagisco con profondo piacere alla risposta del Prof. Mattioli circa la mia proposta (nata assieme ad alcuni amici viterbesi). Una banalità: ho scritto il testo col tablet e non mi sono reso conto che ho scritto Toscani maiuscolo e viterbesi minuscolo. Bene, chiarito l’equivoco passiamo oltre. Tra l’altro negli anni ho letto gl’interventi del Professore sempre a favore della Toscana e della toscanità (mi ricordo un epico confronto fra il Palio di Siena e la Macchina di S. Rosa) e mi sarei aspettato se non un endorsement magari una neutralità. In un certo senso se sono qui è anche colpa sua: soprattutto visto che anche lui rivendica l'”ingenuità” del richiamo toscano.
Il territorio viterbese è molto bello, ma è sottovalutato e fagocitato dall’immensa idrovora di Roma: ma il paragone, prof, con Firenze proprio non tiene.
La Toscana, col suo vasto territorio, è esperta di come si trattano le periferie. Se ho sentito delle lamentele sono venute, semmai, dalla Lunigiana – terra parmense – in cui non si parla toscano ma non si è mai fatto alcun serio tentativo di creare la regione Lunezia tranne durante l’Assemblea Costituente del 1948. Questo perché il brand “toscana” è conosciuto ed amato in tutto il mondo, i nostri vini hanno fatto grandi i nostri vigneti per non parlare della storia.

La Toscana unita a Viterbo ha riscontrato in questi giorni diversi pareri positivi; c’è però un vantaggio per ambedue i territori: la Toscana diventerebbe la più grande regione italiana per superficie, Viterbo potrebbe utilizzare il marchio “toscana” per esportare in tutto il mondo.
La Regione Tuscia, non s’ha da fare, perché mi pare (ma di questo chiedo lumi ad esperti di diritto visto che fo l’informatico e le carte bollate mi fanno venire l’orticaria) che per creare una regione
ex-novo servono almeno 1 milione di abitanti. Un altro conto sono Basilicata, Umbria e Valdaosta (che tra l’altro è a statuto speciale) che vennero create ad hoc con la promulgazione della Costituzione.
Grosseto e Viterbo, inoltre, potrebbero creare un’area vasta simile a quella che lega Livorno-Pisa-Lucca (al dì la dei persistenti e ironici campanilismi).

Non so se è meglio essere sotto Roma (ma ad anni luce di distanza come visibilità) piuttosto che essere inserita in un percorso fatto di millemila città d’arte che costituiscono la Toscana con Viterbo (ecco ora il T9 non m’ha tradito).
La Toscana non è priva di criticità : dopotutto tutto il mondo è paese. Ma poter avvantaggiarsi del “nomen” Toscana o Tuscia che dir si voglia rappresenterebbe un guadagno per tutti.

Inoltre, oltre alla miriade di adempimenti burocratici, ci sarà da considerare il fatto fondamentale: che la decisione sarà del popolo viterbese che si esprimerà col referendum e deciderà sul proprio
destino: Toscana o Lazio. Le nostre piccole polemiche sono fondamentali ma non dimentichiamoci che al di sopra di noi c’è il popolo sovrano.

Mi piacerebbe, e colgo l’occasione del giornale che accoglie questa sobria discussione, il mio desiderio di incontrare il Prof. Mattioli e poter discutere di questa operazione”.

Distinti Saluti
Emiliano Baggiani

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