Prendiamo le piste ciclabili, per esempio. Al di là delle esecuzioni che hanno fatto sorridere, si è deciso di investire in una mobilità dolce che poco sembra sposarsi con le reali necessità della città. Il progetto ha suscitato non poca perplessità: Viterbo non è esattamente una metropoli congestionata, né vanta una consolidata cultura ciclistica. La paura è che queste piste restino più vuote che piene, mentre la città continua a muoversi come prima, senza impatti sostanziali sulla qualità della vita o sul tessuto sociale ed economico.
E che dire dei marciapiedi? Sì, sono stati rifatti. Certamente una mossa per migliorare il decoro e la sicurezza delle nostre strade, ma non ci raccontiamo storie: rifare i marciapiedi è ordinaria amministrazione, una di quelle attività che non cambiano certo il destino di una città.
Eppure Viterbo ha ben altre sfide. Una su tutte: trattenere i giovani, magari rendendo più vivace l’ambiente universitario. Invece di concentrarsi sulla mobilità ciclabile, non sarebbe stato meglio investire in residenze universitarie, creando alloggi per studenti e spazi per i giovani? L’Università della Tuscia potrebbe essere una risorsa preziosa per Viterbo, ma senza un minimo di attrattiva rischiamo di continuare a vedere i giovani prendere il treno per altrove.
E poi c’è la questione abitativa. Viterbo ha un crescente bisogno di alloggi popolari per le famiglie e i cittadini in difficoltà. Con i fondi del PNRR si poteva fare qualcosa di concreto: avviare un programma di edilizia residenziale pubblica, recuperando immobili abbandonati e riqualificando i quartieri storici. Questi progetti, oltre a garantire case a prezzi accessibili, avrebbero dato una bella rinfrescata alla città, rendendola più inclusiva e accogliente.
Parliamo anche di cultura, o meglio, della cultura che non c’è. Viterbo è una città ricca di storia, ma molte delle sue risorse culturali sono abbandonate a loro stesse. Il Cinema Genio, ad esempio, è chiuso da anni e cade a pezzi. Pensate se una parte dei fondi fosse stata usata per riqualificarlo: oggi avremmo un centro culturale attivo, con una programmazione cinematografica degna di una città capoluogo. Un cinema rinnovato non solo avrebbe offerto una nuova sede per eventi e manifestazioni, ma avrebbe potuto rivitalizzare l’intero centro storico, generando nuove opportunità per commercio e turismo.
Le scelte fatte per Viterbo riflettono una visione limitata e ristretta, orientata più al piccolo cabotaggio che ai cambiamenti profondi. Ciò di cui la città avrebbe davvero bisogno sono interventi mirati per scuole, abitazioni, spazi culturali e servizi per giovani e famiglie. Una visione a lungo termine, insomma, che pare mancare del tutto.
Questa mancanza di prospettiva è la vera responsabilità politica da imputare all’amministrazione comunale, che ancora una volta rischia di lasciare Viterbo ancorata al passato, perdendo l’ennesima occasione di trasformarsi in un centro moderno e competitivo. Viterbo avrebbe potuto fare scelte diverse, più coraggiose e strategiche, che guardassero alle vere esigenze dei cittadini. Invece, ci troviamo con fondi PNRR in prestito (che, ricordiamolo, prima o poi vanno restituiti), e le solite beghe politiche, mentre si continua a rimpallarsi le responsabilità”.