Viterbo città della cultura, ennesima proposta

di MARCO ZAPPA –

Giulio Marini (persona che stimo) è tornato alla carica: Viterbo dovrà candidarsi a città europea della cultura nella prossima selezione.
Subito sulla sua scia altre figure politiche o istituzionali hanno approvato l’idea.
Già in passato ho espresso le mie riserve circa queste continue proposte non per partito preso verso la nostra città ma perchè sono convinto che non basti la Macchina di Santa Rosa, pur nella sua unicità o il bellissimo quartiere medioevale a vincere la concorrenza di altri siti sparsi in Italia e in Europa.
Se a questo aggiungiamo l’ incapacità cronica nel nostro comune di assolvere a politiche culturali, il quadro è ancora più triste.
Ma stavolta ho deciso di provare a considerare la fattibilità della cosa con buona volontà e ho visto che il lavoro non manca, anzi…
Intanto mi sono informato sui requisiti necessari per sperare di avere una minima chance di vittoria: ebbene oltre a “cultura”, le parole ricorrenti sono ARTE e ARTISTI (viene specificato locali o provenienti da paesi internazionali).
Dunque, mi chiedo, a Viterbo che ruolo ricopre il binomio arte-artisti se questo sembra essere il requisito fondamentale?
Qualcuno può rivendicare a buon diritto di aver investito denaro, spazi pubblici o pubblicità per la realizzazione o diffusione dell’arte?
Come sanno anche i sassi in città, da oltre due anni lavoro al Giudizio Finale dentro l’ex Tribunale con zero finanziamenti ma, cosa veramente grave e avvilente, con ancor meno interesse da parte della politica tutta…e un’opera di arte contemporanea come questa, di ben 260 metri quadri non potrebbe dar lustro alla città?
Per esempio, da quanto tempo non c’è una mostra che possa fregiarsi di questo nome?
A memoria, l’ultima degna che ricordo riguardo a un artista fu nel 1998, specifica su Domenico Corvi pittore viterbese del 700: da allora il nulla.
Ve ne racconto un’altra.
Durante la scorsa giunta di sinistra proposi con la mia associazione un’esposizione monografica su Pietro Vanni che non sarà uno dei massimi esponenti dell’arte del XIX secolo ma che per Viterbo rappresenta comunque una testimonianza importante, non fosse altro per una scuola ed una via dedicategli.
Andammo nei sotterranei del Vaticano per visionare l’opera che l’artista credeva fosse la sua più importante mai realizzata, “I Funerali di Raffaello”, gigantesco quadro che langue tutt’ora in quegli scantinati, con la speranza di portarlo in mostra nel Palazzo dei Priori e magari in pianta stabile in città grazie a una convenzione…
Non se ne fece nulla, l’unico risultato fu una figura barbina con gli addetti dei musei vaticani che forse ancora aspettano notizie dal Comune, tempo, lavoro e progettazione sprecati grazie a chi governava qualche anno fa Viterbo.
C’è dell’altro: nei requisiti del bando si consiglia di non fare nomine politiche nell’affidamento di incarichi per le manifestazioni.
E vi sembra possibile questo nella nostra città dove non si guarda il curriculum o comunque l’esperienza fatta di gavetta e lavoro in sedi prestigiose, ma le nomine vengono stabilite secondo il criterio della conoscenza o della riconoscenza per favori svolti?
Vi sembra normale che il Museo Civico sia da anni privo di un direttore che non sia un dipendente del Comune e che l’ultimo concorso fu insabbiato per le polemiche nate a quel tempo circa quello che sembrava il probabile vincitore, scelto dalla politica, persona che tra l’altro non aveva nessuno spessore nazionale ed internazionale?
Ma non finisce qui…
(fine prima parte)

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