Viterbo, Arci: “No ai voucher, si alla sanatoria per lavoratori migranti e alla regolarizzazione per i braccianti agricoli”

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Stiamo registrando in questi giorni la richiesta di estendere e liberalizzare l’uso dei voucher in agricoltura, approfittando del clima di emergenza in cui versa il nostro Paese.

Si dice nell’auspicio di poter, in questo modo, attirare lavoratori, anche italiani nelle imminenti “campagne di raccolta” affinché possano sostituire la contingente mancanza di lavoratori dell’est Europa.

Di fatto si vuole rispondere alla emergenza con uno strumento che precarizza il lavoro e che risulta anche essere improprio, in quanto l’utilizzo dei cosiddetti voucher è previsto per il solo lavoro accessorio e non per il lavoro ordinario. Ciò risulta, inoltre, insopportabile e lesivo della dignità dei lavoratori agricoli, che a maggior ragione in questo momento, dovrebbero vedere riconosciute le piene tutele contrattuali, oltre che le misure di sicurezza previste dal Governo, cosi come avviene per altri lavori ritenuti essenziali in questa fase di emergenza.

A nome delle organizzazioni facenti parte della rete Antitratta della Tuscia chiediamo di respingere la proposta dei voucher e prevedere una regolarizzazione per far emergere chi è costretto a vivere e lavorare in condizioni di irregolarità. Si tratterebbe di una misura di equità e di salvaguardia dell’interesse nazionale, in questa difficile fase in cui un eventuale pregiudizio all’agricoltura, nella sua funzione tutelare della sicurezza alimentare della comunità nazionale, sarebbe drammaticamente deleterio.

Non si tratta però di mettere a disposizione delle aziende braccia a buon mercato siano essi migranti, pensionati o studenti ma di rafforzare le misure di contrasto al lavoro nero per favorire l’assunzione di chi sta lavorando in maniera irregolare, applicando i Contratti Collettivi agricoli.

Rispetto alla condizione di chi è senza dimora si propone che i Prefetti, alla luce degli ulteriori poteri loro conferiti dal DPCM del 09 marzo u.s., possano assumere autonomamente iniziative o adottare disposizioni volte alla messa in sicurezza dei migranti e richiedenti asilo presenti sul territorio, mediante l’allestimento e/o la requisizione di immobili a fini di sistemazione alloggiativa. Le risorse necessarie per gli eventuali interventi di rifacimento e adeguamento degli immobili requisiti potrebbero essere attinte dalla dotazione del Piano Triennale contro lo sfruttamento e il caporalato.

Rete Antitratta della Tuscia

(Arci  Viterbo, Casa diritti sociali focus della Tuscia, Caritas diocesana Viterbo CDA , L’altro circolo. Centro di iniziativa e cultura omosessuale, Rete degli studenti medi, Kyanos, Flai CGIL, UILA UIL, USB)

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